Storia della Brigata ebraica
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Storia della Brigata ebraica

Gli ebrei della Palestina che combatterono in Italia nella Seconda guerra mondiale

  1. 240 pagine
  2. Italian
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Storia della Brigata ebraica

Gli ebrei della Palestina che combatterono in Italia nella Seconda guerra mondiale

Informazioni su questo libro

La Brigata ebraica fu una brigata inquadrata nell'esercito britannico, nata nel 1944 per operare in Italia, composta soprattutto (ma non solo) da ebrei, molti dei quali provenienti dalla Palestina. Questo libro è importante per almeno due ragioni. In primo luogo non vi è sostanzialmente nessun lavoro storiografico su questa vicenda straordinaria: gli ebrei d'Europa, durante la Shoah, trovano un'occasione di riscatto a guerra ancora in corso, combattendo contro i nazifascisti nel teatro bellico italiano. In secondo luogo, in Italia, negli ultimi anni, la presenza della Brigata ebraica nelle manifestazioni del 25 aprile è stata occasione di forte conflitto, tra comunità ebraiche e simpatizzanti di sinistra filopalestinesi. Spesso, nell'ambito di questa diatriba, si sostengono tesi storiograficamente errate sia sulla Brigata ebraica sia sul legame negli anni Quaranta tra palestinesi e nazismo. È il momento di riformulare questo dibattito - in modo pacato - partendo da fatti concreti e non da leggende militanti.La Brigata ebraica - Jewish Brigade Group - fu l'unica unità combattente che vide tra le sue file ebrei di Palestina. Si batté in Italia, e solo in Italia. Perché un libro sulla Brigata ebraica? Prima di tutto perché la vicenda è di estremo interesse. La nascita della Brigata ebraica, il suo impiego operativo, la sua eredità militare e morale si intrecciano con una serie di fatti storici e di questioni storiografiche di grande rilevanza. La storia della Brigata ebraica getta nuova luce su queste vicende e permette di guardare a tali questioni da un punto di vista inconsueto. Tra questi temi si devono annoverare: la storia della Palestina negli anni Trenta e Quaranta; la storia del sionismo; il rapporto tra fascismo e mondo islamico. Inoltre la Brigata ebraica ha fatto notizia negli ultimi anni a causa delle polemiche sorte per la presenza di manifestanti che hanno sfilato con le sue bandiere, bianche e blu con la Stella di Davide, dunque le bandiere di Israele, al corteo del 25 aprile, festa della Liberazione. Questo libro parla quindi della "riscoperta" della Brigata ebraica, e di come la sua storia sia stata pubblicizzata da alcuni gruppi di pressione che sono una componente importante dell'ebraismo italiano. Si discute anche degli attacchi alla Brigata che sono arrivati da altri gruppi, per lo piú appartenenti alla sinistra radicale filopalestinese. Entrambe queste posizioni sono analizzate con attenzione come casi esemplari di un uso pubblico e politico della storia.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2022
Print ISBN
9788806250997
eBook ISBN
9788858438510
Argomento
Storia

Note

Introduzione.

