Costa. Opzione Wavecrest (Segretissimo)
eBook - ePub

Costa. Opzione Wavecrest (Segretissimo)

  1. 304 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Costa. Opzione Wavecrest (Segretissimo)

Informazioni su questo libro

Destinazione San Isidro. In questa città centroamericana abbandonata da Dio è scomparso un antropologo italiano esperto nello studio delle leggende. E scoprire che fine abbia fatto è compito dell'investigatore Dario Costa, ormai in congedo dall'Arma. L'ex luogotenente dovrà cavarsela da solo stando ben attento a dove metterà i piedi, in un paese dove gli assassini sono in libera circolazione e con licenza governativa di uccidere. Una Bielorussia sotto il sole dei tropici dove seguire le tracce del professore, impegnato in ricerche sul Diluvio universale che svelano a poco a poco legami impensabili con un progetto apocalittico. Tra autorità corrotte e rapaci multinazionali, boss mafiosi e guerriglieri locali, San Isidro prepara per Costa un'accoglienza degna di uno dei luoghi più pericolosi al mondo. E sulla regione incombe il mito dell'Occhio di Chaca, che da un istante all'altro potrebbe cancellarla dalla faccia della terra.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Costa. Opzione Wavecrest (Segretissimo) di Secondo Signoroni in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
eBook ISBN
9788835715276

1

Le porte dell’ascensore scivolarono silenziose nella hall semideserta, ovattata dall’ambrata luce che entrava dalle vetrate aperte sul giardino tropicale. Nell’aria gelida, che profumava di patchouli e di cinnamomo, gli addetti al desk rispondevano al telefono e trafficavano dietro i terminali, il personale del bar tentava battute scherzose con due abbronzate francesine per niente ansiose di comprenderle e una coppia di anziani tedeschi fissava mesta le valigie ammassate dinanzi all’uscita. Oltre le vetrate, dove le foglie frastagliate delle palme nane e i cespugli dei fiori concedevano uno spiraglio, occhieggiava l’azzurro intenso delle piscine, circondate da ombrelloni variopinti.
Con una telefonata in camera, la reception mi aveva informato di avere visite e mi ero quindi diretto verso l’impiegata, quando la voce del barman Guillermo bisbigliò il mio nome dall’angolo dei cocktail. Non aveva collaborato all’attacco verbale alle francesine, avvolte in un pareo fin troppo eloquente, e aveva puntato su un paio di Martini ben mescolati per estorcere una serata da trascorrere in allegra compagnia. Aveva adocchiato me e mia moglie la sera del nostro arrivo e ci aveva preso sotto la sua tutela; ci eravamo adattati e le sue prestazioni erano migliorate in ragione delle mance lasciate a fine giornata.
— Nel giardino, doctor Costa. Un italiano muy lindo che beve solo acqua minerale e una dama muy bonita che beve agua alla menta a Miami Beach. Me diga usted qui es mas loco.
Guillermo era un cubano nato e vissuto in Florida, e nelle tre settimane trascorse presso l’Argonaut Hotel non l’avevo sentito pronunciare mezza frase in un’unica lingua. Mi aveva detto di parlarne dodici, ma dubitavo che ne conoscesse bene una sola. Era un simpatico gaglioffo che con pochi termini sintetizzava una situazione, e nei riguardi dei due sconosciuti c’era riuscito alla perfezione. “Sconosciuti” era il termine esatto, perché a due giorni dal rientro in Italia non avevo idea di chi fossero le persone che mi avevano privato del riposo pomeridiano. Ero reduce da un’escursione nelle Everglades e non era bastata una notte di sonno per riprendermi dalla tensione d’aver convissuto per due giorni con alligatori, tarantole e serpenti corallo, a bordo di una piroga di giunchi fradici che imbarcava acqua, confortato da un anziano seminole che mi garantiva d’aver riportato in albergo tutti i suoi clienti... fino a quel giorno!
