Un uomo d'affari (I Romanzi Extra Passion)
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Un uomo d'affari (I Romanzi Extra Passion)

  1. 256 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Un uomo d'affari (I Romanzi Extra Passion)

Informazioni su questo libro

Alice è una modesta contabile appassionata di romanzi rosa e svolge il suo lavoro con passione e scrupolosità. Insospettita da un ammanco nella chiusura di un bilancio mensile, decide di controllare i conti di tutti i suoi clienti e ne scopre altri: si tratta di cifre irrisorie, ma la sua pignoleria le impedisce di ignorare il problema. Decide così di rivolgersi alla KRG, un'importante società di consulenza con a capo il mago della finanza Derek Killion. Colpito dall'attenta indagine di Alice, Derek decide di incontrarla e resta folgorato da lei e dalle sue capacità, ma anche Alice fatica a resistere alle attenzioni di un uomo così attraente e di successo. E quando il gioco di seduzione renderà torrida questa vicinanza, l'enigma sul quale indagano li condurrà in una situazione ancor più pericolosa...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
eBook ISBN
9788835714415

1

Alice Thurber stava impazzendo, almeno nella parte analitica che il cervello usava per fare i calcoli. Guardò di nuovo lo schermo del PC, desiderando tanto che la discrepanza di tre dollari e trentasette centesimi si risolvesse da sola permettendole di chiudere il bilancio. E invece, nonostante i molteplici controlli, la Mane Attraction continuava ad avere quel piccolo ammanco nel mese di febbraio.
Si sentì travolgere da un panico improvviso e tirò un brusco respiro per calmarsi. Nella sua professione di contabile, non era mai capitato che non fosse in grado di risolvere un problema nei registri dei clienti. Eppure, negli ultimi quattro mesi, le era capitato ben quattro volte di trovare dei minuscoli, inspiegabili ammanchi nei bilanci di imprese diverse.
— Accidenti — mugugnò, spingendo indietro la poltroncina ergonomica. Dall’altra parte dello studio, Sylvester, il duca di Salford, le lanciò un’occhiata regale dall’albero multilivello per gatti su cui amava sdraiarsi, ma quando lei si alzò e prese ad aggirarsi tra la scrivania color crema e l’archivio, richiuse gli occhi dorati e tornò a sonnecchiare.
La prima discrepanza era comparsa qualche mese addietro nei registri della Sparkle, una boutique che noleggiava abiti per occasioni speciali. Lei aveva ripassato più volte i conti, senza trovare alcuna spiegazione. La proprietaria, comunque, aveva riso delle sue ambasce, affermando che un paio di dollari di ammanco non l’avrebbero certo mandata sul lastrico. Se Alice aveva sorriso a sua volta, ringraziandola per la comprensione, si doveva solo al fatto che non aveva tempo di vagliare conti vecchi di mesi per capire dov’era l’errore.
Ma la cosa disturbava parecchio il suo orgoglio. E anche il bisogno di tenere tutto sotto controllo.
La seconda discrepanza era emersa il mese dopo con Work It Out, la palestra in cui la sua amica Dawn lavorava come personal trainer. Il proprietario aveva liquidato la questione affermando che qualche dipendente si era scordato di riempire un modulo di prelievo dalla cassa. Lei, però, non era disposta ad accettare quella spiegazione così facilmente. Ormai non era più una semplice questione di orgoglio ferito, ma di una visione generale del mondo, che stava subendo colpi durissimi.
Aveva scelto la carriera di contabile per una semplice ragione: i numeri erano affidabili e obiettivi, contrariamente ai suoi genitori. Poteva sempre contare sul fatto che due più due facesse quattro. Almeno finora… con i suoi clienti.
In ogni caso, solo quando aveva scoperto un ammanco di quattro dollari e dodici centesimi anche nel bilancio della Nowak Plumbing Supply, un grossista di ferramenta, aveva cominciato a preoccuparsi davvero. Anzitutto, perché stavolta il cliente aveva protestato… ma solo per lamentarsi del fatto che lei avesse convinto suo figlio a passare dalla compilazione a mano dei registri al sistema informatico. Da vero commerciante partito dal nulla, il vecchio patriarca non si fidava dei computer. E, purtroppo, adesso Alice iniziava a chiedersi se per caso non avesse ragione.
