Nella quarta dimensione
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Nella quarta dimensione

  1. 696 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Nella quarta dimensione

Informazioni su questo libro

A mezzo secolo dall'Ultima Battaglia sembra essersi creato un equilibrio tra terrestri e Trisolariani: i primi beneficiano della conoscenza degli invasori spaziali e stanno compiendo grandi progressi tecnologici, mentre gli alieni stanno assimilando la cultura terrestre. Pare che le due civiltà siano pronte per iniziare una convivenza pacifica, tra eguali, senza l'assurda minaccia della reciproca distruzione. Tutto cambia quando Cheng Xin, ingegnere aerospaziale ibernata all'inizio del XXI secolo, si risveglia. La donna porta con sé il ricordo di un programma ormai dimenticato, risalente agli albori dell'Epoca della Crisi, e la sua sola presenza potrebbe alterare il fragile equilibrio instauratosi tra terrestri e alieni. L'umanità riuscirà a raggiungere le stelle, o morirà nella sua culla?

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2018
Print ISBN
9788804703297
eBook ISBN
9788852090257

SECONDA PARTE

Età del Bronzo

Epoca della Deterrenza, anno 12

Adesso, la Terra si vedeva a occhio nudo dalla finestra panoramica dell’Età del Bronzo. Mentre la nave decelerava, chi non era in servizio si recò sul ponte aperto di poppa per osservare la Terra attraverso gli enormi oblò.
Da quella distanza, il pianeta somigliava ancora a una stella, ma già si notava una sfumatura azzurra nella sua luce. La fase di decelerazione finale era iniziata, e quando fu attivato il reattore stellare, i membri dell’equipaggio, fino a poco prima fluttuanti a gravità zero, cominciarono a discendere verso il basso come foglie d’autunno, atterrando infine sulle ampie lastre di vetro. La gravità artificiale generata dalla decelerazione aumentò gradualmente fino a raggiungere 1 g. Gli oblò, adesso, formavano il pavimento e le persone ora distese su di essi avvertirono il peso come se fosse l’abbraccio della Madre Terra davanti a loro. Le esclamazioni di gioia riecheggiarono nella sala.
«Siamo a casa!»
«Riuscite a crederci?»
«Vedrò di nuovo i miei figli.»
«Possiamo avere figli!»
Quando l’Età del Bronzo aveva lasciato il Sistema Solare, la legge aveva imposto il divieto di procreazione a bordo, a meno che non ci fossero state delle morti.
«Lei ha detto che mi avrebbe aspettato.»
«Sempre che la vorrai ancora! Sei un eroe della razza umana, adesso; avrai stormi di ragazze carine che ti faranno il filo.»
«Oh, è da un’era che non vedo gli stormi degli uccelli!»
«Non vi sembra che tutto ciò che abbiamo passato sia un sogno?»
«A me sembra di sognare adesso.»
«Io ho una paura folle dello spazio.»
«Anche io. Me ne andrò in pensione non appena torneremo. Comprerò una fattoria e passerò il resto dei miei giorni sulla solida terra.»
Erano passati quattordici anni dall’annientamento totale della superflotta terrestre. I sopravvissuti, dopo aver combattuto tra loro nelle due distinte battaglie dell’oscurità, avevano interrotto tutti i contatti con il proprio pianeta. Per un anno e mezzo, tuttavia, l’Età del Bronzo aveva continuato a ricevere trasmissioni dalla Terra, gran parte delle quali erano comunicazioni radio di superficie, ma alcune erano destinate allo spazio.
E poi, agli inizi di novembre dell’anno 208 della Crisi, tutte le trasmissioni terrestri erano cessate. C’era silenzio su tutte le frequenze, come se la Terra fosse stata una lampada spenta all’improvviso.

