Heather, più di tutto
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Heather, più di tutto

  1. 128 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Heather, più di tutto

Informazioni su questo libro

Heather è bella, giovane, luminosa. Heather è la stella che attira ogni sguardo. La perfezione che scioglie ogni dolore. Heather è il sole attorno cui ruotano le vite dei suoi genitori, i Breakstone. Bobby invece vive in fondo a un universo privo di luce: un'esistenza randagia e violenta lontanissima da quella agiata di Heather e dei suoi. L'incontro di mondi cosí lontani costringerà ognuno di loro a porsi le domande fondamentali: cosa sei pronto a perdere per ottenere ciò che desideri? Cosa sei disposto a fare per proteggere ciò che ami? La vita della famiglia Breakstone ruota tutta intorno a Heather, la loro unica figlia: bella, dolce, piena di compassione per gli altri, sensibile e seducente. Agli occhi dei genitori, Heather possiede la compiuta perfezione di un orizzonte che tutto abbraccia, oggetto di un amore cosí assoluto che sembra in grado di redimere le loro esistenze di successo eppur mediocri: un matrimonio per caso e rassegnazione, un lavoro prestigioso ma non come quello degli amici, un appartamento grande ma non come quello dei vicini. Ma Heather no, Heather è unica, è solo loro. La vita di una famiglia come tante, che come tante è sospinta in avanti dall'abitudine e dalle norme sociali, attraverso le rarefatte e ansiose alte sfere. In basso invece, cosí in basso che sembra distante interi universi, c'è Bobby, un grumo di fallimenti e errori: quelli della madre drogata che l'ha messo al mondo nell'indifferenza; quelli della società che non sa offrirgli nessuna prospettiva che non passi per la violenza; quelli di Bobby stesso, che l'hanno condotto in carcere. Bobby e i Breakstone sono due atomi lontanissimi e diversi, apparentemente destinati a non incontrarsi mai: eppure il loro incontro sarà tanto imprevedibile quanto spiazzante, destinato a ribaltare qualsiasi aspettativa del lettore. Con il suo primo romanzo, Matthew Weiner conferma la sensibilità per il dettaglio capace di illuminare un destino dimostrata in Mad Men. Heather, pi ú di tutto possiede il passo asciutto e fatale del thriller sotto cui si nasconde un affresco sociale spietato degno della grande tradizione letteraria che da Richard Yates arriva dritta a Franzen. «Ad ogni singola pagina di questo pur breve romanzo, vibravo letteralmente di tensione in attesa dell'ineluttabile finale. Prima di arrivare al cuore del libro, ogni personaggio deve passare sotto l'affilatissima lama della scrittura di Weiner in un crescendo degno di un quadro di Bosch».
Nick Cave

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2017
Print ISBN
9788806234553
eBook ISBN
9788858427330

Tre

A cinquantacinque anni, Mark raggiunse il picco di disinteresse per la moglie proprio mentre la figlia entrava nella pubertà. In seguito Karen gli segnalò tutti i cambiamenti fisici di Heather, ma Mark non notava quasi niente a parte che stava diventando piú alta di sua madre. Quello che invece notò fu il disaccordo creatosi fra Karen e Heather, dapprima acceso e poi gelido, che gli provocava una tensione cosí forte da eclissare il fastidio che gli dava sua moglie. Mark vedeva crescere il senso di inutilità di Karen mentre la figlia diventava piú riservata e aggressiva nel difendere la propria privacy, ma per lui, che in generale passava meno tempo con Heather, fortunatamente non era cambiato molto.
*
Le loro uscite del fine settimana vennero cancellate piú di una volta, ma se Mark non reagiva Heather gli assicurava che sarebbero continuate o addirittura recuperava con una colazione al diner durante la settimana. E Heather era meno ostile nei suoi confronti, anche se non si confidava piú tanto da quando lui aveva rifiutato di condividere le sue critiche a Karen. Mark sentiva che partecipare a simili discussioni sarebbe stato peggio di un tradimento, e sapeva d’istinto che avrebbe aiutato di piú sua figlia comportandosi da padre piuttosto che da amico o confidente. Cosí parlavano dei film che avevano visto o di quanto era cambiata la città oppure, ancora piú importante, delle loro vacanze future, perché Mark voleva incastrarla nei suoi progetti con un investimento emotivo visto che non riusciva a immaginare un viaggio senza di lei.