Si allentò il colletto della camicia bianca, provando la sgradevole sensazione di venir trascinata di nuovo nella folle imprevedibilità della sua infanzia. Una sensazione che odiava, e infatti aveva pianificato la propria vita da adulta in modo da evitarla. Le fortune del suo patrigno variavano così repentinamente che spesso era costretta a lasciare di punto in bianco il campeggio estivo, o la scuola di danza, perché non era stata pagata la retta. Naturalmente l’umore di sua madre mutava in base alla loro condizione finanziaria, per cui quando tornava a casa da scuola Alice non sapeva mai cosa aspettarsi. C’era da sorprendersi se trovava conforto nei prevedibili, noiosi risultati dell’algebra e della geometria?
Ora, però, la tranquillizzante monotonia degli amati numeri stava diventando inaffidabile come i suoi genitori.
Tornò a chinarsi sullo schermo e ricontrollò una a una le voci delle entrate e quelle delle uscite, non fidandosi dei propri calcoli. E invece sembrava tutto maledettamente a posto, cosa che aumentò il panico a dismisura. — Non c’è nulla, nulla, nulla! — gridò, gettando indietro i lunghi capelli castani raccolti in una coda di cavallo. Aveva già controllato con gli estratti conto delle banche e delle carte di credito per capire se avevano addebitato qualcosa di extra, ma tutti i costi erano stati debitamente segnati tra le uscite.
Si raddrizzò e guardò il computer. Possibile che il problema fosse il software? Era un pacchetto innovativo rivolto alle piccole attività e in parecchi l’avevano acquistato negli ultimi sei mesi. Il creatore del programma, Myron Barsky, aveva tenuto un seminario sui vantaggi di BalanceTrakR a cui lei aveva partecipato, restando tanto impressionata da consigliare ai suoi clienti di comprarlo.
I numeri, però, raccontavano come sempre un’altra storia. Perché su sette clienti che l’avevano ascoltata, solo quattro registravano quei piccoli ammanchi.
E questo significava che il problema era lei.
Il panico le strinse la gola mentre sentiva incrinarsi le fondamenta del suo mondo. Se non poteva più affidarsi alle proprie capacità e a ciò che aveva studiato, dove sarebbe andata a finire?
Si portò una mano al cuore e cercò di calmarsi. L’ipotesi del software difettoso non era ancora da scartare. Infatti, calpestando il suo orgoglio, aveva segnalato il problema sul forum di aiuto della BalanceTrakR. Finora, nessuno aveva risposto. Anche ricercando in rete i forum non ufficiali sul programma e leggendo tutte le domande e le risposte non era approdata a nulla. Non si parlava mai di errori di calcolo.
Protendendosi sulla scrivania ergonomica, decise di cambiare approccio. Forse, doveva ingoiare il rospo e chiedere consigli sulla compilazione dei registri. Qualcuno con una nuova prospettiva poteva anche trovare la soluzione.
Fece scorrere gli annunci sponsorizzati e ne trovò uno della KRG Consulting Group, una potente società di consulenza internazionale con sede a New York. Lo slogan diceva: “Sei il proprietario di una piccola attività e ti ritrovi con un problema contabile? Vogliamo aiutarti… gratis!”. Non riusciva a immaginare che aiuto potessero offrire a una contabile che lavorava da casa, ma cliccò comunque sul link.
Mentre aspettava che la pagina web finisse di caricarsi, si tolse gli occhiali dalla montatura metallica e si sfregò gli occhi stanchi. Poi li rimise e lesse la presentazione. Diceva che anche alla KRG erano partiti come una minuscola società, per cui ricordavano bene le difficoltà. Ma avevano raggiunto il successo e adesso offrivano una mano ai piccoli imprenditori grazie a un programma di consulenza chiamato Small Business Initiative. Bisognava solo riempire un modulo e loro si sarebbero messi in contatto.
