
- 1,044 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Informazioni su questo libro
Cinque studenti canadesi vengono trasportati da un potente mago nel "primo di tutti i mondi", Fionavar, per lottare contro Rakoth Maugrim il Distruttore, sfuggito alla sua millenaria prigionia. Dall'erede di Tolkien, una grandiosa trilogia, un grande classico dell'High fantasy contemporaneo nel quale convivono antichi miti - dalla mitologia norrena al ciclo arturiano - e temi di grande respiro: il senso del libero arbitrio, il valore del perdono, il peso del potere.
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Informazioni
Print ISBN
9788804745037eBook ISBN
9788835714316LA STRADA PIÙ OSCURA
Alla fine di questo, come all’inizio di ogni cammino
ci sono i miei genitori Sybil e Sam Kay.
Questa Tela è per loro.
· RIASSUNTO DEI LIBRI PRIMO E SECONDO ·

Ne L’albero dell’estate si raccontava di come Loren Manto d’Argento e Matt Sören, un mago e la sua sorgente di magia, provenienti dal grande regno di Brennin del mondo di Fionavar, avessero convinto cinque persone del nostro mondo ad accompagnarli nella capitale del loro regno, Paras Derval. Manifesto scopo del viaggio era quello di farle partecipare alle celebrazioni del cinquantesimo anniversario di regno del grande re, Ailell. In realtà, inquietanti presentimenti erano sottesi alle azioni del mago.
Il regno di Brennin, in quel periodo, era colpito da una crudele siccità. Il figlio primogenito di Ailell, Aileron, era stato esiliato per avere maledetto il padre, che non gli aveva permesso di sacrificarsi sull’Albero dei re, sacro al dio Mörnir, nel tentativo di porre fine alla siccità.
Su Fionavar, i cinque terrestri si erano subito trovati coinvolti in una fitta trama di intrighi. Kim Ford era stata riconosciuta dall’anziana veggente Ysanne come colei che doveva succederle, perché era stata vista da lei molto tempo prima, in un sogno profetico. Kim era poi stata iniziata alle conoscenze delle veggenti da uno spirito delle acque, Eilathen, e le era stato donato il Baelrath, la “gemma della guerra”, custodita da Ysanne fino ad allora. Kim aveva anche visto, tra i tesori di Ysanne, la corona di Lisen, una gemma che brillava di luce propria. La bellissima ninfa Lisen, un potere del bosco di Pendaran, era stata la sorgente di magia e la compagna di Amairgen dal Ramo Bianco, il primo dei magi, e si era uccisa gettandosi in mare dalla propria torre, alla notizia della morte di Amairgen. Ysanne aveva riferito a Kim la profezia che accompagnava la corona: “Chi la porterà dopo Lisen dovrà percorrere la strada più buia che sia mai stata percorsa da un figlio della terra o delle stelle”. Più tardi, come gesto di estremo sacrificio alla vigilia della guerra, Ysanne, sapendo che Kim nell’immediato futuro avrebbe avuto bisogno delle sue conoscenze, aveva usato il Lökdal, magico pugnale dei nani, per uccidersi, ma prima aveva tracciato un segno sulla fronte di Kim addormentata, facendole in tal modo dono della propria anima e delle proprie conoscenze.
Intanto, Paul Schafer e Kevin Laine avevano subito un’iniziazione di genere assai diverso. Paul aveva giocato – e perso – una partita a scacchi con il grande re, nel palazzo di Paras Derval, e tra lui e il vecchio sovrano era nato un inatteso legame di simpatia e di profonda comprensione. L’indomani, Paul e Kevin si erano uniti al gruppo dello scapestrato principe Diarmuid, il secondogenito di Ailell, per attraversare clandestinamente il fiume Saeren e penetrare nel Cathal, il Paese dei Giardini. Laggiù Diarmuid aveva sedotto Sharra, la principessa ed erede al trono. Al suo ritorno nel regno di Brennin, il gruppo di Diarmuid aveva poi trascorso una folle nottata alla taverna del Cinghiale Nero. Al termine di quella notte brava, una canzone di Kevin aveva ricordato a Paul, in modo ancora troppo acuto, la morte di Rachel Kincaid, la donna da lui amata, in un incidente d’auto. Paul, che attribuiva a se stesso la colpa dell’incidente – avvenuto dopo che Rachel gli aveva annunciato la sua intenzione di sposare un altro – aveva preso una drastica decisione. Recatosi dal grande re, aveva chiesto e ottenuto di salire al suo posto sull’Albero sacro del dio Mörnir, per passarvi tre notti come voleva il rituale.
