Segreti svelati
eBook - ePub

Segreti svelati

  1. 288 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Segreti svelati

Informazioni su questo libro

Louise vede riaffiorare, in un momento inaspettato, il suo sogno d'amore vissuto durante la guerra e infranto dopo il ritorno alla normalità. Gail con la sua intraprendenza si finge quella che non è per poter scoprire cosa le ha portato via un rapporto che lei credeva indistruttibile. Heather Bell scompare misteriosamente durante una gita: non verrà piú trovata ma qualcuno sarà in grado di decifrare l'enigma della sua sparizione. E poi Lottar, Rhea, Lisa...
Microcosmi familiari, ritagliati nella opaca provincia canadese, di cui Alice Munro porta in superficie dinamiche e sentimenti insondabili.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2011
Print ISBN
9788806182410
eBook ISBN
9788858400548

Travolto dai sentimenti

Lettere.

Nella sala da pranzo del Commercial Hotel, Louisa aprí la lettera arrivata quel giorno da oltreoceano. Consumò il pasto abituale, bistecca e patate, e bevve un bicchiere di vino. Nella sala da pranzo c’era sempre qualche viaggiatore, oltre al dentista, vedovo, che mangiava lí tutte le sere. All’inizio, l’uomo le aveva dimostrato un certo interesse, ma le aveva anche detto di non avere mai visto una donna bere vino o alcolici.
– Mi fa bene alla salute, – aveva risposto Louisa seria.
Le tovaglie bianche venivano cambiate una volta alla settimana e nel frattempo venivano protette da sottopiatti di tela cerata. D’inverno, la sala da pranzo odorava di quei sottopiatti puliti con lo straccio da cucina, dei fumi di carbone della caldaia, di sugo di manzo, di patate e cipolle in polvere, un odore non spiacevole per chiunque entrasse affamato e infreddolito. Su ogni tavolo vi era una piccola oliera con la bottiglietta di brown sauce, la bottiglietta di ketchup, e il barattolo di rafano.
La lettera era indirizzata alla «Gentile bibliotecaria, Biblioteca pubblica di Carstairs, Carstairs, Ontario». La data risaliva a sei settimane prima: 4 gennaio 1917.
Probabilmente rimarrà sorpresa nel ricevere una lettera da una persona che non conosce e che non ricorda il suo nome. Spero che lei sia sempre la stessa bibliotecaria anche se è passato molto tempo e potrebbe essersene andata.
Il motivo per cui sono finito qui in ospedale non è poi cosí grave. Attorno a me vedo cose peggiori e cerco di distrarre la mente fantasticando, ad esempio domandandomi se lei lavora ancora in biblioteca. Se è la persona che penso, è di statura media o forse un po’ meno e ha i capelli castano chiaro. È arrivata pochi mesi prima che io dovessi andare sotto le armi, in sostituzione della signorina Tamblyn che avevo trovato lí quando, a nove o dieci anni, diventai un utente della biblioteca. Con la signorina Tamblyn i libri erano sparsi ovunque e chiederle il minimo aiuto era come mettere in gioco la vita, poiché era un orco. Che cambiamento quando è venuta lei! Ha suddiviso tutto in sezioni, Narrativa, Saggistica, Storia, Viaggi, inoltre disponeva le riviste bene in ordine appena arrivavano invece di lasciarle ammuffire finché l’intero contenuto non era superato. Le ero cosí riconoscente, ma non sapevo come esprimerlo. Mi domandavo anche che cosa avesse portato lí una persona istruita come lei.
Io mi chiamo Jack Agnew e la mia scheda sta nel cassetto. L’ultimo libro che ho preso era molto bello: H. G. Wells, La formazione dell’umanità. Ho studiato fino alla seconda superiore, poi, come molti altri, sono entrato alla Doud. Non mi sono arruolato appena compiuti i diciott’anni, non sono pertanto da considerare un Uomo Coraggioso. Sono un tipo che tende ad avere sempre idee proprie. L’unico mio parente a Carstairs, o da qualsiasi parte, è mio padre Patrick Agnew. Lavora per i Doud, ma non alla fabbrica, in casa loro, dove fa il giardiniere. È un uomo solitario, anche piú di me e appena può va a pescare in campagna. Ogni tanto gli scrivo una lettera, ma dubito che la legga.