Un mattino Heather gli chiese una tazza di caffè e Mark scoprí che non era piú una bambina. Karen detestava il caffè e pensò che sua figlia volesse solo sembrare matura, ma Mark temette che si trattasse di qualcos’altro. Ricordò che sua Sorella aveva cominciato col caffè la sua dieta terminale, passando poi a tazze di acqua calda che le davano un senso di sazietà e favorivano la sua equazione della magrezza, cioè il calcolo delle calorie consumate rispetto al tempo trascorso, in modo che ogni istante senza cibo diventasse un istante guadagnato verso l’annullamento della sua orribile persona.
Infine le permise di bere il caffè se lo prendeva insieme a un muffin o a qualcos’altro, e abbandonò del tutto il paragone quando la vide mangiare, notando che accoglieva il piatto con un entusiasmo che nessuna persona afflitta da un disordine alimentare poteva simulare. Heather gli ricordava sua Sorella per altre cose, soprattutto il passo dinoccolato, ma lei non guardava il proprio corpo con disgusto, e Mark capí che a differenza di sua Sorella che era morta di fame per evitare i seni, le mestruazioni e gli uomini, Heather sarebbe stata un’adolescente normale, e neppure quello lo consolò.
Presto sarebbero arrivati i ragazzi. Li aveva visti lungo la strada della scuola, alcuni con la cravatta allentata, gli altri con la felpa col cappuccio, una scia di deodorante speziato e i preservativi nel portafoglio, e sapeva che avrebbero tentato di saltare addosso a Heather per poi scansarsi in tutta fretta e chiamarlo «signore» se li avesse sorpresi. Mark sapeva che voleva diventare nonno e vederla felicemente sposata, ma un giorno in un modo o nell’altro sarebbe uscita dalla sua vita, e lui era cosí preoccupato per l’immediato futuro che temeva di sprecare le loro uscite del fine settimana scattando troppe fotografie e ripensando con nostalgia a fatti che stava vivendo in quello stesso momento.
Heather aveva imparato a fare un ottimo caffè, regolando il macinacaffè e risciacquando prima la caraffa con acqua bollente, e Karen aveva pensato di alzarsi presto per uscire a comprare le paste, ma poi capí che non era la benvenuta e preferí andarsene in palestra. Mark e Heather sorseggiavano e mangiucchiavano assonnati in modo routinario e silenzioso, ma insieme erano tranquilli e questo sembrava suscitare in Karen un’energica grettezza.
Per Natale Karen regalò a Mark una macchina per il caffè da milleduecento dollari fatta a mano in Italia, accompagnata da un video di istruzioni perché non funzionava mai due volte nello stesso modo. Mark si sentí emozionato e commosso finché Karen non lo avvertí che la macchina era troppo pericolosa per Heather e troppo complicata per lui, e che da quel momento il compito di preparare il caffè spettava a lei perché era l’unica che aveva visto la dimostrazione. Allora Heather disse: – Gesú, sei patetica –. E per la prima volta Mark le diede silenziosamente ragione.
*
Dopo tre anni e mezzo Bobby si ritrovò fuori dalle mura della prigione ma costretto a tornare a casa. Il New Jersey aveva una procedura di rilascio che non prevedeva l’assegnazione di soldi, vestiti nuovi, formazione professionale o spese di viaggio. Offriva invece l’inserimento negli elenchi per i sussidi statali e i buoni spesa, uno sconto sul biglietto dell’autobus o del treno e la possibilità di iscriversi alle liste degli elettori. La Madre di Bobby andò a prenderlo con una Jeep Cherokee appartenente al suo nuovo Ragazzo, un bell’ex greaser ubriacone. Arrivato a casa Bobby scoprí che la tv e il computer erano spariti, gli elettrodomestici della cucina non c’erano piú, la moquette era stata tolta e uno dei bagni era privo di sanitari. Stavano metodicamente smantellando la casa, barattando ogni pezzo con pillole che poi permutavano con eroina.
*
Sua Madre e il suo Ragazzo stavano quasi sempre al buio, perché tutte le lampade erano in camera da letto dove stavano cercando di coltivare marijuana. La vecchia camera di Bobby era rimasta come l’aveva lasciata, solo che adesso ci dormivano loro, e gli permisero di starci per un po’ senza pagare l’affitto finché non avesse ricevuto il sussidio. Le lenzuola macchiate di sangue e i bicchieri di plastica rossi gli rivoltarono lo stomaco quando si raggomitolò per dormire quella prima notte, troppo esausto per programmare qualcosa oltre a finire la bottiglia di vodka rimasta sopra la pila di guide telefoniche che serviva da comodino. Non si faceva una vera bevuta da anni, e mentre il calore gli si spandeva nel petto e gli saliva alla faccia si sentí pervadere dalla pace di non essere piú in prigione e ascoltò con le lacrime agli occhi il fruscio degli alberi fuori dalla finestra nel vento di fine inverno.
