
- 200 pagine
- Italian
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eBook - ePub
The Giver. Il messaggero
Informazioni su questo libro
Da sei anni Matty vive al Villaggio, dove è cresciuto sotto la guida dell'uomo cieco chiamato il Veggente. Ma la comunità sta cambiando: tra i generosi abitanti che da sempre accolgono perseguitati e derelitti inizia a serpeggiare l'egoismo, portandoli alla drastica decisione di chiudere il confine. Il ragazzo è l'unico in grado di addentrarsi nell'insidiosa Foresta per diffondere il messaggio alle altre comunità prima che sia troppo tardi. Finché anche la Foresta, una volta amica, gli si rivolta contro e Matty dovrà ricorrere al suo dono: un potere capace di annientarlo o forse di salvare chi ama.
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Informazioni
Print ISBN
9788804747840eBook ISBN
9788835714514UNDICI
«Mettila dentro la camicia, Matty, così non si sgualcirà . Ti aspetta un lungo viaggio.»
Matty prese la spessa busta che conteneva i messaggi ripiegati e la infilò dove aveva detto il Capo, dentro la camicia, vicino al petto. Non gli disse – ci pensò dopo, quando radunò le cose per il viaggio – che forse lui avrebbe scelto un altro posto per la busta. L’avrebbe messa con le provviste di cibo e la coperta. Certo, quello dentro la camicia era il posto più sicuro e pulito, ma aveva progettato di trasportarci Spasso lì, contro il petto.
Tre settimane non sarebbero bastate per raggiungere tutti gli altri villaggi e comunità . Alcuni si trovavano a molti giorni di viaggio, e certi luoghi erano accessibili solo in barca, per via fluviale. Matty non aveva l’esperienza necessaria per spostarsi lungo il fiume; era sempre l’uomo che chiamavano il Battelliere a portare merci e messaggi per quella strada.
Di conseguenza era stato deciso che la comunicazione sarebbe stata esposta su ogni sentiero della Foresta, così che i nuovi in arrivo la vedessero e facessero dietrofront.
Matty era l’unico a conoscere tutti i sentieri, l’unico che non aveva paura di entrare nella Foresta e di percorrerla in lungo e in largo, nonostante fosse un luogo pericoloso. Avrebbe affisso lui i messaggi. Poi avrebbe proseguito per la sua terra d’origine. Le comunicazioni tra il Villaggio e il suo paese natio andavano avanti da anni; occorreva informarli delle nuove regole.
Ora il Capo guardava dalla finestra il Villaggio e la gente più in basso, come faceva spesso. Matty aspettava. Aveva fretta di partire, di intraprendere il lungo viaggio, ma aveva la sensazione che il Capo volesse dirgli qualcosa, qualcosa che fino a quel momento era rimasto inespresso.
Alla fine il giovane si girò verso Matty, in piedi al suo fianco.
«Ti ha detto che io vedo oltre, vero?»
«Sì. Dice che hai un dono particolare. Anche sua figlia ce l’ha.»
«Sua figlia. Ovvero la ragazza che si chiama Kira, quella che ti ha aiutato a lasciare il tuo vecchio villaggio. Non ne parla mai.»
«Lo rattrista troppo. Però pensa sempre a lei.»
«E anche lei ha un dono?»
«Sì. Ma il suo è diverso. Ogni dono è diverso, mi ha spiegato il Veggente.»
Sai qualcosa del mio? pensò Matty. Tuttavia, non ebbe bisogno di chiederlo.
Come se gli avesse letto nel pensiero, il Capo gli disse: «So che ne hai uno anche tu».
Matty sussultò. Il dono lo spaventava ancora tanto. «L’ho tenuto segreto» confessò in tono di scusa. «Non l’ho rivelato neanche al Veggente. Non volevo fare il misterioso. Però sto ancora cercando di capirci qualcosa. Provo a togliermelo dalla testa. Provo a dimenticare che è dentro di me. Ma poi appare e basta. Lo sento arrivare. E non so come fermarlo.»
«Non provarci. Se viene senza che sia tu a invocarlo, è perché ce n’è bisogno. Perché qualcuno ha bisogno del tuo dono.»
«Una rana? All’inizio è stata una rana!»
