Good Omens
eBook - ePub

Good Omens

Le Belle e Accurate Profezie di Agnes Nutter, Strega

  1. 392 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Good Omens

Le Belle e Accurate Profezie di Agnes Nutter, Strega

Informazioni su questo libro

Presi separatamente Terry Pratchett e Neil Gaiman sono due semidivinità letterarie. Ma basta metterli insieme perché scoppi l'inferno! Sulla base delle profezie di Agnes Nutter, Strega, messe per iscritto nel 1655, il mondo finirà sabato prossimo. È per questo motivo che le temibili armate del Bene e del Male si stanno ammassando, che i Quattro Motociclisti dell'Apocalisse stanno scaldando i loro poderosissimi motori e sono pronti a lanciarsi per strada, e che gli ultimi due scopritori di streghe si preparano a combattere la battaglia finale. Tutto sembra proprio andare secondo il Piano Divino. Non fosse che un angelo un filo pignolo (ma giusto un filo, per carità) e un demone che apprezza la bella vita non fanno esattamente salti di gioia davanti alla prospettiva dell'incombente catastrofe cosmica...
Buona Apocalisse a tutti! è una favola surreale e dark, eccessiva e divertentissima, che ricorda molto il miglior Douglas Adams e i Monty Python al culmine della loro follia creativa, e le cui lodi saranno cantate sino alla Fine dei Tempi da tutti: devoti e dannati.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2018
Print ISBN
9788804686330
eBook ISBN
9788852089893

