Storia segreta della 'ndrangheta
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Storia segreta della 'ndrangheta

Una lunga e oscura vicenda di sangue e potere (1860 - 2018)

  1. 264 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Storia segreta della 'ndrangheta

Una lunga e oscura vicenda di sangue e potere (1860 - 2018)

Informazioni su questo libro

Se un tempo i suoi affiliati andavano a dorso di mulo, rubavano polli e vacche, e l'unica risorsa di cui disponevano era la violenza, oggi la 'ndrangheta è l'organizzazione criminale più ricca e più potente al mondo, con un fatturato annuo di diverse decine di miliardi di euro, in gran parte provenienti dal traffico internazionale di cocaina. Grazie alla sua enorme capacità di stringere relazioni con il potere, si è infatti radicata in quasi tutti i continenti e ha assunto una dimensione «globale», in un singolare connubio di tradizione e adattabilità, forza d'urto e mediazione, logiche tribali e cointeressenze politico-finanziarie. Ma è anche, incredibilmente, l'organizzazione mafiosa meno conosciuta, tanto che non molti anni fa, prima della strage di Duisburg in Germania (2007), era ancora considerata una versione casereccia e «stracciona» di Cosa nostra.

Eppure la 'ndrangheta ha una storia antica, che affonda le radici nella Calabria ottocentesca e nei suoi difficili, talora drammatici rapporti con il nuovo Stato italiano, ha attraversato indenne due guerre mondiali, il fascismo e la liberazione, grazie anche alle colpevoli omissioni e sottovalutazioni della classe dirigente e della magistratura, e si è sviluppata e rafforzata, cambiando pelle e diversificando la propria attività criminale, nella Prima e nella Seconda Repubblica, grazie alla debolezza della politica, delle istituzioni e dell'economia che con essa hanno scelto di convivere.

Spazzando via molti luoghi comuni e alla luce di una ricca mole di documenti e carte processuali, Nicola Gratteri, un magistrato che da trent'anni è in prima linea nella lotta contro la mafia calabrese, e Antonio Nicaso, scrittore e docente universitario che da trent'anni anni la studia e la analizza in ogni suo aspetto, ricostruiscono per la prima volta in dettaglio tutte le fasi evolutive della 'ndrangheta e raccontano come, lungo un'ininterrotta e feroce sequenza di delitti e omicidi, di violenze e sopraffazione, si è trasformata da cosca regionale eversiva e parassitaria in sistema di potere e di governo del territorio, che sta infiltrando e inquinando pericolosamente la politica e l'economia nazionale e internazionale.

Con questo libro che è, insieme, un grido d'allarme e una dichiarazione di guerra, Gratteri e Nicaso intendono farci capire quanto necessario sia combattere con ogni mezzo questo «mostruoso animale giurassico che non si estingue, perché sono ancora in tanti a proteggerlo, a tutelarlo e a legittimarlo», e spezzare quell'oscuro grumo di potere che continua ad alimentarlo.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2018
Print ISBN
9788804705239

