Un'alleanza pericolosa
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Un'alleanza pericolosa

  1. 456 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Un'alleanza pericolosa

Informazioni su questo libro

Lady Victoria Aston ha tutto ciò che potrebbe desiderare: una sorella maggiore felicemente sposata, il futuro della proprietà di famiglia assicurato, e la possibilità di perdere tempo gironzolando nei campi attorno a casa. Ma basta una notte per sconvolgere definitivamente la sua vita comoda e idilliaca. Suo cognato si rivela infatti un terribile mascalzone e adesso tocca a lei trovare un marito, o la sua famiglia perderà tutto. Armata solo di quello che ha imparato dai romanzi di Jane Austen, Vicky fa il suo debutto in società: ma nemmeno le parole della scrittrice sono in grado di aiutarla a capire se il meraviglioso e astuto signor Carmichael sia in realtà una canaglia; se il suo ex migliore amico, il bellissimo Tom Sherborne, sia più interessato alla sua dote o al suo cuore; né sono in grado di aiutarla a liberarsi delle attenzioni del lezioso signor Silby. Soprattutto, nei libri di Vicky non c'è nulla riguardo gli strani incidenti che iniziano a capitare attorno a lei. E che potrebbero non farla arrivare viva al giorno delle nozze.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
Print ISBN
9788804742890
eBook ISBN
9788835715634

