«Che diavolo vi è preso, Catchpool?» mi gridò nelle orecchie il sovrintendente Nathaniel Bewes.
«A cosa vi riferite, signore?»
Era da un po’ che sbraitava per le mie tante carenze, ma fino a quel momento si era tenuto sul vago.
«A ieri sera! Alla telefonata che avete fatto o, dovrei dire, che avete fatto fare da una donna per conto vostro!»
Ah, allora era per quello.
«Mi avete detto che la lettera a John McCrodden non è stata inviata da Poirot, e io ho abboccato! Be’, non abboccherò ad altre frottole, perciò evitate pure di rifilarmele. Sono stato chiaro? Vi ho mandato da Rowly McCrodden per sistemare le cose, e voi cosa fate, invece? Cospirate con Poirot per importunare ulteriormente il figlio di Rowly. No, non fate finta di non c’entrare niente con questa storia. So che Poirot è venuto qui a trovarvi…»
«Era qui per…»
«… e so che la donna che ha telefonato a John McCrodden, chiedendogli di fornire un alibi per il giorno in cui questo Pandy è morto, ha detto di parlare “per conto dell’ispettore Edward Catchpool di Scotland Yard”. Mi credete un imbecille? Non chiamava affatto per conto vostro, vero? Lo ha fatto per ordine di Hercule Poirot! Come voi, anche lei è un altro ingranaggio della sua macchina. Io non mi presterò a tutto questo, mi avete sentito? Vi prego, spiegatemi perché voi e Poirot siete decisi ad accusare un innocente di un omicidio che non è stato affatto un omicidio. Conoscete il significato esatto della parola “alibi”, Catchpool?»
«Sì, s…»
«Non significa dov’era qualcuno in un preciso istante. Al momento io sono nel mio ufficio a parlare con voi, per mia sfortuna, ma questo è il posto in cui mi trovo, non il mio alibi. Sapete perché? Perché non è stato commesso nessun omicidio mentre ero qui a parlare con voi. Non dovrei essere io a spiegarvelo!»
Per forza di cose si sbagliava, pensai. Da qualche parte nel mondo, verosimilmente, qualcuno stava commettendo un omicidio, o lo aveva commesso, da quando lui aveva cominciato a sbraitarmi contro una ventina di minuti prima. Più di un omicidio, con ogni probabilità, e il sovrintendente aveva una fortuna sfacciata a non rientrare in questo gruppo di vittime potenzialmente ampio e internazionale. Se fossi stato incline a perdere le staffe al punto da commettere un atto violento, senza dubbio sarebbe successo una decina di minuti prima. Ma a quanto pare, e con mio grande dispiacere, sono una persona in grado di restare calma mentre viene spinta sull’orlo di un precipizio finché qualcun altro non si stanca di gridarle contro.
«Perché John McCrodden ha bisogno di fornire un alibi quando la morte di Barnabas Pandy non è un evento di rilevanza criminale? Perché?» volle sapere Bewes.
«Signore, se mi permetteste di rispondere…» Mi fermai, e seguì un silenzio impacciato. Mi aspettavo che Bewes mi interrompesse.
«Se ieri sera è stata fatta una telefonata a John McCrodden, io non c’entro niente» proseguii. «Niente di niente. Se qualcuno ha usato il mio nome per scoprire dov’era John McCrodden il giorno in cui Barnabas Pandy è morto, posso solo pensare che… be’, che quella persona abbia sperato di sfruttare l’autorità di Scotland Yard per indurre McCrodden a parlare.»
«Dev’esserci dietro Poirot» disse il sovrintendente. «Poirot e qualcuno dei suoi piccoli aiutanti.»
«Signore, la lettera a John McCrodden non era l’unica. Ne sono state inviate quattro. Altre tre persone hanno ricevuto una missiva, firmata a nome di Poirot, anche se non è stato lui a scriverla, che li accusava dell’assassinio di Barnabas Pandy.»
«Non siate ridicolo, Catchpool!»
