
- 208 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Pupazzo all'attacco!
Informazioni su questo libro
« Dicono che Danny tornerà a reclamare la sua gatta.
Il suo fantasma infuriato verrà a riprendersi ciò che gli appartiene. » Quando giungono a Sea Urchin Cove per le vacanze, Shawn e sua sorella Violet sono pronti ad affrontare il loro strampalato zio Jack che, dopo aver lavorato a lungo come marinaio, si è dato a una stramba collezione: bizzarre scatole quadrate dai mille colori, con una manovella su un lato, da cui escono alcuni pupazzi. Ma all'improvviso questi prendono vita e trascinano i due fratelli in un'avventura… da brividi.
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Informazioni
Print ISBN
9788804706427eBook ISBN
9788852090370SIGNORE E SIGNORI, QUI È SLAPPY CHE VI PARLA
Credete che la storia stia per prendere una piega terrificante?
All’improvviso ho una sensazione di brividi alla nuca… o sono solo le termiti?
Ah-ah-ah.
Shawn e Violet faranno meglio a farsi una bella dormita. L’oceano ha in serbo molte sorprese.
Una volta ho preso una conchiglia e me la sono messa all’orecchio. Indovinate? Non ho sentito il rumore delle onde. Ho sentito una voce che diceva: «Slappy, sei il migliore! Slappy, sei un grande!».
Sono rimasto così sorpreso che mi ci è voluto un po’ per capire che la voce era la mia. Parlavo da solo! Ah-ah-ah.
Bene, gente, andiamo avanti con la storia.
6
QUELLA SERA FECI FATICA A ADDORMENTARMI.
In parte perché la giornata era stata piena di emozioni, ma anche per il rumore del vento che soffiava fuori.
Il rumore andava e veniva, come una specie di musica. Sdraiata a letto, con gli occhi chiusi e le coperte tirate su fino al mento, mi sembrava di sentire delle voci che cantavano. A un certo punto, proprio quando stavo per addormentarmi, sopra il sibilo del vento, mi sembrò che qualcuno mi chiamasse: “Violet, Violet…”.
Mi misi a sedere e tesi le orecchie. Ci fu un momento di silenzio e poi un’altra folata di vento colpì la finestra e mi sembrò di udire qualcuno che rideva. Una risata fredda e stridula.
Rabbrividii. All’improvviso mi sentivo gelare. Rimasi seduta sul letto, mezza addormentata, tenendo le coperte con entrambe le mani e stringendole forte quasi fossero una zattera che mi teneva a galla in mezzo alle onde. Come Danny Lubbins.
Perché mi era venuto in mente Lubbins?
Era per via della voce portata dal vento che sembrava sussurrare: «Violet, Violet, vieni a nuotare con me…».
«No…» dissi con voce strozzata.
Mi sdraiai e tirai le coperte sopra la testa. Affondai il viso nel cuscino. Non volevo sentire quelle voci. Non volevo sentire il lamento del vento.
Quando mi svegliai il sole era alto in cielo e il vento si era placato. I gabbiani stridevano fuori dalla finestra.
Feci per alzarmi e in quel momento vidi Celeste, acciambellata ai piedi del letto.
Alzò la testa, sbatté le palpebre e disse con la sua voce roca: «Buongiorno. Hai avuto degli incubi?».
7
SCROLLAI LA TESTA PER SVEGLIARMI DEL TUTTO e guardai la gatta che mi fissava con i suoi occhi verdi. Non riuscivo proprio ad abituarmi all’idea che parlasse. La sua voce mi fece rabbrividire, ma le diedi comunque il buongiorno.
Mi infilai un paio di pantaloncini rossi e una lunga maglietta bianca, mi spazzolai i capelli e scesi di corsa le scaletta. In cucina, Shawn era già seduto a tavola e lo zio Jim gli stava mettendo nel piatto una grossa frittata.
«Buongiorno, Violet» disse lo zio facendomi cenno di sedermi. Non si era pettinato e i suoi lunghi capelli bianchi ricadevano a ciocche intorno al viso arrossato. Indossava una maglia grigia piuttosto sporca e un paio di pantaloni bianchi troppo larghi.
«Questa mattina la cucina propone frittata con l’aragosta» tuonò con il suo vocione. «Accompagnata da pane tostato. Ci trattiamo bene qui! Scommetto che a casa non mangiate queste cose.»
«Di solito a colazione ci danno latte e cereali» disse Shawn.
Lo zio sorrise soddisfatto. «Hai dormito bene, Violet?» mi chiese servendomi la frittata.
«Non molto» risposi. «Il vento… mi sembrava di sentire delle voci… Mi sono un po’ spaventata.»
Lo zio si mise nel piatto la frittata rimasta e posò la padella. «Ci sono davvero delle voci portate dal vento» disse. «Sono quelle dei marinai che non sono mai tornati. Sono ancora vivi, Violet. I loro corpi giacciono in fondo all’oceano, ma le loro voci vivono, trasportate dal vento.»

