Una tentazione pericolosa
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Una tentazione pericolosa

  1. 352 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Una tentazione pericolosa

Informazioni su questo libro

Lady Merritt Sterling è una giovane vedova dal forte carattere che guida la compagnia navale del defunto marito. La buona società londinese muore dalla voglia di vederla al centro di uno scandalo, ma lei è troppo sveglia per dare loro questa soddisfazione. Fino a quando non incontra Keir MacRae, un rude distillatore di whisky scozzese. Non potrebbero essere più diversi, eppure sono attratti in modo irresistibile. E la loro passione potrebbe mettere entrambi in pericolo...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
Print ISBN
9788804750086
eBook ISBN
9788835717065

1

Londra, 1880
«MacRae è infuriato come un orso preso in trappola» disse Luke Marsden in tono di avvertimento, entrando in ufficio. «Se non hai mai visto uno scozzese in collera, farai meglio a prepararti: voleranno imprecazioni.»
Lady Merritt Sterling sollevò lo sguardo dalla scrivania con un flebile sorriso. Suo fratello era una visione incantevole, con i capelli scuri scompigliati dal vento e il colorito accentuato dalla frizzante aria autunnale. Luke aveva ereditato le fattezze eleganti e longilinee della madre, come la restante mezza dozzina di fratelli Marsden. Merritt, invece, era l’unica a essersi ritrovata piccola e formosa.
«Gestisco un’impresa di spedizioni marittime da quasi tre anni» osservò Merritt. «Dopo tutto il tempo che ho trascorso con gli scaricatori di porto, nulla può più sconvolgermi.»
«Può darsi» riconobbe Luke. «Ma gli scozzesi hanno un talento speciale per le parolacce. A Cambridge, avevo un amico che conosceva almeno una decina di modi per dire testicoli.»
Merritt sogghignò. Era una delle cose che più apprezzava di Luke, il più giovane dei suoi tre fratelli: non la proteggeva mai dalla volgarità, né la trattava come un fiorellino delicato. Ecco perché, tra le varie ragioni, gli aveva chiesto di assumere la gestione dell’impresa di spedizioni del suo defunto marito, dopo avergli insegnato le basi del mestiere. Lui aveva accettato l’offerta senza esitazione. Essendo il terzogenito di un conte, le sue opzioni erano limitate e, come aveva osservato egli stesso, un uomo non può guadagnarsi da vivere standosene comodamente seduto a guardare un bel panorama.
«Prima di far entrare Mr MacRae,» disse Merritt «potresti spiegarmi perché è arrabbiato.»
«Tanto per cominciare, la nave che ha noleggiato avrebbe dovuto consegnare il carico direttamente presso il nostro deposito, ma le autorità portuali l’hanno respinta perché gli attracchi erano tutti occupati. Quindi l’hanno scaricato sei chilometri verso l’interno, a Deptford Buoys.»
«È la normale procedura.»
«Sì, ma questo non è un normale carico.»
Merritt si accigliò. «Non è legname?»
Luke scosse la testa. «Whisky. Mille ettolitri di preziosissimo whisky di puro malto proveniente da Islay, ancora sotto vincolo doganale. Hanno iniziato a trasportarlo qui usando delle chiatte, ma dicono che ci vorranno tre giorni perché arrivi tutto nel deposito.»
Il cipiglio di Merritt si accentuò. «Santo cielo, tutto quel whisky sotto vincolo doganale non può restare a Deptford Buoys per tre giorni!»
«A peggiorare ulteriormente la situazione,» aggiunse Luke «c’è stato un incidente.»
Merritt sgranò gli occhi. «Che tipo di incidente?»
«Una botte di whisky è caduta dal sollevatore, ha rotto il tetto del capannone di transito e tutto il contenuto si è rovesciato addosso a MacRae. È pronto ad ammazzare qualcuno. Ecco perché l’ho portato qui da te.»
Malgrado la preoccupazione, Merritt si lasciò sfuggire uno sbuffo di risa. «Luke Marsden, hai intenzione di nasconderti dietro le mie sottane mentre io affronto quello scozzese grosso e cattivo?»
«Assolutamente sì» rispose lui senza indugio. «A te piacciono i tipi grossi e cattivi.»
Merritt inarcò le sopracciglia. «Di che diamine stai parlando?»
«Tu ami placare le persone difficili. Sei l’equivalente in carne e ossa dello sciroppo da tavola.»
Divertita, Merritt appoggiò il mento sulla mano. «Fallo entrare, allora, e inizierò a traboccare.»
