Lezioni di ballo per anziani e progrediti
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Lezioni di ballo per anziani e progrediti

  1. 152 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Lezioni di ballo per anziani e progrediti

Informazioni su questo libro

Lezioni di ballo per anziani e progrediti rappresenta uno dei risultati più originali della ricerca narrativa di Hrabal ed era l'unico suo grande libro non tradotto in italiano. In un inarrestabile monologo, un settantenne dalla buona memoria e dalla sfrenata fantasia racconta frammenti della sua vita ai tempi dell'Impero asburgico. I suoi ricordi di soldato «nell'esercito più bello del mondo», di operaio in una fabbrica di birra e di calzolaio per la ditta Salamander di Vienna si intrecciano con le storie di cappellani che scappano con qualche bella figliola, principi ereditari che si suicidano per amore, sfortunati cuochi militari che perdono la loro fasciatura nell'impasto per le salsicce, assassini seriali, donne vogliose e giovanotti che fanno figli a ripetizione ma «per prova»... Il tutto condito con strampalate massime attinte da un fantomatico libriccino intitolato Autoprotezione e igiene sessuale.

[Le Lezioni di ballo ] le avevano date a leggere a sei redattori, c'eravamo riuniti tutti quanti, e loro avevano detto che nell'insieme la cosa poteva anche andare, è chiaro che ha un'aria un po' sperimentale, ed è ovvio che ci sembra molto lungo, e dato che io sono sempre d'accordo con tutti, gli faccio: Giusto, lo pensavo anch'io da parecchio, facciamo così, in tutto non sono più di centotrenta pagine, e tra la prima e la centotrentesima noi una trentina-quarantina di pagine le facciamo scolar via. Bene, fanno loro, preciso così! E così io avevo fatto scolar via giusto il racconto Lezioni di ballo, e l'avevo fatto in maniera così precisa che di quel racconto era restato soltanto il titolo per il volumetto. E quello che era scolato via l'avevo fatto poi sgocciolare da un'altra parte.
Bohumil Hrabal (1969)

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2018
Print ISBN
9788806208035
eBook ISBN
9788858428092

Lezioni di ballo per anziani e progrediti

Non solo ciò che è superiore nasce, come si può ben immaginare, sempre e soltanto da ciò che è inferiore, ma – per quella che è la polarità e, soprattutto, la ludibriosità del mondo – ogni cosa nasce dal proprio opposto: il giorno dalla notte, la debolezza dalla forza, l’orrido dalla bellezza, la felicità dall’infelicità.
La vittoria non consiste che in continue batoste.
LADISLAV KLÍMA

Nota del Curatore.

Ci teniamo a precisare che ogni deviazione dalla norma a livello morfologico, grammaticale o sintattico, come anche nella trascrizione dei nomi, non è affatto casuale ma risponde fedelmente alle scelte dell’originale ceco. Le note al testo sono sempre del Curatore.
Cosí come faccio con lei adesso, signorina, allo stesso modo la cosa che piú mi piaceva era andarmene verso la chiesa appresso alle belle signorine, non che ci avessi una qualche particolare passione per la religione, ma il fatto è che lí, proprio accanto alla parrocchia, lí c’era una botteguccia, e in quel negozietto un tale Altman ci vendeva le macchine da cucire usate, i grammofoni americani col movimento a doppia molla e gli estintori marca Minimax, e quell’Altman c’aveva anche come secondo lavoro che rimediava per l’intero distretto certe belle sventolone che poi piazzava nelle osterie e nei locali notturni, e quelle signorine spesso da quell’Altman ci dormivano, in una cameretta sul retro, oppure quando arrivava l’estate quelle signorinelle si montavano una tenda in giardino, e al signor curato gli piaceva di venirsene a passeggiare lungo lo steccato, e quei bei bocconcini loro si portavano lí il grammofono e se ne stavano a cantare e a fumare, e rimanevano a abbronzarsi in costume da bagno, oh sí, davvero proprio una meraviglia, sembrava di starsene in cielo, era come in paradiso, per questo al signor curato gli piaceva di venire lungo lo steccato a farsi la sua bella ispezioncina, perché lui coi cappellani