Il coraggio di Geary (Urania)
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Il coraggio di Geary (Urania)

  1. 272 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Il coraggio di Geary (Urania)

Informazioni su questo libro

IL CORAGGIO DI GEARY Continua il viaggio della flotta perduta dell'Alleanza, che fra mille difficoltà cerca di trovare la salvezza e tornare a casa, braccata dalla minaccia costante della Corporazione. Le navi al comando del leggendario comandante "Black Jack" Geary sono gravemente danneggiate e tutta la flotta è a corto di rifornimenti. Con una mossa coraggiosa e insieme disperata, Geary ordina di razziare le miniere corporate, cercando di anticipare le mosse del nemico per rifornirsi di materie prime ed evitare di soccombere alla rete che inesorabilmente sente stringersi loro intorno. Ma la Corporazione diventerà l'ultima delle sue preoccupazioni, quando si imbatte in una nuova razza di alieni: creature terribili, che hanno il potere di annientare l'intero genere umano...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
eBook ISBN
9788835715931
Argomento
Letteratura
Categoria
Fantascienza

1

Forse il capitano della nave mercantile della Corporazione che avanzava verso il punto di salto per uscire dal sistema stellare di Baldur stava passando una bella giornata… almeno fino al momento in cui alcuni squadroni di distruttori della flotta dell’Alleanza non si erano materializzati da quello stesso punto di salto. Aveva forse avuto una manciata di minuti per chiedersi se avesse potuto in qualche modo superare le navi alleate e mettersi in salvo fuori dal sistema, prima che apparissero altri distruttori, seguiti a breve distanza da squadroni di incrociatori leggeri. Lui e il suo equipaggio si erano fiondati sull’unica scialuppa di salvataggio del mercantile prima che le divisioni di incrociatori pesanti, incrociatori da battaglia e corazzate emergessero dal punto di salto.
Le autorità della Corporazione sull’unico mondo abitabile nell’orbita di Baldur avrebbero visto la distruzione del mercantile e udito le invocazioni d’aiuto dell’equipaggio circa sei ore dopo, più o meno nello stesso momento in cui le avrebbe raggiunte la luce dal punto di salto, recando le immagini dell’apparizione della flotta dell’Alleanza nel loro periferico sistema stellare.
Neanche per loro sarebbe stata una bella giornata.
«Rapier e Bulawa comunicano la distruzione del mercantile corporato. Una scialuppa di salvataggio in partenza. Singhauta comunica la distruzione della boa automatica di gestione del traffico posta a monitoraggio del punto di salto.» La voce dell’ufficiale di guardia risuonò calma e precisa nella plancia dell’incrociatore da battaglia alleato Dauntless. «Non sono stati rilevati campi minati né anomalie sospette.»
Il capitano John “Black Jack” Geary annuì, osservando il display che aleggiava davanti alla sua poltrona di comando. Dagli strumenti poteva selezionare le informazioni che gli aveva appena fornito la guardia, ma l’esperienza aveva dimostrato che gli esseri umani restavano il filtro migliore per evidenziare i dati importanti. Inoltre ciò permetteva a Geary di restare concentrato sul quadro generale. «Quale delle nostre navi è nella posizione migliore per raccogliere la scialuppa?»
«La Battleaxe, signore.»
Geary azionò il comando delle comunicazioni senza doverlo cercare, sollevato dal constatare che l’uso degli strumenti di quel futuro non familiare stava finalmente diventando istintivo. «Battleaxe, qui è il capitano Geary. Recuperate la scialuppa di salvataggio, voglio interrogare l’equipaggio del mercantile.»
La risposta richiese un minuto, naturalmente, dato che il distruttore Battleaxe distava circa venti secondi luce dalla Dauntless. Venti secondi perché la trasmissione arrivasse, e altri venti perché la risposta compisse il viaggio inverso. «Sissignore. A chi li consegneremo?»
«Alla Dauntless
Stava ancora aspettando la conferma dalla Battleaxe quando udì alle sue spalle una voce fredda. «Cosa spera di venire a sapere dall’equipaggio di un mercantile, capitano Geary? La leadership della Corporazione non può aver affidato loro informazioni riservate.»