Nictoilofobia

Estratto da Un passato fuori dal tempo
Quando l’umanità scoprì finalmente che l’universo era una foresta oscura piena di cacciatori in agguato, il bambino che un tempo aveva gridato in cerca di attenzione accanto a un luminoso falò spense il fuoco e rabbrividì nelle tenebre. Anche solo una scintilla ora lo terrorizzava.
Durante i primi giorni, persino l’uso del telefono cellulare fu proibito, e le antenne di tutto il mondo vennero spente forzatamente. Una mossa del genere, che in passato avrebbe scatenato rivolte per le strade, venne accolta con ampio favore da tutta la popolazione.
A poco a poco, assieme alla ragione, anche le reti mobili furono ripristinate, ma si adottarono rigide limitazioni per quanto riguardava le radiazioni elettromagnetiche. Tutte le comunicazioni radio dovevano operare alla minima potenza e i trasgressori rischiavano di essere perseguiti per crimini contro l’umanità.
Gran parte della gente capiva di certo che tali reazioni erano eccessive e prive di significato. Il picco di emissioni dei segnali elettromagnetici nello spazio si era registrato durante l’era analogica, quando la televisione e le torri radio operavano ad altissimi livelli di potenza. Ma con l’affermarsi della comunicazione digitale, le informazioni presero a viaggiare tramite fili e cavi ottici, e le radiotrasmissioni dei segnali digitali giunsero a richiedere una potenza nettamente inferiore rispetto a quelli analogici. La quantità di radiazioni elettromagnetiche disperse nello spazio era diminuita in maniera così drastica che alcuni studiosi pre-Crisi paventarono l’incapacità della Terra di essere trovata dagli alieni amichevoli.
Le onde elettromagnetiche sono, per altro, il metodo più primitivo e inefficiente per trasmettere informazioni nell’universo. Le onde radio si attenuano e si degradano rapidamente nella vastità dello spazio, e gran parte dei segnali elettromagnetici emessi dalla Terra non poteva essere captata a più di due anni luce di distanza.
Solo una trasmissione come quella di Ye Wenjie, che aveva sfruttato la potenza solare come un’antenna, poteva essere intercettata da altri ascoltatori tra le stelle.
Con il progresso della tecnologia umana, si diffusero due metodi trasmissivi di gran lunga più efficienti: i neutrini e le onde gravitazionali. Queste ultime furono il principale strumento di deterrenza in seguito impiegato dall’umanità contro Trisolaris.
La teoria della foresta oscura ebbe una profonda influenza sulla civiltà umana. Quel bambino seduto accanto alle ceneri del falò dimenticò il proprio ottimismo e divenne solitario e paranoico, un emarginato nell’universo.