L’Agente di Custodia di Bobby faceva lunghi discorsi incoraggianti sulle occasioni da cogliere ed era sempre disposto a procurargli cinquanta dollari e un Big Mac. L’Agente era giovane, nero e molto sollecito da quando aveva scoperto che Bobby era uno skinhead solo in apparenza. Era persino intervenuto per fargli riavere il suo vecchio lavoro alla rivendita di legname, confermando che il crimine era aggressione aggravata e non furto e che il rilascio era avvenuto in termini positivi.
Un giorno Bobby dovette sedare una lite fra la Madre e il suo Ragazzo, poi si presentò dall’Agente con un occhio nero e gli rivelò che anche se la loro relazione era cominciata facendosi di eroina insieme, l’aggravarsi della dipendenza li costringeva a competere spietatamente per ogni dose. L’Agente disse che Bobby era un sopravvissuto e lo esortò ad andarsene di casa prima possibile.
Bobby gli aveva detto troppo, ma l’Agente voleva davvero aiutarlo e qualche settimana dopo, quando venne chiamata la polizia per un altro festino notturno finito male, insistette con decisione perché Bobby mettesse un po’ di soldi da parte e cambiasse casa. Come poteva «risorgere dalle proprie ceneri come la Fenice», gli domandò, se viveva in «un ambiente cosí corrotto?» Bobby sapeva che era vero e limitò le proprie spese a tre tute da lavoro, un buon paio di scarponi, il suo terzo dell’affitto e un paio di bottiglioni di vodka alla settimana.
*
La rivendita di legname non era cambiata, e Bobby entrava in contatto con le clienti solo seguendole con lo sguardo mentre giravano per i corridoi in cerca di lampadine o sigillante. Dal suo osservatorio in cima al muletto le vedeva gironzolare, erano chiaramente a caccia di uomini ma non trovavano nulla di quel che meritavano, tipo un rotolo di corda, un paio di guanti o lui. Lui faceva il bravo e non ne seguiva mai nessuna oltre il parcheggio, preferiva vagabondare nel vecchio quartiere, nascondendosi dietro le macchine o sdraiandosi in riva al fiume per prenderle con violenza nella sua immaginazione.
A Harrison erano andati a vivere insegnanti e artisti, cosí ora Bobby temeva di essere derubato solo dai tossici di casa e teneva i suoi duemilatrecento dollari nascosti nella fodera del giubbotto, che non si toglieva mai e che chiudeva persino nel bagno con sé quando faceva la doccia. A volte si spogliava e faceva scorrere l’acqua mentre contava le banconote e immaginava di trasferirsi da qualche parte dove c’erano ragazze, non solo ragazzi gay e vecchiacci polacchi, e forse in quel posto nuovo avrebbe comprato una macchina e affittato una stanza con un piccolo frigorifero dove tenere in fresco le bibite mentre guardava la tv.
*
A metà di luglio un temporale portò un caldo estremo e un’umidità soffocante, e la sua necessità di indossare il giubbotto divenne cosí sospetta che una notte il Ragazzo della Madre s’insinuò nella sua stanza e lo prese a pugni in testa fino a trasformare il suo sonno in incoscienza. Quando si svegliò, madido di sudore e frastornato, Bobby aveva perso un giorno di lavoro ed entrando in cucina trovò sua Madre in pieno sballo, con un occhio nero e la mano stretta intorno a una dose sufficiente per due giorni, tutto quello che le aveva lasciato il suo Ragazzo. Era cosí disorientata che malgrado il mal di testa Bobby riuscí a iniettarle l’intera dose e aspettare che avesse le convulsioni e perdesse i sensi prima di immergerla nella vasca piena d’acqua e incendiare la casa spargendo l’accendifuoco in soggiorno.
Da un letto del pronto soccorso, Bobby disse alla Polizia che si era svegliato nella casa piena di fumo dopo essere stato brutalmente picchiato e derubato dal Ragazzo di sua Madre. La Polizia, che aveva indagato su entrambi in numerose occasioni, concluse che si trattava di un esito inevitabile. Bobby decise di non sporgere denuncia e questo aiutò l’Agente di Custodia a trasferirlo altrove per la sua incolumità, mentre lui, che si era fatto furbo, evitò di dirgli che sperava di ammazzare il Ragazzo di sua Madre, o di vantarsi di essere effettivamente risorto da un incendio.