Gli dissi i nomi degli altri tre destinatari, uno dei quali era la nipote di Pandy, che si trovava in casa con lui al momento della sua morte. «Ieri ho parlato con Rowland McCrodden, come mi avete chiesto, ed era determinato a scoprire quanto più possibile sulla persona che ha inviato le lettere. Vuole che Poirot indaghi, perciò se Poirot ha davvero incaricato una donna di chiedere l’alibi di John McCrodden, potrebbe tornare… come dire… utile a Rowland McCrodden, a lungo termine. Se servisse a gettare luce sulla situazione, intendo.»
Il sovrintendente fece un sospiro. «Catchpool, secondo voi da chi ho saputo della chiamata a John McCrodden?»
Ero sollevato che Bewes avesse abbassato il volume della voce, finché non tuonò: «Da Rowly, ovviamente!» vicino al mio orecchio. «Vuole sapere perché ho permesso a qualcuno di Scotland Yard di chiedere un alibi a suo figlio anziché fare quello che avevo promesso di fare, vale a dire porre fine a tutta questa faccenda infernale! Potete dire a Poirot che John McCrodden molto probabilmente era in Spagna a dicembre, quando è morto Pandy. In Spagna! Non puoi uccidere qualcuno in Inghilterra se sei in Spagna, giusto?»
Inspirai profondamente e dissi: «Rowland McCrodden desidera capire cosa sta succedendo. Forse si è arrabbiato sapendo che il figlio ha dovuto fornire un alibi, ma sono sicuro che voglia ancora condurre una sorta di inchiesta finché non otterrà una risposta. C’è un unico modo per mettere fine a questa storia: scoprire chi ha inviato le quattro lettere, e perché. Se c’è una sola possibilità che Barnabas Pandy sia stato assassinato…».
«Se vi sento fare di nuovo questa insinuazione, Catchpool, non risponderò delle mie azioni!»
«So che la sua morte è stata archiviata come incidente, signore, ma se qualcuno crede che non lo sia stato…»
«Allora questo qualcuno si sbaglia!» In uno dei suoi stati d’animo più ragionevoli, e in circostanze che non avessero turbato “Rowly” Forca, il sovrintendente avrebbe accettato l’eventualità che fosse stato commesso un errore, che un crimine non fosse stato scoperto. Quel giorno, tuttavia, non aveva senso cercare di persuaderlo.
«Su una cosa avete ragione, Catchpool» disse. «Rowly vuole davvero risposte, e in fretta. Pertanto, finché questa storia non sarà sistemata, vi sollevo da qualsiasi incarico ufficiale. Assisterete Poirot per portare questa faccenda a una conclusione soddisfacente.»
Non capivo cosa provassi esattamente. Un tempo mi preoccupava non conoscere i miei sentimenti in determinate situazioni, ma di recente avevo deciso di considerarle comode opportunità per non provare un bel niente. Il sovrintendente aveva preso la sua decisione, discorso chiuso.
Quando riprese a parlare, scoprii che, oltre a prendere una decisione, aveva dato disposizioni concrete: «Troverete Poirot ad attendervi nel vostro ufficio». Bewes guardò l’orologio. «Sì, senz’altro sarà già lì a quest’ora. Dovete presentarvi entrambi nello studio di Rowly tra cinquanta minuti. Dovreste avere il tempo per arrivarci. Vada! Prima si risolverà questa strana faccenda, maggiore sarà la mia felicità.» Fece un sorriso inaspettato, come per allettarmi con un assaggio di quella che avrebbe potuto essere la sua felicità futura.
Poirot mi attendeva nel mio ufficio, come previsto. «Mon pauvre ami!» strillò quando mi vide. «Avete per caso ricevuto una lavata di capo dal sovrintendente?» C’era uno sfavillio nei suoi occhi.
«Da cosa lo avete intuito?» chiesi.
«Era pronto a rivolgere la sua furia contro di me finché non gli ho lasciato intendere che, se lo avesse fatto, me ne sarei andato senza indugi e non avrei offerto ulteriore assistenza al suo caro amico Rowland Forca.»
«Capisco» dissi stizzito. «Comunque, non dovete preoccuparvi. Alla fine si è sfogato per bene. Dubito che vi abbia parlato della Spagna, vero?»
«La Spagna?»
«John McCrodden sarà anche stato troppo testardo per fornire un alibi, ma suo padre ha detto al sovrintendente che probabilmente era in Spagna quando è morto Pandy.»
«Probabilmente? Nessun alibi solido contiene la parola “probabilmente”.»
