Cedere a un libertino (I Romanzi Classic)
eBook - ePub
Disponibile fino al giorno 5 Dec |Scopri di più

Cedere a un libertino (I Romanzi Classic)

  1. 272 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Disponibile fino al giorno 5 Dec |Scopri di più

Cedere a un libertino (I Romanzi Classic)

Informazioni su questo libro

Annabelle ha una necessità impellente: trovare marito. Per poter ereditare la casa in cui è cresciuta deve infatti sposarsi entro il suo venticinquesimo compleanno. Ma avere un corteggiatore è un'ardua impresa da quando quel furfante di Quinton Carlisle ha rovinato la sua reputazione per rubarle un bacio. Ormai compromessa, Belle è così disperata da rivolgersi proprio a... Quinn! Lui non riesce a credere che la ragazza timida e studiosa che tormentava da bambino si sia trasformata in un simile splendore. L'idea di sposare Belle per riparare al passato lo diverte, peccato che il matrimonio sia l'ultima cosa che vuole. Decide allora di aiutarla a trovare un consorte, ma la tentazione è forte...

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Cedere a un libertino (I Romanzi Classic) di Anna Harrington in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
eBook ISBN
9788835714392

1

Cumbria, Inghilterra, nei pressi del confine scozzese
Settembre 1822

Mentre passeggiava con lady Ainsley nei giardini del castello di Glenarvon, Annabelle si fermò un momento a guardare il sole del tardo pomeriggio calare lentamente all’orizzonte. Era trascorso un altro giorno.
— Resta soltanto un mese — mormorò, con un senso di oppressione al petto.
La vedova del visconte le cinse le spalle, e annuendo decisa le diede qualche colpetto sul braccio. — È un tempo più che sufficiente.
Belle non era dello stesso avviso. Gli ultimi quattro anni erano trascorsi in un batter d’occhio, e lei era ancora nubile a un mese dal compleanno, data di scadenza per ottenere l’eredità.
Prese un respiro profondo e ammirò l’amata tenuta in Cumbria, con il fiume e la valle, e più avanti i campi di erica che si estendevano fino alle montagne azzurrine in lontananza. Donata a un favorito della Corona durante la guerra civile inglese, la tenuta era stata creata a difesa del confine dall’invasione scozzese. Passate in eredità alla famiglia del compianto lord Ainsley, quelle terre adorate, anche se economicamente poco redditizie, erano situate tanto a nord che un forte vento avrebbe potuto farle volare in Scozia.
Eppure, Annabelle ne apprezzava ogni palmo coperto di sassi e di erica. Dopo l’infanzia trascorsa sempre in movimento, con frequenti fughe notturne per sottrarsi ai creditori del padre, spesso senza sapere quando sarebbe arrivato il pasto successivo, la pace e la stabilità di Glenarvon le sembravano ancora un sogno. Nel volgere di un mese, al compimento del venticinquesimo anno d’età, quella proprietà sarebbe diventata sua.
Se si fosse sposata.
Altrimenti, sarebbe passata alla Chiesa, e lei avrebbe perso tutto... le montagne e la natura incontaminata, le greggi e i pascoli, e anche il laghetto in cui nuotava nei pomeriggi estivi. La sola vera casa che avesse mai conosciuto.
Era quella l’incresciosa situazione in cui si trovava, situazione che, come ben sapeva, era dovuta esclusivamente all’affetto per lei.
Percependo il suo turbamento, la viscontessa mormorò: — Noi volevamo il meglio per te, tesoro.
— Lo so. — Belle le strinse amorevolmente il braccio e voltò la testa per nascondere le lacrime.
Lady Ainsley e il marito, ormai scomparso, le avevano sempre voluto bene, fin da quando l’avevano presa a vivere con loro, all’età di dieci anni. Sua madre era morta di febbri, e il padre, che nella vita le aveva causato soltanto infelicità, era finito in prigione due anni prima. E lei non aveva parenti in grado di accoglierla.
Poiché un tempo sua madre aveva lavorato per il visconte, lady Ainsley, non avendo figli, aveva voluto aiutarla educandola come dama di compagnia. Quindi l’avevano ospitata e trattata come una figlia, proprio come trattavano le tre figlie di primo letto di lord Ainsley, oltre a offrirle un’ottima istruzione, un’abitazione stabile e tutti i vestiti e gli accessori che desiderava. Animato dal desiderio di garantirle un futuro sicuro, lord Ainsley aveva destinato a lei il castello di Glenarvon, tenuto in amministrazione fiduciaria dal nuovo visconte... a patto che si sposasse prima del raggiungimento dei venticinque anni di età. A quel punto la proprietà sarebbe stata gestita da suo marito, e quindi al sicuro dalle mani rapaci del padre.