— Se suona troppo bello per essere vero, probabilmente è proprio così — disse a Sylvester, balzato giù dal suo trespolo per fare passerella tra la tastiera e lo schermo. Gli carezzò il lucido pelo nero mentre studiava il sito web.
Non era un’iniziativa di marketing per attirare nuovi clienti, anche perché quale lavoratore autonomo poteva permettersi i loro servizi? Per cui, forse era un’offerta autentica… e in tal caso lei rischiava di fare la figura dell’idiota incompetente mentre uno dei loro superconsulenti risolveva il problema in tre minuti. Altrimenti era la fregatura che immaginava e la sua richiesta d’aiuto sarebbe finita nel cestino virtuale.
Soppesò le due possibilità per un attimo, poi prese Sylvester, lo posò con gentilezza sul tappeto e scaricò il modulo, cominciando subito a riempirlo.
Derek Killion sedette al tavolo delle riunioni e si fece forza quando vide entrare il suo socio, Tully Gibson, vestito in un completo color antracite. — Bel lavoro portare a casa il contratto con la Argon International, socio — gli disse questi, affibbiandogli una gran pacca sulla spalla.
Derek ruotò l’articolazione dolorante mentre Tully sedeva al suo solito posto in fondo al tavolo, togliendosi gli stivali Lucchese fatti a mano per poi poggiare i piedi sul lucido legno. Un tempo vi appoggiava direttamente gli stivali, ma lui aveva posto fine a quell’abitudine minacciando di sfregiarli con un pennarello indelebile.
Tully reclinò all’indietro la poltroncina di pelle, facendola cigolare con i suoi muscoli possenti. — È un gran colpo per la KRG. Abbiamo battuto due delle maggiori società di consulenza del mondo. Del resto, sappiamo tutti quanto sei in gamba nel tuo lavoro.
— Dovrò viaggiare molto. Tra due settimane farò un giro in Asia per visitare le loro sedi di Tokio e Singapore — annunciò Derek. Non che fosse necessaria la sua presenza, ma i top manager della Argon volevano vedere in faccia il socio fondatore della KRG che aveva promesso loro un’attenzione particolare per ottenere il contratto.
Si era dedicato anima e corpo al progetto Argon, conscio che sarebbe stato una sorta di medaglia appuntata sul petto della KRG. Molti concorrenti internazionali avevano posato gli occhi su quel ricco contratto, per cui riuscire ad acquisirlo era stato un bel successo. E oltre al prestigio, avrebbe garantito alla società un flusso costante di entrate anche negli anni a venire. Gli unici problemi, capaci però di smorzare i suoi entusiasmi, erano le scadenze ravvicinate e la complessità del lavoro.
Il terzo socio, Leland Rockwell, entrò in quel momento, vestito come sempre in jeans e maglietta. Posò il portatile sul tavolo e disse: — Ho sentito che seguiremo la sezione fondi esteri della Argon, grazie al brillante piano finanziario presentato da Derek. Bel lavoro. Dobbiamo festeggiare, perché ci porterà una tonnellata di soldi.
— Vorrei averne il tempo — replicò lui — ma temo proprio che dovrò rinviare i festeggiamenti a dopo che il progetto sarà completato. — In verità, non si sentiva molto in vena di fare festa. Più che ai soldi e al prestigio, i suoi pensieri andavano ai lunghi e noiosi viaggi che lo aspettavano. Ma… che diavolo aveva? Finora, si era sempre lanciato a capofitto negli impegni che i grandi contratti comportavano.
— Peccato — disse Leland, aprendo il portatile e aggiustandosi gli occhiali di tartaruga. — Immagino che allora non avrai neppure il tempo di seguire la partenza di un altro dei tuoi progetti.
Lo schermo si accese e Derek riconobbe l’intestazione della Small Business Initiative. Tutta la gratificazione che avrebbe dovuto provare per il progetto Argon lo riempì in un attimo. L’iniziativa SBI era una sua idea, nata dall’insoddisfazione per la costante enfasi posta sui grandi contratti come quello appena stipulato. Naturalmente la KRG Consulting ne aveva bisogno come dell’aria, ma lui ricordava gli esordi della società, la continua battaglia per farsi largo in un mercato ipercompetitivo. Senza l’aiuto di alcuni mecenati che avevano creduto in loro, non ce l’avrebbero fatta. Avevano un debito morale e Derek si sentiva in dovere di ripagarlo.