c’aveva sfiga, uno di quei suoi cappellani gli era scappato in Canada con sua cugina, un altro era passato alla chiesa cecoslovacca e si era sposato, mentre un terzo aveva invece oltrepassato ogni divieto imposto e aveva scavalcato lo steccato e era andato dalle sventolone che stavano lí a abbronzarsi, e si era a tal punto innamorato di una di loro che poi per via di quel suo amore infelice si era sparato, una rivoltella o una browning quelle sono armi che chiunque poi la va a scontare, noi quand’eravamo ragazzi ce ne eravamo fatta prestare una e avevamo incominciato a sparare contro lo steccato, come Conar Tolnes, poi mio fratello quella browning l’aveva tutta smontata e dopo non eravamo piú riusciti a rimetterla assieme, per la disperazione c’avevamo voglia di spararci, ma non eravamo stati capaci di rimetterla assieme la browning, e quella lí era stata la nostra fortuna, e cosí io, ogni volta che mi prendeva la voglia, andandomene verso la chiesa potevo venire qui appresso alle signorine, e arrivavo sempre tutto bello agghindato, coi pantaloni a righe, tipo impiegato di banca, e mi mettevo a sedere sul bossolo dell’estintore, come un diplomatico, il sole splendeva e quelle signorine se ne stavano lí in costume da bagno distese sulle loro coperte, come fossero un circolo di “Adoratori del sole”, erano in sei e se ne stavano distese sulla schiena con le braccia sotto quelle loro testoline cotonate, e fissavano apposta le nuvole, per lasciare quei loro corpicini in balía degli occhi maschili, io per il fatto che ero sensibile come Mozart e anche un adoratore del rinascimento europeo, io me ne stavo lí a slumarle come un coccodrillo, con un occhio puntato verso il giardino della parrocchia in direzione del curato, e con l’altro occhio a fissare le gambette accavallate all’altezza delle ginocchia, e quelle sventolone facevano ondeggiare in continuazione le loro caviglie sottili e io mi sentivo addosso tutto un formicolío, e a chi è che gli capita di ritrovarsi assieme a cosí tante belle figliuole? be’ solo l’imperatore, o il sultano, e cosí io a quello splendore di ragazze raccontavo del bel sogno che avevo fatto, di come avevo sognato che il panettiere metteva il pane nel forno e questo denota vincita alla lotteria, ma io il biglietto mica ce l’ho! certo, preso cosí di per sé, vedere in sogno una panetteria denota bagordi notturni, ma che bagordi e bagordi! Havlíček e Cristo, loro mai una volta a ridere, anzi proprio tutto il contrario, se ne stavano piuttosto sempre lí a piagnucolare, perché se uno dev’essere il rappresentante di qualche idea grandiosa, allora deve evitare di fare castronerie, Havlíček lui c’aveva un cervello di diamante che anche i professori davanti a lui se ne rimanevano basiti, e gli offrivano la cattedra di arcivescovo, ma lui era piú per la giustizia, un po’ di caffè e di minestra e poi nient’altro che lavorare per il popolo, per far diminuire l’analfabetismo, è solo alle persone degenerate che di notte gli vengono sogni del tipo: rivoltolarsi nel letame, si preannunciano per te tempi gioiosi, oppure: vedere nel sonno un vaso da notte, non ti sfuggirà un futuro agiato, certo signorine care, è proprio qui quell’energia, contare solo su se stesso e non sui propri genitori come faceva invece Manouch, che si accontentava del fatto che suo papà faceva il secondino, per cui lui non pensava ad altro che a sbronzarsi e a farsi le sue cattive esperienze, poi è chiaro che non ne escono che battibecchi, come ai tempi dell’Austria, quelle continue discussioni tra i socialisti democratici, i liberi pensatori e i clericali, da una parte c’erano quelli che pensavano che il mondo discendeva da una scimmia e dall’altra chi pensava invece che Dio aveva plasmato Adamo dal fango, e poi col suo intestino ci aveva fatto Eva, certo che avrebbe potuto approntarsela pure lei col fango e la cosa gli sarebbe venuta anche piú a buon mercato, del resto poi queste cose qui sono sempre dei gran casini, all’epoca il mondo era completamente disabitato, come una stella, ma le persone non fanno che ciarlare come giovani