Peraltro, poiché la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni, nel cercare di proteggerla l’aveva involontariamente danneggiata: ormai mancava soltanto un mese al suo venticinquesimo compleanno, e non c’era alcun matrimonio in vista.
— Abbiamo un piano, e funzionerà — le ricordò lady Ainsley. Si riferiva alla serie di tè e ricevimenti che aveva in mente di organizzare. L’idea era di invitare tutti gli scapoli più ambiti per dare a Belle occasione di conoscerli e decidere se uno di loro poteva essere un possibile marito. Una frenetica Stagione in miniatura.
Naturalmente era ormai venuto il momento di rivelare che la sua dote era costituita da Glenarvon. Con il permesso della viscontessa, Belle l’aveva sempre tenuto segreto tranne che con poche persone fidate, in qualche modo coinvolte direttamente nella proprietà... il capo dei lavoranti del podere, l’avvocato di famiglia e sir Harold Bletchley, proprietario della tenuta confinante. Questo, nel timore di essere assillata dai cacciatori di dote, interessati alle terre più che a lei, con il rischio di finire intrappolata in un matrimonio uguale a quello di sua madre, in cui la mancanza d’amore trasformava l’unione in un incubo.
A quel punto, peraltro, con la scadenza incombente e la penuria di corteggiatori, non le restava che rendere nota la sua dote e accettare l’idea di un matrimonio di convenienza.
— C’è pur sempre sir Harold — buttò lì lady Ainsley. — Sarebbe un bravo marito.
Belle si irrigidì. Certo, sir Harold sarebbe stato un bravo marito, ma non per lei, che aspirava a conversare di argomenti diversi dalla caccia e dai cani.
Oh, sir Harold non era certo un mascalzone, ma lei sospettava che non fosse il tipo di uomo capace di renderla felice, un uomo che vedeva nella moglie una vera compagna, corresponsabile della gestione della proprietà e meritevole di rispetto.
Lady Ainsley enumerò sulle dita le sue qualità come se stesse leggendo una voce del Debrett’s, la guida alle buone maniere. — Possiede una tenuta, è agiato, rispettato dall’aristocrazia, con una prestigiosa storia famigliare alle spalle... Da ogni punto di vista sarebbe un ottimo partito per te. Dovresti ripensare alla sua proposta.
Belle represse la voglia di piangere. A suo modo, lady Ainsley cercava di aiutarla, e non aveva tutti i torti. Una giovane con il pedigree di Belle, o meglio, con la sua mancanza di pedigree, non sarebbe mai stata in grado di sposare un gentiluomo se non portando in dote una proprietà. Lei non si era mai curata del rango o del proprio posto in società, se non per compiacere lord e lady Ainsley. E non le importava affatto se poi la società l’avrebbe snobbata per il resto della vita o accolta a braccia aperte. Aveva voltato le spalle a quelle persone sei anni prima, quando loro avevano voltato le spalle a lei. La sola cosa che le importava adesso era la possibilità di continuare a vivere nella casa che amava, circondata dalla gente a lei cara.
Tuttavia, per riuscirci, non era comunque disposta a piegarsi a un matrimonio sgradito.
— Non credo che siamo adatti l’uno all’altra — obiettò prima che lady Ainsley scambiasse il suo silenzio per acquiescenza. — Penso sia meglio cercare altrove.
— A patto che continui a cercare — l’ammonì la viscontessa con tutta la premura e l’affetto di una vera madre. — Temo che tu abbia sviluppato un’avversione nei confronti del matrimonio.
— No, non sono contraria al matrimonio. È una splendida istituzione. — Però non era mai stata una di quelle giovani ansiose di sposarsi, che spendevano tutte le loro energie ad agghindarsi e tramare per catturare il marito perfetto, di alto rango e dotato di una grande fortuna. — Io voglio un’unione basata su rispetto, amicizia, interessi comuni... amore. Come quella tra voi e lord Ainsley — aggiunse dolcemente, sicura che la viscontessa cogliesse la sua ammirazione per le due persone diventate per lei una seconda coppia di genitori.
Sposarsi per amore pareva un’idea balzana nell’epoca moderna, quando nell’alta società l’affetto era all’ultimo posto nella graduatoria degli elementi da considerare per un matrimonio. Eppure, Belle aveva visto con sua madre che cosa accadeva a una moglie incatenata a un uomo del tutto disinteressato a stabilire una unione solida.