Geary si voltò e vide che Victoria Rione, copresidentessa della Repubblica di Callas e senatrice dell’Alleanza, lo stava scrutando incuriosita. «Quella nave stava per saltare fuori dal sistema. Questo probabilmente significa che sono arrivati a Baldur soltanto da qualche settimana, perché non commerciano solo all’interno del sistema. Avranno notizie da altre zone dello spazio della Corporazione. Voglio sapere cosa gli è stato riferito su questa flotta e in generale sulla guerra.»
Lei annuì, senza far trapelare la propria opinione. Non che fosse un comportamento insolito. Geary e Rione erano stati amanti per qualche settimana, ma lei era distante fin da prima che lasciassero il sistema stellare di Ilion, e Geary non aveva ancora capito il perché. «Allora forse dovrebbe far consegnare i prigionieri alla Vengeance» aggiunse Rione. «Quella corazzata ha le migliori strutture per gli interrogatori nella flotta, o così mi hanno detto.»
Il capitano Tanya Desjani, seduta accanto a Geary, girò la testa e intervenne in tono distaccato: «La Dauntless ha strutture eccellenti e può assicurare al capitano Geary ogni forma di sostegno desideri». Desjani non poteva proprio tollerare che una qualsiasi altra nave della flotta fosse ritenuta in qualche modo superiore alla sua.
Rione per un momento fissò impassibile il comandante della Dauntless, poi inclinò leggermente la testa. «Non volevo suggerire che la Dauntless non fosse in grado assolvere efficacemente il compito.»
«Grazie» rispose Desjani in tono altrettanto gelido.
Geary cercò di non aggrottare la fronte. Desjani e Rione sembravano sul punto di prendersi per il collo a vicenda fin da Ilion, e lui non era ancora riuscito a scoprirne il motivo. La flotta corporata gli dava già abbastanza da pensare, senza dover anche cercare di capire perché corresse cattivo sangue tra due dei migliori consiglieri che avesse. Tornò a concentrarsi sul display, dove i sensori di flotta stavano riportando le nuove informazioni, poi mormorò un’imprecazione.
«Cosa succede, signore?» chiese Desjani, subito all’erta. «Oh. Maledizione.»
«Già» fece Geary. Sapeva che Rione stava ascoltando senza comprendere. «Un altro mercantile corporato è quasi arrivato al punto di salto dall’altra parte del sistema. Avrà tempo di vederci prima di saltare e porterà la notizia alle autorità della Corporazione.»
«Per fortuna non intendiamo attardarci qui» aggiunse Desjani. «A Baldur non c’è niente che ci serva. È solo un altro sistema stellare di seconda categoria.»
Geary annuì, tornando indietro con il pensiero. Indietro di un secolo, a prima della guerra, prima della sua disperata resistenza all’attacco a sorpresa dei corporati, prima di essere sfuggito per un pelo alla morte su una scialuppa di salvataggio danneggiata dov’era andato alla deriva per cent’anni nel sonno criogenico, prima di ritrovarsi di colpo al comando di una flotta che contava su di lui per sopravvivere. Quando era soltanto John Geary, un ufficiale di flotta come tanti, non il mitico Black Jack Geary, l’eroe infallibile venerato dai discendenti dei suoi compagni di un tempo. «Prima della guerra, la gente andava a Baldur» osservò, quasi distrattamente. «Per turismo, anche dall’Alleanza.»
Desjani lo guardò meravigliata. «Per turismo?» Dopo un secolo di aspri conflitti, l’idea di compiere viaggi di piacere in quello che era stato territorio nemico per la sua intera vita doveva apparirle inconcepibile.
«Già.» Geary tornò a guardare il display del mondo primario abitato. «Laggiù ci sono dei paesaggi mozzafiato. Malgrado tutti i mondi in cui si è insediata l’umanità, Baldur aveva qualcosa di unico, qualcosa che dovevi vedere di persona per apprezzare appieno. O almeno è quello che dicevano tutti.»
«Unico?» Desjani sembrava scettica.
«Già» ripeté Geary. «Ho visto l’intervista di una persona che c’era stata. Ne parlava in tono estasiato, come se i tuoi antenati comparissero accanto a te mentre ammiravi il panorama. Però forse è capitato qualcosa, dato che Baldur non ha ottenuto un portale dell’iper-rete.» Lanciò un’occhiata a Desjani, che sembrava ancora esterrefatta ma anche, come al solito, disposta a credere alle parole di un uomo che considerava essere stato inviato dalle stelle viventi per salvare l’Alleanza.