Non che lei amasse placare le persone difficili, ma senz’altro le piaceva appianare le situazioni, quando poteva. Essendo la maggiore di sei figli, toccava sempre a lei risolvere litigi tra fratelli e sorelle, o inventare giochi di società nelle giornate piovose. Più di una volta aveva organizzato incursioni notturne nella dispensa o raccontato loro favole quando sgattaiolavano nella sua camera mentre avrebbero dovuto essere a letto.
Scartabellò l’ordinata pila di documenti sulla sua scrivania, finché non trovò quello con la dicitura “Distilleria MacRae”.
Poco prima di morire, suo marito Joshua aveva concluso un accordo per il magazzinaggio delle merci di MacRae in Inghilterra. All’epoca le aveva parlato del suo incontro con lo scozzese, che si trovava a Londra per la prima volta.
«Oh, ma devi invitarlo a cena» aveva esclamato Merritt. Trovava intollerabile il pensiero di un forestiero in viaggio da solo in un luogo sconosciuto.
«L’ho fatto» le aveva risposto Joshua con il suo spiccato accento americano. «Mi ha ringraziato per l’invito, ma ha rifiutato.»
«Perché?»
«MacRae è un tipo dai modi rozzi. È cresciuto su un’isola remota della costa occidentale scozzese. Penso che abbia trovato sconvolgente la prospettiva di incontrare la figlia di un conte.»
«Non deve preoccuparsi di certe cose» aveva protestato Merritt. «Sai bene che la mia famiglia è a malapena civilizzata!»
Ma Joshua aveva ribattuto che la sua concezione di “a malapena civilizzata” era ben diversa da quella di un campagnolo scozzese e che MacRae preferiva di gran lunga essere lasciato in pace.
Merritt non avrebbe mai immaginato che l’incontro con Keir MacRae sarebbe avvenuto in simili circostanze, con Joshua che non c’era più e con lei a gestire la Sterling Enterprises.
Suo fratello andò alla porta e si fermò sulla soglia. «Se volete accomodarvi,» disse a qualcuno fuori della stanza «farò le presentazioni e poi…»
Keir MacRae irruppe in ufficio come una forza della natura, oltrepassò Luke e si fermò di fronte alla scrivania di Merritt.
Con espressione sardonica, Luke andò ad appoggiarsi allo stipite della porta e incrociò le braccia. «D’altra parte,» osservò, senza rivolgersi a nessuno in particolare «perché perdere tempo con le presentazioni?»
Merritt fissò, sconcertata, quello scozzese grosso e furibondo. Era una visione formidabile, con il suo metro e ottanta abbondante di muscoli, la camicia sottile e bagnata, e i pantaloni che sembravano incollati al corpo. Era scosso da un fremito nervoso, quasi certamente per la sensazione di freddo dovuta all’alcol in evaporazione. Accigliandosi, si tolse il basco, rivelando una chioma scompigliata che non vedeva le forbici da parecchi mesi. Le folte ciocche erano di una bella tonalità ambrata, con striature dorate.
Per quanto trascurato, era attraente. Molto attraente. Aveva occhi azzurri e svegli illuminati da un’intelligenza diabolica, zigomi alti, il naso dritto e importante. Una barba fulva nascondeva il profilo della mascella… chissà, forse a mascherare un mento sfuggente? Comunque, era uno splendore.
Merritt non avrebbe mai creduto che esistesse un uomo in grado di sconvolgerla fino a quel punto. Dopotutto, era una donna navigata e sicura di sé. Ma non riusciva a ignorare il rossore che le stava montando da sotto il colletto con l’abbottonatura alta. Né il fatto che il cuore avesse cominciato a battere rumorosamente come un ladro dal passo pesante che calpesta un’aiuola.
«Voglio parlare con chi comanda» disse MacRae bruscamente.
«Quella persona sarei io» ribatté Merritt, sorridendo prontamente e girando intorno alla scrivania. «Lady Merritt Sterling, al vostro servizio» aggiunse, porgendogli la mano.
MacRae fu lento a rispondere. Poi le dita fredde e un po’ ruvide si serrarono attorno alle sue.
Quel tocco le fece accapponare la pelle e avvertì qualcosa di piacevole snodarsi alla bocca dello stomaco.
«Le mie condoglianze» disse MacRae in tono burbero, lasciandole la mano. «Vostro marito era una brava persona.»
«Vi ringrazio.» Quindi Merritt fece un respiro per riprendere il controllo e aggiunse: «Mr MacRae, sono davvero dispiaciuta per il pasticcio accaduto con la vostra spedizione. Preparerò i documenti necessari a garantire che siate esentato dalle spese di sbarco e da quelle per i diritti di banchina, e la Sterling Enterprises si occuperà delle spese per i servizi di carico e scarico. E in futuro mi assicurerò che abbiate sempre a disposizione un punto di ormeggio il giorno dell’arrivo del vostro carico».
