
eBook - ePub
La disobbedienza civile
seguita da La schiavitú nel Massachusetts
- 80 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
La disobbedienza civile
seguita da La schiavitú nel Massachusetts
Informazioni su questo libro
Perché se lo stato è da sempre amministrato nell'interesse dei pochi continuiamo a non fare nulla? Se invade e schiavizza, perché, in nome di una legge che non ci rappresenta, dimentichiamo di essere uomini? Perché per convenienza non seguiamo piú il nostro senso di giustizia? Sono le domande fondamentali che si pone Thoreau in queste pagine. Domande che anche oggi ciascuno di noi dovrebbe farsi ogni giorno, per ricordarsi di essere prima un uomo e poi un cittadino. Perché solo tenendo fede alla propria umanità si potrà arrivare a fare la cosa giusta.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a La disobbedienza civile di Henry David Thoreau, Andrea Mattacheo in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Politica e relazioni internazionali e Politica comparata. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
Disobbedienza civile
Accolgo di tutto cuore il motto che recita: «È migliore il governo che meno governa»1 e vorrei diventasse a tutti gli effetti realtà il prima possibile. Di fatto non significa altro se non ciò in cui ho sempre e comunque creduto, ossia: «Il miglior governo è quello che non governa». Quando gli uomini saranno pronti, potranno organizzarsi cosí. Il governo è, perlopiú, un espediente; ma qualunque forma di governo è spesso, se non sempre, un danno. Le tante pesanti obiezioni sollevate contro l’esercito permanente – che meritano di essere ascoltate – possono in fondo essere poste anche contro il governo permanente. L’esercito permanente infatti è solo un’arma di quest’ultimo. In sé il governo non è che lo strumento con cui il popolo ha scelto di mettere in atto la propria volontà, ma tende comunque a degenerare e logorarsi prima che possa agire per suo tramite. Lo testimonia l’attuale guerra contro il Messico2: l’opera di un gruppo relativamente ristretto di individui che usa il governo permanente come fosse uno strumento di sua proprietà. Il popolo certo non l’avrebbe approvata.
Cos’è poi questo governo americano se non una tradizione, pur recente, che tenta di trasmettersi integra alle generazioni future, perdendo però attimo dopo attimo un po’ della sua purezza? Non ha la vitalità e la forza di un singolo essere umano; infatti un solo uomo può piegarlo al proprio volere. È una sorta di pistola giocattolo per il popolo. Eppure il popolo non la trova inutile, perché gli basta avere in mano un marchingegno complicato, o chissà cosa, e sentirne il fracasso, per poter credere che serva a qualcosa. I governi mostrano allora come gli uomini, per convenienza, possano essere soggiogati e anche soggiogarsi da soli. Bisogna ammettere che è un fatto eccezionale. Ma questo governo concretamente non ha mai incoraggiato nessuna grande impresa, se non togliendosi di torno in fretta. Il governo non mantiene il paese libero. Il governo non conquista il West. Il governo non educa. La naturale indole del popolo americano è la ragione di ogni suo successo; e si sarebbe spinta anche oltre, se il governo non si fosse intromesso. Perché il governo è solo un accorgimento attraverso cui gli individui dovrebbero lasciarsi lietamente in pace l’un l’altro; e, come già detto, è tanto piú efficace quanto a loro volta sono lasciati in pace i governati. Gli scambi e il commercio, se non fossero elastici come gomma, non riuscirebbero a rimbalzare oltre gli ostacoli che i legislatori mettono di continuo sulla loro strada; e se uno dovesse valutare i governanti soltanto dai risultati delle loro azioni, e non in parte in base alle intenzioni, meriterebbero di essere giudicati e puniti come quelle persone dispettose che gettano intralci sui binari della ferrovia.
Ma, parlando in termini pragmatici e da cittadino, a differenza di chi si definisce categoricamente antigovernativo, io non chiedo l’immediata abolizione del governo, ma esigo da subito un governo migliore. Lasciamo che ogni uomo sia libero di esprimersi su quale forma di governo gli incuterebbe rispetto; sarà questo il primo passo verso la sua costituzione.