Non era bravissima in matematica, ma sapeva contare fino a nove mesi, e aveva capito che era stato il suo arrivo intempestivo a costringere i genitori a sposarsi. Non c’era amore tra loro, e Marcus Greene si sentiva in diritto di comandare a bacchetta la moglie, e se non ci riusciva con gli ordini perentori e gli insulti, usava i pugni. Non aveva mai assicurato loro un tetto sulla testa o denaro sufficiente per comprare pane e abiti; preferiva trascorrere le serate a bere e le giornate a saltare da un lavoro all’altro, incapace di conservarne uno per più di qualche settimana. Moglie e figlia erano state trascinate nella sua scia, senza possibilità di fuga. L’attaccamento all’alcol era peggiorato, gli episodi di violenza erano divenuti sempre più frequenti, i debiti erano cresciuti... finché era stato arrestato per furto e spedito in prigione. La sua detenzione era stata per la sua famiglia la strada verso la libertà.
Tuttavia, se la situazione della madre dimostrava quanta infelicità potesse esserci in un matrimonio, Belle aveva anche visto la vera unione che c’era tra lord e lady Ainsley. Certo, capitava che litigassero e si scambiassero parole rabbiose; una volta la viscontessa si era rifiutata di lasciare le sue stanze per una settimana, finché lord Ainsley non si era scusato. Il visconte, però, non si sarebbe mai sognato di insultarla o di alzare le mani su di lei. Si volevano molto bene, e l’amore tra loro era la sola cosa che contava.
Tutto dipendeva dall’amore, Belle ne era certa.
O dalla mancanza di amore.
Data la sua esperienza, di fronte all’alternativa di sposare un uomo che non l’amava o rimanere nubile, avrebbe abbracciato con gioia la carriera di zitella.
Però non avrebbe mai pronunciato ad alta voce quella parola per timore di spezzare il cuore alla viscontessa. Comunque, nella sua attuale situazione, con la casa in ballo, le pareva di non avere più scelta.
— Anch’io desidero un buon matrimonio per te — disse lady Ainsley. — Proprio per questo ho invitato Quinton Carlisle.
Belle incespicò.
Cercando di ritrovare l’equilibrio, si voltò verso la viscontessa con gli occhi sbarrati. Sconvolta, faticò a trovare la voce, finché le uscì uno stridulo: — Perché?
Lady Ainsley continuò a fissare davanti a sé. — Perché ti aiuti nella ricerca di un marito, naturalmente.
Belle la guardava a bocca aperta, incredula. Quel poco di buono, aiutarla a trovare marito? Che ne sapeva di caccia ai mariti, se non per evitare lui stesso di finire con la fede al dito? Santo cielo. Che lady Ainsley si fosse sentita in dovere di invitare quel demonio significava essere davvero disperate.
Senza accorgersi dei respiri profondi di Belle per ritrovare la calma, la viscontessa riprese a camminare. — Il mese scorso, ho messo nella busta un biglietto per lui quando ho scritto a Elizabeth le mie congratulazioni per essere finalmente riuscita a far sposare uno dei figli senza suscitare scandalo. O meglio, suscitando poco scandalo. Trent si è accasato con la nipote di un suo fittavolo, in fin dei conti. Sono sicura che la cosa ha suscitato commenti da qui alla Cornovaglia.
Belle non aveva visto il biglietto per Quinton, altrimenti l’avrebbe bruciato. E con ogni probabilità quella era la ragione per cui la viscontessa si era ben guardata dal parlargliene fino a quel momento.
L’idea di rivedere quell’uomo le chiudeva lo stomaco. — Perché proprio lui?
— Ci serve il suo aiuto. — Lady Ainsley si voltò a guardare la valle in lontananza. — Se c’è una persona capace di distinguere tra i possibili mariti e gli indesiderabili, è il mio pronipote.
Ah! Il solo aiuto che Quinton poteva dare era creare problemi. Come aveva sempre fatto con lei.
In passato, ogni volta che si incontravano, nelle rare occasioni in cui Annabelle accompagnava a Londra lord e lady Ainsley, quel bellimbusto l’aveva tormentata senza pietà, come uno di quei ragazzini nel cortile della scuola che godono a tirare le trecce a una bambina solo per farla arrabbiare. Nel corso degli anni le provocazioni erano aumentate, e più lei si indispettiva, più lui pareva divertirsi.
Fino alla sua prima Stagione londinese, quando aveva esagerato.
— Milady, sapete bene cos’è successo tra noi — mormorò, colpita da quanto fosse ancora doloroso il ricordo. L’ultima persona di cui aveva bisogno nella vita era il giovane responsabile di aver piantato il chiodo finale nella bara della sua reputazione.
— Sì. — Lady Ainsley strinse...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. CEDERE A UN LIBERTINO
  4. Prologo
  5. 1
  6. 2
  7. 3
  8. 4
  9. 5
  10. 6
  11. 7
  12. 8
  13. 9
  14. 10
  15. 11
  16. 12
  17. 13
  18. Epilogo
  19. Copyright