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Un bacio del destino (I Romanzi Oro)
- 304 pagine
- Italian
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Un bacio del destino (I Romanzi Oro)
Informazioni su questo libro
Duncan Macrae, capo di un antico clan scozzese, è dotato di capacità eccezionali: è il depositario di un potere occulto, quello dei Guardiani, uomini capaci di controllare le forze della natura e di leggere nel cuore delle persone. Nel momento in cui il suo sguardo incrocia quello di Gwynne, incantevole vedova inglese, Duncan capisce subito che lei dovrà essere sua per sempre. Anche la nobildonna avverte qualcosa di inspiegabile, come se quell'uomo facesse parte del suo destino, e un bacio rubato scatenerà in lei antichi poteri rimasti sopiti a lungo. L'attrazione tra i due pare inesorabile, ma l'energia che ne scaturisce è quella di una città in fiamme...
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Informazioni
eBook ISBN
9788835714446PARTE SECONDA
L’ammaliatrice
12
Gwynne guardò pigramente dal finestrino della carrozza, ammirando la luce del tardo pomeriggio che indorava le colline del Northumberland. Avevano proceduto velocemente nel loro viaggio di nozze, ma Duncan aveva trovato il tempo per mostrarle i panorami più interessanti. Ogni esperienza era nuova e meravigliosa... specialmente le notti.
Ma anche le giornate erano piacevoli, a dispetto delle lunghe ore passate a sobbalzare su strade accidentate. Avevano parlato di piccoli e grandi argomenti, approfondendo la conoscenza reciproca.
Il più delle volte era stato quasi impossibile dimenticare la voce inquietante che l’aveva mentalmente ammonita che un giorno avrebbe tradito suo marito. L’idea le faceva così male da non riuscire a sopportarne il pensiero. Poiché non era una maga, forse quella voce sinistra era sbagliata, un semplice frutto della sua ansia. Ma certe volte sapeva con assoluta certezza ciò che sarebbe successo, e quello era uno di quei momenti.
All’orizzonte apparve una nuova collina, con una costruzione chiara e lineare che correva lungo la cresta. Si sporse in avanti con entusiasmo. — È quello il Vallo di Adriano?
Duncan annuì. — Lo vedrete da vicino, poiché ci fermeremo da lord Montague per la notte. Quella parte del muro è nella sua proprietà . — Gettò uno sguardo al Vallo in lontananza e disse assorto: — Il potente impero romano terminò in questo punto perché le selvagge tribù scozzesi si rifiutarono di rinunciare alla loro libertà . Combatterono con tanta ferocia che l’imperatore Adriano stabilì che fosse più facile tracciare un confine e proteggerlo con un muro di pietra, fossati e soldati.
— Avete avuto degli antenati indomiti — osservò Gwynne con calma.
— La libertà vale qualsiasi prezzo, per quanto alto.
La causa degli Stuart stava forse allettando il suo amore per la libertà ? Sperando che non fosse vero, gli chiese: — Il Vallo è la sorpresa particolare che mi avete detto avrei avuto stasera? — Immediatamente capì il doppio senso della sua domanda. Lanciò un’occhiata al marito nella carrozza: il suo sorriso rivelava che sapeva esattamente cosa lei stesse pensando.
Aveva imparato che Duncan non sapeva leggerle nel pensiero, ma era misteriosamente preciso nel riconoscere le sue emozioni, e il fare l’amore vi figurava in modo determinante. — Ciò che state pensando non è più una sorpresa. — Gwynne sbatté eccessivamente le ciglia. — Ma è un’avventura deliziosa. Tutto questo viaggio lo è.
— Di sicuro vi siete già stancata di strade dissestate e carrozze.
— È vero, ma dal momento che non ho mai viaggiato più di un giorno lontano da Londra, questa gita è meravigliosamente eccitante, nonostante i percorsi accidentati.