CAPITOLO DECIMO

Era disposta ad ammettere che lui potesse essere un uomo migliore di quanto lei avesse abitualmente supposto.
Jane Austen, Mansfield Park
Quando entrò nell’atrio di Aston House con Sarah alle sue spalle, Vicky fece un cenno a Sheldon, il maggiordomo. Il suo cavaliere di quel pomeriggio, l’onorevole Bartholomew Shore, entrò dopo di loro. Sarah prese lo scialle di Vicky e scomparve.
Vicky si rivolse al signor Shore: «Grazie per la passeggiata. È stata... piacevolissima».
Il signor Shore inarcò rapidamente le sopracciglia. Doveva essere convinto che quel gesto gli conferisse uno charme da adorabile mascalzone perché lo aveva fatto almeno dieci volte – Vicky le aveva contate – nello spazio di un’ora. Purtroppo agitarle in quel modo lo faceva apparire come minimo uno sciocco, se non addirittura leggermente disturbato. La mostra d’arte alla Royal Academy si era rivelata allo stesso tempo una benedizione e una maledizione, perché aveva impedito a Vicky di notare quante volte lo avesse fatto mentre visitavano la prima sala. Quando se ne accorse, erano ormai piuttosto avanti nella sala più interna e non potevano più fare altro che continuare, sia pure a passo più sostenuto.
«Il piacere è stato tutto mio, Lady Victoria.» Il signor Shore fece un passo verso il tavolo al centro dell’atrio e spazzò via un immaginario granello di polvere.
Vicky diede un’occhiata a Sheldon, perfettamente immobile accanto alla porta, ma lui era troppo ben addestrato per lasciar trasparire ciò che pensava. Lei trattenne a fatica una smorfia: come si permetteva il signor Shore di accusare implicitamente di trascuratezza il personale di Aston House?
Ma era stato così gentile da invitarla a uscire senza che si fossero conosciuti prima, perciò sarebbe stata comunque educata.
Desiderando offrire a Vicky qualche possibilità di scelta oltre al signor Carmichael, sua madre aveva scritto a parecchie delle sue amiche che al momento si trovavano in città. Molte di loro le avevano risposto positivamente, compresa la sua vecchia compagna di scuola Lady Allenby. In quanto secondogenito, il signor Shore non avrebbe ereditato il titolo del padre, ma i genitori avevano intenzione di assegnargli una grande tenuta nel Berkshire appena fosse diventato maggiorenne.
Lui agitò di nuovo le sopracciglia, e per un pelo non gli scappò anche un occhiolino. «Dopo tutte quelle opere d’arte ci vorrebbe un piccolo rinfresco.»
Vicky si irrigidì. Voleva che lei gli offrisse qualcosa da bere. Poteva invitarlo a restare per il tè, ma quando lui fece un passo verso di lei sollevando le folte sopracciglia di un castano rossiccio – per la dodicesima volta – Vicky comprese che era fuori questione, per non parlare dell’inquietante prospettiva di vedergli fare quel gesto per alcuni decenni nel caso in cui lo avesse sposato.
«Forse potreste procurarvelo al vostro club» disse con un bel sorriso.
Lui fece un altro passo verso di lei. «Ah, ma io pensavo...» Non concluse la frase, ma la guardò negli occhi e questa volta il frenetico balletto delle sopracciglia sembrava quasi una battaglia per avere il sopravvento.
“Tredici.” «Temo di avere un altro impegno per questo pomeriggio, ma vi ringrazio ancora per la nostra uscita.» Si rivolse al maggiordomo: «Sheldon, sareste così gentile da accompagnare il signor Shore?».
Sheldon annuì. «Certamente, milady.» Aprì la porta e poi declamò: «Signor Shore».
Rendendosi conto che lo stavano mettendo alla porta, Shore inclinò la testa. «Alla prossima, Lady Victoria.»
Lei continuò a sorridere ma non disse nulla.
Lui andò verso la porta e si girò per rivolgerle un sorriso sincero. «Vi auguro una buona giornata.»
Vicky ricambiò il sorriso. Non era poi così male. Forse conoscendolo meglio avrebbe apprezzato di più la sua compagnia. Doveva essere un po’ meno affrettata nei giudizi. Lui iniziò a scendere i gradini.
«Buona giornata, signor Shore» gli gridò lei.
Lui si girò, e le sopracciglia guizzarono di nuovo in quell’assurdo balletto.
Vicky strinse le labbra e lanciò un’occhiata eloquente a Sheldon.
Il maggiordomo chiuse la porta.
«Grazie per la visita al museo, signor Fothergill, è stata... piacevolissima» disse Vicky. Dondolando il suo bastone da passeggio, il signor Fothergill lo sbatté contro lo stipite della porta mentre seguendo Sarah entrava nell’atrio di Aston House.
«Ma guarda» disse, esaminando il bastone e la porta. «E questo da dove salta fuori?»
Proprio come era saltata fuori all’improvviso la ringhiera del grande scalone del British Museum. Vicky cercò di non alzare gli occhi al cielo quando incrociò lo sguardo di Sarah. Guardò il bastone di ebano, molto vissuto, e poi di nuovo Sarah, che trattenne una risata mentre prendeva il cappellino e i guanti di Vicky e si allontanava. Avrebbe tanto voluto seguirla.
L’esperienza con il signor Shore avrebbe dovuto insegnarle a non impegnarsi per lunghi pomeriggi, ma il signor Fothergill era il figlio maggiore del visconte Lindsley e si erano conosciuti da bambini durante una festa a Oakbridge. Lo ricordava come un ragazzino con il viso roseo che si era divertito a far navigare le barchette di carta nel ruscello insieme a lei, Tom, Charles e Althea. Aveva pensato che un pomeriggio al British Museum le avrebbe consentito di rinnovare la loro conoscenza e al contempo vedere un po’ di oggetti interessanti.
Ma il signor Fothergill era diventato un ragazzo magro e allampanato che dava l’impressione di non avere ancora un perfetto controllo del suo fisico. Per due volte l’aveva quasi fatta inciampare. E a momenti Vicky aveva urlato quando il bastone del giovane aveva sbattuto contro la base della vetrinetta in cui era custodita la Stele di Rosetta. Avrebbe anche potuto sorvolare su tutto questo.