*
Quando si accorse che Heather, ormai tredicenne, stava cambiando, prima diventando piú alta e snella e poi mettendo su un po’ di seno, Karen intervenne con allegra sollecitudine e la portò a comprare dei reggiseni, rivivendo la propria adolescenza ed esprimendo la saggia opinione che si trattasse di cambiamenti per il meglio. Dietro la tenda da doccia trasparente che serviva da camerino nella boutique di reggiseni di Madame Olga, madre e figlia risero come amiche mentre la donna straniera metteva le mani a coppa sopra i seni di Heather e glieli spingeva in su per prenderle le misure in modo preciso e inconfutabile. Karen le comprò addirittura un buono regalo che piú avanti le avrebbe permesso di acquistare altri reggiseni senza trascinarsi dietro la vecchia Mamma.
Heather ricevette un cellulare e il permesso di rientrare a casa piú tardi, e venne persino accompagnata a Philadelphia per assistere a un concerto rock chiassoso e pieno di droghe. Eppure Karen si domandò se il suo magnanimo tentativo di prevenire la ribellione di Heather non l’avesse invece scatenata, perché la investí come uno tsunami poche settimane dopo. Doveri e telefonate ignorati, coprifuoco violato, cosmetici rubati, mentre l’igiene personale di Heather prima peggiorò e poi divenne estrema con due docce al giorno.
Nel corso dell’anno seguente Heather scoprí impieghi catastrofici per il suo nuovo potere, come mollare tutte le lezioni private e diventare cosí brava a fingere di non sentire che Karen la portò da un audiologo. Una sera, dopo essere stata rimproverata perché stava mangiando con le cuffie al collo, Heather si avviò con calma verso la sua stanza e sbatté la porta, dopodiché cadde il silenzio. D’un tratto tutte le conversazioni si trasformarono in chiacchiere irrilevanti, e nessun argomento, né il tempo, né le elezioni, nemmeno la minestra troppo salata, poteva essere affrontato con piú di una parola.
Quel silenzio metteva a Karen una tale ansia che neppure controllando per un mese il telefono della figlia addormentata riuscí a placare i propri timori. Piú tardi scoprí che a Heather erano venute le mestruazioni quando trovò una scatola di assorbenti sotto il lavandino nel bagno degli ospiti, e si rese conto che il discorso lacrimevole che aveva preparato sulle future meraviglie della maternità e dell’amore coniugale era scaduto da tempo, non lasciandole altro da offrire che consigli pratici come non buttare oggetti solidi nel water.
Fin dal primo giorno di scuola di Heather, Karen si era sempre fermata a chiacchierare con le altre mamme, donne in tuta da ginnastica piene di arie, impegnate a discutere se andare in questo o in quel caffè o se non andare affatto. Karen, benché potesse darsi piú arie di tutte, si allontanava da quegli incontri sentendosi inadeguata, incapace di esprimersi e inerme. Scoprí anche che se finivano per prendere un caffè o pranzare insieme restavano sempre in gruppo, e lei non sceglieva mai il ristorante e i suoi tentativi di portare la conversazione su certi argomenti o emozioni venivano sempre ignorati. E pur sapendo che se non ci fosse andata sarebbe diventata l’oggetto dei loro discorsi, e che quelle donne si sentivano insicure davanti a lei e si davano arie per nasconderlo, non riusciva a scacciare l’orribile sensazione di essere di troppo. Le sembrò meglio tenersi fuori da tutto, non candidarsi per l’associazione dei genitori e non offrire nessun contributo oltre i piatti di carta. Il suo aiuto sarebbe risultato sicuramente sgradito e inutile, e alla fine, prevedeva, non ricompensato.
I sospetti di Karen erano stati confermati quando, poco prima che Heather finisse le elementari, una delle mamme l’aveva invitata a una lezione di spinning. Mentre si avvicinavano alla palestra all’angolo della Ottantatreesima Strada e Third Avenue, la donna aveva suggerito con noncuranza che Mark e Karen coprissero l’intero costo della festa sui pattini e della cena danzante di fine anno. Sapeva che erano una famiglia impegnata, le aveva spiegato sorridendo, ma dovevano comunque dare un contributo alla scuola. Dopotutto non volevano certo mettere in imbarazzo Heather, vero? Karen era riuscita ad arrivare a metà della lezione prima che le sue pulsazioni superassero i limiti del monitor cardiaco della bicicletta, e se n’era andata in preda a quello che, come aveva scoperto in seguito, era un attacco di panico in piena regola.
Non riusciva ad affrontare da sola quella nuova distanza da Heath...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Heather, piú di tutto
  4. Uno
  5. Due
  6. Tre
  7. Quattro
  8. Cinque
  9. Ringraziamenti
  10. Il libro
  11. L’autore
  12. Copyright