
- 400 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Ruggine americana
Informazioni su questo libro
Cosa succede quando il sogno di una nazione arrugginisce accanto agli scheletri delle acciaierie dismesse e alle rovine delle industrie abbandonate? Succede che la sua fine si ripete ogni giorno, nei sogni infranti dei suoi abitanti. Come quelli di Isaac English: vent'anni, timido, insicuro, ha il cervello di un genio, ma il college rimane un miraggio da quando sua madre si è suicidata e lui ha tentato di imitarla. Sarebbe morto se non l'avesse salvato Billy Poe, del quale si può dire tutto tranne che sia sveglio. È grande e grosso, ma, se c'è da menare le mani, sa farsi valere. E quando Isaac decide di scappare in California, si ritrova proprio Billy come compagno di viaggio. È l'inizio di un'imprevedibile catena di eventi che segneranno per sempre le vite dei due ragazzi e di un'intera comunità.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Ruggine americana di Philipp Meyer, Cristiana Mennella in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Letteratura e Letteratura generale. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
Libro secondo
Capitolo primo
Poe
Ci mise non sapeva quanto, forse una mezz’oretta, a tornare da casa di Lee. Tre chilometri, piú o meno. Passò in città, dal corso principale, era ancora piú buio del solito, tutto spento tranne che la Frank’s Tavern. Sembrava un secolo da quando c’erano stati invece erano solo poche ore. L’orario di chiusura era passato da un pezzo, ma le luci erano ancora accese. Lo sapevano tutti per quale motivo. Poe evitò accuratamente di guardare dalla vetrina mentre passava, va’ a sapere chi c’era lí dentro. Il bar aveva quasi cessato l’attività per via delle tasse arretrate poi però Frank Meltzer aveva sborsato un sacco di soldi raccontando che glieli aveva dati una zia ma dicevano tutti che era andato in Florida in aereo ed era tornato con un minivan pieno di droga. Ti pagavano diecimila dollari, se eri incensurato bastava rivolgersi alle persone giuste, ma solo se eri incensurato. Facevi il mulo, cosí li chiamavano. Comunque succedeva proprio come nei film: se entravi nel giro restavi prigioniero. Chissà se Frank Meltzer s’era pentito. C’era un altro locale tipo il suo, il Little Poland, girava voce che l’avesse comprato la mafia russa però lí si mangiava bene, ci venivano addirittura da fuori, ad assaggiare i pierogi e la kielbasa.
Stava facendo presto. Aveva le gambe lunghe, camminava svelto. Pensava a tante cose. Pensava la seguirai. La seguirai in Connecticut. Lassú è pieno di college ti daranno una borsa di studio. Solo che, Cristo, cosa aveva per la testa? Lei era andata a vivere col fidanzato, lo aveva pure sposato. La sua era solo una fantasia, non sarebbe stata l’ultima volta che avrebbero dormito insieme mancava l’atmosfera tragica di quando te ne stavi lí seduto a piangere. Però gli somigliava. Lo avrebbero fatto ancora una volta e sarebbe stato orribile, sesso seguito da cinque o sei ore di lacrime e abbracci e disperazione totale. Poi non l’avrebbe piú vista. Non sarebbe piú tornata nella valle poco ma sicuro. Quattro anni buttati al vento. Però Cristo non erano quattro anni, ma quali quattro anni, era stato solo un gioco, un passatempo che era andato avanti quattro anni, non era come stare insieme. Non erano mai stati insieme sul serio a parte le vacanze di Natale tre anni prima quando era tornata a casa per una settimana. Una settimana di passeggiate mano nella mano, coccole e bacetti, tutto il repertorio classico dei fidanzatini. Per il resto avevano solo fatto sesso. All’inizio gli sembrava l’ideale, una bella ragazza che voleva solo sesso e poco altro. Non pensavi che esistessero ragazze cosí. Ma adesso gli sembrava orribile. Sarebbe tornata per sempre all’altra vita, perché inutile negarlo Lee aveva due vite e questa qui, nella città dov’era nata, era la vita di cui stava cercando di liberarsi. Frequentava un altro mondo, non lo conosceva ma dai suoi discorsi se lo poteva immaginare, quel nuovo mondo, ville, persone raffinate, magari pure il maggiordomo. Non si trattava neanche di medici e avvocati, era proprio un altro livello. Il livello di quando hai il maggiordomo. Ma forse succedeva solo nei film. Probabilmente il maggiordomo non si usava piú. Ormai era tutto automatizzato.