gazze, e si preoccupano di cose che non vale neanche la pena, certo che anch’io ce lo potrei pure fare un pensierino sulla graziosa figlioletta del presidente del consiglio, ma se la cosa non porta a niente che senso ha? facile immaginarsi come poi va a finire! verginesanta! il principe ereditario era tutto rovinato dalla sifilide e la Večerová gli aveva tirato una pistolettata e poi lei a sua volta era stata ammazzata dal cocchiere, certo, una cosa del genere la riesce a capire qualsiasi signorina, che insomma il suo sarebbe un destino da sepolta viva se il suo uomo c’avesse i gioiellini in cattivo stato, io quando servivo nell’esercito piú bello del mondo, io allo stabsarzt 1 gli avevo detto, signor dottore, sento qui un dolore al petto, e lui mi aveva risposto, giovanotto, anch’io lo sento, e ad averne centomila di persone come te, sconfiggeremmo il mondo intero! e mi aveva dato il massimo dei voti, e io ero il vincitore, e me ne andavo tutto tronfio come avessi azzeccato un terno secco, lui però mi grida dietro, ehilà! dato che ha del tempo a disposizione, accompagni la mia signora alla stazione, e sua moglie era davvero una gran sventolona, un assetto preciso uguale a Mařenka Zieglerová, una gigantessa tipo Maria Teresa, tutta agghindata come una regina, e per prima cosa mi aveva chiesto, è ancora scapolo? e poi mi aveva dato venti corone di mancia, ma io non le avevo prese, è una questione di cavalleria, Havlíček e Cristo nemmeno loro le avrebbero prese quelle venti corone, sapete, all’epoca ci tenevamo a farci la nostra bella figura, a me mi piaceva portare gli occhialetti a molla e, appuntata alla cravatta, un’onorificenza che aveva ricevuto il nonno di un mio amico nel salto in alto, quando gareggiava per la società sportiva Achilles di Brno, ma la cosa piú importante era averci i quattrini, coi quattrini all’epoca vi potevate permettere di tutto, anche le belle signorine, uno magari c’aveva la gobba, o gli era piombata addosso la vecchiaia, be’ coi soldi vi potevate comprare una bella sventolona, il mondo continua a girare sempre alla stessa maniera e io, anche se ho giurato fedeltà a imperatori e presidenti, io continuo a essere il vincitore, continuo ad avere delle mani magiche, come un chirurgo o un medico, un calzolaio ha sempre delle mani delicate e non per niente a me mi davano del professionista, Baťa in persona mi aveva spedito il decreto di nomina perché lavorassi da lui, perché rimettessi in piedi la sua ditta, la baronessa Břízová, che veniva da noi a prendere il latte, lei mi aveva sbirciato per un po’, poi aveva abbassato gli occhi e mi fa, ma non è mica anche lei un aristocratico? e lei era una nobildonna, il faccino uguale identico a quello dei gattini sulla cioccolata, sua figlia aveva sposato il giudice Just, proprio un gran bell’uomo, quello che ai furfanti e agli ubriaconi gli affibbiava sempre delle condanne pesanti, e il Tónek degli Opletal aveva affibbiato al giudice una sberla per via del fatto che lui gli aveva affibbiato tredici mesi per via del fatto che nel corso di una discussione accademica lui aveva squarciato la gola a Říha, per cui Cristo, dottore delle nazioni tutte, sostegno dei poveri, lui già allora sapeva bene che l’uomo c’ha la tendenza alle carognate, e poi immediatamente dopo alle lacrime, e proprio per questo lui aveva avuto quella forza e si era caricato per tutti sulla schiena quella trave, e totalmente distrutto e in un lago di sangue se l’era trascinata per due chilometri sul Golgota, ancora oggi i parroci non sanno raccapezzarcisi, e ai bambini preferiscono raccontare della santa Trinità, che il padre è il proprio figlio e il figlio è il proprio padre e che sono tra loro in corrispondenza con l’aiuto di una colomba, una confusione da farvi scricchiolare il cervello, come se per i parroci fosse ancora poco tutto quello che già si trovano a ascoltare durante la confessione, tutte quelle confusioni con figli illegittimi e patrigni, ma queste cose qui però alla gente non gli piacciono, perché quello che Cristo voleva era l’amore per il prossimo, la