Dopotutto, la ragione pratica per cui, quando il potere si trova nelle mani del popolo, si permette alla maggioranza di governare, e di farlo per lunghi periodi, non è perché la maggioranza abbia piú probabilità di essere nel giusto. E certo non è neanche perché sembri legittimo alla minoranza. Glielo si concede perché quelli in maggioranza sono materialmente i piú forti. Eppure un governo in cui la maggioranza comanda a prescindere non può dirsi fondato sulla giustizia, anche per quel poco che la conoscono gli uomini. Non possiamo avere un governo in cui non sono le maggioranze a stabilire a priori il giusto e lo sbagliato, ma le coscienze? In cui le maggioranze affrontano solo questioni alle quali è possibile applicare le regole dell’opportunità? Deve il cittadino, anche solo per un istante o in minima parte, lasciare che la sua coscienza si arrenda al legislatore? E allora perché ogni uomo è dotato di una coscienza? Io penso che dovremmo essere prima uomini e, poi, sudditi. Non si dovrebbe nutrire rispetto per la legge, ma per ciò che è giusto. Il solo dovere del quale posso con diritto farmi carico è di agire sempre seguendo quanto ritengo giusto. Si dice, verosimilmente, che una società non ha coscienza; ma una società di persone coscienziose è una società con una coscienza. La legge non ha reso gli uomini per niente piú onesti, anzi, nel tentativo di rispettarla persino quelli meglio disposti si rendono responsabili di ingiustizie ogni giorno. Una delle conseguenze inevitabili e piú evidenti dell’insensato rispetto per la legge si può osservare incrociando una fila di militari. Colonnello, capitano, caporale, soldati semplici, ragazzini addetti alla polvere da sparo e tutti gli altri, marciano in ammirevole ordine tra valli e colline verso la guerra, contro la loro volontà e, purtroppo, contro il loro buon senso e la loro coscienza, al punto da rendere ancor piú dura la marcia e da sentir palpitare il cuore. Sanno benissimo di prendere parte a una maledetta faccenda; e sono tutti inclini a vivere in pace. E quindi, cosa sono? Veri esseri umani? O fortini mobili e depositi per le munizioni da campo, al servizio di qualche uomo di potere senza scrupoli? Visitate l’arsenale della Marina e osservate un militare, il prodotto tipico di qualunque governo americano, o della magia nera di uno stregone: gli resta soltanto un’ombra, un pallido ricordo di umanità; un uomo apparentemente vivo, che si regge in piedi eppure lo si direbbe già sepolto con l’onore delle armi e un’orazione funebre, forse questa:
Non si udiva tamburo, né nota da funerale,Mentre con le sue spoglie correvamo verso i bastioni;Non un soldato ha esploso un colpo di congedoSulla tomba dove abbiamo sepolto il nostro eroe3.
Le moltitudini servono cosí lo stato: non come uomini prima di ogni altra cosa, ma come macchine, con i loro corpi. Sono l’esercito permanente, la milizia volontaria, i carcerieri, i poliziotti, i comitati civici per garantire l’ordine ecc. Per la maggior parte di questi ruoli non è richiesto il libero esercizio della facoltà di giudizio né del senso morale; questi uomini si mettono al livello degli alberi, della terra e delle pietre. E non si potrebbero produrre manichini di legno altrettanto utili allo scopo. Meritano il rispetto concesso ai fantocci di paglia o a un mucchio di concime. Hanno il genere di valore che si concede ai cavalli e ai cani. Eppure personaggi del genere sono di norma ritenuti buoni cittadini. Altri – come molti tra i legislatori, gli uomini politici, gli avvocati, i ministri e i funzionari – servono lo stato soprattutto con la loro testa. E facendo di rado distinzioni morali, hanno la stessa probabilità di essere al servizio del diavolo oppure, senza volerlo, di Dio. In pochi – eroi, patrioti, martiri, grandi riformatori, e uomini qualunque – servono secondo coscienza, e inevitabilmente si ritrovano perlopiú a opporsi allo stato; e sono quindi trattati spesso come fossero dei nemici. Un uomo saggio sarà utile solo nel suo essere uomo, e non si arrenderà a essere «argilla», né a «tappare un buco e tener lontano il vento»4, lasciando, al limite, quel compito alle sue polveri:
Sono nato troppo in alto per essere oggetto di possesso,Per essere il secondo in comando,O un utile servo e uno strumentoPer qualsiasi stato sovrano al mondo5.
Chi si dona interamente ai suoi simili sembra un inetto egoista. Ma definiscono benefattore e filantropo chi si concede solo in parte.
