Un lord pericoloso (I Romanzi Oro)
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Un lord pericoloso (I Romanzi Oro)

  1. 320 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Un lord pericoloso (I Romanzi Oro)

Informazioni su questo libro

Pur di evitare che un'amica convoli a nozze con il famigerato Ian Lennard, visconte di St Clair, Felicity Taylor decide di smascherarlo rivelando all'alta società londinese che razza di mascalzone sia. Ma neppure lei conosce tutti gli inconfessabili segreti del tenebroso visconte e non prevede le sciagurate conseguenze della sfida che gli ha lanciato. Difatti l'infuriato Ian, rimasto senza sposa e bisognoso di ammogliarsi al più presto per mantenere la propria eredità, medita una vendetta imprevedibile: portare all'altare proprio la bellissima e testarda Felicity. Quel carattere volitivo e indipendente lo esaspera, ma al contempo inizia ad affascinarlo. E senza saperlo ha già conquistato il suo cuore...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
eBook ISBN
9788835715863

1

Londra
Dicembre 1820

La libertà di stampa è, per importanza, il secondo privilegio del cittadino inglese e dovrebbe essere preservato anche quando le conseguenze ci allarmano. Infatti, il timore induce alle riforme e la capacità di riformare la società è, per importanza, il primo privilegio del cittadino inglese.
Lord X
“The Evening Gazette”, 5 dicembre 1820
Qualche idiota stava di nuovo diffondendo chiacchiere sul suo conto. Ian Lennard, visconte di St Clair, lo dedusse nel momento stesso in cui mise piede nel club e il maggiordomo lo accolse strizzandogli l’occhio, con aria di intesa, e mormorando con discrezione: — Molto bene, milord — mentre gli prendeva il cappotto.
L’austero maggiordomo del Brook’s aveva ammiccato! Poiché le congratulazioni non erano solitamente comprese nei saluti di rito, Ian poteva solo temere il peggio. Si rabbuiò in volto mentre si dirigeva verso la Sala delle Sottoscrizioni, dove aveva appuntamento con il suo amico Jordan, conte di Blackmore. Subito dopo fu colpito da un pensiero rassicurante. Forse il maggiordomo aveva alzato un po’ il gomito in servizio e, in realtà, lo aveva scambiato per qualcun altro. Però poi un gruppo di uomini che Ian conosceva a malapena interruppe la conversazione per complimentarsi con lui. I commenti come “Chi è la fortunata?” e “Sicché ci siete ricascato, volpone!” furono accompagnati da altri ammiccamenti. Era impossibile che tutti lo scambiassero per qualcun altro.
Con difficoltà, represse un borbottio di disapprovazione. Dio solo sapeva di che cosa si trattava stavolta. Conosceva quasi tutti i pettegolezzi che circolavano sul suo conto. Quello che preferiva riguardava il racconto del salvataggio della figlia illegittima del re di Spagna, tenuta prigioniera in un covo di pirati moreschi che lui aveva sgominato da solo, ricevendo come ricompensa una sontuosa magione a Madrid. Naturalmente, il re di Spagna non aveva figlie, legittime o illegittime, e Ian non aveva mai neppure incontrato un pirata moresco. Gli unici particolari autentici di quella panzana erano che, una volta, Ian era stato presentato a corte al re di Spagna e che i suoi parenti materni possedevano un palazzo a Madrid.
Ma le voci, per loro stessa natura, non si fondavano sulla verità, perciò negarle era inutile. Perché mai avrebbero dovuto credere a lui quando il pettegolezzo era molto più interessante? Di conseguenza reagì al solito modo: una risposta vaga e un’espressione ironica utili per sbarazzarsi di quegli imbecilli.
Era quasi arrivato alla Sala delle Sottoscrizioni quando il duca di Pelham lo intercettò. — Buonasera, vecchio mio — disse il gentiluomo basso e tarchiato con insolita giovialità. — Vorrei invitarvi a una cenetta che terrò domani, voi e pochi altri, ciascuno in compagnia della rispettiva “innamorata”. Assicuratevi di portare la vostra nuova amante. Mi piacerebbe darle un’occhiata.
Ian squadrò lo sgradevole ometto dalla testa ai piedi. — La mia nuova amante?
Pelham gli diede di gomito con aria sorniona. — È inutile che tentiate di tenerla segreta, ormai, St Clair. La gattina è uscita allo scoperto e tutti vogliono conoscere di che colore ha la pelliccia e a che profondità vi ha conficcato gli artigli.
Un’amante? Era questa la voce che circolava? — Vi dirò una cosa, Pelham. Quando avrò un’amante mi assicurerò di portarla a una delle vostre cene private. Fino ad allora dovrò declinare l’invito. E ora, se volete scusarmi, ho un appuntamento.
