Abu e le sette meraviglie
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Abu e le sette meraviglie

  1. 192 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Abu e le sette meraviglie

Informazioni su questo libro

"Ti hanno offerto oro, argento, diamanti, smeraldi. Palazzi e regni. Di tutto!! Alicia mormorò qualcosa. "Che cosa?" strillò il Sultano. "Che cosa hai detto?" "nessuno di loro mi ha offerto il suo amore" sussurrò Alicia. Dall'autore cult di Io sono leggenda, una fiaba illustrata per scoprire la meraviglia custodita nel cuore di ciascuno. Alicia, la figlia del Sultano di Persia, vorrebbe sposare un umile taglialegna, Abu. Per evitarlo, il padre della ragazza gli affida una missione impossibile: portargli le prove che le sette meraviglie del mondo esistono. E così, in compagnia del fratellino Mut e di un genio della lampada brontolone, Abu parte, pronto ad affrontare mille peripezie...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
Print ISBN
9788804740056
eBook ISBN
9788835715993
XXIV

L’OCCHIO CHE TUTTO VEDE

Malconci e ammaccati, Orribile e Terribile si riposavano su un cumulo di rocce ai piedi del monte Zubu. Era un pezzo che se ne stavano lì a contemplare il cielo.
Da quando aveva ripreso i sensi, Terribile non faceva che borbottare tra sé.
«Non siamo all’altezza, dobbiamo riconoscerlo» ripeteva sconsolato. «Semplicemente non siamo all’altezza.»
«Perché ti preoccupi della nostra statura, adesso?» chiese Orribile.
Sfruttando le sue ultime, misere forze, Terribile cercò di sollevarsi con l’intenzione di strozzare il compagno; così facendo, tuttavia, fu colpito sulla testa dal carillon di Alicia, che lo rimise KO. Un attimo dopo, la bottiglia del genio gli rimbalzò sulla pancia.
Orribile la prese al volo. «Ehi, una bottiglia!»
Ancora intontito, Terribile gliela strappò di mano. «Da’ qua. Fammi vedere.»
Osservò con attenzione sia il carillon sia l’ampolla del genio.
«Devono essere suoi!» disse alla fine, guardando verso la cima della montagna.
«Suoi di chi?» chiese Orribile.
«Di Abu, stupido allocco!»
Terribile rimuginò per qualche minuto, poi si rivolse al compagno con un’aria stranamente soddisfatta. Orribile ricambiò il sorriso.
«Stai pensando quello che penso io?» chiese Terribile.
L’espressione di Orribile mutò di colpo. «Pensare?»
Terribile ebbe un attimo di sconforto, ma poi recuperò il buonumore: era troppo felice per prendersela. Estrasse un fagiolo magico dal sacchetto e quando lo gettò a terra, Puf!, ecco materializzarsi un altro lussuoso tappeto volante.
«Andiamo!» disse pieno d’entusiasmo.
Come faceva tutte le sere dal giorno in cui Abu era partito, Alicia stava di guardia affacciata al balcone del palazzo, osservando il cielo in cerca di un segno dal suo amore lontano.
«Principessa?»
La fanciulla si voltò di scatto, trasalendo alla vista del Gran Visir fermo sulla soglia. Dietro di lui c’erano Orribile e Terribile, incerottati da capo a piedi.
«Cosa c’è?»
Zardak la guardava con occhi afflitti. «Vi reco cattive notizie.»
«Quali?» chiese Alicia, trattenendo il respiro.
«Il ragazzo» rispose Zardak. «Abu. Purtroppo è morto.»
La principessa non riusciva a riprendere fiato. Scuoteva la testa, ripetendo: «No. Non può essere».
«Ahimè, è così, principessa» disse Zardak. «I miei due...» indugiò un istante «aiutanti erano lì, hanno visto tutto. Abu era riuscito a conquistare cinque prove ma, nel tentativo di raggiungere la sesta, è precipitato dal monte Zubu.» S’interruppe, poi proseguì con un teatrale sospiro: «Hanno seppellito i suoi resti ai piedi della montagna».
«No» ripeté Alicia con gli occhi pieni di pianto. Le sagome dei tre uomini si confusero, e la principessa quasi non si accorse del carillon che Zardak le porgeva.
«Eccovi la prova, principessa» sussurrò, sollevando il coperchio.
Il suono tintinnante della melodia le ricordò le parole di Abu: «Finché avrò vita lo terrò con me».
La fanciulla ruppe in singhiozzi. Mentre correva via accecata dalle lacrime, il carillon le scivolò di mano. Zardak restò solo con Orribile e Terribile.
Orribile tirava su col naso, balbettando: «Povera principessa».
Il Gran Visir lo ignorò e sorrise compiaciuto.
«Il mio momento è finalmente arrivato. Ormai convincere la principessa a fidanzarsi con me sarà un gioco da ragazzi: è troppo stordita dal dolore.»
E con un ghigno malvagio aggiunse. «Alicia sarà mia!»
La sua risata agghiacciante fece rabbrividire i poveri Orribile e Terribile.
Il Gigante si era addormentato di nuovo con la testa appoggiata tra le braccia. Avvertì un leggero solletico sulla gamba e, nel sonno, abbassò un braccio per grattarsi.
Mut si strinse al tessuto dei pantaloni, fissando la mano immensa muoversi a qualche centimetro appena da lui.
Quando il Gigante ebbe finito di grattarsi, il bambino chiuse gli occhi ma decise di non soccombere al panico.
Doveva aiutare suo fratello.