A ogni tappa, dirigendosi verso nord, udivano ulteriori notizie della rivolta. Si diceva che il principe Carlo Edoardo avesse alzato i suoi vessilli a Glenfinnan di fronte a migliaia di Macdonald e di Cameron. Dopo aver dichiarato che suo padre era re Giacomo VIII di Scozia e III d’Inghilterra, il principe si era messo in cammino alla volta di Edimburgo e stava raccogliendo velocemente volontari per la sua causa.
Voci incontrollate asserivano che tremila uomini appartenenti ai clan dell’Ovest marciassero al suo seguito, e molti altri si univano al suo esercito ogni giorno. Era stato soprannominato Bonnie Prince Charlie e possedeva un carisma personale che era mancato a suo padre, quando Giacomo era andato in Scozia per guidare la ribellione del 1715.
Rompendo il silenzio imbarazzante, Duncan disse: — Anche se gradirete il Vallo di Adriano, quella non è la sorpresa che avevo in mente. Voglio donarvi un cavallo come regalo di nozze e lord Montague possiede il migliore allevamento di cavalli di questa zona. Nelle sue scuderie ci sono molti cavalli di montagna, robusti e dotati di una resistenza sorprendente. Questi animali sono molto più adatti alle aspre condizioni della Scozia di quelli che avete cavalcato al Sud. Spero di trovare un cavallo adatto anche per me. Potremmo cavalcare per il resto del viaggio verso Dunrath, se ve la sentite di percorrere una distanza così lunga.
Gwynne fece quasi un balzo dalla gioia. — Che idea meravigliosa! Presumo che abbiate comprato altri destrieri dai Montague?
— Sì, il mio cavallo preferito, Thor, è stato allevato là . — Duncan sorrise al ricordo. — Quando partii per i miei viaggi, mia sorella Jean mi disse che il prezzo per occuparsi dell’amministrazione dei nostri possedimenti sarebbe stato Thor. Non potei obiettare, dato che mi sarei assentato per così tanto tempo, ma ora mi sentirei meglio se potessi dirigermi verso casa su una nuova cavalcatura altrettanto magnifica.
Gwynne gli prese la mano. — Mi piace l’idea di arrivare per la prima volta a Dunrath a cavallo. Si vede molto di più quando si è in sella e poiché sarà la mia casa, voglio scorgere ogni cosa. I sentieri sulle colline e nelle valli che mi avete descritto saranno più romantici delle strade destinate alle carrozze. — Il suo sorriso si fece radioso. — E poiché sarò con voi, la pioggia non mi bagnerà .
— Se volete mettermi al lavoro, chiederò un compenso. — Con una mossa veloce delle sue forti braccia, la sollevò e la fece sedere sulle sue ginocchia, alzandole la gonna con impazienza e mettendola a cavalcioni sopra di lui con spudorata intimità .
La baciò. Le barriere mentali che Gwynne aveva imparato a erigere contro le immagini disastrose si levarono istantaneamente e ricambiò il suo bacio, con un desiderio furioso.
Posizionò i fianchi contro di lui con maliziosa determinazione e fu ricompensata dal suo istantaneo irrigidimento. Gli occhi del marito si oscurarono come nuvole tempestose.
Gwynne restò senza fiato quando la mano sapiente di Duncan le scivolò fra le cosce. Il suo tocco leggero la rese subito pronta. Arditamente, si spinse fino a trovare la chiusura dei pantaloni. — Se dobbiamo comprare dei cavalli, devo allenarmi a cavalcare.
Lui deglutì a fatica. — Ah, Gwynne, siete puro piacere! — Le afferrò i fianchi con foga, e subito si ritrovarono uniti. Il rollio della carrozza si aggiunse alla loro ardente passione.
Duncan scese dalla vettura e offrì la mano a sua moglie per aiutarla a sua volta a scendere. Gwynne era radiosa di eccitazione sessuale per avere appena fatto l’amore. Le disse gentilmente: — Siete affascinante, mia cara.
Se lord Montague e uno dei suoi robusti figli non fossero comparsi sulle scale davanti all’ingresso della magione, Duncan avrebbe baciato quello labbra morbide e provocanti.