La notte seguente, ai piedi dell’Albero dei re, nel bosco del dio Mörnir, si era svolta un’epica lotta. Mentre Paul, legato ai rami dell’albero, assisteva senza poter intervenire, il semidio Galadan, Signore dei lupi, che era venuto a uccidere Paul per impedirgli di portare a termine il proprio sacrificio, era stato sconfitto e costretto a fuggire, grazie all’intervento di un misterioso cane grigio. La notte successiva – la terza e ultima che Paul doveva passare sull’albero – benché fosse il novilunio si era accesa in cielo una luna rossa e Dana, la dea Madre, aveva liberato Paul dai suoi sensi di colpa, dimostrandogli che non era stato lui a volere inconsciamente lo scontro automobilistico in cui era morta Rachel. Con il pianto di Paul, anche la pioggia era finalmente tornata a cadere sul regno di Brennin. Paul, però, non era morto. Era stato portato via dall’Albero, ancora vivo, da Jaelle, grande sacerdotessa di Dana. In quell’occasione Paul aveva ricevuto un nuovo nome: Pwyll Nato Due Volte, Signore dell’Albero dei re.
A quel punto era ormai chiaro che si preparava un confronto epocale: Rakoth Maugrim, il Distruttore – un dio sconfitto mille anni prima e incatenato sotto la grande montagna, il Rangat – si era liberato e aveva fatto esplodere la cima del monte, disegnando poi nel cielo una mano di fuoco per annunciare a tutto il mondo la propria liberazione.
Questa aveva avuto immediate conseguenze per Jennifer Lowell, la quarta del gruppo. A Paras Derval, la ragazza aveva assistito a uno strano incidente durante un gioco dei bambini. Per la terza volta di seguito una ragazzina, Leila, aveva predetto a un compagno, Finn, che “avrebbe scelto la Strada più Lunga”. Nessuno, neanche Jaelle che aveva assistito alla scena, conosceva il significato della predizione, ma Jaelle si era affrettata a far entrare nel tempio come novizia la ragazzina. L’indomani, cavalcando nei pressi della città, Jennifer aveva conosciuto Brendel dei lios alfar – i Figli della Luce – e un gruppo della sua gente. Aveva passato la serata nei boschi con loro, ma quando era scesa l’oscurità erano stati attaccati. Preoccupato per l’arrivo dei cinque stranieri, Rakoth Maugrim aveva ordinato a Galadan e a Metran, arcimago di Brennin, traditore del suo re, di rapire Jennifer. La ragazza era stata legata alla schiena di Avaia, il cigno nero, e portata a nord, fino alla fortezza di Rakoth, Starkadh.
Intanto, l’esplosione della montagna aveva provocato la morte del vecchio re, e la successione al trono aveva portato a un confronto piuttosto teso fra Diarmuid e il fratello Aileron, che dal giorno dell’esilio si era nascosto presso Ysanne e si era finto suo servitore. La situazione potenzialmente pericolosa si era poi risolta quando Diarmuid aveva lasciato volontariamente il trono al fratello, ma non prima di essersi preso una coltellata al braccio da parte di Sharra del Cathal, venuta a Brennin sotto mentite spoglie per vendicarsi dell’inganno con cui il principe l’aveva sedotta.
Nel frattempo, Dave Martyniuk, il quinto del gruppo, era stato separato dagli altri all’arrivo su Fionavar. Era finito a nord, fra i Dalrei, i predatori delle Pianure, e aveva condotto per qualche giorno la loro vita nomade, presso la terza tribù del capitano Ivor.
Il figlio di Ivor, Tabor, mentre digiunava nella foresta per avere la visione del suo animale totemico, aveva sognato una creatura apparentemente impossibile: un unicorno alato. Tre notti dopo, ai margini del bosco di Pendaran, aveva incontrato la creatura del digiuno e aveva volato sulla sua groppa: l’unicorno era Imraith-Nimphais, un dono a doppio taglio della dea, nato dalla luna rossa.
Nel frattempo, Dave si era diretto a Brennin, scortato da un gruppo di Dalrei comandato da Levon, il figlio maggiore di Ivor. Il gruppo era stato assalito da lupi e svart alfar, creature malvagie che servivano Rakoth, e soltanto Dave, Levon e un secondo Dalrei, Torc, si erano salvati, rifugiandosi all’interno del bosco di Pendaran. Gli alberi e gli spiriti di quel bosco, che odiavano gli uomini dal giorno della morte della bellissima Lisen dei Boschi, mille anni prima, avrebbero ucciso i tre giovani, se non fosse intervenuto a salvarli Flidais, un potere minore della foresta, che affermava, tra l’altro, di sapere le risposte a tutti gli indovinelli tranne uno: il nome con cui si poteva evocare il “Guerriero”. La ricerca di quel nome era uno dei compiti lasciati a Kim da Ysanne.
Flidais aveva affidato Dave a Ceinwen, la capricciosa dea cacciatrice, che era divenuta la protettrice del giovane e che aveva poi fatto in modo che Dave, Torc e Levon si svegliassero ai margini meridionali del bosco di Pendaran, sani e salvi.
Inoltre, Ceinwen aveva fatto trovare a Dave un antico talismano, il corno di Owein, che emanava una nota di luce capace di mettere in fuga le Tenebre. Levon, ricordando gli insegnamenti di Gereint, sciamano della sua tribù, aveva svelato ai compagni le altre proprietà del corno e, cercando nei dintorni, aveva trovato la caverna dove dormivano da millenni Owein e i suoi compagni, i re della Caccia Selvaggia.