Sabato

Erano le prime ore di un sabato mattina, l’ultimo giorno della storia del mondo, e il cielo era più rosso del sangue.
Il fattorino della International Express affrontò la curva alla prudente velocità di cinquanta chilometri all’ora, scalò in seconda marcia e frenò in corrispondenza del ciglio erboso.
Scese dal furgone e si buttò immediatamente nel fosso per evitare di essere investito da un camion che sfrecciava a un’andatura di gran lunga superiore ai centoventi all’ora.
Si alzò, raccolse gli occhiali, se li infilò, recuperò il pacco e la cartelletta, si pulì l’uniforme sporca di erba e fango, e, ripensandoci, mostrò il pugno alla sagoma del camion che spariva all’orizzonte.
«Non dovrebbero lasciarli fare, maledetti camion, nemmeno un po’ di rispetto per gli altri autisti, lo dico sempre, io, lo dico sempre, fuori dall’auto sei un pedone anche tu…»
Scese dal marciapiede, scavalcò una siepe bassa, e si ritrovò sulla sponda del fiume Uck.
Seguì il corso del fiume con il suo pacchetto in mano.
Più in là era seduto un giovanotto vestito di bianco. Era l’unica persona in vista. Aveva i capelli bianchi, la carnagione pallida come il gesso, e se ne stava immobile come se stesse ammirando il panorama. Sembrava un poeta romantico, prima di essere fatto fuori da droghe e tubercolosi.
Il fattorino della International Express non capiva. Ai vecchi tempi, nemmeno troppi anni prima, ogni dieci metri sulla riva del fiume si trovava un pescatore; bambini che giocavano; coppie di innamorati che ascoltavano lo scorrere e il gorgogliare dell’acqua tenendosi per mano e tubavano alla luce del tramonto del Sussex. Lui l’aveva fatto con Maud, la sua signora, quando erano fidanzati. Era il luogo in cui loro venivano a tubare e, in una memorabile occasione, anche a svolazzare.
I tempi cambiano, rifletté il fattorino.
Che strano mondo. Prendi l’Uck, il fiume più incantevole di quella parte del globo, ormai ridotto a poco più di un glorioso scarico industriale. I cigni giacevano sul fondo, e i pesci erano venuti a galla.
Be’, è il progresso. Non si può fermare il progresso.
Nel frattempo, aveva raggiunto l’uomo in bianco.
«Mi scusi, signore. È lei il signor Chalky?»
L’uomo in bianco annuì, senza aggiungere parola. Non smise di ammirare il fiume, seguendo con lo sguardo una caratteristica scultura di fanghiglia e schiuma.
«È bellissimo» sussurrò. «È tutto davvero bellissimo.»
Il fattorino si ritrovò per un istante a corto di parole. Poi il suo sistema automatico si riprese. «Che strano mondo, eh, c’è poco da ridere, cioè, uno fa consegne in tutto il mondo e poi eccoci qui, proprio a casa, come dire, io sono nato e cresciuto qui nei dintorni, signore, e sono stato nel Mediterraneo, e a Des Omens, che è in America, signore, e ora eccomi qui, e questo pacco è per lei, signore.»
L’uomo di nome Chalky prese il pacchetto, ricevette la cartelletta, e firmò la ricevuta. La penna perdeva inchiostro, e finì per obliterare la firma dell’uomo. Era una parola lunga, iniziava per “I” o forse “P”, poi c’era una sbavatura, e finiva per qualcosa che avrebbe dovuto essere “–enza” e invece somigliava a “–ento”.
«Mille grazie, signore» disse il fattorino.
Tornò indietro seguendo il corso del fiume, di nuovo sulla strada trafficata in cui aveva parcheggiato il furgone, cercando di non prestare troppa attenzione al corso d’acqua.
Alle sue spalle, l’uomo in bianco aprì il pacchetto. Conteneva una corona e un cerchio di metallo bianco tempestato di diamanti. La fissò per qualche secondo, soddisfatto, poi la indossò. La luce del sole che sorgeva la faceva luccicare. Poi, il velo di ossido che all’inizio sembrava un’ombra la ricoprì completamente, e la corona diventò nera.
White si alzò. L’unica cosa che si può dire a favore dell’inquinamento atmosferico è che rende certe albe straordinarie. Sembrava che qualcuno avesse incendiato il cielo.
E un fiammifero gettato distrattamente sarebbe riuscito a incendiare anche il fiume, ma, ahimé, ormai non c’era più tempo. Dentro di sé sapeva già dove e quando i Quattro si sarebbero dati appuntamento, e che avrebbe dovuto sbrigarsi per arrivarci entro il pomeriggio.
Forse incendieremo davvero il cielo, pensò. E se ne andò via, in maniera quasi impercettibile.
Era quasi l’ora.
Il fattorino aveva lasciato il suo furgone sul ciglio d’erba della strada a due corsie. Fece il giro attorno al veicolo fino alla portiera del guidatore – con attenzione, perché dalla curva spuntavano altri camion veloci come proiettili – ci si infilò dal finestrino aperto, e sfilò dal portaoggetti l’itinerario delle consegne.