— Ballister, che bello vedervi! Questo è il mio figlio più giovane, William. Di grazia, presentateci a vostra moglie. — Montague, massiccio nella sua tenuta da cavallerizzo, si volse verso Gwynne. La sua espressione cambiò all’istante, come se avesse ricevuto un calcio in testa da uno dei suoi preziosi stalloni.
Nel fare le presentazioni, Duncan pensò ironicamente a quante volte avesse notato quell’espressione abbagliata. Più viaggiavano verso nord, e più gli uomini reagivano intensamente nei confronti di Gwynne. Immaginava che fosse a causa del fatto che la gente del Nord era meno restia a mostrare i sentimenti e le emozioni in pubblico.
In quel momento sembrava appena ruzzolata dal letto, il che era vicino alla realtà , e irradiava una sensualità così intensa che un uomo avrebbe dovuto essere moribondo per non reagire.
Riprendendo il controllo, Montague suggerì: — Forse vorreste andare nelle vostre stanze e riposare fino all’ora di cena.
— In realtà , ci piacerebbe dare un’occhiata ai vostri cavalli. — Duncan rivolse uno sguardo d’intesa a sua moglie. — Se ci cambiamo d’abito, forse potremmo fare una cavalcata? Penso che le scuderie di Dunrath abbiano bisogno di nuovo bestiame.
L’istinto per gli affari di Montague prese il sopravvento. — Allora non dovete cercare altrove. Ho disponibili degli animali davvero splendidi, se posso azzardarmi a dirlo.
L’orgoglio dei padroni di casa si mostrò giustificato. Una volta indossati gli abiti da equitazione, Duncan e Gwynne si incontrarono con il barone e suo figlio nel cortile delle scuderie.
— C’è un fratellastro di Thor pronto per essere venduto?
Montague ridacchiò. — Avete una fortuna del diavolo, Ballister. Venite a dare un’occhiata a Zeus. È un fratello diretto di Thor, e il cavallo migliore che io abbia mai allevato.
— Mostrerò a lady Ballister una giumenta adatta a una signora — si offrì entusiasta William.
Gwynne diede al marito uno sguardo divertito, poi seguì il giovanotto. Duncan si augurò che il cuore di William non si spezzasse troppo facilmente.
Montague guidò i suoi ospiti verso un box della stalla che racchiudeva un magnifico baio scuro. — Cosa ne pensate, Ballister?
Quasi completamente nero, Zeus era alto e imponente e la sua parentela con Thor era riconoscibile in ogni linea del suo magnifico corpo proporzionato. Duncan capì subito che quello era il cavallo adatto a lui, ma non lo diede a vedere per non sembrare troppo entusiasta. — È un bell’esemplare — disse senza sbilanciarsi troppo. — Posso avere una di quelle mele che avete con voi?
Mentre Montague gli consegnava il frutto, Zeus sporse la testa all’esterno del box con curiosità . Poco dopo stava mangiando la mela dalla mano di Duncan. — Mi piacerebbe portarlo a fare una cavalcata.
Il barone fece segno a un palafreniere di far uscire il cavallo e di sellarlo. — Andiamo a vedere che cosa sta facendo la vostra deliziosa consorte?
Duncan non fu sorpreso di trovarla che accarezzava il muso di un’elegante giumenta saura che appariva quasi dorata nella luce pomeridiana. William stava dicendo nervosamente: — Sheba è molto vivace, milady. Non è una giumenta che vi raccomanderei. Piuttosto quel castrato nel box accanto...
— Per non parlare del fatto che Sheba non è in vendita — intervenne Montague. — Voglio tenerla per la riproduzione.
L’animale diede una spallata amichevole a Gwynne che quasi la fece cadere. Ridendo, accarezzò il collo lucido, poi si rivolse al barone. — Per favore, posso almeno cavalcarla? È la più bella giumenta che abbia mai visto.
