Pacific Palisades
eBook - ePub

Pacific Palisades

  1. 88 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Pacific Palisades

Informazioni su questo libro

L'idea è tanto semplice quanto forte: esiste uno scambio di amore e di dolore tra noi e il mondo, tra noi e gli altri, e questo scambio avviene attraverso il muro che ognuno di noi è. Un baluardo che è anche una valvola, un filtro: una palizzata pacifica. Dario Voltolini - una delle penne piú originali e fieramente isolate della letteratura italiana - ha scelto la forma del racconto in versi per compiere insieme a chi legge un viaggio intimo e universale nel tempo e tra le parole. «L'onda scende lungo gli anni
e passa dentro le persone.
Nelle vene del tempo soffiano
come un vento
il dolore l'orrore l'amore,
la generazione delle generazioni
e viene da chiedersi se sia lo stesso vento,
o un diverso stile di movimento,
a far sí che nell'immaginazione
veniamo portati in alto in orbite
da cui guardare sotto». Convocando sulla pagina le persone a lui piú care e le loro storie, Voltolini ha immaginato un dialogo tra i vivi e coloro che non lo sono piú, facendo emergere una prospettiva nuova: ognuno di noi custodisce dentro di sé, insieme al proprio passato, anche - forse soprattutto - quello di chi ci ha preceduto. Da questo testo, Romaeuropa Festival porterà nei teatri un reading con le musiche di Nicola Tescari diretto e interpretato da Alessandro Baricco.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2017
Print ISBN
9788806236281
eBook ISBN
9788858427026

Pacific Palisades

(Tiglio)
Il 2 giugno del 2015, Festa della Repubblica Italiana e giorno in cui,
nel 1932, nacque mio padre,
piazza Pitagora, a Torino, dopo il tramonto,
era satura del profumo dei tigli.
C’era una luna bella grassa in cielo,
ma gli angoli della piazza, il bar, i muri dei palazzi
erano bui.
(Anche ore dopo, in un altro punto della città, corso Brescia
era gonfio del profumo che il tiglio rilascia nell’aria calda,
e cosí era in tutta la città in ogni ora senza vento
nei suoi viali inondati di fogliame
quando attraversi attento sebbene le strade siano deserte).
Anno dopo anno, la fioritura di questi alberi sembra far ricordare
scene passate,
ma è difficile fissarle e renderle certe, sono alla fine suggestioni
legate ai luoghi, ai viali, alla primavera in cui finiscono
le dannate scuole.
Puttane cinesi lavorano nel retro.
(Qui)
Qui ci abitava una mia compagna di studi con la sua famiglia
passavo a trovarla certe mattine
se ne stava a letto e parlavamo
suo fratello era molto simpatico, come lei del resto
e come tutta la famiglia
il padre l’ho conosciuto poco.
(Pacific Palisades)
Era un periodo in cui si andava di sera anche in una casa anni ’30
in riva al fiume
la padrona di casa emanava in certe sere una bellezza che prendeva alla gola
e in altre sere sembrava vecchia e stanca
cosí il risultato era che di volta in volta era irriconoscibile.
Ebbene, tanti ma tanti anni dopo,
ci siamo rivisti.
Andava poi a fare un viaggio in California
e piú o meno nello stesso periodo ci sarei dovuto andare anche io
nei messaggi che ci si era scambiati in quell’occasione
comparve l’espressione Pacific Palisades
che da allora non mi ha piú lasciato
mi ha seguito come un cagnolino
come quei fazzoletti che un tempo si annodavano al dito
per ricordarci di ricordare qualcosa:
Pacific Palisades.
Un luogo mescolato al suono del suo nome
una scena oceanica dalla costa
ma con dentro,
all’interno,
un nocciolo un seme
qualcosa che vuole fiorire
che chiede a qualcuno di farlo aprire
di lasciargli dire quello che ha da dire.
Pacific Palisades.
(Dentro di noi)
Dentro ciascuno di noi c’è un territorio
non sappiamo quanto sia segreto
ma è simile a un midollo
appare dopo l’ultima difesa dura dell’osso
in questo spazio nasce continuamente
non sai cosa
e non ha un centro forse
forse è il centro,
è dove finisce per noi l’analogia con la cipolla che puoi sempre sfogliare,
non è cosí.
Quel territorio è dove si nasce di continuo.
Chi lo raggiunge può farne razzia.
Non possiamo erigere muraglie a sua difesa,
perché ci sono già, sono le ossa,
eppure qualcosa come un limite viene il sospetto
che si possa allestire in qualche modo
non tanto un confine quanto un parapetto, una ringhiera fragile,
che dia solamente un segno, spazzabile via,
ma un segno, un confine,
anche all’interno di ciò che non ha differenze,
il territorio dove continuamente si nasce.
(Altra estate)
A luglio c’era una piazza aperta su uno dei quattro lati
dove, anziché esserci una muraglia di case, c’era un arco e dopo l’arco
una strada alberata di palme
poi una spiaggia e ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Pacific Palisades
  4. Il libro
  5. L’autore
  6. Dello stesso autore
  7. Copyright