Lasciandosi lo stupito duca alle spalle, Ian proseguì verso la Sala delle Sottoscrizioni. Un’amante. Non ricordava nemmeno l’ultima volta che ne aveva avuta una. Di certo molto prima di fare ritorno in Inghilterra. Prima di essere costretto a quella ricerca affannosa di una consorte.
Entrato nella sala, individuò immediatamente la capigliatura rossa di Jordan; spiccava come un faro sullo sfondo di damasco scuro di una poltrona dallo schienale alto. Jordan era comodamente seduto accanto a un tavolo di mogano, intento a leggere un giornale. Ian si accomodò sulla poltrona di fronte all’amico e scelse un sigaro dall’elegante scatola in mogano, lì vicino, desideroso di godersi una piacevole serata a fumare, leggere giornali e chiacchierare in compagnia del suo amico più caro.
Mentre Ian troncava la punta del sigaro, Jordan alzò gli occhi dal giornale. — Eccoti qui. Mi stavo chiedendo che cosa ti avesse trattenuto. Ero impaziente di sentire che cos’è successo. La ragazza ha accettato? Si è già congratulato qualcuno?
Per un istante, Ian pensò che Jordan alludesse all’amante di cui si vociferava. Poi si ricordò. — Ah, intendi Katherine.
— Chi altro? La figlia di sir Richard Hastings. Ti sei proposto a qualche altra donna di recente?
Ian sorrise. — No, soltanto a Katherine. Una è sufficiente, non credi?
— Allora a quando le nozze?
— Non ci abbiamo ancora pensato.
Jordan ridusse gli occhi a due fessure. — Non avrà rifiutato la tua offerta, spero.
— Non esattamente. — Accendendosi il sigaro con la fiamma di una candela, Ian aspirò una lunga boccata. — È ricorsa alla vecchia tattica femminile di implorare del tempo per “considerare la mia proposta”, il che probabilmente le è stato suggerito da lady Hastings. Quella donna è un pescecane con la gonna; inducendo la figlia a far la ritrosa, spera in un accordo prematrimoniale più conveniente. Però la povera Katherine non eccelle di certo in diplomazia. Ho provato imbarazzo per lei mentre balbettava la sua scusa.
— Perdonami se te lo dico — ribatté Jordan — ma non capisco che cosa ci trovi in quella ragazza. È insignificante e penosamente timida. Quando la incontro non è capace di spiccicare due parole di fila. Ed è evidente che non la sposi per interesse, né perché ha conoscenze importanti, visto che suo padre è solo un baronetto.
— Tua moglie non è benestante e suo padre è solo un predicatore, eppure non hai esitato a sposarla e a farla contessa.
Sentendo menzionare Emily, Jordan si illuminò in volto. — Sì, ma ha molte altre qualità meravigliose che compensano la sua carenza di denaro e di conoscenze.
Ian ridacchiò. — Sei ancora innamorato, vedo. Ebbene, io non sono in cerca d’amore, Jordan: sto cercando solo una moglie. Tutto ciò che chiedo in una donna è la rispettabilità e un buon carattere.
In effetti, una fanciulla bella e interessante capace di far girare la testa al primo arrivato era l’ultima cosa che gli serviva. Ian si disprezzava già abbastanza per essere costretto a coinvolgere una donna nella sua sgradevole situazione.
— Be’ — osservò Jordan tornando alla lettura del giornale — sai che Miss Hastings alla fine non ti rifiuterà. Sarebbe una follia.
— Sì. — Ma Ian, quasi quasi, sperava che lo facesse. Non provava alcun entusiasmo per il matrimonio.
“L’entusiasmo non è richiesto” rammentò a se stesso. “La ragazza ha i requisiti necessari al mio scopo. E questo basta.”
A un tratto Jordan agitò il giornale e lo avvicinò al candeliere per esaminarlo più attentamente. — Spero che Miss Hastings non sia una donna gelosa, altrimenti potrebbe rifiutarti, dopotutto.
— Perché? — Ian sbuffò in aria una boccata di fumo.
— Questa rubrica riferisce che mantieni un’amante da oltre un anno.
— Rubrica? Sul giornale? Mi stai prendendo in giro.
— Niente affatto. — Jordan sollevò il giornale. — È scritto nero su bianco qui sull’“Evening Gazette”.
— Mio Dio, dove vanno a pescare certe notizie? — Ian aggrottò le sopracciglia. — Anche se questo spiega come mai tutti si siano complimentati con me stasera. Fammi dare un’occhiata.
Jordan porse il giornale all’amico. — È nella rubrica “I segreti dell’alta società”. Sai, quella a cura di Lord X.
— Non leggo la rubrica di Lord X. — Ian aveva a malapena occasione di leggere le notizie importanti e non sprecava mai tempo con le indiscrezioni scritte dai pettegoli di professione per i quotidiani di terza categoria. Prese il giornale e aggiunse: — Mi meraviglio che tu la legga.