— Ci sono voluti quattro giorni perché qualcuno ci trovasse — commentò, sporgendosi verso lo schermo. — Chi è?
— Una contabile del New Jersey — replicò Leland, facendo scorrere l’immagine con le sue agili dita. — Gestisce sette clienti con lo stesso software. Recentemente si è accorta che quattro di loro hanno dei piccoli ammanchi che risultano inspiegabili. Sembra una cosa semplice, per cui me ne occuperò io mentre tu ti concentri sulla Argon.
— Ah, ma dai, quanto mi ci vorrà per risolvere il problema? — obiettò lui, tamburellando le dita sul tavolo. — Un quarto d’ora?
— Secondo me potresti risolverlo anche dormendo — intervenne Tully. — Ma temo che dovrai stare sveglio e soprattutto attento per il progetto Argon. Lascia che se ne occupi Leland.
— L’SBI è stata una mia idea e la contabilità è il mio campo — replicò Derek. — Quindi, visto che è la prima richiesta di aiuto che riceviamo, me ne occuperò io.
I suoi soci non erano contrari all’iniziativa, ma senza dubbio non si sentivano coinvolti quanto lui.
— Hai appena detto che non hai il tempo di festeggiare — fece notare Leland — e adesso lo trovi per questa cosa?
Lui scrollò le spalle. — Considerala un’offerta alle divinità degli affari che ci hanno permesso di aggiudicarci il contratto. Non dimentichiamoci mai di ringraziarle per la fortuna che continuano a portarci.
Tully sbuffò. — Tu e il tuo team avete lavorato giorno e notte per stendere il progetto che ha conquistato la Argon International. Non è stata fortuna, ma duro impegno.
Derek lanciò al suo socio un’occhiata ironica. — Proprio per questo ho voglia di risolvere un problema per cui servono solo una calcolatrice e il mio genio contabile.
Leland alzò lo sguardo dallo schermo del portatile, il volto sottile e intelligente acceso di divertimento. — Da come ha descritto il problema, Alice Thurber sembra tutt’altro che stupida. E quindi risolverlo potrebbe rivelarsi molto più complicato del previsto.
Il cellulare cominciò a suonare proprio mentre Alice versava l’acqua calda nella teiera di ceramica bianca e azzurra, strappandole un gemito. Era molto pignola sui tempi d’infusione, e quel tè a foglie larghe richiedeva quattro minuti e mezzo per produrre un risultato ottimale. Guardò il nominativo sullo schermo e gemette di nuovo. Doveva essere un cliente. Non poteva rifiutare la telefonata.
— Buonasera, chiamo per conto del dottor Derek Killion della KRG Consulting Group. Parlo con la signorina Alice Thurber? — chiese una voce femminile.
— Sì, sono io — replicò lei, cercando di apparire sicura e professionale.
— Resti in linea. Le passo il dottor Killion.
Un fremito di ansia e sorpresa l’attraversò. Derek Killion era la K della KRG. Non si aspettava che il suo piccolo problema attirasse l’attenzione dei pezzi grossi.
— Signorina Thurber, sono Derek Killion — disse una voce spiccia e baritonale. — Abbiamo ricevuto la sua richiesta di assistenza tramite la nostra Small Business Initiative. La chiamo per capire come posso aiutarla.
— Ma è fantastico… voglio dire, apprezzo molto il suo interessamento — balbettò lei. La voce di quell’uomo e...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. UN UOMO D’AFFARI
  4. 1
  5. 2
  6. 3
  7. 4
  8. 5
  9. 6
  10. 7
  11. 8
  12. 9
  13. 10
  14. 11
  15. 12
  16. 13
  17. 14
  18. 15
  19. 16
  20. 17
  21. Epilogo
  22. Ringraziamenti
  23. Copyright