Dopo cena Louisa salí nel salotto delle signore, al secondo piano, e si sedette alla scrivania per rispondere.
Mi fa molto piacere sentire che ha apprezzato quello che ho fatto in biblioteca anche se non era niente di speciale, solo normale organizzazione.
Sono certa che le piacerebbe avere notizie di qui, ma non mi sento molto adeguata al compito, essendo una forestiera. Certo, in biblioteca parlo con la gente e anche in albergo. I commessi viaggiatori che vengono qui perlopiú discorrono di come va il lavoro (funziona se si riesce ad avere la merce), poi parlano un po’ di malattie e molto della guerra. Circola un’infinità di voci e di opinioni, che la farebbero certamente ridere se non la facessero arrabbiare. Non cercherò di riferirgliele perché sono certa che la censura, leggendole, farebbe questa lettera a pezzetti.
Mi chiede come mai sono venuta qui. Non è una storia molto interessante. I miei genitori sono morti entrambi. Mio padre lavorava da Eaton a Toronto, nel settore Arredamento, e dopo la sua morte anche mia madre ha lavorato lí nel reparto Biancheria. Ci ho lavorato anch’io per un periodo, nel settore Libri. Si potrebbe dire che Eaton è stata la nostra Doud. Mi sono diplomata alla Jarvis Collegiate. Sono stata a lungo ricoverata in ospedale per una malattia, ma adesso sto bene. Ho avuto molto tempo per leggere e i miei scrittori preferiti sono Thomas Hardy, che viene accusato di tetraggine mentre io penso che rappresenti la realtà, e Willa Cather. Mi trovavo per caso in questa città quando ho sentito dire che era morta la bibliotecaria e ho pensato, potrebbe essere un lavoro per me.
Meno male che la sua lettera è arrivata oggi, infatti stanno per dimettermi e non so se me l’avrebbero rispedita dove sto andando. Sono contento che non abbia trovato troppo assurda la mia lettera.
Se incontra mio padre o qualcun altro, non c’è bisogno di dire che ci stiamo scrivendo. Non è affare loro, c’è un mucchio di gente che riderebbe se sapesse che scrivo alla bibliotecaria, ridevano già di me per via che frequentavo la biblioteca, quindi perché dare loro questa soddisfazione?
Sono contento di uscire di qui. Mi sento molto piú fortunato di altri che non cammineranno piú o non vedranno piú e si dovranno nascondere da tutti.
Mi chiede dove vivevo a Carstairs. Be’, non era un posto di cui andare fieri.
Se va dove si trova Vinegar Hill, giri su Flowers Road ed è l’ultima casa sulla destra, un tempo era dipinta di giallo. Mio padre coltiva patate, o le coltivava. Io le portavo in giro per la città con il carretto, e a ogni carico che vendevo ricevevo un nichelino.
Lei ha accennato ai suoi autori preferiti. A un certo punto mi piaceva molto Zane Grey, ma poi ho smesso di leggere Narrativa per darmi alla Storia e ai Viaggi. A volte leggo libri troppo difficili per me, lo so, ma ne traggo comunque qualcosa. H. G. Wells, cui accennavo, è uno di questi e anche Robert Ingersoll che scrive di religione. Mi hanno dato un sacco da pensare. Se lei è molto religiosa spero di non averla offesa.
Un giorno in cui sono venuto in biblioteca, un sabato pomeriggio, lei aveva appena aperto e stava accendendo le luci poiché era buio e pioveva. La pioggia l’aveva sorpresa senza cappello né ombrello e si era bagnata i capelli. Si è tolta le mollette e li ha sciolti. Pensa che sia troppo personale chiederle se li ha ancora lunghi o se se li è tagliati? Si è avvicinata al termosifone, ha scosso i capelli e l’acqua sfrigolava come grasso in una padella. Io ero seduto e leggevo un articolo sulla guerra sull’«Illustrated News». Scambiammo un sorriso. (Prima, non intendevo dire che i suoi capelli erano unti!)