Jordan fece spallucce. — Il senso dell’umorismo di Lord X mi affascina. Per giunta, alcune delle persone che attacca hanno bisogno di abbassare la cresta.
— Me compreso, suppongo — asserì Ian in tono seccato, mentre esaminava la pagina.
— Al contrario. Si complimenta con te per il tuo buon gusto in fatto di donne.
— Questo è tutto da vedere.
Discutere faccende private non era una novità sui giornali, ma si diceva che Lord X lo facesse con un certo gusto. Nessun passo falso sfuggiva alla sua attenzione; per lui niente era troppo privato. Mettere alla berlina le stravaganze degli altolocati non era solo la sua professione, ma piuttosto il suo piacere. E poi era facile esprimere liberamente la propria opinione quando si scriveva nascondendosi dietro uno pseudonimo.
Con crescente impazienza Ian saltò il pistolotto di Lord X sulla moralizzazione della stampa, il resoconto di uno “scompiglio scandaloso” a casa di lady Minnot e la critica agli eccessi del conte di Bentley, la cui nuova e stravagante abitazione era “un abominio in tempi in cui le vedove dei soldati patiscono la fame”. Poi scorse il proprio nome.
Benché le voci relative ai suoi sei anni di assenza dall’Inghilterra abbondino, il visconte di St Clair mantiene un ferreo riserbo sulle proprie faccende sentimentali. Perciò il vostro fedele corrispondente si è stupito di vedere il visconte entrare in una casa di Waltham Street in compagnia di una donna bella e misteriosa. Ulteriori indagini hanno rivelato che la casa appartiene al buon visconte e che la bella dama vi risiede da oltre un anno. Altri uomini avrebbero fatto sfoggio di un tesoro simile, ma lord St Clair la tiene nascosta, il che non fa che dimostrare che la discrezione è davvero la parte migliore del valore.
Ian rilesse il trafiletto, soffermandosi su ogni parola. Maledizione! Waltham Street. Quando tutti avevano alluso alla sua “amante” avrebbe dovuto capire che si riferivano a Miss Greenaway.
Ma come aveva fatto Lord X a scoprire la donna, e fino a che punto era informato della situazione? L’aveva interrogata? Sebbene fosse improbabile che Miss Greenaway rivelasse qualcosa, gli imbrattacarte ficcanaso come Lord X sapevano essere molto persuasivi. Ian avrebbe dovuto avvertire subito la sua amica e assicurarsi che stesse ben attenta a non parlare con gli sconosciuti.
Alzò la testa dal giornale e vide Jordan che lo stava osservando con manifesta curiosità. — Ebbene? Chi è?
Con freddezza, Ian strappò la pagina dal giornale, la ripiegò e se la mise nella tasca della giacca. — Ti dirò chi non è. Non è la mia amante. Lord X ha preso un granchio.
E ben presto avrebbe scoperto che non tutti erano disposti a tollerare la sua lingua lunga.
— Ma possiedi una casa in Waltham Street? — chiese Jordan.
— Sì, ma non per lo scopo che Lord X lascia sottintendere. L’ho prestata a un’amica di famiglia caduta in disgrazia. Tutto qui.
— Davvero?
— Davvero — rispose con fermezza Ian. — Nonostante le insinuazioni di questo stupido pettegolezzo.
Jordan si abbandonò contro lo schienale e giunse le mani sopra il gilè. — Questa amica di famiglia è bella come scrive Lord X?
— Perché me lo chiedi? — ribatté piccato Ian.
Una luce maliziosa brillò negli occhi di Jordan. — Spiegherebbe come mai non ti interessi la mancanza di attrattive fisiche in Miss Hastings. Se hai già una bella amante…
— Maledizione, Jordan, allora non hai ascoltato quello che ho detto!
— Scusa, vecchio mio, ma non si aiuta una bella dama caduta in disgrazia fornendole una casa di lusso in un ricco quartiere cittadino.
— Non mi aspetto che tu capisca. — Ian scrollò la cenere dal sigaro con irritazione. — Tu scarseggi di nobiltà d’animo.
— Mia moglie avrebbe da eccepire a questo riguardo — disse Jordan, sogghignando.
— Davvero? C’è mancato poco che le rovinassi irrimediabilmente la reputazione nei primi tempi della vostra conoscenza, e senza tenere in considerazione le mie obiezioni, a quanto ricordo. Hai deciso di sposarla solo dopo aver capito ch...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. UN LORD PERICOLOSO
  4. 1
  5. 2
  6. 3
  7. 4
  8. 5
  9. 6
  10. 7
  11. 8
  12. 9
  13. 10
  14. 11
  15. 12
  16. 13
  17. 14
  18. 15
  19. 16
  20. 17
  21. 18
  22. 19
  23. 20
  24. 21
  25. 22
  26. 23
  27. 24
  28. 25
  29. Epilogo
  30. Copyright