— Le preparo qualcosa di bevibile, doctor Costa. Un Cuba Libre rinforzato? Non scende anche la sua signora? Per lei preparo il solito Daiquiri?
— Mia moglie non si è ancora svegliata, ed è meglio così. Dove trovo i due romp...
— Li ho serviti nella piazzola del Fauno. Válgame Dios, agua mineral sin gas... c’è gente che non sa proprio vivere.
La radura dov’ero diretto si trovava al centro del giardino e la si raggiungeva percorrendo un dedalo di sentieri fiancheggiati da laghetti coperti di ninfee, da aiuole costellate di piante grasse e da siepi tinteggiate da fiori tropicali. Ogni tanto, uno slargo dedicato a divinità classiche ospitava sedili di pietra disposti attorno a un tavolo di marmo. Il clima del giardino aveva poco da invidiare a quello delle Everglades, con le larghe foglie dei banani che stillavano umidità e il terreno che, alle due del pomeriggio, esalava una spanna di condensa. Seguii le frecce e approdai nella piazzola del Fauno, dominata da un satiro cornuto ritto sulle zampe caprine. La volgarità della scultura contrastava col portamento delle due persone accomodate sui sedili, l’uomo intento ad annotare un fascicolo che conteneva delle fotografie, la signora alle prese con un’acqua alla menta appena assaggiata. Avevano da poco superato la quarantina e potevano essere marito e moglie, perché portavano entrambi la fede.
— Saverio Rinaldi, dell’ambasciata — si qualificò l’uomo senza distogliere lo sguardo dai fogli.
Avrebbe potuto aggiungere che rappresentava l’ufficio dell’addetto militare o il servizio legale, perché il portamento acquisito negli anni dell’accademia lo tradiva anche se indossava uno spezzato acquistato sulla Quinta Avenue di New York. La giacca blu a tre bottoni modellava il fisico asciutto di chi, anche se operava all’interno di una sede diplomatica, non rinunciava alla palestra; quanto ai pantaloni di gabardine non nascondevano la forma arrotondata dei muscoli poplitei scolpiti da un costante allenamento. Il viso ricordava quello di un gladiatore determinato a lasciare vivo l’arena, complici i capelli castani rasati sulle tempie e il colorito scuro di chi ha appena trascorso alcune settimane sotto il sole dei tropici. L’abbronzatura poneva in risalto le iridi chiare e conferiva un aspetto deciso alla linea marcata della mandibola.
La signora non si presentò e continuò ad ammirare le forme di una pianta grassa che cresceva poco distante, abbellita da un originale fiore scarlatto e oro. Che fosse un’ospite di riguardo negli ambienti del jet set lo lasciavano intuire lo sguardo disincantato col quale considerava l’ambiente circostante, nonché l’aria annoiata di chi è costretta a frequentare persone più interessanti di un attempato turista prossimo a lasciare il suolo americano. Era bionda, alta e slanciata, una donna appariscente e consapevole d’esserlo, senza un capello fuori posto né una piega falsa nell’immacolato completo di Dior; unica concessione al clima della Florida, l’elegante camicetta aperta al collo e il fazzoletto di seta che pareva annodato a caso, ma non lo era. Aveva sollevato le lenti griffate sulla fronte levigata dal botox, e qualcosa doveva aver fatto anche agli zigomi e al mento, ma non alle labbra, la cui linea sottile e dura marcava una tenacia non comune e incuteva timore, oltre che rispetto. Il tacco dieci che spuntava dal risvolto dei pantaloni rendeva affusolata la caviglia e non sfuggiva alla considerazione di chi l’ammirava.
— La dottoressa Evelyn Mancuso, dell’Associazione culturale Italia-USA, sede di Washington — la presentò sbrigativo Rinaldi, e finì di annotare a colpi di stilografica il retro di una foto a colori.
Entrambi non avevano accennato la stretta di mano, perciò intendevano mantenere una certa distanza fra le rispettive qualifiche e la mia presenza in camiciola, jeans vissuti e scarpe da vela. Ne accettai le conseguenze passando a un disinvolto: — Per oggi pomeriggio avevo altro in programma; chi vi ha suggerito dove trovarmi?