disciplina, non certo mica l’amore su un canapè come in genere gli capita di confondersi ad alcuni di questi imbecilli, folli dementi col cervello in pappa, io invece posso andarmene fiero, io che conoscevo Havlíček a memoria e nel mio mestiere di calzolaio ero un ingegnere dei piedi umani, fare perbenino le impunture alle scarpette con lo spago bianco, e i chiodini non devono andarsi a conficcare nei talloni, io che usavo la colla marca Elbet & Gumidrabant fatta con le unghie degli elefanti, sono però gli idioti e gli alcolizzati a dominare l’opinione pubblica mondiale, ma che ci provino loro a rifare quello che riusciva alla buonanima di Masaryk, ancora a settant’anni lí a fare la verticale su un cavallo, o come quei monaci in Tibet che si sono costruiti una centrale elettrica e lí nel monastero ci illuminano il loro Budda vivente, un frugoletto piccolo piccolo, o come il professor Einstein che ha inventato un sommergibile con l’atomo, o i russi che fanno prove di volo attorno alla terra con la propulsione a getto, e sfrecciano cosí veloci che, appena il tempo di decollare, e già devono mettersi a frenare, per cui uno sfaccendato che stava lí aveva detto che non è poi cosí lontano il tempo che, durante uno di questi viaggi attorno alla terra, un aereo a reazione come quello riuscirà a vedersi la coda, e che poi la gente su un arioplano del genere ci salirà e immediatamente ci ridiscenderà giú, si viaggerà cosí veloci che la cosa migliore sarà restarsene seduti a casa propria, la questione principale per le persone è però sempre di non viversene in una stalla e di portare mazzi di fiori alle sventolone, una volta il nostro parroco non riusciva a pisciare e il dottor Karafiát gli fa, io però glielo avevo detto, solo terreni pianeggianti e niente carne e vino, un’altra tipa invece dopo aver partorito si era subito ingurgitata un paio di würstel e il dottore giú a cercare di convincerla, ma mi si è rimpinzata di mele o cosa? e poi al marito gli aveva fatto una bella lavata di capo, che una puerpera i würstel lei non deve ma nemmeno guardarli, e al marito gli aveva fatto anche un cristere, io invece quando ero andato dal dottor Karafiát per via del verme solitario, lui mi aveva subito segnato una dieta e mi aveva consigliato di mettermi seduto nel latte, un altro mi avrebbe sbattuto fuori, e invece il dottor Karafiát mi fa, già cosí subito al primo sguardo vedo che lei è tutto eccitato e che non sembra quindi molto a favore del sacramento del matrimonio, il diavolo però ci aveva messo lo zampino, perché era giusto il giorno del mercato e sulla piazza una vecchia stava divorandosi una salsiccia di fegato quando il cane del dottore se n’era scappato e aveva tranciato via alla vecchia la sua salsiccia ivi compreso il labbro, per cui il dottore alla vecchia aveva dovuto ricomprarle un’altra salsiccia di fegato e darle anche una bella ricucita al labbro, perché quella era arrivata da lui tutta quanta in lacrime, all’epoca le persone si comportavano con galanteria nei confronti delle donne, un professore mi disse, non siamo stati capaci di apprezzare l’Austria, non siamo stati capaci di apprezzare i postriboli, agli uomini lí da noi la forza in eccedenza li rendeva nervosi, Gruléšek bastonava la moglie con gli hamovníky altrimenti detti «gatti», che era poi il nome con cui si indicavano le catene per tenere assieme i cumuli di legna, e l’avvocato Kir, quello che aveva fatto da mediatore per la nostra casa e si era costruito una villa accanto al tribunale, con fontane a zampillo, palme e una colonna di marmo con sopra Eva nuda col mondo sotto ai piedi e un giardino di rose tutt’intorno a lei, insomma quell’avvocato si era sparato un colpo per via del fatto che la sua mogliettina gli aveva preferito uno studente povero, come fossimo in qualche operetta, certo, le ricche mogliettine sono sempre colme di romanticismo, a me mi facevano certe proposte da farmi venire i brividi, ma sicuro che vi farò delle belle scarpette, mi metto qui sugli occhi queste lenti d’ingrandimento, scarpine modello KB, con finte cuciture, fodera