NOTE

I. Il carcere di Favignana e il mito fondativo della ’ndrangheta

1. Alexandre Dumas, I Borboni di Napoli, 2a ed., Napoli, 1864, vol. III, p. 144.
2. Marco Monnier, La camorra, Lecce, Riproduzione in Edizione Argo, 1994, p. 40.
3. Valentino Abate, Un decennio di Carboneria in Sicilia (1821-1831), Roma-Milano, Società Editrice Dante Alighieri, 1904, vol. I, pp. 268-269.
4. Ivi, p. 148.
5. Isaia Sales, Storia dell’Italia mafiosa, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, 2015, pp. 58-59.
6. Arnold van Gennep, I riti di passaggio, Torino, Bollati Boringhieri, 2012.
7. Piero Messina, Onorate società. Mafie e massoneria, dallo sbarco alleato al crimine globale, cento anni di trame oscure, Milano, Bur Rizzoli, 2014, p. 31.
8. Nello Zagnoli, A proposito di Onorata Società, in «Quaderni del Mezzogiorno e delle isole. Quaderni calabresi», anno XIV, n. 42-43, novembre 1977, pp. 27-31.
9. Sales, Storia dell’Italia mafiosa, cit., pp. 57-58.
10. Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, Milano, Oscar Mondadori, 1968, pp. 152-153.
11. ASRC, Gran Corte Criminale, Sentenza a carico di Tripodi Giuseppe e Filastò Antonino, 26 febbraio 1846.
12. Eric J. Hobsbawm e Terence Ranger (a cura di), L’invenzione della tradizione, Torino, Piccola Biblioteca Einaudi, 2002. Nel saggio introduttivo, Hobsbawm ipotizza che molte «tradizioni che ci appaiono, o si pretendono, antiche hanno un’origine piuttosto recente, e talvolta sono inventate di sana pianta».
13. Antonio Zagari, Ammazzare stanca. Autobiografia di uno ’ndranghetista pentito, Cosenza, Edizioni Periferia, 1992, p. 27.
14. Ivi, pp. 28-29.
15. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, Dire e non dire, Milano, Mondadori, 2012, p. 12.
16. La mala vita a Palmi, in «Cronaca di Calabria», 11 marzo 1897.
17. Scrivono i giudici: «L’associazione … come ebbe a scovrirsi di poi, aveva uno statuto contenente tutte le regole, sia in rapporto all’ammissione di coloro, che intendevano prendervi parte ed indicati di poi col nomignolo di Picciotto, sia in rapporto agli obblighi inerenti, ed ai lucri e prebende, che si ripartivano a secondo i gradi …, ed in maniera che il segno distintivo denominato il Tatuaggio indicava proprio l’avvenuta ammissione». Dello statuto sequestrato a Seminara resta traccia in un articolo pubblicato su «Cronaca di Calabria» nel 1897. Oltre alle formule di affiliazione e quelle per formare e sformare la società, vengono descritte le cinque doti del neopicciotto: carte, coltello a punta, rasoio, politica e falsa politica. Segue un botta e risposta che il giornale così riassume: «– A che servono le carte? … A guadagnare qualche centesimo per i maestri. – … Essi hanno bisogno dei vostri centesimi? – … No, perché ne hanno migliaia, ma siccome hanno patito la galera e il ferro fanno molto conto dal mio centesimo. – … a che serve il coltello? – A difendere la mia persona e i miei maestri. – Ed il rasoio? – A punire gl’infami. – E la politica? – Per usarla coi maestri, coi compagni, e con chi la merita. – E la falsa politica? – Per usarla co[gl]i sbirri». Cfr. ASCZ, Corte d’Appello delle Calabrie, vol. 364, 31 maggio 1897 e «Cronaca di Calabria», 11 marzo 1897.

II. L’Unità d’Italia e la setta degli accoltellatori

1. Il tristo carcere di Reggio per Gaetano Borruto, Martire dell’Italiana Libertà, Reggio, presso Domenico Siclari, 1861, pp. 14-16.
2. ASRC, Gabinetto di Prefettura, inventario 34, busta 39.
3. Gaetano Cingari, Reggio Calabria, Roma-Bari, Laterza, 1988, p. 47. L’espressione è attribuita al prefetto di Reggio Calabria Giuseppe Corneo, succeduto a Raffaele Cassitto.
4. Pasquino Crupi, La ’ndrangheta nella letteratura calabrese, Cosenza, Pellegrini, 2013, p. 33.
5. Girolamo Giannotta, Da brigante a emigrante: tutta un’altra storia, Ravenna, SBC Edizioni, 2012, p. 174.
6. Vinc...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. STORIA SEGRETA DELLA ‘NDRANGHETA
  4. I. IL CARCERE DI FAVIGNANA E IL MITO FONDATIVO DELLA ’NDRANGHETA
  5. II. L’UNITÀ D’ITALIA E LA SETTA DEGLI ACCOLTELLATORI
  6. III. MALAVITA CALABRESE E POTERE STATALE, UN VENTENNIO DI COLPEVOLE SOTTOVALUTAZIONE
  7. IV. DA «MALFATTORI» A «DELINQUENTI»
  8. V. LA «PICCIOTTERIA»
  9. VI. IL CASO MUSOLINO
  10. VII. IL TERREMOTO DI REGGIO CALABRIA E L’ISTITUZIONE DEL «GRAN CRIMINALE»
  11. VIII. LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E IL FASCISMO
  12. IX. L’EVOLUZIONE CRIMINALE DELLA ’NDRANGHETA: SERAFINO CASTAGNA E L’OPERAZIONE MARZANO
  13. X. I NUOVI BUSINESS
  14. XI. IL SUMMIT DI MONTALTO E LA CREAZIONE DELLA SANTA
  15. XII. LA PRIMA GUERRA DI ’NDRANGHETA
  16. XIII. LA SECONDA GUERRA DI ’NDRANGHETA
  17. XIV. IL TRAFFICO DI DROGA
  18. XV. LA COLONIZZAZIONE
  19. CONCLUSIONI
  20. NOTE
  21. RINGRAZIAMENTI
  22. REFERENZE ICONOGRAFICHE
  23. Inserto fotografico
  24. Copyright