— Ci ritiene incapaci di localizzarla... primo luogotenente Dario Costa... anzi, ora che è andato in congedo l’hanno promossa sottotenente... è diventato un ufficiale e dovrebbe esserne fiero.
— Tenente colonnello, il suo umorismo è stemperato da quarantadue anni di servizio e dalla lontananza da un certo dottor Alessi, del quale faccio volentieri a meno. Lei ne ha sentito parlare per forza, se è venuto a rovinarmi gli ultimi due giorni di vacanza.
— Come fa a sapere che sono tenente colonnello? Non mi sono presentato col grado né...
— Se lei fosse stato un colonnello, quindi l’addetto militare, non si sarebbe scomodato per incontrare un individuo al quale non ha stretto la mano. Quanto a essere un maggiore... se ne inviano a Washington uno della sua età anagrafica, significa che a Roma raschiano il fondo del barile per quanto riguarda le competenze degli ufficiali superiori. Tenente colonnello è la posizione che le spetta... a meno che lei non voglia degradarsi a essere un capitano dal brillante avvenire!
Incassò la botta sbirciando il Rolex d’acciaio e cercando qualcosa tra i fogli, poi recuperò: — In effetti, dalla documentazione che la riguarda risulta che lei è sempre stato una persona difficile... perspicace... ma difficile!
— Adesso che me ne sono andato in congedo, sono diventato addirittura impossibile.
— Lei non è andato in congedo, signor Costa, questo è il suo guaio.
— Mi hanno anche definito una persona pericolosa, quando mi si disturba a un’ora inopportuna.
— Prendo atto che non ha perso il suo spirito polemico. Le sarà utile nei prossimi giorni, quando atterrerà a...
— A Milano Malpensa — tagliai corto trasformando il sorriso in qualcosa di significativo.
— A San Isidro, Comprensorio di Santa Catalina, America centrale. C’è gente che necessita della sua faccia tosta, e probabilmente non solo di quella.
Da un attimo all’altro, l’atteggiamento di Saverio Rinaldi aveva subito un cambiamento radicale: da spocchioso era diventato autorevole... senza apparire autoritario. Un’inflessione nella voce mi fece credere che cercasse collaborazione.
— Questo non è il momento per ascoltare barzellette datate — provocai.
— Non ho preso l’aereo da Washington per divertirla. Sua moglie tornerà a Milano da sola, approfittando di un volo di Stato che accompagnerà in Italia una delegazione di imprenditori. Lei ha un posto prenotato su un 737 diretto a San Isidro, dove ha una camera riservata al Cabo del Sur, il miglior cinque stelle della città. Per il resto dovrà cavarsela da solo e organizzarsi come meglio riterrà opportuno, perché la città di San Isidro è considerata il Faro in Capo al Mondo. Oltre la periferia sud, un coacervo di miserabili baraccopoli, si estende il nulla, o poco altro.
— E cosa andrei a fare in un luogo dove il buon Dio ha dimenticato le scarpe?
— A scoprire che fine ha fatto il professor Roberto Monaldi. Alla Farnesina nutrono il sospetto che si sia messo nei guai e che abbia pagato per colpe non sue.
— Per colpe di chi, allora?
— Autorità più o meno corrotte, narcos, guerriglieri locali: il suo campo d’indagine si presenta davvero ampio. Nel governo c’è gente che conta sulla sua esperienza per mettere la sordina alla tempesta mediatica che si sta addensando sui Palazzi. E le assicuro che questa tempesta possiede tutte le caratteristiche per trasformarsi in un uragano capace di far vacillare poltrone importanti.
Mi accomodai su un sedile di pietra perché, sotto lo sguardo glaciale di Rinaldi, mi ero sentito tagliare le ginocchia.
— Roberto Monaldi non è un nome da prima pagina — dissi col fiato corto.