1 Si veda Y. BAUER, From Diplomacy to Resistance. A history of Jewish Palestine. 1939-1945, Varda Books, Skokie (Ill.) 2001, pp. 140, 166 e 297.
2 Su questo corpo di spedizione, che partecipò in particolar modo alla liberazione della Toscana, si veda J. BARONE, 1942. O Brasil e sua guerra quase desconhecida, Nova Fronteira, Rio de Janeiro 2013.
3 N. GALLERANO (a cura di), L’uso pubblico della storia, Franco Angeli, Milano 1995.
4 Il caso forse piú famoso, ma non certo isolato, fu quello delle lettere di Togliatti a Vincenzo Bianco, pubblicizzate sulla stampa come prova che il leader del Partito comunista aveva avallato i maltrattamenti dei prigionieri italiani nei campi di prigionia sovietici. Questa interpretazione si rivelò poi in gran parte frutto di una lettura frettolosa e di errori di traduzione. Si veda A. AGOSTI, La nemesi del patto costituente, in A. DEL BOCA (a cura di), La storia negata. Il revisionismo e il suo uso politico, Neri Pozza, Vicenza 2009, pp. 276-79; E. AGA ROSSI e V. ZASLAVSKY, Togliatti e Stalin. Il Pci e la politica estera staliniana negli archivi di Mosca, il Mulino, Bologna 1997, pp. 165-66.
5 Si veda per esempio, S. WOOLF, Introduzione. La storiografia e la Repubblica italiana, in ID. (a cura di), L’Italia repubblicana vista da fuori (1945-2000), il Mulino, Bologna 2007, p. 47.
6 Per fare un esempio, la demolizione della Resistenza come valore fondante della Repubblica italiana e la riscrittura della storia del Partito comunista italiano, presentato come forza stalinista e antidemocratica, entrambe portate a compimento nei primi anni Novanta, erano una conseguenza di Tangentopoli piú che della fine del comunismo. Tali operazioni storiografiche, che si risolsero nell’equiparazione di comunismo e fascismo, servirono a legittimare la presenza di un partito postfascista quale Alleanza nazionale al governo del Paese, e in tal modo favorirono a livello culturale la nascita del primo governo Berlusconi. Per un’analisi si veda G. FANTONI, After the fall. Politics, the public use of history and the historiography of the Italian Communist Party (1991-2011), in «Journal of Contemporary History», XLIX (2014), n. 4, pp. 815-36.
7 N. GALLERANo, History and the public use of history, in «Diogenes», XLII (inverno 1994), n. 4, p. 85.
8 B. KIMMERLING e J. S. MIGDAL, The Palestinian People. A history, Harvard University Press, Cambridge (Mass.) - London 1994 (poi ristampato nel 2003).
9 Per una discussione su alcuni aspetti del lavoro dei new historians israeliani si veda G. VALABREGA, Nuove tendenze storiografiche in Israele. Risvolti politici d’attualità a cinquant’anni dalla fondazione dello Stato, in «Oriente Moderno», nuova serie, XXIV [LXXXV] (2005), n. 2-3, pp. 571-82. Si tratta di un pezzo molto critico verso la storiografia sionista e i «miti nazionalistico-militari» di Israele, come li definisce l’autore. Si veda anche S. SCARANTINO, Il dibattito storiografico sulla guerra dei Sei giorni, in «Studi Storici», XLIX (gennaio-marzo 2008), n. 1, pp. 135-75.
10 Non sono comunque mancate reazioni polemiche, anche veementi, alle interpretazioni proposte dai new historians da parte di altri storici israeliani ancora legati a una interpretazione sionista della storia mediorientale, si veda per esempio E. KARSH, Fabricating Israeli History. The “New Historians”, Frank Cass, London-Portland 1997.
11 T. SEGEV, The Seventh Million. The Israeli and the Holocaust, Hill and Wang, New York 1993, p. 28 (trad. it. Il settimo milione. Come l’Olocausto ha segnato la storia di Israele, Mondadori, Milano 2001, p. 27).
12 Sulla non neutralità del documento d’archivio, come anche dell’archivio in quanto istituzione e modo di organizzazione, hanno scritto vari autori. Tra i saggi piú famosi quello di M. FOUCAULT, L’a priori storico e l’archivio, contenuto nel suo L’archeologia del sapere, Rizzoli, Milano 1969, e J. DERRIDA, Mal d’archivio. Un’impressione freudiana, Filema, Napoli 1996.
13 E. TRAVERSO, Il Passato. Istruzioni per l’uso. Storia, memoria, politica, ombre corte, Verona 2011, p. 21.
14 Un’analisi del termine sionismo nelle sue varie accezioni si può trovare in M. ALLEGRA e P. DI MOTOLI, Il Sionismo, in A. D’ORSI (a cura di), Gli «ismi» della politica, Viella, Roma 2010, pp. 429-38.
15 D. ENGEL, The concept of antisemitism in the historical scholarship of Amos Funkenstein, in «Jewish Social Studies», nuova serie, VI (autunno 1999), n. 1, pp. 111-29.
16 Per questa distinzione si veda, per esempio, V. D. SEGRE, Giudeofobia e antisemitismo, in «La Rassegna Mensile di Israel», LXXI (2005), n. 1, pp. 187-96. Secondo Segre: «La giudeofobia è un fenomeno antico di cui l’ebraismo, in quanto credo monoteistico, rivoluzionario e di moralità sacra ne porta la “responsabilità e – come tutti i movimenti rivoluzionari – il costo delle conseguenze. L’antisemitismo è un fenomeno moderno, reazionario, pagano di cui ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Ringraziamenti
  4. Storia della Brigata ebraica
  5. Introduzione
  6. Parte prima. La Storia
  7. Parte seconda. La Memoria
  8. Note
  9. Elenco dei nomi
  10. Il libro
  11. L’autore
  12. Copyright