Indicò il suo display. «Quindi vuole evitare di bombardare il pianeta primario?»
Geary quasi soffocò. Dopo un secolo passato a scambiarsi atrocità con i corporati, anche gli ufficiali dell’Alleanza sapevano mostrare un notevole sangue freddo. «Sì» riuscì a dire. «Se sarà possibile.»
«Molto bene» rispose Desjani. «Le strutture militari sembrano quasi tutte orbitali, quindi per eliminarle non servirà un bombardamento in superficie.»
«Conveniente» concordò Geary. Si riappoggiò allo schienale, tentando di sciogliere la tensione che lo attanagliava mentre la flotta entrava a Baldur.
«Unità nemiche identificate nell’orbita del terzo pianeta» annunciò, neanche a farlo apposta, la guardia ai sistemi di combattimento della Dauntless. «Un’altra nave della Corporazione è stata localizzata nel cantiere spaziale in orbita intorno al quarto pianeta.»
Geary sperò di non essere scattato sull’attenti in modo troppo palese a quell’annuncio, poi zoomò con il display sulle navi nemiche. Qualsiasi cosa non fosse stata avvistata fino a quel momento doveva essere piuttosto piccola. Lo erano. «Tre obsolete corvette nicheline e un incrociatore leggero ancora più antico.» L’incrociatore era perfino più antico di lui, rifletté Geary. Eppure siamo entrambi ancora qui a combattere una guerra molto più in là nel tempo rispetto a quello che ciascuno di noi due avesse mai immaginato. Se non altro io sono in condizioni fisiche migliori rispetto a quel vecchio incrociatore.
«Distanza di cinque ore luce e mezzo» confermò Desjani. «In orbita tra il terzo e il quarto pianeta. Ci vedranno tra circa cinque ore.» Sorrise. «È chiaro che non ci stavano aspettando.»
Geary ricambiò il sorriso, sentendosi sollevato. Ogni volta che la flotta lasciava il salto, lui temeva di imbattersi in un’imboscata della Corporazione. L’unico modo per evitarlo era lasciare sempre nel dubbio la leadership corporata riguardo alla successiva destinazione della flotta. L’assenza di corazzate picchetto appostate presso i punti di salto di Baldur significava che i corporati non avevano la minima idea che la flotta dell’Alleanza sarebbe saltata fuori proprio lì, o quantomeno non l’avevano previsto in tempo. «È probabile che scapperanno, ma in caso contrario voglio un’analisi di cosa potrebbero essere impegnati a proteggere.»
«Sissignore» rispose Desjani. Il capitano della Dauntless aveva intuito la preoccupazione di Geary. «Sembra che la flotta mantenga la formazione.»
«Già.» Sembra. Se a una qualsiasi delle unità più esterne fosse passato per la testa di lanciarsi alla carica delle corazzate corporate, la Dauntless non l’avrebbe vista per quasi mezzo minuto. Ma la formazione rimase compatta. «Forse quello che sto cercando di dimostrare agli ufficiali di questa flotta a proposito della disciplina in battaglia sta davvero arrivando a tutti.» Era un bel pensiero.
Prontamente Rione gli gettò addosso una fredda secchiata di realismo. «O forse stanno mantenendo la formazione perché le unità corporate sono cinque e distanti mezza ora luce. Anche a piena accelerazione, tentare di intercettarle richiederebbe parecchio tempo.»
Desjani lanciò a Rione un’altra occhiataccia mentre faceva eseguire i calcoli al sistema di navigazione. «Se i corporati mantenessero la rotta, intercettarli richiederebbe circa venticinque ore alla massima accelerazione e decelerazione» confermò riluttante. «Ma le assicuro, signora copresidentessa, che prima che il capitano Geary assumesse il comando, alcune delle nostre navi sarebbero comunque partite alla carica.»
Rione sorrise a denti stretti e annuì. «Non ho motivo di dubitarne, capitano Desjani.»
«La ringrazio, signora copresidentessa.»