Mentre tu adesso, guardati, te la fai a piedi su una strada di campagna, di quelle tutte sassi e buche, immaginò il neomarito di Lee che ci passava in Bmw o su un’altra auto cosí, guarda amore, stiamo passando su una vera strada di campagna. Molto pittoresco. Proprio. Lo aveva visto in foto una volta, quando non era ancora il marito. Sembrava una checca. Il ragazzo di Lee sembrava proprio dell’altra sponda. Portava una camicia rosa. Magari nel Connecticut non era da checche fatto sta che quella camicia rosa, quanto ci aveva goduto a vederla in foto. Va bene però tu intanto te la stai facendo a piedi su una strada piena di sassi e buche perché non hai un mezzo di trasporto funzionante, e casa tua altro che villa, eccola lassú, è un trailer, una baracca prefabbricata. Vide la luce accesa in veranda. Erano quasi le cinque del mattino. Prima di entrare pisciò fra i cespugli per non svegliare la madre facendo rumore in gabinetto. Cercò di fare piú piano possibile: la madre soffriva d’insonnia e se c’era una che aveva bisogno di dormire tre anni di fila era lei.
Entrò in casa senza far rumore e s’infilò nel letto. Si addormentò quasi scordandosi che gli era capitato un brutto guaio. Non gli sembrava vero. Passerà presto, si disse.
Si svegliò in tarda mattinata, lucido, non si sentiva cosí bene da settimane, guardò la sveglia e capí che sua madre era già andata al lavoro. Stava di nuovo pensando a Lee, steso lí a letto col sole in faccia. Quanto la odiava quella finestra, era esposta a sud, quando saliva il sole non si riusciva piú a dormire. Doveva riaggiustare il bastone della tenda, era rotto da settimane. Si stava anche staccando l’adesivo dei suoi vecchi poster, i Kiss, chissà che ci aveva mai trovato, e i Rage Against the Machine, aveva sentito che erano comunisti. Però senza tenda vedeva lontanissimo, quasi fino al fiume, e con tutto quel sole la stanza era già calda. Era piacevole anche se non aveva dormito bene. Che bel teporino.
Sarebbe andato in biblioteca a compilare i moduli per il college, era il 10 aprile, i giorni se ne andavano, non si sarebbero fermati fino al giorno della sua morte. Solo che neanche allora si sarebbero fermati, quello della sua morte sarebbe stato un giorno come un altro. Speriamo che arrivi il piú tardi possibile. Si alzò e uscí fuori in mutande, un’altra giornata stupenda di quelle che ti ricordano che è bello essere vivi, anche se tutto il resto va male. Sei vivo, pensò, tanti non possono dire la stessa cosa. Guardò la sua Camaro del 1973, l’ultimo modello col paraurti piccolo, prima che obbligassero per legge a montare i paraurti grandi rovinando la linea della macchina. Non ne avrebbe mai voluto un modello piú recente. Bisognava essere idioti. La Camaro giaceva da un mese dove l’aveva lasciata il carro attrezzi, sul lato del vialetto. Foglie e terra sopra la verniciatura pagata di tasca sua. Aveva rotto la trasmissione gareggiando con la Subaru WRX nuova di Dustin McGreevy, Dustin gli aveva fatto una testa cosí con le valvole pop-off e i turbo, al primo giro se l’era bevuto ma al secondo Poe aveva rotto la trasmissione, una Turbomatic originale, completamente disintegrata, gli era toccato lasciare la Camaro nel fosso e chiedere un passaggio a Dustin. Alla faccia dell’acciaio americano, aveva detto Dustin. Almeno non è la macchina di mamma, aveva commentato Poe, dando un colpetto al deodorante con l’immagine di Gesú.
T’è servito da lezione, decise, l’auto giapponese di Dustin aveva vinto solo perché non era caduta a pezzi. Certo che ci sapevano fare, in Giappone – parecchio acciaio lo producevano ancora lí. Leghe speciali. Hai voglia a credere ancora nell’America, lo sapevano tutti che Germania e Giappone producevano la stessa quantità d’acciaio degli americani, ed erano due paesi grandi piú o meno come la Pennsylvania. Cioè, non ci metteva la mano sul fuoco, ma insomma erano paragonabili. La Pennsylvania era bella grande. Tra l’altro oltreoceano producevano anche auto superlusso, Lexus, Mercedes, e cosí via. È un problema di tutta l’America, pensò, i giorni di gloria sono finiti.
Comunque aveva speso quasi ottomila dollari sulla Camaro – 350 cavalli alla ruota, cerchi ricavati dal pieno, riverniciatura nuova – molti dei quali con una carta di credito di cui non pagava piú le rate. Al massimo la poteva rivendere a tre o quattromila dollari. Forse tremila e cinque. A essere realistici. Aveva la ruggine. Non era un buon investimento. Non era come investire i soldi con la Charles Schwab. Pigliatene una piú economica, che consuma poco. Tipo una Toyota. Rifletté un istante: no, con la Camaro non aveva rimorchiato piú di tanto. Attira-gnocca l’avevano ribattezzata giú all’officina dove truccavano i motori, che presa per il culo. Non ti potevi fidare di gente cosí. Quell’auto era stata un’emerita fregatura. Proprio come aveva predetto sua madre.