«In futuro non ci sarà alcun dannato carico se andrò in malora» disse MacRae. «Secondo il funzionario delle accise, ogni botte di whisky che non arriverà in deposito entro mezzanotte non risulterà più sotto vincolo doganale e dovrò pagare i dazi immediatamente.»
«Cosa?» Merritt lanciò un’occhiata indignata al fratello, che scrollò la testa con un’alzata di spalle per lasciar intendere che non ne sapeva nulla. Era una faccenda terribilmente seria. I regolamenti governativi relativi al magazzinaggio del whisky sotto vincolo doganale erano applicati in modo rigoroso e le violazioni incorrevano in sanzioni tremende. Sarebbe stato un guaio per la sua attività e un vero disastro per quella di MacRae.
«No,» dichiarò lei con fermezza «non succederà.» Tornò quindi dietro la scrivania, prese la sedia e passò rapidamente in rassegna una pila di autorizzazioni, di ricevute e di moduli delle accise. «Luke,» proseguì «il whisky dev’essere trasportato qui da Deptford Buoys il più in fretta possibile. Convincerò il funzionario delle accise a concederci più tempo, almeno fino a mezzogiorno di domani. Direi proprio che ce lo deve, dopo tutti i favori che gli abbiamo fatto in passato.»
«Sarà sufficiente questo tempo?» chiese Luke, scettico.
«Dovrà esserlo. Ci servono tutte le chiatte e le imbarcazioni più leggere che riusciremo a noleggiare, e tutti gli uomini robusti…»
«Non così in fretta» la interruppe MacRae, picchiando con forza i palmi sulla scrivania e chinandosi sopra di essa.
Il rumore fece sobbalzare Merritt, che sollevò lo sguardo verso quel volto così vicino al suo. Gli occhi erano di un penetrante azzurro ghiaccio, con alcune linee sottili agli angoli esterni, impresse dalle risate, dal sole e dalle giornate di vento tagliente.
«Sì, Mr MacRae?» riuscì a dire lei.
«Quegli idioti dei vostri uomini hanno appena rovesciato quattrocento litri di whisky sulla banchina e, per giunta, una buona dose anche addosso a me. Col cavolo che gli lascerò mandare in malora anche il resto.»
«Quelli non erano nostri uomini» protestò Luke. «Erano chiattaioli.»
All’orecchio di Merritt, la voce di Luke sembrava provenire da un altro piano dell’edificio. Riusciva a concentrarsi soltanto sull’uomo robusto e virile davanti a lei.
“Fai il tuo lavoro” intimò severamente a se stessa, distogliendo a fatica lo sguardo da MacRae. Quindi parlò a suo fratello con quello che sperava essere un tono professionale. «Luke, d’ora in poi nessun chiattaiolo dovrà più mettere piede sulla piattaforma della gru.» Infine si rivolse nuovamente a MacRae. «I miei dipendenti sono esperti nel gestire merci di valore» gli garantì. «Soltanto loro avranno il permesso di caricare il vostro whisky sulla gru e di stoccarlo in deposito. Niente più incidenti. Avete la mia parola.»
«Come potete esserne sicura?» domandò MacRae, inarcando un sopracciglio con espressione beffarda. «Dirigerete l’operazione personalmente?»
Quel tono ammantato di serico sarcasmo le provocò una lieve fitta, una sensazione strana, familiare, come se lo avesse già sentito parlare in quel modo. Ma ovviamente non aveva senso, visto che era il loro primo incontro.
«No,» rispose lei «se ne occuperà mio fratello dal principio alla fine.»
Luke sospirò: gli aveva appena affidato un compito che lo avrebbe tenuto impegnato per tutta la notte. «Ma certo,» disse in tono caustico «stavo proprio per suggerirlo.»
Merritt guardò MacRae. «Abbiamo la vostra approvazione?»
«Ho forse altra scelta?» ribatté lo scozzese cupamente, scostandosi dalla scrivania. Quindi, strattonando il tessuto umido e macchiato della sua camicia, aggiunse: «Diamoci da fare, allora».
Sentiva freddo ed era a disagio, pensò Merritt. E puzzava di whisky ad alta gradazione. Prima di tornare al lavoro, aveva bisogno di darsi una sistemata. «Mr MacRae,» domandò gentilmente «dove alloggiate qui a Londra?»
«Mi è stato concesso l’uso dell’appartamento interno al deposito.»
«Certo.» Avevano allestito un piccolo alloggio...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Una tentazione pericolosa
  4. 1
  5. 2
  6. 3
  7. 4
  8. 5
  9. 6
  10. 7
  11. 8
  12. 9
  13. 10
  14. 11
  15. 12
  16. 13
  17. 14
  18. 15
  19. 16
  20. 17
  21. 18
  22. 19
  23. 20
  24. 21
  25. 22
  26. 23
  27. 24
  28. 25
  29. 26
  30. 27
  31. 28
  32. 29
  33. 30
  34. 31
  35. 32
  36. 33
  37. 34
  38. 35
  39. 36
  40. 37
  41. 38
  42. Epilogo
  43. Nota dell’autrice
  44. La torta alla marmellata di Lady Merritt
  45. Copyright