Geary era lieto che i suoi ufficiali non portassero spade cerimoniali. A giudicare dallo sfavillio negli occhi di Desjani, anche Rione doveva esserne grata. «Ottimo» annunciò ad alta voce per distrarre le due donne. «Stando alle apparenze, questo sistema stellare è totalmente impreparato al nostro arrivo. Ciò significa che potremo dissuaderli dal fare qualcosa di stupido con l’intimidazione.» Desjani annuì subito, imitata da Rione dopo pochi secondi. «Capitano Desjani, la prego di comunicare a tutte le installazioni corporate che qualsiasi azione intrapresa per ostacolare o attaccare questa flotta riceverà una risposta della massima fermezza.»
«Sissignore. Comunicazione a suo nome?»
«Sì.» Geary non aveva mai aspirato ad avere un nome che incutesse timore, ma a quanto pareva anche non pochi corporati credevano nella leggenda dell’eroe dell’Alleanza, Black Jack Geary.
Victoria Rione parlò di nuovo. «Di solito i suoi messaggi sono più lunghi.»
Geary scrollò le spalle. «Sto tentando un approccio diverso. Non avranno idea di quali saranno le nostre intenzioni, quindi resteranno nell’incertezza. Forse basterà a impedire che ci infastidiscano.» Non che abbia intenzione di fare altro se non procedere fino al prossimo punto di salto. Osservò la rotta sul display, un lungo arco che correva sopra al piano del sistema stellare di Baldur fino al punto di salto per Wendaya. La flotta non avrebbe nemmeno sfiorato le installazioni nemiche, e i corporati presenti nel sistema non avevano i mezzi per rincorrere la flotta.
Sembrava tutto così perfetto che Geary si trovò a ricontrollare ogni cosa, incredulo di non riscontrare alcuna minaccia evidente.
Ma non sembrava esserci niente che non andasse. Alla fine tornò a rilassarsi, meditando la formazione da adottare, poi visualizzò i dati delle singole navi. Nello spazio di salto si potevano scambiare solo pochissime informazioni, ma da quando la flotta era lì, la Dauntless aveva ricevuto i rapporti automatici con le informazioni sullo stato di ogni nave. Se lo avesse desiderato, Geary avrebbe potuto scoprire quanti navigatori su ogni singola nave avevano il raffreddore in quel momento. Aveva conosciuto comandanti che si concentravano su questioni del genere, come aspettandosi che la reale gestione della flotta procedesse da sé mentre loro si tuffavano sempre più a fondo in frivoli dettagli.
Però quello che stava vedendo non era affatto frivolo. Mentre studiava le letture di stato principali, Geary si lasciò sfuggire un sospiro esasperato, attirandosi occhiate perplesse. «Questioni di logistica» spiegò in breve a Desjani.
Lei annuì. «La riserva di pile a combustibile della Dauntless sta scendendo sotto i livelli raccomandanti.»
«Lo sapevo. Purtroppo la stessa cosa vale per gran parte della flotta.» Geary scosse la testa mentre controllava un altro rapporto. «E di munizioni non riutilizzabili. Abbiamo usato molte mine a Sancere e Ilion, e le scorte di missili spettro sono scarse sulla maggior parte delle navi.» Fece un lungo sospiro. «Ringraziamo le stelle viventi per le ausiliarie. Se non ci avessero fabbricato nuove pile e armi, avremmo perso questa flotta già diversi sistemi stellari fa.»
Tutto ciò semplificava il piano per attraversare il sistema di Baldur. Mantenere la flotta in una formazione raccolta, limitare al minimo il consumo di carburante, evitare l’uso di armi, e concedere alle ausiliarie più tempo possibile per rifornire di carburante e munizioni le corazzate.
Il senso di soddisfazione di Geary svanì mentre controllava lo stato delle quattro ausiliarie veloci della flotta, che non erano veloci se non nella fervida immaginazione di chi le aveva...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. IL CORAGGIODI GEARY
  4. 1
  5. 2
  6. 3
  7. 4
  8. 5
  9. 6
  10. 7
  11. 8
  12. 9
  13. 10
  14. 11
  15. 12
  16. LA FLOTTA DELL’ALLEANZA
  17. 70 ANNI. DI URANIA (1952-2022). LA STORIA DEL. PREMIO URANIA
  18. Copyright