Non mi sono tagliata i capelli anche se penso spesso di farlo. Non so se mi trattengo per vanità o per pigrizia.
Non sono molto religiosa.
Sono salita a Vinegar Hill e ho trovato la sua casa.
Le patate hanno l’aria rigogliosa. Un cane lupo mi ha abbaiato contro, è suo?
Sta cominciando a fare caldo. C’è stata la piena del fiume, da quello che ho capito accade ogni anno, in primavera. L’acqua ha inondato lo scantinato dell’albergo e in qualche modo ha inquinato la nostra provvista di acqua da bere per cui ci hanno dato birra e ginger ale gratis. Ma solo a chi viveva o si trovava qui. Come può immaginare, ciò ha suscitato un sacco di battute di spirito.
Vorrei sapere se c’è qualcosa che potrei spedirle.
Non ho bisogno di niente in particolare. Ricevo il tabacco e altre cosette che raccolgono per noi le signore di Carstairs. Mi piacerebbe leggere qualche libro degli autori che ha menzionato ma dubito di averne l’opportunità, quaggiú.
L’altro giorno è morto un uomo per un attacco di cuore. È stata la notizia del secolo. Hai sentito dell’uomo morto per un attacco di cuore? Non sentivi che questo, giorno e notte. Poi tutti scoppiavano a ridere, sembrerebbe crudele, ma pareva cosí ridicolo. Non era un periodo particolarmente travagliato, per cui non si può neppure dire che avesse avuto paura. (In realtà, stava scrivendo una lettera quindi devo stare attento). Prima e dopo di lui sono morti tanti altri soldati, mitragliati o saltati in aria, ma chi è diventato famoso è stato quello là, morto per un attacco di cuore. Tutti dicono: fare tutta quella strada e con tutto quel dispendio per l’esercito, per morire cosí.
L’estate è stata cosí calda che la cisterna girava tutti i giorni per le strade per bagnare la polvere. I bambini la seguivano ballandole intorno. C’è stata un’altra novità a Carstairs: un carretto con una campanella girava vendendo gelati e i bambini non perdevano d’occhio neanche quello. Lo spingeva un tipo che aveva avuto un incidente in fabbrica, non ricordo il nome ma sa a chi mi riferisco. Ha perso il braccio fino al gomito. La mia stanza d’albergo, al terzo piano, era un forno, tanto che spesso me ne stavo in giro fino a mezzanotte passata. Lo facevano anche molti altri, talvolta in pigiama. Pareva di sognare. Nel fiume era rimasta un po’ d’acqua, sufficiente per andarci in barca a remi, cosa che ha fatto il pastore metodista una domenica di agosto. Durante una funzione pregava che venisse a piovere. L’acqua ha cominciato a entrare da una piccola falla della barca e a bagnargli le gambe e alla fine la barca è affondata lasciandolo in piedi nell’acqua, che gli arrivava a stento alla vita. Chissà se è stato un incidente o uno scherzo malizioso. Dopo, tutti dicevano che le sue preghiere erano state esaudite ma nella direzione sbagliata.
Spesso, nelle mie camminate, passo davanti ai Doud. Grazie a suo padre i prati e le siepi hanno un aspetto bellissimo. La casa mi piace, cosí originale e ariosa. Ma probabilmente non faceva fresco neanche lí, infatti una notte ho sentito le voci della madre e della bambina piccola e mi è parso che fossero fuori sul prato.
Le ho detto che non ho bisogno di niente, invece c’è una cosa che desidererei. Una sua fotografia. Spero non pensi che sia una richiesta troppo sfrontata. Forse è fidanzata o ha uno spasimante da queste parti e sta scrivendo anche a lui. Lei è una donna davvero fuori dal comune e non sarei sorpreso se qualche ufficiale si fosse dichiarato. Ma ormai le ho fatto la mia richiesta e non posso rimangiarmela, quindi sta a lei pensare ciò che vuole sul mio conto.