Età del Bronzo

Epoca della Deterrenza, anno 12

L’equipaggio dell’Età del Bronzo aveva attribuito la cessazione improvvisa di tutti i segnali terrestri all’avvenuta conquista del Sistema Solare da parte di Trisolaris. E così, l’astronave aveva accelerato, facendo rotta per una stella con pianeti terrestri distante ventisei anni luce.
Ma dieci giorni dopo, l’Età del Bronzo ricevette una trasmissione radio dal Comando della Flotta, trasmissione che fu mandata in simultanea anche alla Spazio Azzurro, all’altro capo del Sistema Solare. La comunicazione forniva un breve resoconto di ciò che era accaduto sulla Terra e informò entrambe le navi della creazione di un sistema di deterrenza come forma di minaccia contro Trisolaris. I due veicoli ricevettero l’ordine di rientrare sul pianeta immediatamente. Inoltre, la Terra aveva corso un grave rischio nel mandare quel messaggio alle navi perdute, un rischio che non avrebbe affrontato una seconda volta.
In un primo momento, l’Età del Bronzo non si fidò; non poteva essere una trappola architettata dai nuovi conquistatori? L’astronave da guerra smise di decelerare e chiese più volte conferma di quanto dichiarato. Nessuna risposta pervenne; il pianeta aveva ripreso il silenzio radio.
Proprio mentre la nave si preparava ad accelerare nuovamente via da casa, accadde l’inimmaginabile: un sofone si dispiegò sul vascello nelle basse dimensioni, stabilendo un canale di comunicazione quantistico con la Terra. Infine, l’equipaggio ricevette conferma di tutto ciò che era avvenuto.
I membri del personale scoprirono che, essendo tra gli unici sopravvissuti del massacro della superflotta terrestre, erano diventati gli eroi dell’umanità. Tutto il mondo attendeva il loro rientro col fiato sospeso. Il comando della flotta avrebbe conferito le più alte onorificenze militari a tutto l’equipaggio.
L’Età del Bronzo cominciò il viaggio di ritorno verso casa. Al momento, si trovava nello spazio esterno, a circa ventitré unità astronomiche dalla Terra, molto al di là della Fascia di Kuiper ma ancora piuttosto lontana dalla Nube di Oort. Poiché navigava quasi a regime massimo, la decelerazione consumò buona parte del combustibile di fusione e la velocità dovette essere ridotta al minimo. In quelle condizioni, il viaggio durò undici anni.
Mentre finalmente si approssimavano alla Terra, un puntino bianco apparve davanti a loro, ingigantendosi sempre di più. Era la Gravity, la nave mandata a incontrarli.
La Gravity era la prima astronave da guerra di classe stellare costruita dopo l’Ultima Battaglia. I veicoli dell’Epoca della Deterrenza non presentavano più un’anatomia fissa, ma erano composti da moduli multipli assemblabili in diverse configurazioni. La Gravity, tuttavia, costituiva un’eccezione. Era un cilindro bianco, così regolare da sembrare finto, come una figura geometrica proiettata nello spazio da un qualche software di modellazione matematica; un’idea platonica, più che qualcosa di concreto.
Se l’equipaggio dell’Età del Bronzo avesse visto le antenne gravitazionali sulla Terra, avrebbe capito che la Gravity ne era un’esatta replica. In effetti, lo scafo stesso era un’immensa antenna gravitazionale. Così come le sue gemelle sulla superficie del pianeta, la nave era capace di sfruttare le onde per trasmettere messaggi istantanei in ogni angolo dell’universo. Tale tecnologia, impiegata sia sulla Terra, sia nello spazio, costituiva il sistema di deterrenza della foresta oscura che l’umanità aveva messo in atto contro Trisolaris.
Dopo un altro giorno di navigazione, l’Età del Bronzo, scortata dalla Gravity, entrò nell’orbita geosincrona e attraccò lentamente allo spazioporto orbitale. L’equipaggio della prima nave poteva vedere l’immane folla brulicare sull’ampio habitat dello spazioporto; sembrava la cerimonia di apertura delle Olimpiadi o l’Hajj alla Mecca. Il veicolo avanzò in mezzo a una variopinta pioggia di fiori. La gente a bordo cominciò a scrutare la calca in cerca dei propri cari. Tutti parevano piangere di commozione e gridare di gioia.
Con un ultimo tremito, l’Età del Bronzo si arrestò. Il capitano presentò un aggiornamento di stato al Comando della Flotta e dichiarò la propria intenzione di lasciare a bordo un equipaggio ridotto, ma il comando rispose che la priorità era riunire subito tutti i membri del personale con le rispettive famiglie. Non occorreva che qualcuno restasse indietro. Un altro capitano salì sul veicolo insieme a una piccola squadra e i due gruppi di uomini si scambiarono abbracci commossi.