L’avrebbe venduta su Internet, metterò un annuncio quando vado in biblioteca a compilare i moduli. L’avrebbe comprata un ragazzetto stupido come lui. Mi prenderò una Civic o una Tercel, che consumano poco. Ma senti che discorsi, pensò. Vuoi comprarti uno di quei bussolotti. Un mese fa non ti sarebbe mai passato per la testa, stai cambiando. Stai cambiando sotto i tuoi stessi occhi. Prese un tubo e un secchio e lavò via le foglie e la terra, rientrò in casa a prendere il detersivo per auto e insaponò la Camaro, cosí avrebbe fatto meno brutta impressione al cliente. Era ancora in mutande. Si stava bene al sole praticamente nudi, lo riscaldava tutto.
A un certo punto udí un’auto che risaliva la strada. Sembrava la Plymouth di sua madre. Strano che rientrasse cosí presto, ma non era da escludere: la sua artrite peggiorava di giorno in giorno. Ecco un’altra cosa che non aveva considerato: presto sua madre non sarebbe stata piú in grado di lavorare, perlomeno non tanto. Gli inverni erano la sua dannazione. La vide parcheggiare accanto alla casa e se la trovò davanti, vestita di tutto punto mentre lui era ancora in mutande sul vialetto, all’una del pomeriggio. Sua madre scosse il capo, ma in modo poco amichevole. Non era contenta di trovarlo cosí.
– La vendo, – disse lui, come per scusarsi di essersi fatto beccare in mutande.
La madre lo guardò.
– La macchina. Ne compro una che funziona. Andrò al college. A settembre, se ci riesco.
Lei non disse niente.
– Chiamerò quell’allenatore del Colgate College, – continuò lui. – Ha detto di farmi vivo quando volevo. Posso provare anche da altre parti. In ogni caso entro settembre inizio il college. E mica alla California University of Pennsylvania.
– Va bene, – disse lei. Salí in veranda. Non gli credeva.
– Sul serio, – disse lui.
La madre entrò in casa.
Le andò dietro. Cercò con gli occhi un paio di pantaloni da mettersi, come per rendersi piú credibile.
– Ci vai davvero, – disse lei. – O lo dici solo perché cosí non comincio a farti pagare l’affitto.
– Ci vado ci vado, – disse lui. – Sto andando in biblioteca a prendere i moduli. Li spedisco prima possibile.
– E le lettere dei professori, le copie delle pagelle?
– Giusto, – disse lui. – Preparo anche quelle –. Se ne era dimenticato.
– Billy?
– Sí?
– Sei un bravo ragazzo –. La madre lo abbracciò ma chiaramente non gli credeva. Come darle torto? Aveva fame, aprí il frigorifero, non trovò niente di suo gradimento. Controllò nel congelatore in veranda, ma era quasi vuoto anche quello. Ci vorrebbe un po’ di selvaggina. Sarebbe andato a caccia di cervi – anche se era vietato – un vizio di famiglia. Ormai i cervi erano troppi, continuavano a prolungare la stagione di caccia senza mai riuscire a ridurne il numero, un po’ di bracconaggio non era un dramma. Venticinque chili di carne, erano soldi gratis. Anche se sua madre non l’avrebbe neanche toccata.
Si vestí e prese dalla rastrelliera il suo calibro 30.30, il suo Winchester 94 prima che la Winchester andasse a puttane, quel fucile aveva cinquant’anni. Espulsione verso l’alto come Dio comanda e niente mirino – quello serviva a chi non sapeva sparare. Diottra Lyman originale. Qualcuno magari pensava che fosse di suo padre o di suo nonno, invece nessuno dei due se ne intendeva o ci teneva tanto da prendersi cura di un cosí bell’oggetto. Aveva messo da parte i soldi e se l’era comprato da solo, lasciando perdere i modelli piú nuovi, che erano piú scomodi, quasi tutta plastica, e costavano la metà.
Si buttò in tasca qualche cartuccia, tre andavano bene, e si avviò per il campo, ormai era proprio primavera, quell’odore intenso di verde era dappertutto, chissà da dove veniva. Si infilò nel piccolo nascondiglio che aveva costruito e inspirò, anche il terreno umido del capanno aveva un odore intenso, l’odore delle cose che crescono. L’odore della vita. Infilò un paio di cartucce a punta piatta nel caricatore. Era un ciclo. Tutto continuerà anche dopo di me. Stava venendo fuori una bella giornata. Però te la sei già quasi sputtanata, non farai in tempo ad arrivare in biblioteca prima della chiusura. È domenica, pensò. Tanto mi sa che è già chiusa. Stasera preparo tutto e domani spedisco i moduli. Ma adesso era una bella giornata e una giornata cosí non te la sputtanavi certo in biblioteca.
Non falciavano il campo da un anno, ormai l’erba era alta e la verga d’oro stava invadendo tutto. Doveva sbrigarsi a tagliare. Domani faccio anche questo, se lo trascuri per troppo tempo addio campo. Basta fare lo stronzetto che rimanda sempre a domani. Niente scuse è ora di crescere. A modo suo era ancora un mammone. Obiettivamente, in certe cose era bra...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Libro primo
- Libro secondo
- Libro terzo
- Libro quarto
- Libro quinto
- Libro sesto
- Ringraziamenti
- Il libro
- L’autore
- Dello stesso autore
- Copyright