Successivamente, i tre amici avevano raggiunto Paras Derval in tempo per prendere parte al primo consiglio di guerra di Aileron. Il consiglio era stato interrotto due volte. La prima dall’arrivo di Brock, un nano del Banir Tal che si era inginocchiato davanti a Matt Sören – già re dei nani – e aveva portato la terribile notizia del tradimento dei nani, che, sotto la guida di due fratelli, Kaen e Blöd, avevano aiutato il Distruttore a liberarsi, distruggendo la pietra guardiana di Eridu, che avrebbe dovuto avvertire dei tentativi di Rakoth di riguadagnare la libertà. Inoltre avevano trovato e consegnato a Rakoth un oggetto magico da tempo scomparso: il Vaso di Khath Meigol, capace di resuscitare tutti quelli che erano morti da poco tempo.
Durante questo terribile racconto, Kim aveva visto improvvisamente, in un’immagine uscita dal Baelrath, che Jennifer veniva violentata e torturata da Rakoth nella sua fortezza di Starkadh. Raccolti Paul, Kevin e Dave attorno a sé, aveva cercato Jennifer con il potere magico del suo anello, e aveva riportato se stessa e i quattro compagni nel loro mondo.
Così terminava L’albero dell’estate.
La fiamma errabonda riprendeva la storia sei mesi dopo, a Toronto, con Kimberly in attesa del sogno che le avrebbe rivelato il nome con cui evocare il Guerriero. Jennifer, la cui anima era segnata da cicatrici profondissime, e che portava dentro di sé il figlio di Rakoth Maugrim (che aveva giurato di far nascere come sua risposta alle Tenebre), aveva partorito prima del tempo a causa di un ritorno improvviso su Fionavar, reso possibile da Paul nel momento in cui lui e Jennifer erano stati minacciati da Galadan, entrato nel loro mondo per dare la caccia a Paul.
Su Fionavar il bambino di Jennifer, Darien, era stato affidato a Vae e Shahar perché lo allevassero segretamente come un figlio. Essi erano i genitori di Finn, il ragazzo a cui era stato profetizzato, durante un gioco di bambini, che avrebbe “scelto la Strada più Lunga”.
Le uniche persone informate del segreto erano le sacerdotesse di Dana, poiché Paul e Jennifer avevano bisogno della magia di Jaelle per ritornare nel proprio mondo.
La primavera successiva Kim aveva finalmente avuto il sogno che stava aspettando. Come risultato, i cinque si erano recati a Stonehenge dove Kim aveva evocato, grazie al potere del Baelrath, lo spirito di Uther Pendragon e lo aveva costretto a fare il nome del luogo in cui riposava suo figlio. Quindi Kim era andata da sola, utilizzando la magia che portava in sé, a Glastonbury Tor e lì, dopo aver inviato gli altri su Fionavar con i propri poteri, aveva risvegliato il Guerriero, Arthur, dal suo riposo, chiamandolo con il nome che le era stato rivelato in sogno: Infanticida. Questo appellativo ricordava il peccato commesso da Arthur in gioventù, quando aveva scoperto l’involontario incesto con la propria sorella. Kim e il Guerriero avevano seguito gli altri a Paras Derval.
Fionavar era ancora nella gelida morsa dell’inverno, anche se si stava avvicinando la Festa di mezza estate, un inverno così terribile che Fordaetha, la regina dei ghiacci di Rük, aveva potuto spingersi a sud, fino a Paras Derval. Aveva quasi ucciso Paul alla taverna del Cinghiale Nero, prima che lui riuscisse a ricacciarla a nord. Nel consiglio era stato deciso che Jaelle, i magi e Kimberly si sarebbero uniti a Gereint, il vecchio sciamano, nel tentativo di esplorare la fonte dell’inverno assassino, cosa necessaria per tentare di porvi fine.
Nel frattempo si stava rivelando in tutta la sua ampiezza la tragedia di Arthur Pendragon, a mano a mano che diventava chiaro (a Brendel dei lios alfar prima che a tutti gli altri) chi fosse in realtà Jennifer Lowell: Guinevere, o Ginevra, amata da Arthur e da Lancelot. Affranta dalla sofferenza a Starkadh, Jennifer si era ritirata nel santuario di Dana assieme a Jaelle. Era stata Jaelle a spiegarle che Vae e Finn avevano condotto Darien (che cresceva con l’innaturale rapidità di tutti gli andain, figli di un dio e di un essere mortale) alla casetta di Ysanne sul lago. Laggiù Darien, grande come un bambino di cinque anni, era allevato con affetto dalla madre e dal fratello adottivi, turbati da due cose: un potere che faceva sì che le sue iridi azzurre divenissero a volte rosse, e la consapevolezza che il bambino era trascinato da voci nelle tempeste invernali.
Sulle Pianure i Dalrei erano in difficoltà. L’inverno aveva reso i graziosi eltor, le creature che i cavalieri cacciavano e d...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Introduzione
- L’ALBERO DELL’ESTATE
- LA FIAMMA ERRABONDA
- LA STRADA PIÙ OSCURA
- Copyright