Dalle uniformi che indossavano, non si capiva a quale delle tre flotte spaziali appartenessero i nuovi arrivati, ma poi spiegarono che la neonata Flotta del Sistema Solare era diventata un’entità unificata, e tutti coloro che avevano partecipato all’Ultima Battaglia – compresi gli uomini e le donne dell’Età del Bronzo – sarebbero diventati delle figure chiave di questa nuova forza spaziale.
«Durante le nostre vite, conquisteremo Trisolaris e fonderemo un secondo sistema solare da colonizzare!» disse il capitano della flotta.
Qualcuno replicò che lo spazio era troppo spaventoso e preferiva restare sulla Terra. L’uomo rispose che era un loro diritto; essendo eroi mondiali, erano liberi di scegliere la propria strada. Nondimeno, si augurava che, dopo un periodo di riposo e recupero, l’equipaggio avrebbe cambiato idea. Lui per primo sperava di vedere quella celebre nave di nuovo in azione.
Il personale cominciò a scendere dal veicolo ed entrò nell’area abitabile dello spazioporto, passando per un lungo corridoio. Gli uomini si trovarono nel bel mezzo di una grande piazza. A differenza dell’atmosfera all’interno della nave, lì si respirava un’aria fresca e fragrante, come dopo un temporale. Con la sfera azzurra della Terra che ruotava alle sue spalle, la folla proruppe in gioiose grida di benvenuto, che riempirono l’ampio settore.
Su richiesta del capitano della flotta, il capitano dell’Età del Bronzo fece l’appello. Il capitano insistette poi di ripetere la procedura, per essere sicuri che tutti i membri fossero scesi dalla nave e risultassero presenti.
Dopo, piombò il silenzio.
La folla in festa attorno a loro continuò a danzare e agitare le braccia, ma non produceva più alcun suono. Si sentiva solamente la voce del capitano della flotta. Sul suo viso, c’era ancora un sorriso gentile, ma in quella quiete conturbante le sue parole suonarono taglienti come il filo di una spada.
«Vi informo ufficialmente che siete stati congedati con disonore. Da questo momento, non farete più parte della Flotta del Sistema Solare. Ma la macchia con cui avete lordato la flotta stessa non potrà mai essere cancellata! Non vedrete mai più i vostri cari, poiché loro non vogliono vedervi. I vostri genitori si vergognano di voi e i vostri coniugi hanno chiesto il divorzio molto tempo fa. Anche se la società non ha voluto discriminare i vostri figli, essi hanno trascorso il decennio passato crescendo all’ombra della vostra infamia. Vi disprezzano!
«Sarete immediatamente trasferiti nel sistema giudiziario della Flotta Internazionale.»
Il capitano se ne andò in compagnia della sua squadra. Allo stesso momento, la folla esultante svanì, rimpiazzata dall’oscurità. Alcuni riflettori in movimento illuminarono i ranghi di polizia militare schierata attorno all’Età del Bronzo. Piazzati su delle piattaforme rialzate lungo il perimetro del vasto spazio, i militari tenevano i fucili puntati su di loro.
Alcuni membri dell’equipaggio si voltarono e videro che i bouquet di fiori galleggianti erano veri, non erano miraggi olografici. Solo che adesso sembravano rendere omaggio a una gigantesca bara in procinto di essere seppellita.
L’alimentazione degli anfibi magnetici indossati dal personale venne staccata e la gente prese a fluttuare nel vuoto, come un gruppo di impotenti manichini-bersaglio.
Una voce gelida parlò da chissà dove. «Tutti i membri armati dell’equipaggio consegnino subito le armi. Se non collaborerete, non garantiremo la vostra incolumità. Siete in arresto per omicidio di primo grado e crimini contro l’umanità.»

Processo

Epoca della Deterrenza, anno 13

Il caso dell’Età del Bronzo venne portato in giudizio davanti a una corte marziale della Flotta del Sistema Solare. Sebbene le strutture principali della Flotta Internazionale si trovassero in prossimità dell’orbita di Marte, sulla fascia di asteroidi e in orbita gioviana, dato il grande interesse dell’Internazionale Terrestre per il caso, il processo ebbe luogo sulla base in orbita geosincrona.
Onde accogliere i numerosi spettatori terrestri, la base ruot...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Nella quarta dimensione
  4. PERSONAGGI
  5. Estratto dalla prefazione di Un passato fuori dal tempo
  6. PRIMA PARTE
  7. SECONDA PARTE
  8. TERZA PARTE
  9. QUARTA PARTE
  10. QUINTA PARTE
  11. SESTA PARTE
  12. Copyright