Si fece coraggio e riprese a salire.
Gli ci vollero venti minuti per arrivare in cima al tavolo dove si coricò, ansante. Appena si sentì abbastanza riposato, prese ad aggirarsi con cautela, chiamando sottovoce: «Abu! Abu, dove sei?».
«Mut!» risuonò lontano la voce del fratello.
Il bambino si guardò intorno. «Dove sei?»
«Qui!» rispose Abu. «Dentro il cassetto!»
Mut si avvicinò al bordo del tavolo: dalla fessura del cassetto socchiuso riuscì a intravedere gli occhi di Abu che lo guardavano.
«Ce la fai ad aprirlo?» chiese il ragazzo.
«Adesso ci provo.»
Aggrappandosi forte, Mut puntò i piedi e cominciò a spingere contro il cassetto, che non si mosse di un millimetro. Per quanto impegnasse tutte le proprie forze, non riusciva assolutamente ad aprirlo. A un certo punto spinse con tale energia che i piedi gli scivolarono e rischiò di precipitare.
Si rivolse di nuovo ad Abu: «Cosa posso fare? È davvero troppo pesante!».
«Non scoraggiarti adesso» gli consigliò il ragazzo.
«Lo so, ma...» Gli occhi del bambino si riempirono di lacrime. «Abu, voglio tirarti fuori da lì!»
«Ci riuscirai» lo rassicurò Abu. «Guarda se trovi qualcosa che possa aiutarti ad aprire il cassetto.» Rifletté un attimo e aggiunse: «Il coltello del Gigante!».
«Giusto!» esclamò Mut entusiasta.
«Sta’ attento a non farlo cadere, però!» si raccomandò Abu.
Mut si voltò e corse dall’altra parte del tavolo a prendere il coltello. Quando tentò di sollevarlo, tuttavia, si accorse che non ce l’avrebbe mai fatta. Applicando tutta la forza che aveva all’impugnatura del manico riuscì a malapena ad alzarlo di qualche millimetro.
Con immenso sforzo provò a voltarlo e a sospingerlo verso l’estremità opposta del tavolo. La lama, però, raschiando sul legno, faceva rumore, e il bambino era costretto a fermarsi continuamente, perché il Gigante si muoveva nel sonno. Avrebbe dovuto sostare comunque: il manico del coltello, infatti, era talmente pesante da fargli venire il mal di schiena.
Alla fine riuscì a raggiungere il bordo del tavolo.
Ora veniva il bello. Con estrema cautela, il viso contratto dalla fatica, Mut provò a sollevare il manico. In principio pensò che non ci fosse niente da fare, e lasciò cadere il coltello con un tonfo che per poco non svegliò il Gigante. Il bambino si precipitò a nascondersi dietro le spalle dell’orco.
Questi si agitò un poco, per poi ripiombare nel sonno, mentre Mut serrava i denti e, piano piano, riusciva a smuovere e a sollevare il coltello. Lo alzò sempre di più, sfruttando tutte le proprie energie, finché la punta della lama cominciò a scivolare fuori dal tavolo.
Con un ultimo sforzo, Mut sollevò ancora di più il manico, pregando che il coltello si infilasse nella fessura del cassetto.
La lama slittò e, dopo aver sbattuto sul fondo, rimase appoggiata al tavolo. Mut crollò in ginocchio, con i muscoli indolenziti; poi, rapido, cominciò a fare leva, tirando indietro il manico con forza, finché l’apertura fu larga abbastanza da consentire ad Abu di sgusciare fuori.
Il ragazzo si arrampicò su per il coltello, mentre Mut non mollava la presa.
«Abu!» Il bambino sorrise raggiante. Ma a quel punto lasciò andare il coltello.
«Oh, no!» Abu scattò in avanti tentando invano di riacciuffarlo. I due fratelli si paralizzarono: il coltello era piombato dentro il cassetto di schianto.
«Eh?» Il Gigante sollevò la testa dal tavolo.
«No!» gridò Mut, mentre quello afferrava lui e Abu con una sola mano.
«Ma guarda!» disse. «Eccone un altro. Primo e secondo garantiti per la mia cena.»
Il bambino strillò terrorizzato.
«Lascialo andare!» protestò Abu. «È solo un bambino!»
«No! Vi mangerò tutti e due!»
Il Gigante se li portò alla bocca e Mut urlò di paura alla vista dei dentoni mostruosi.
«Lascialo andare!» ripeté Abu. «Per favore! È solo un bambino!»
All’improvviso sul volto del Gigante comparve un’espressione intimidita. «Oooh» disse imbarazzato. «Nemmeno io posso essere così cattivo.»
Del tutto inaspettatamente riappoggiò i due fratelli sul tavolo e li liberò dalla stretta della mano.
«Andate, prima che cambi id...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Abu e le sette meraviglie
  4. I. Il principio
  5. II. L’intreccio
  6. III. Il salvataggio
  7. IV. La missione
  8. V. Il mago di corte
  9. VI. La partenza
  10. VII. Il genio
  11. VIII. L’inseguimento
  12. IX. Il topo
  13. X. Il Castello incantato
  14. XI. La Rosa che non muore mai
  15. XII. La missione continua
  16. XIII. Lo gnomo infuocato
  17. XIV. L’Uccello di fuoco
  18. XV. Il Drago di ghiaccio
  19. XVI. Zardak prende una decisione
  20. XVII. La nave di Capitan Salmastro
  21. XVIII. L’ottavo mare
  22. XIX. La gemma d’acqua
  23. XX. Regno candito
  24. XXI. Il cappello della Strega
  25. XXII. Il cavallo alato
  26. XXIII. Il Gigante del monte Zubu
  27. XXIV. L’Occhio che tutto vede
  28. XXV. Epilogo
  29. Copyright