— Ma lo è suo fratello Daniele... Danny Monaldi, l’idolo dei rotocalchi e del gossip, quello che vanta milioni di follower sui social, numero in continua crescita. Se spara un giudizio su un qualunque Piedipapera, trova subito chi gli fa eco sul web ed è capace di formare un movimento d’opinione o addirittura un partito politico. Negli ultimi tempi ha sparso la voce che vuole ritrovare suo fratello e ha riempito le prime pagine dei maggiori quotidiani.
— Ricordo d’aver letto qualcosa del genere. Danny Monaldi... quello tatuato fin sulla punta del naso che è diventato l’eroe di una mezza dozzina di reality, senza contare la continua presenza nei talk show, dove parla di tutto senza sapere niente su nessun argomento.
— Ha inquadrato l’individuo, perciò si rende conto di cosa rappresenti per il mondo politico, dopo la decisione di partire per il Centroamerica alla ricerca del fratello scomparso. Ha accusato la Farnesina di infischiarsene e, in un’occasione, l’ha definita complice delle autorità locali, già in odore di intrallazzi, di scarso rispetto dei diritti civili e di complicità mafiose.
— Ecco che ci siamo! — mi lasciai scappare.
— La bomba è innescata ed è pronta a scoppiare; sta a lei ridurre Daniele Monaldi alla ragione. Con gli atteggiamenti sul web, ma soprattutto con le sparate in diretta tv, ha scatenato una mezza rivoluzione e la questione ha sollevato malumori nelle aule parlamentari, dove sono già state presentate tre interpellanze al ministro degli Esteri. Poiché le risposte fornite sono state considerate insufficienti, la questione si sta allargando a livello bipartisan e nessuno desidera che la situazione degeneri in una mozione di sfiducia al primo ministro.
— Roberto Monaldi cos’era andato a fare a San Isidro... il Faro in Capo al Mondo? — chiesi.
— Be’, secondo il rettore dell’Università La Sapienza si stava occupando del... del...
— Diluvio universale! — flautò la bella signora scavallando le gambe.
Barcollai sul sedile di pietra e per poco non finii lungo disteso ai suoi piedi. Avrei voluto fissarla negli occhi per avere la conferma che scherzasse, ma lei abbassò le lenti scure e abbozzò un’alzata di spalle che non compresi.
— Il ragazzo cercherà da solo suo fratello — sbottai. — Visto che ha un’opinione su ogni questione e che conosce tutto di tutti, farà a meno del mio aiuto. Che storia è questa del Diluvio universale?
— Roberto Monaldi è l’opposto di Danny — spiegò Rinaldi, e con un’occhiata invitò la donna a proseguire. — La dottoressa ha appurato che il professore è un’autorità nel suo campo, tanto è vero che i suoi studi sono tenuti in grande considerazione nelle facoltà umanistiche di mezzo mondo.
— È un antropologo culturale, uno dei massimi esperti nello studio delle leggende. I suoi saggi sulla Torre di Babele al tempo di re Nimrod in relazione alla nascita dei linguaggi, sulla confutazione contestuale del versetto 9,25 della Genesi in cui Noè maledice Cam e lo condanna a essere servo dei servi e i suoi numerosi lavori sui continenti perduti sono considerati fondamentali per un moderno approccio all’interpretazione dei miti.
— Ne so quanto prima — replicai malevolo.
— È evidente che a San Isidro c’era qualcosa che lo intrigava, quindi è andato a investigare.
— Perché, per approfondire le sue ricerche, è capitato in un luogo che quasi non esiste sulle carte geografiche?
La dottoressa Grandifirme ebbe un guizzo di contrarietà, ma si contenne e resse l’attacco. — Dai documenti dell’ateneo romano risulta che negli ultimi due anni aveva compiuto una missione nella Penisola Calcidica,...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. COSTA. OPZIONE WAVECREST
  4. PERSONAGGI PRINCIPALI
  5. 1
  6. 2
  7. 3
  8. 4
  9. 5
  10. 6
  11. 7
  12. 8
  13. 9
  14. 10
  15. 11
  16. 12
  17. Copyright