«Quello era per farti vedere. Inizia sempre con qualcosa di piccolo. La primissima volta che io ho visto oltre? Era una mela.»
Nonostante la serietà della conversazione, a Matty sfuggì una risatina. Una rana e una mela. E un cucciolo, comprese.
«Aspetta la vera necessità , Matty. Non consumare il dono.»
«Ma come farò a saperlo?»
Il Capo sorrise. Gli sfregò affettuosamente la spalla. «Lo saprai.»
Matty si guardò intorno in cerca di Spasso e vide che si era accoccolato a dormire in un angolo. «Devo andare. Non ho ancora preparato le mie cose. E voglio passare da Jean per dirle che parto, così non si chiederà dove sono finito.»
Il Capo lo trattenne nella curva rassicurante del suo braccio. «Aspetta, Matty» disse. «Vorrei...» Poi fissò di nuovo fuori dalla finestra.
Matty rimase dov’era, domandandosi cosa dovesse aspettare. A quel punto avvertì qualcosa. Il braccio del Capo assunse un peso che andava oltre quello della carne umana. Si animò di potere. Matty lo sentiva scaturire dal braccio, ma sapeva che stava impregnando anche l’intero essere del giovane. Capì che era il dono del Capo all’opera.
Alla fine, dopo quello che gli parve un intervallo di tempo insopportabile, il Capo sollevò il braccio, allontanandolo da Matty. Ansimò. Il suo corpo si afflosciò leggermente. Matty lo aiutò ad arrivare a una poltrona e lui si sedette lì, sfinito, il respiro affannoso.
«La Foresta si sta infittendo» disse il Capo quando riuscì a parlare.
Matty non sapeva cosa intendesse. Le sue parole suonavano minacciose. Ma quando dalla finestra guardò verso il sottobosco e la fila di pini che rappresentavano il limite della Foresta, non vide niente di diverso.
«Non lo comprendo appieno» proseguì il Capo. «Ma vedo un addensamento nella Foresta, come un...» Esitò. «Stavo per dire come un coagulo di sangue. Tutto ristagna e si ammala.»
Matty tornò a guardare dalla finestra. «Gli alberi sono sempre uguali, Capo. Però c’è un temporale in arrivo. Si riesce a sentire il vento. E guarda. Il cielo si sta scurendo. Forse è questo che hai visto.»
Il giovane scosse la testa, poco convinto. «No. Era la Foresta che ho visto, ne sono sicuro. È difficile da descrivere, Matty, ma io stavo tentando di guardare attraverso la Foresta per avere un presagio riguardo alla figlia del Veggente. Ed è stato molto, molto faticoso aprirmi un varco. Era... be’, fitta.
«Credo sia meglio che tu non vada, Matty. Mi dispiace. So che ami i tuoi viaggi e che sei orgoglioso di essere l’unico in grado di farli. Ma penso che nella Foresta possano celarsi dei pericoli, stavolta.»
Matty si sentì stringere il cuore. Aveva sperato di ottenere il suo nome ufficiale, Messaggero, proprio grazie a quel viaggio. Al tempo stesso, però, qualcosa gli diceva che il Capo poteva avere ragione.
Poi ricordò. «Ma io devo andare!»
«No. Possiamo affiggere i messaggi all’entrata del Villaggio. Vorrà dire che le persone dovranno tornare indietro dopo aver affrontato viaggi terribilmente lunghi, ed è una tristezza. Tuttavia...»
«No, non è per i messaggi! È per la figlia del Veggente! Gli ho promesso che sarei andato e avrei portato Kira a casa. Lei non avrà altre occasioni di venire qui. E lui non avrà altre occasioni di stare con sua figlia.»
«Credi che vorrà venire?»
«Sono sicuro di sì. Ha sempre avuto l’intenzione di farlo, un giorno. E là non ha famiglia. È abbastanza grande da sposarsi, ma nessuno la vorrebbe. Ha una gamba deforme. Cammina con il bastone.»
Il Capo fece diversi respiri profondi. «Matty» disse, «voglio riprovare a vedere oltre la Foresta. Voglio tentare di raggiungere la figlia del Veggente per capire quali sono le sue esigenze. Puoi restare con me, perché il tuo viaggio dipende da ciò che verrò a sapere. Ma tieni presente che per me è molto duro farlo due volte di seguito. Non lasciarti turbare da quello che vedrai.»