bianca e tramezze bianche, quadrupla raffilatura e modello Derby-Pariser, un paio con fasciole bianche e tacchi laccati, tacchetti da due centimetri, e occhielli nichelati e gancetti di celluloide, perni di ottone e viti pure quelle di ottone, per far sí che le suole tengano, e poi a ognuna di voi farò anche un paio di scarpette di riserva per l’autunno e un paio per l’inverno, e all’interno ci mettiamo a vostro piacimento una pelliccia d’agnello rossa o gialla, e poi ancora un paio di scarpe per la montagna e un paio invece semplici semplici per andarci sui prati, con una fasciola rossa e le suolette bianche, oppure in pelle di capretto col bordino alto cosí, e laccate verdi, farò una capatina a Vienna dalla ditta Salamander, quello che è il centro del mondo della calzatura, distribuito su cinque piani, ci andrò a prendere le vernici Maitzen, vernici di mastice, delicate come il volto di una bella sventolona, il centro del mondo della calzatura, la ditta Salamander, con una salamandra nel marchio, mentre la ditta Mercedes nel marchio ci teneva una scimmietta, e su piedistalli in vetro c’erano scarpette create da straordinarie mani umane, ogni piano illuminato da una luce di un colore diverso, il conte Zelikowski una volta d’inverno era piombato in groppa al suo stallone sulla piazza d’armi come un cacciabombardiere, sui baffi la brina, e anche il cavallo era tutto ricoperto di brina sulla criniera, un conte famoso per la sua brutalità, e una vecchia mi aveva chiesto dov’è che prestava servizio suo figlio, che gli aveva portato delle focaccine, e era apparso il conte Zelikowski sul suo stallone e si era messo a urlare, negadaj z babami 2 figlio di una puttana! e mi aveva assestato una scudisciata col suo frustino, e travolgendo la vecchia si era allontanato al galoppo sullo stallone in quel gelo da venti gradi, io ero lí di sentinella, avevo ventun’anni, un’energia che da sola sarebbe bastata a illuminare Praga per un’intera settimana, ancora oggi mi sento il diavolo in corpo quando vedo quella garanzia della felicità matrimoniale, un corpo femminile ben sviluppato, all’epoca quelli del Sokol mi avevano ondulato i capelli e mi avevano prestato la loro divisa, il prato era tutto pieno di sokol, sugli alberi sventolavano le bandiere e a me quella divisa mi stava proprio a pennello come al nostro presidente, una fila di bianchi destrieri e poi dietro di loro un’altra fila di cavalli bai, e per causa mia due sventolone si erano ridotte l’un l’altra le bluse a brandelli, io però mi ero fatto una cultura grazie al libriccino del signor Batista e sapevo che uno per il quale non vi è nulla di sacro, lui facilmente scivolerà nel peccato, e che alcune donne c’hanno un debole per l’amore mentre altre invece per i quattrini, e altre ancora per entrambi, e talune invece c’hanno la tendenza alla dissolutezza, ovverosia agli amorazzi, e altre ancora agli artisti, è ovvio che il matrimonio, quello dev’essere cosí come si auspica il maestro Jan Hus, ragazza, non porgere mai a un giovanotto la tua gamba fintanto che non comprendi di che pasta è fatto, anche se poi la cosa migliore è badare al senso ultimo delle parole che ci si confida, per questo gli indiani tengono in chiesa un toro e gli si genuflettono davanti, la Sibilla, quella che aveva predetto la morte di Gesú Cristo, lei aveva esitato a attraversare il Giordano su una tavola di legno poggiata lí nell’acqua, e si era inchinata dinanzi a quel legno di cedro, e le sue amiche tutte a chiederle perché mai non voleva continuare oltre, e lei aveva risposto che un giorno da quella tavola in legno ne avrebbero ricavato una croce, per cui aveva preferito attraversare l’acqua a piedi nudi, con la veste stretta nel pugno, e in quella tavola di legno c’era già inscatolata dentro la croce, e la Sibilla sapeva che sarebbe venuto Cristo e avrebbe insegnato alle persone che sono fratelli, a tal punto arrivava la sua saggezza, un assetto preciso uguale come san Venceslao, lui che gli piaceva coltivare l’uva, e si muoveva su un bianco destriero con indosso una camiciola