Mi guardò aggrottando la fronte e continuò: «Mi sorprende che tu le abbia sentite già la prima notte. Forse hai un dono speciale, riesci a percepire cose che gli altri non sentono».
«Smettila, zio Jim. Mi stai facendo paura» dissi con un brivido.
Shawn aveva un pezzetto di frittata sul mento. Lo pulii con la mano. «Ho guardato fuori quando mi sono alzato» disse. «Ci sono delle onde enormi.»
«Volevo portarvi fuori in barca» spiegò lo zio. «Ma oggi non è la giornata giusta. L’oceano è arrabbiato, come dicono i marinai. Stamattina le onde hanno quasi rovesciato la mia barca.»
Misi in bocca un pezzo di aragosta. Non la mangiavamo mai a casa, nell’Ohio. Era morbida e deliziosa.
Celeste entrò in cucina con la coda dritta.
«Credo che ti sia fatta un’amica» mi disse lo zio. «Ho visto Celeste salire in camera tua ieri sera.»
«Sono rimasta sorpresa di ritrovarmela sul letto quando mi sono svegliata» dissi.
Celeste piegò la testa di lato e disse allo zio: «Ammiraglio, la mia colazione, per favore».
Lo zio prese un pezzo di frittata dal suo piatto e la mise nella ciotola di Celeste, che iniziò subito a mangiarla.
«Dovresti portare Celeste in televisione» disse Shawn. «O fare dei video. Diventerebbero subito virali.»
Jim lo guardò accarezzandosi i baffi e disse: «Virali? Come una malattia?».
«Shawn intende dire che Celeste diventerebbe famosa» spiegai. «È un gatto che parla! Ti farebbe diventare ricchissimo!»
«Credo che Celeste meriti una vita tranquilla» rispose lo zio guardando la gatta che leccava la ciotola ormai vuota. «Dopo trecento giorni in mare non credo abbia bisogno di altre emozioni. E per quanto riguarda la ricchezza, i miei ricordi sono la mia ricchezza, ora.»
La gatta guardò lo zio e chiese: «Ancora?».
Lui rise. «Celeste, non potrai mai diventare una stella della televisione se ingrassi troppo.»
Ci riempì i bicchieri di succo di mirtillo e disse: «Ho del lavoro da fare al faro stamattina. È ora di pulire la lanterna».
Guardò fuori dalla finestra e aggiunse: «Voi due potete fare un giro sulla spiaggia, se volete. Ma state attenti. C’è l’alta marea e le onde sono grosse. Gli scogli possono essere molto scivolosi».
Io e Shawn ci scambiammo un’occhiata. «Credo che rimarremo qui a esplorare il resto della casa» dissi. Sapevo che stavamo pensando tutti e due alla stanza con la porta chiusa.
«Buona idea» disse lo zio Jim. Finì il suo succo e aggiunse: «Dovrei essere di ritorno per pranzo. Dopo potrei portarvi a vedere l’oceano».
Perché la stanza proibita ci attirava tanto? C’erano così tante cose da vedere nella casa dello zio. Ci sarebbero voluti giorni per ispezionare tutti gli scaffali e i bauli. Così tante cose interessanti!
Ma la stanza proibita ci attirava come una calamita. Guardammo lo zio percorrere il sentiero di sabbia che portava al faro. Lo vedemmo aprire la porta di legno e scomparire all’interno.
Senza dire una parola, io e Shawn ci precipitammo lungo il corridoio verso la stanza proibita. Tirai la catenella e la luce sul soffitto si accese.
Il mio sguardo passò sopra i due forzieri nel centro della stanza, sugli scaffali colmi di oggetti strani e si fermò sulla porta con il lucchetto arrugginito. Il cuore mi batteva forte nel petto.
«Ehi, guarda questo» fece Shawn mostrandomi un oggetto verdastro che aveva trovato su uno scaffale. Mi avvicinai.
«Credi che sia una testa umana rimpicciolita?» chiese. La teneva per i capelli e me la faceva dondolare davanti al viso. Era grande più o meno come un pompelmo.
«Bleah… che schifo!» esclamai. «Sembra proprio una testa.»

«Rimpicciolita e rinsecchita» aggiunse Shawn. «Dove credi che l’abbia trovata lo zio?»
«Rimettila giù» dissi. «Sono certa che lo zio ci racconterà tutta la storia: a chi apparteneva la testa e come l’ha trovata.»
«Forte» commentò Shawn posando la testa sullo scaffale.
Attraversammo la stanza. Tenevamo gli occhi fissi sul vecchio lucchetto della porta.
«Vogliamo davvero andare avanti?» chiesi.
«Non possiamo farne a meno» rispose Shawn. «Odio i misteri, e li odi anche tu. Dobbiamo scoprire cosa c’è dietro que...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- CIAO A TUTTI, SONO SLAPPY!
- SIGNORE E SIGNORI, QUI È SLAPPY CHE VI PARLA
- SIGNORE E SIGNORI! QUI È IL VOSTRO SLAPPY CHE VI PARLA
- SIGNORE E SIGNORI QUI È SLAPPY CHE VI PARLA
- QUI SLAPPY
- Copyright