«Questo lo so. Vi sto solo ripetendo quanto mi ha riferito il sovrintendente.»
Mentre lasciavamo l’edificio, Poirot disse: «È un’altra domanda da aggiungere alla lista: John McCrodden era in Spagna il 7 dicembre oppure no?».
Credevo che avremmo raggiunto a piedi lo studio di Donaldson & McCrodden, ma Poirot aveva provveduto a farci avere un passaggio in automobile. Quando partimmo, estrasse dalla tasca un foglietto di carta. «Ecco, questa è la lista» disse. «Una matita, per favore, Catchpool.»
Gliene passai una che avevo in tasca, e aggiunse l’ultima domanda in fondo alla pagina.
La lista era intitolata “Domande importanti”, ed era una cosa così profondamente tipica di Poirot che sentii svanire anche gli ultimi residui di stizza.
La lista era la seguente:
Domande importanti
1) Barnabas Pandy è stato assassinato?
2) In tal caso da chi, e perché?
3) Chi ha scritto le quattro lettere?
4) L’autore delle lettere sospetta davvero tutti e quattro? O sospetta solo uno di loro? O nessuno?
5) Se l’autore delle lettere non sospetta nessuno dei quattro, cosa voleva ottenere inviando le lettere?
6) Perché le lettere erano firmate a nome di Hercule Poirot?
7) Quali informazioni nasconde Peter Vout?
8) Perché Barnabas Pandy e Vincent Lobb erano nemici?
9) Dov’è la macchina da scrivere con cui sono state battute le quattro lettere?
10) Barnabas Pandy sapeva che stava per morire?
11) Perché Annabel Treadway sembra così triste? Quali segreti cela?
12) Kingsbury, il domestico di Barnabas Pandy, lo ha ucciso? In tal caso, perché?
13) Perché Annabel Treadway e Lenore e Ivy Lavington hanno deciso di non andare alla festa natalizia del Turville College?
14) John McCrodden era in Spagna quando è morto Barnabas Pandy?
«Perché sospettate di Kingsbury?» chiesi a Poirot. «E come mai la macchina da scrivere è importante? Una vale l’altra, no?»
«Ah, la macchina da scrivere!» Sorrise. Poi, come se avesse appena risposto alla mia seconda domanda, tornò alla prima. «Mi interrogo su Kingsbury alla luce di quello che ha detto Annabel Treadway ieri sera al telefono, mon ami. Se lei era nella camera di Ivy Lavington con Lenore e Ivy quando Monsieur Pandy è morto, allora solo Kingsbury era in casa e inosservato all’ora in questione. Se la morte è stata un omicidio, lui è l’assassino più probabile, non?»
«Suppongo di sì. Ma non trovate singolare che non abbia ricevuto alcuna lettera? È l’unico che aveva l’opportunità per commettere il crimine, eppure sono state accusate quattro persone senza tale opportunità.»
«Tutto ciò che è successo è estremamente singolare» replicò Poirot. «Comincio a credere di aver commesso un errore affrettando i tempi e pensando agli alibi…» Scosse la testa.
«È proprio un buon momento per dirmelo, dopo la batosta che hanno ricevuto i miei timpani.» Sentivo ancora la furia del sovrintendente echeggiare nella testa.
«Già, è deplorevole» disse Poirot. «Comunque sia, non dobbiamo rimpiangere ciò che abbiamo scoperto. Tutto si rivelerà utile, non ho dubbi. Ma adesso? Adesso è il momento di riflettere più a fondo. Per esempio, se Kingsbury è il nostro assassino, il fatto che non abbia ricevuto una lettera inviata a quattro persone innocenti potrebbe non essere affatto singolare.»
Gli chiesi cosa intendesse, ma rispose con un suono enigmatico e non aggiunse altro.
Allo studio Donaldson & McCrodden, mentre salivamo le scale, mi preparai al mio secondo incontro con Miss Mason. Non avevo allertato Poirot sul suo conto. Osai addirittura sperare in un passaggio più agevole in questa occasione, visto che Rowland McCrodden ci stava aspettando.
Ben presto rimasi deluso. La giovane donna dal volto roseo per poco non mi si gettò tra le braccia. «Oh, ispettore Catchpo...