bianca e distribuiva i quattrini ai poveri, come fosse la previdenza sociale, i cinesi dal canto loro credono invece nel dio della forza e dell’amore, per questo il loro dio ha un anello dorato al naso e la bocca come uno squalo, un ciccione rigonfio tutto placcato d’oro, una cosa da pigliarti paura, mentre invece i negri sono piuttosto dei poeti, loro credono solo a come rimpinzarsi, e schiamazzano e zompano di qua e di là, e il loro re se ne sta seduto nudo sul trono con in mano un forcone, e la loro regina indossa solo una sorta di straccetto, per impedire che le mosche le si posino sul cinematografo, e quando a loro muore qualcuno, loro una metà la seppelliscono mentre l’altra se la pappano, per cui l’esploratore signor Holub aveva preferito filarsene via da loro in bicicletta, e le popolazioni della Terra del Fuoco e i Butakuti e gli Arabel e i Matabel subito tutti a inseguirlo, ma anche se avevano dei buoni polmoni ugualmente non erano riusciti a raggiungerlo, e non facevano che gridare dietro all’esploratore Holub, uomo sopra serpente! e i ciclisti si erano lanciati in direzione di Varsavia e lí a vincere era stato Krula, ventidue anni, l’età precisa che avevo anch’io quando a Prostějov me ne stavo davanti alla ditta Weinlich, il fornitore di corte che in alto sopra l’ingresso c’aveva un’aquila, un ebreo, gli occhialetti d’oro a molla e tutto agghindato e improfumato, e aveva con sé un libro e si stava fumando un sigaro cubano, era come quando entrate all’università, e i suoi due vice, Fogl e Vertsberger, anche loro erano tutti improfumati come professori, e io davanti a loro me ne stavo lí che sembrava di trovarmi davanti a una giuria, con in mano un paio di scarpe come saggio delle mie capacità e Weinlich dice, queste scarpe le ha fatte lei? e quante dozzine riesce a produrmene in una settimana? e io avevo detto due dozzine, per cui si erano complimentati in tutta fretta con me, mi avevano dato in tutta fretta la pelle di capretto di montagna e la vacchetta e mi avevano detto, si spicci che altrimenti arriva in ritardo al treno, e io me n’ero andato via come Montgomery, il modesto vincitore di Tobruk, l’enorme onore di lavorare per un fornitore di corte è lo stesso come lavorare oggi con uno insignito dell’Ordine del lavoro, un fornitore di corte lui c’aveva le medaglie e sull’insegna un’aquila con le ali spiegate, Kafka & Dvořák cucivano vestiti e scarpe all’imperatore, e anche agli arciduchi, la specialista in insaccati era invece la Vymětal & Popelka, una vetrina piena zeppa di prosciutti tra piccoli abeti e asparagus, un mio amico era proprio un mago a confezionare i frac, avevo invitato da me suo fratello per riprendersi un po’ in mezzo alla natura, ma lui invece si era preso una tale sbornia di slivovice che dovemmo quasi distendercelo nella ricotta per impedire che morisse, e lui lavorava dal fornitore di corte Kafka, nello stemma lui c’aveva dei pantaloni verdi e varie medaglie d’oro, era lí che il generale von Wucherer si era fatto cucire una giubba celeste per il Corpus Domini, ma il colletto dorato non gli stava su bene, per cui si era presentata lí la sua mogliettina, la generalessa, una citrulla precisa uguale come Maria Teresa, ma il vecchio Kafka, nervoso come un compositore, lui l’aveva agguantata e se l’era trascinata a terra per tutto il forhauz 3 e urlava, se stava su bene a migliaia di persone, allora dovrà star bene anche a quel gran fico del suo freiherr 4, per cui lei mi capisce, è per questo che me ne vado tanto spesso al cimitero, e i giovani invece di lavorare se ne stanno a schiacciare un pisolino sotto qualche lapide, mentre io a settant’anni me ne sto qui a fare il diavolo a quattro con lei, cosí come faceva l’imperatore con la Schratt, e mi prendo anche la licenza di farle un paio di scarpette rosse di co...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Sul filo sottile di una memoria delirante di Giuseppe Dierna
  4. Lezioni di ballo per anziani e progrediti
  5. Appendice al testo
  6. Note
  7. Il libro
  8. L’autore
  9. Dello stesso autore
  10. Copyright