Louisa aveva venticinque anni e una volta era stata innamorata di un medico conosciuto in sanatorio. L’amore era ricambiato, ma alla fine il medico aveva perso il posto. Louisa si arrovellava domandandosi se fosse stato davvero costretto ad andarsene o se lo avesse fatto di sua volontà, stufo di tutte quelle complicazioni. Era sposato con figli. Anche quella volta le lettere avevano giocato la loro parte. Dopo l’allontanamento del medico, continuarono a scriversi. E un paio di volte anche dopo che lei era stata dimessa. Poi Louisa lo pregò di non scriverle piú, e lui smise. Ma l’assenza di lettere la spinse a lasciare Toronto e a lavorare come pendolare. Cosí avrebbe avuto una sola delusione alla settimana, quando tornava a casa il venerdí o il sabato sera. La sua ultima lettera era stata ferma e stoica, e la consapevolezza di essere l’eroina di una tragedia d’amore l’accompagnava nei suoi giri per la zona, dove trascinava i suoi campionari su e giú per le scale dei vari alberghetti illustrando la moda parigina e spiegando quanto fossero affascinanti i suoi cappelli modello, e bevendo solitari bicchieri di vino. Peraltro, se avesse avuto qualcuno a cui confessarlo, avrebbe riso all’idea di essere un’eroina. Avrebbe detto che l’amore era tutto un imbroglio, una delusione, e ne era convinta. Anche se a quell’idea provava ancora un vuoto, un’eccitazione dei nervi, un ottundimento dei sensi, un’evidente prostrazione.
Si fece fare una fotografia. Sapeva come la voleva. Avrebbe voluto indossare una semplice camicetta bianca da contadinella, col cordoncino aperto sul collo. In realtà, non possedeva camicette di quel tipo, le aveva solo viste nelle illustrazioni. Inoltre le sarebbe piaciuto tenere i capelli sciolti. O se doveva tirarli su, legarli morbidi attorno alla testa con nastrini di perle.
Invece indossò la sua camicetta classica di seta blu e raccolse i capelli come al solito. Nella foto aveva un’aria pallida, pensò, e gli occhi infossati. L’espressione era piú severa e angosciata di quanto avrebbe voluto. Ma la inviò lo stesso.
Non sono fidanzata, e non ho uno spasimante. Una volta sono stata innamorata, poi ho dovuto rompere. Al momento ero sconvolta ma sapevo che mi toccava sopportare, e adesso sono convinta che è stato per il meglio.
Ovviamente, si spremette il cervello per ricordare il ragazzo. Non rammentava di avere sciolto i capelli e di averli scossi, come diceva lui, né di avere sorriso a un giovane quando le gocce di pioggia erano cadute sul termosifone. Forse lui lo aveva sognato, probabilmente era proprio cosí.
Cominciò a seguire le vicende della guerra con maggiore attenzione di prima. Non cercò piú di ignorarla. Girava per strada con la sensazione di avere la testa piena delle stesse eccitanti e inquietanti informazioni degli altri. Saint-Quentin, Arras, Montdidier, Amiens, e poi stavano combattendo sulla Somme dove c’era stata di certo una precedente battaglia. Aprí sulla scrivania le mappe belliche che venivano pubblicate in doppia pagina sulle riviste. Vide l’offensiva tedesca sulla Marna e il primo importante attacco degli americani a Château-Thierry segnalati da linee colorate. Guardò i disegni a carboncino di un pittore che ritraevano un cavallo che s’impennava durante un attacco aereo, un gruppo di soldati in Africa orientale che bevevano da una noce di cocco e una fila di prigionieri tedeschi con la testa o gli arti fasciati e l’espressione desolata e tetra. Adesso provava quello che provavano tutti, una paura e un’a...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Segreti svelati
  4. Travolto dai sentimenti
  5. Una vita vera
  6. La vergine albanese
  7. Segreti svelati
  8. Il Jack Randa Hotel
  9. Un posto selvaggio
  10. Sono atterrate le navi spaziali
  11. Vandali
  12. Dello stesso autore
  13. Il libro
  14. L’autore
  15. Copyright