Montague esitò, poi si arrese al delizioso e caldo sorriso della sua ospite. — Molto bene — disse brusco. — Una sella da amazzone per la signora. Ma vi avverto, Sheba è difficile da tenere a bada. Può non essere di vostro gusto.
— Vedremo. Grazie mille. — Il sorriso di Gwynne era sfolgorante. Quando la cavalla sellata fu portata nel cortile, Duncan aiutò personalmente sua moglie a montare in groppa. Temeva che se William avesse avuto l’occasione di toccare l’oggetto della sua infatuazione, il povero diavolo non si sarebbe più ripreso.
Mentre Gwynne si sistemava e accomodava la gonna svolazzante, lo stesso Montague restò davanti alla testa della cavalla a reggere le briglie. — Siate cauta con lei — la mise in guardia.
Gwynne annuì, ma l’avvertimento fu inutile. Quando il barone lasciò le briglie, Sheba passeggiò placidamente intorno al cortile come un vecchio cavallo da tiro. — Com’è docile! — osservò. — Possiamo cavalcare fino al Vallo di Adriano, Duncan?
Il marito montò in sella a Zeus. — Siete d’accordo, Montague? È una cavalcata abbastanza lunga per rivelare le bizzarrie degli animali.
— Questi cavalli non fanno le bizze — replicò il barone. — Correranno veloci come dei fulmini. Cercate di essere di ritorno per cena.
Duncan e Gwynne uscirono con calma al passo dal cortile, ma quando furono all’aperto, lontano dagli edifici della fattoria, lui disse: — Quel sentiero ci condurrà al Vallo.
— Vediamo che cosa sa fare Sheba! — Gwynne e la giumenta partirono in uno splendore di luce dorata.
Duncan spronò Zeus e il cavallo balzò in avanti al galoppo, impaziente di scaricare la propria energia.
Un attimo prima di essere fuori di vista dalle scuderie, diede un’occhiata dietro di sé e vide William che fissava Gwynne con palese adorazione. Ora poteva ammirare tanto la sua abilità di amazzone quanto la sua bellezza.
La cavalcata verso il Vallo diede loro il tempo di giudicare la velocità degli animali. Come tutti i cavalli di Montague, questi erano bene addestrati ed era un piacere montarli. Sarebbero costati una grossa somma di denaro, ma erano degni del prezzo per il sangue di razza che avrebbero portato a Dunrath.
Duncan si gustò la cavalcata, sapendo che i guai si sarebbero addensati sul paese non appena fossero giunti a Dunrath.
Quando arrivarono alla collina ai piedi del Vallo, Gwynne trattenne la giumenta portandola al passo. — Devo avere Sheba! — esclamò, con il viso arrossato per la galoppata. — Fin dal primo momento che l’ho vista ho avuto una strana sensazione... quasi come se le nostre menti si fossero messe in contatto e io fossi lei, e mi vedessi e volessi restare con me. Pensate che Montague la venderà ?
— Lo farà , se gli sorriderete ancora — predisse Duncan. Un sorriso e uno scandaloso mucchio di soldi avrebbero risolto la questione. — Ho la stessa sensazione riguardo a Zeus. Non appena l’ho visto, ho sentito che era quello giusto. È identico a Thor.
Diede qualche colpetto affettuoso al collo lucido e nero dell’animale. — Attendo con ansia di proseguire a cavallo verso Dunrath.
— Anch’io.
Raggiunsero il Vallo di Adriano, costruito con grandi blocchi di pietra e alto due volte un uomo.
Senza parlare, girarono i cavalli percorrendo affiancati il sentiero parallelo all’antica costruzione.
— È ancora più imponente di quanto mi aspettassi — osservò Gwynne. — Se mi arrampicassi in cima al muro riuscirei a vedere la Scoz...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- UN BACIO DEL DESTINO
- PROLOGO
- PARTE PRIMA. Il Signore del Tuono
- PARTE SECONDA. L’ammaliatrice
- PARTE TERZA. Il destino
- Copyright