Non poteva chiudere un occhio, però, sul fatto che lui avesse insistito per fermarsi a fiutare una presa di tabacco non meno di quattro volte mentre erano dentro il museo, e che, goffo com’era, in ognuna di queste occasioni avesse rischiato di far cadere il tabacco. La prima volta lo aveva quasi mandato a finire su un vaso etrusco, e la seconda a momenti aveva fatto cadere la tabacchiera e tutto il suo contenuto sul nuovo vestito azzurro di Vicky. Lei aveva fatto un salto indietro e la scatola era finita a terra, accanto ai marmi del Partenone. Metà del tabacco si era perso, e molti lo avevano guardato malissimo, ma questo non gli aveva impedito di fermarsi a fiutarne un’altra presa pochi minuti dopo.
«Era il giorno giusto per fare questa visita» disse annuendo il signor Fothergill. «Il tempo non era granché. Sarebbe uno spreco stare chiusi a guardare vecchie monete e urne polverose quando fa bello.»
Vicky gli rivolse un mezzo sorriso. Più che oggetti polverosi, erano affascinanti testimonianze del passato, ma era d’accordo che non bisognasse sprecare una bella giornata.
Il giovane sfregò il pomo d’argento del bastone contro i pantaloni, e lei trattenne il fiato vedendo l’altra estremità scattare verso l’alto. «Magari quando il tempo migliorerà potremo fare una passeggiata in carrozza.»
Vicky sbarrò gli occhi al pensiero di lui che cercava di tenere le redini e contemporaneamente fiutare il tabacco. Per evitare di rispondere, fece un bel sorriso.
Il signor Fothergill annuì, tirò fuori la tabacchiera e la tenne in una mano mentre con le ultime tre dita dell’altra reggeva il bastone e con pollice e indice tentava di afferrare una presa. Vicky guardò di sfuggita Sheldon mentre il signor Fothergill inalava il tabacco. Era troppo, in verità, chiedere un potenziale corteggiatore che si interessasse più a lei che al tabacco? O almeno uno che limitasse i suoi vizi a luoghi e momenti opportuni? Sheldon colse la sua occhiata, ma come al solito la sua espressione non si alterò.
Vicky rivolse nuovamente lo sguardo al signor Fothergill, che era riuscito in qualche modo a estrarre un fazzoletto scuro. Mentre si puliva il naso il bastone cadde rumorosamente a terra. Si chinò per riprenderlo e a momenti gli sfuggì di nuovo la tabacchiera; la afferrò con l’altra mano lasciando scivolare il fazzoletto, che cadde sul pavimento con un lieve squash.
Vicky fece una smorfia a Sheldon.
«Mi permetta, signore» disse il maggiordomo, che lasciò la sua postazione accanto alla porta con il suo solito passo calmo e misurato.
Il signor Fothergill lo guardò. «Non c’è bisogno, buon uomo. Devo solo rimettermi in tasca la tabacchiera...»
Prima che lui ci riuscisse, Sheldon aveva già recuperato fazzoletto e bastone. Tenendoli in mano si avviò verso la porta seguito da Vicky, che sperava che il signor Fothergill li imitasse.
Dopo aver riposto la preziosa tabacchiera, lui li vide accanto all’uscio e li raggiunse.
«Grazie per questo delizioso pomeriggio, signor Fothergill» gli disse Vicky con un sorriso.
«È stato un immenso piacere, Lady Victoria» rispose lui.
«Il vostro bastone, signor Fothergill.» Sheldon glielo porse.
Fothergill lo prese e oltrepassò la soglia.
«E il vostro fazzoletto, signore» disse Sheldon, tenendolo delicatamente fra due dita.
Fothergill glielo strappò dalla mano, fece un cenno di saluto a Vicky e uscì. Lei fremette quando il bastone sbatté di nuovo contro lo stipite.
Sheldon chiuse la porta.
Vicky si fermò davanti all’ingresso di Aston House e si voltò verso Lord Blankenship, che era due gradini più in basso. Alle sue spalle, Sarah aprì la porta ed entrò di corsa.
«Grazie per la passeggiata, Lord Blankenship. È stata... piacevolissima.» E breve, grazie al cielo. Ormai Vicky aveva imparato la lezione e aveva concesso a Lord Blankenship soltanto una passeggiata fino a Hyde Park e ritorno.
«Davvero, Lady Victoria. Piacevolissima» disse il giovane visconte, accompagnando la “p” di “piacevolissima” con abbondanti spruzzi di saliva. Salì ancora un gradino e si avvicinò a lei.
Vicky indietreggiò fino a trovarsi sulla soglia. La conversazione con Lord Blankenship non era stata così tremenda, finché erano rimasti nel parco e lei gli camminava accanto, senza mai stargli di fronte – anche se vedere gli spruzzi di saliva scintillare al sole mentre inondavano il terreno non era certo piacevole –, ma come poteva evitare che le sputasse addosso, ora che insisteva per parlarle stando faccia a faccia?
«È così interessante attraversare il parco...»
Vicky fremette vedendo gli spruzzi avvicinarsi sempre di più ogni volta che lui pronunciava una “t”. Non le importava se le rispettive madri lo consideravano un ott...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. UN’ALLEANZA PERICOLOSA
  4. CAPITOLO PRIMO
  5. CAPITOLO SECONDO
  6. CAPITOLO TERZO
  7. CAPITOLO QUARTO
  8. CAPITOLO QUINTO
  9. CAPITOLO SESTO
  10. CAPITOLO SETTIMO
  11. CAPITOLO OTTAVO
  12. CAPITOLO NONO
  13. CAPITOLO DECIMO
  14. CAPITOLO UNDICESIMO
  15. CAPITOLO DODICESIMO
  16. CAPITOLO TREDICESIMO
  17. CAPITOLO QUATTORDICESIMO
  18. CAPITOLO QUINDICESIMO
  19. CAPITOLO SEDICESIMO
  20. CAPITOLO DICIASSETTESIMO
  21. CAPITOLO DICIOTTESIMO
  22. CAPITOLO DICIANNOVESIMO
  23. CAPITOLO VENTESIMO
  24. CAPITOLO VENTUNESIMO
  25. CAPITOLO VENTIDUESIMO
  26. CAPITOLO VENTITREESIMO
  27. CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO
  28. CAPITOLO VENTICINQUESIMO
  29. CAPITOLO VENTISEIESIMO
  30. CAPITOLO VENTISETTESIMO
  31. CAPITOLO VENTOTTESIMO
  32. CAPITOLO VENTINOVESIMO
  33. CAPITOLO TRENTESIMO
  34. CAPITOLO TRENTUNESIMO
  35. ULTIMO CAPITOLO
  36. NOTA STORICA
  37. RINGRAZIAMENTI
  38. Copyright