Un uomo, oggi, come deve porsi rispetto a questo governo americano? Io rispondo che non vi si può associare se non con disonore. Io non posso, nemmeno per un istante, legittimare quell’organizzazione politica come il mio governo se è anche quello degli schiavisti.
Tutti riconoscono il diritto alla rivoluzione; vale a dire, il diritto di rifiutare l’obbedienza al governo e di resistere quando la sua tirannia o la sua incompetenza sono tremende e intollerabili. Ma quasi tutti sostengono che al momento non ci troviamo in questa situazione. Le stesse persone pensano però che fosse cosí prima della Rivoluzione del 17756. Se qualcuno mi dicesse che quello era un cattivo governo perché tassava alcune merci straniere in ingresso ai porti, non lo riterrei forse un gran problema; di quella roba infatti avrei potuto fare a meno. Ogni macchina produce un certo attrito; e può darsi che sia in grado da sola di controbilanciarne la forza negativa. Sarebbe dannoso fomentare una rivolta solo per questo motivo. Ma quando l’attrito arriva a controllare la macchina, e l’oppressione e il furto diventano sistematici, io dico: sbarazziamoci per sempre di quella macchina. In altre parole, quando un sesto della popolazione – nella nazione che si è impegnata a essere il rifugio della libertà – è ridotto in schiavitú, e quando un intero paese è stato ingiustamente invaso e conquistato da un esercito straniero, e sottoposto alla legge marziale, penso che non sia troppo presto per gli uomini onesti ribellarsi e fare la rivoluzione. E il fatto che non sia il nostro paese a essere invaso, ma nostro sia l’esercito invasore, rende questo dovere ancora piú urgente.
Paley, secondo molti un’autorità in merito alle questioni morali, nel capitolo del suo libro dedicato al «Dovere di sottomissione al Governo» risolve ogni obbligo civile riconducendolo alla convenienza; e arriva a sostenere che «finché lo richiedono gli interessi dell’intera società, ovvero, finché il governo in carica non può essere contrastato o cambiato in modo pubblicamente opportuno, è il volere di Dio obbedirgli, senza spingersi oltre… Ammesso questo principio, la legittimità di ogni caso particolare di resistenza si riduce al calcolo, da un lato, dei danni e dei torti, e dall’altro delle probabilità e dei costi del cambiamento»7. Paley sostiene poi, a questo riguardo, che sarà dovere di ciascun individuo fare le proprie valutazioni. Ma non sembra però aver mai pensato a quei casi in cui non si applica la regola della convenienza: quando un popolo, o un singolo individuo, deve ristabilire la giustizia, a qualunque costo. Se ho ingiustamente strappato a un uomo che sta per annegare la tavola a cui è aggrappato, devo restituirgliela, a costo di essere io ad annegare. Questo, secondo Paley, non sarebbe conveniente. Ma chi vorrà salvarsi cosí la vita, la perderà8. Il nostro popolo deve smetterla di possedere schiavi, e di fare guerra al Messico, anche se ciò dovesse costargli la sua stessa esistenza di popolo.
Nella prassi i singoli stati ragionano come vuole Paley; ma davvero qualcuno pensa che il Massachusetts stia facendo ciò che è giusto in questo tempo di crisi?
Una sgualdrina d’alto bordo,una puttana vestita d’argento,solleva lo strascico da terrama trascina l’anima nella melma9.
Concretamente parlando, gli oppositori del processo di riforma nel Massachusetts non sono centomila politicanti degli stati del Sud, ma centomila commercianti e agricoltori delle nostre parti, che sono piú interessati al commercio e all’agricoltura di quanto non lo siano all’umanità, e non sono intenzionati a rendere giustizia allo schiavo e al Messico, costi quel che costi. Io non me la prendo con i nemici distanti, ma con quelli, vicino a me, che collaborano con loro e ne eseguono gli ordini, senza cui quei nemici sarebbero inoffensivi. Siamo abituati a dire che sono le masse a essere impreparate; ma il cambiamento è lento perché, di fatto, i pochi non sono piú saggi o migliori dei molti. Non ...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Introduzione. di Leonardo Caffo
- Disobbedienza civile
- La schiavitú nel Massachusetts
- Il libro
- L’autore
- Dello stesso autore
- Copyright