Si rialzò e andò alla finestra. Matty, sapendo di non potergli essere di alcun aiuto, si spostò nell’angolo dove dormiva Spasso e sedette vicino al cucciolo. Da lì vide il corpo del Capo irrigidirsi, come in preda al dolore. Sentì il giovane ansimare e poi gemere leggermente.
I suoi occhi azzurri rimanevano aperti, ma non sembravano più guardare le solite cose che si trovavano nella stanza o al di là della finestra. Con la vista e il suo intero essere, il Capo si era addentrato in un luogo che Matty non poteva scorgere e in cui nessuno poteva seguirlo.
Il giovane pareva scintillare.
Infine si accasciò nella poltrona, tremante, e tentò di riprendere fiato.
Matty lo raggiunse, si fermò al suo fianco e attese mentre il Capo riposava. Ricordò come si era sentito lui dopo aver guarito il cucciolo e la madre. Ricordò il suo estremo bisogno di dormire.
«Sono arrivato da lei» disse il Capo quando riuscì di nuovo a parlare.
«Sapeva che eri lì? Poteva sentire la tua presenza?»
Il Capo scosse la testa. «No. Farglielo sapere avrebbe richiesto più forze di quante ne avevo. È lontanissimo, e la Foresta è difficile da attraversare, adesso che è così fitta.»
Matty ebbe un’idea improvvisa. «Capo? Pensi che due doni potrebbero incontrarsi?»
Il giovane, ancora ansimante, lo fissò. «Che cosa intendi?»
«Non ne sono sicuro. Ma se tu potessi arrivare a metà strada... e lei anche? In modo da potervi incontrare nel mezzo con i vostri doni? Non sarebbe così faticoso per te, se dovessi fare solamente metà strada. Se vi incontraste.»
Il Capo aveva chiuso gli occhi. «Non lo so, Matty» rispose.
Matty aspettò, ma il Capo non aggiunse altro, e dopo un po’ il ragazzo ebbe paura che dormisse. «Spasso?» chiamò, e il cucciolo si svegliò, si mosse e lo raggiunse.
«Capo» disse Matty, chinandosi su di lui, «io vado. Vado a prendere la figlia del cieco.»
«Fa’ molta attenzione» mormorò il giovane. Aveva ancora gli occhi chiusi. «Adesso è pericoloso.»
«Certo. Io faccio sempre attenzione.»
«Non sprecare il tuo dono. Non lo consumare.»
«Non lo farò» promise Matty, anche se non sapeva bene cosa significassero quelle parole.
«Matty?»
«Sì?» Era in cima alla scala, ormai, e teneva in braccio Spasso che ancora non riusciva a fare i gradini da solo.
«È proprio bella, vero?»
Matty alzò le spalle. Comprese che il Capo si riferiva a Kira, ma la figlia del cieco era più grande di lui. Quasi una sorella maggiore. Nel vecchio villaggio, nessuno l’aveva mai considerata bella. Al contrario, tutti l’avevano sempre disprezzata per la sua infermità .
«Ha una gamba deforme» ricordò Matty al giovane. «Si appoggia a un bastone per camminare.»
«Sì» disse il Capo. «È bellissima.» Ma la sua voce era quasi impercettibile ora, e infatti si addormentò un attimo dopo. Matty, con Spasso tra le braccia, corse giù per le scale.

Era già tardo pomeriggio quando Matty fu pronto a partire. Aveva piovuto a dirotto, e anche se la pioggia era cessata, il vento soffiava ancora, agitando le foglie degli alberi che mostravano il lato inferiore più chiaro. Il cielo era buio, per il temporale e per la sera in arrivo.
Matty infilò la busta dei messaggi all’interno della coperta arrotolata. Al lavandino, il cieco stava rifornendo di cibo lo zaino. Non poteva trasportarne a sufficienza per l’intero viaggio, era troppo lungo, ma era abituato a tirare avanti con quello che forniva la Foresta. Una volta esaurite le provviste preparate dal Veggente, avrebbe trovato da mangiare strada fac...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- UNO
- DUE
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- QUATTRO
- CINQUE
- SEI
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- OTTO
- NOVE
- DIECI
- UNDICI
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