Ne mancava soltanto una, dunque.
Il fattorino lesse con attenzione le istruzioni sulla cedola di consegna.
Le rilesse, con particolare attenzione all’indirizzo e alla causale. L’indirizzo era una sola parola: Ovunque.
Poi, con la penna che ancora sbavava, scrisse un breve biglietto per Maud, sua moglie. C’era scritto soltanto: “Ti amo”.
Ripose l’itinerario sul cruscotto, guardò a sinistra, a destra, di nuovo a sinistra, e fece per attraversare la strada, deciso. A metà carreggiata, un autotreno tedesco spuntò dalla curva, guidato da un autista sovraeccitato da troppo caffè, piccole pastiglie bianche e disposizioni della Comunità Europea in materia di trasporti.
Guardò il carico che si allontanava.
Oddio, pensò, quasi quasi ci rimango.
Poi gettò uno sguardo verso il fossato.
Oh, pensò.
SÌ, confermò una voce dietro la sua spalla sinistra, o, meglio, dietro il ricordo della sua spalla sinistra.
Il fattorino si voltò, guardò e vide. Sulle prime non fu in grado di trovare le parole, di trovare niente, ma poi le abitudini lavorative di una vita intera ebbero la meglio, e disse: «C’è un messaggio per lei, signore.»
PER ME?
«Sì, signore.» Gli sarebbe piaciuto avere ancora una gola. Avrebbe potuto deglutire per la sorpresa, se avesse avuto ancora una gola. «Niente pacco, purtroppo, signor… Uh, signore. È un messaggio.»
DIMMI, ALLORA.
«Dice così, signore. Ehm. “Vieni e assisti”.»
FINALMENTE. Sul suo volto c’era un ghigno, ma, viste le sue fattezze, non poteva essere altrimenti.
GRAZIE, proseguì. LA TUA FEDELTÀ AL DOVERE È ENCOMIABILE.
«Signore?» L’ex fattorino stava precipitando in una nebbia grigia, e intravedeva solo due macchie blu, che sembravano due occhi, o due stelle distanti.
FAI FINTA CHE NON SIA DAVVERO MORIRE, disse la Morte, MA CHE SIA UNA SPECIE DI PARTENZA INTELLIGENTE.
Il fattorino ebbe solo un istante per chiedersi se quella del suo nuovo amico fosse una battuta, e decise che non lo era; poi non ci fu più nulla.
Rosso di mattina. Pioggia si avvicina.
Sì.
Il Sergente Shadwell fece un passo indietro, la testa inclinata su un lato. «Ecco qui» disse. «Sei pronto? Hai preso tutto?»
«Sissignore.»
«Pendolino?»
«Pendolino, sì.»
«Schiacciapollici?»
Newt deglutì, e diede un colpetto a una tasca.
«Schiacciapollici» disse.
«Esche per il fuoco?»
«Sergente, a dir la verità credo…»
«Esche per il fuoco?»
«Esche per il fuocoa» rispose Newt, con un velo di tristezza. «E fiammiferi.»
«Campana, libro e candela?»
Newt diede una pacca a un’altra tasca. Conteneva un sacchetto di carta al cui interno erano custoditi una campanella, di quelle che fanno impazzire i pappagallini, una candelina rosa che era stata su una torta di compleanno, e un piccolo libro intitolato Preghiere per i più piccoli. Shadwell lo aveva convinto che, per quanto il suo primo obiettivo fossero le streghe, un buon Cacciatore non doveva mai lasciarsi scappare l’occasione di praticare un esorcismo veloce, e doveva perciò avere sempre con sé un kit da campo.
«Campana, libro e candela» disse Newt.
«Spillone?»
«Spillone.»
«Bravo, marmocchio. Mai dimenticare lo spillone. È la baionetta della tua artiglieria di luce.»
Shadwell indietreggiò di un altro passo indietro. Newt fu sorpreso nel notare che gli occhi del vecchio erano lucidi.
«Mi piacerebbe seguirti» disse. «Certo, non sarà niente di che, ma sarebbe bello farsi ancora un altro giro. È una vitaccia, vedrai, strisciare tra le felci umide quando si spiano i loro balletti diabolici. Ti lascia brutti ricordi nelle ossa.»
Raddrizzò la schiena, e fece il saluto militare.
«E allora vai, Soldato Pulsifer. Che l’Esercito della Gloria marci con te.»
Dopo la partenza di Newt, Shadwell ripensò a una cosa. Una cosa che non aveva mai potuto fare, prima. Quel che gli serviva era uno spillo. Non uno spillone di quelli in dotazione all’Esercito, da usare contro le streghe. Un semplice spillo da appuntare su una mappa.
La mappa era sulla parete. Era vecchia. Non c’era Milton Keynes. Non c’era Harlow. A malapena ci si trovavano Manchester e Birmingham. Era la mappa del quartier generale dell’Esercito, da trecento anni. C’erano rimasti attaccati pochi spilli, soprattutto nello Yorkshire e nel Lancashire e qualcuno nell’Essex, ma erano quasi tut...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Buona Apocalisse a tutti!
  4. In principio
  5. Undici anni prima
  6. Mercoledì
  7. Giovedì
  8. Venerdì
  9. Sabato
  10. Domenica. (Il primo giorno del resto delle loro vite.)
  11. Copyright