Voci dal lager
eBook - ePub

Voci dal lager

Diari e lettere di deportati politici 1943-1945

  1. 470 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Voci dal lager

Diari e lettere di deportati politici 1943-1945

Informazioni su questo libro

Nel dopoguerra gli ex deportati si trovarono «immersi in un dolore che rifiuta l'espressione narrativa, nel tentativo di rimuovere un'esperienza inquietante». Alla paura di non essere creduti si aggiunsero il senso di colpa per essersi salvati, il desiderio collettivo di voltare pagina, il rifiuto di editori, storici, mass media di ascoltare e di far conoscere quanto era accaduto. Per lungo tempo la memoria della deportazione italiana è cosí rimasta in una zona d'ombra, soprattutto quella che ha riguardato i deportati politici e i prigionieri nelle carceri del Reich, arrestati in quanto membri di bande partigiane o resistenti civili.
Voci dal lager raccoglie le loro lettere, ufficiali e clandestine, e i biglietti lanciati dalle tradotte ferroviarie, con un'appendice dedicata ai lavoratori coatti. L'obiettivo è duplice: recuperare fonti inedite che altrimenti rischierebbero di andare perdute, e soprattutto colmare quel vuoto di conoscenza che ha interessato un periodo importante della nostra storia.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Voci dal lager di Mario Avagliano,Marco Palmieri in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Storia e Teoria e critica storica. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2012
Print ISBN
9788806209919
Nei lager italianiLa vita nel campo e i lavori forzati

«Come il Poverello d’Assisi»
di Paolo Salvi

[Fossoli] 21.4.4457
Carissimi tutti,
senza vostre care a riscontrare, scrivo per farvi sapere che io sto benissimo e cosí sarà certamente di voi. Oggi la lettera la dedico alle cose della nostra azienda e vi farò diverse domande sicuro di avere esaurienti risposte su tutto (…)
Io non so quando potrò venire a casa, spero verso la fine Luglio come ho detto a Giovanna dal carro bestiame a Genova e tutti i sintomi lo fanno sperare; mi auguro anche di essere stato profeta. Però quando sarò costí non vorrò piú far niente, in questi quattro mesi ho imparato tantissime cose; per esempio che si può vivere colla sola minestra di acqua sporca e quattro grani di riso, intercalata da qualche giorno di digiuno; non occorre dormire nei soffici materassi ma anche in terra o al colmo della fortuna sulla paglia, si può andare a passeggio con i pantaloni rotti e senza calze e senza camicia; licenzierò Pierina perché so rammendare e lavare biancheria e scodelle e piatti; si può fare a meno del vino e del fumare; non occorre avere la casa bella che la possono bombardare; non c’è bisogno di bicicletta e automobile perché si può camminare a piedi; a tutte le età si possono imparare dei mestieri; io adesso so innaffiare e vangare e falciare perciò mi ritirerò sul ronco a curare l’orticello perché mi dia la mensa come il Poverello d’Assisi. Saluti e baci
Lino
Non allarmatevi che io non ho nulla e sto bene; ho solo marcato visita per non andare a lavorare sia pure un lavoro leggero; anche per dare una parvenza al mio male ho detto che tengo delle fiale di Solfadiazina che sono nell’armadio. Ve ne è una scatola e la manderete. Saluti
57 Acdff, citata in M. Avagliano, Generazione ribelle cit., pp. 327-28. Paolo Salvi (Brescia 1891 - Mauthausen 1945), atleta, tre volte olimpionico, reduce della Prima guerra mondiale. Dopo l’armistizio fu catturato per attività antifascista. Rilasciato, fu nuovamente arrestato nel gennaio del ’44 e trasferito nel carcere di Savona, in quello di Marassi a Genova e infine a Fossoli. Il 21 giugno fu deportato a Mauthausen, dove morí il 12 gennaio 1945 (secondo la comunicazione del Comando tedesco al Comune di Albenga «per mitragliamento aereo del nemico»). Lettera clandestina alla famiglia.

«Sotto il cielo di stelle dal nostro campo»
di Felice Lacerra

[Fossoli 28-4-1944]58
Carissimi,
sono partito da San Vittore e mi trovo nel campo di concentramento di Fossoli.
In famiglia come state spero tutti bene, io sto benissimo la mia salute è ottima. Qui a Fossoli tutto il giorno si può stare all’aria prendendo sole e per me è stato un grande vantaggio perché questo non si poteva fare a San Vittore.
Qui ce anche il secondo vantaggio che si possono ricevere lettere e pacchi contenenti vitto e biancheria, come vitto potete mandarmi tutto quello che volete, perciò fate voi, quello che vi raccomando non fate spese perché già mi immagino in quale dificolta disagiata si trova la famiglia.
Fatemi sapere presto vostre notizie, e Franco lavora o è ancora a casa, spero di sí ditegli di non fare una delle sue solite bricconate, perche deve sapere che ora deve lavorare per far che le condizioni di famiglia siano meno disagiose.
Saluti a tutti, salutatemi gli amici e la zia, un forte bacio al piccolo Gianni e a voi tutti.
Felice
Vostro figlio
Fossoli 16-6-4459
Carissima sorella,
la presente è per comunicarti che la settimana scorsa ho ricevuto la tua carttollina e ne sono rimasto veramente contento. Io qua a Fossoli me la passo abbastanza bene naturalmente non è come la vita che si faccia Sesto, ma in verita si sta molto piú bene che in carcere. Alla sera sotto il cielo di stelle dal nostro campo vi è sempre una bellissima musica che è l’unica cosa che puo consolare la vita di noi prigionieri. Ti invio i miei piú affettuosi saluti a te e alla famiglia.
Tuo fratello Felice
Fossoli, 7-8-4460
Carissimi genitori,
la presente è per comunicarvi che sto bene come spero di voi tutti.
Domattina partirò da Fossoli la destinazione che vado non ne sono ancora a conoscenza.
Non appena arrivo a destinazione non mancherò di darvi mie notizie, in tutti i modi non fatevi pensiero che sto molto bene, e spero sempre di rivedervi tutti nella nostra cara casa.
Ho ricevuto una cartollina di Maria Olga, Arrigo e Lina e sono rimasto contentissimo nel vedere che i miei cari fratellini si ricordano sempre di me.
Mi saluterete caramente la zia Lina e lo zio Peppino e le cugine, dicendogli che le ricordo sempre manderete i miei saluti anche a zio Gaetano e Lina e alla piccola Franca, gli direte che gli ho scritto una cartollina ma non ho ricevuto risposta.
Vi invio i miei affettuosi saluti a voi tutti e agli amici che sempre ricordo.
Vostro figlio
Felice
58 Ap Anna Maria Ori. Felice Lacerra (Sesto San Giovanni, Milano 1927 - Cibeno, Modena 1944), apprendista alla Breda. Antifascista, il 10 febbraio 1944 partecipò all’attentato alla sede del Fascio di Sesto San Giovanni e il giorno seguente fu arrestato presso il campo di volo della Breda. Dall’11 al 19 febbraio fu rinchiuso nel Macello di Monza, prima di essere trasferito a San Vittore. Il 27 aprile fu portato a Fossoli. Fu fucilato il 12 luglio 1944 presso il Poligono di Cibeno. Il primo documento è una lettera su carta intestata del campo.
59 Aned Sesto San Giovanni, fondo Giuseppe Valota. Cartolina postale con timbro di Fossoli.
60 A. M. Ori - C. Bianchi Iacono - M. Montanari, Uomini, nomi, memoria cit., pp. 79-80. Lettera, con timbro postale di Fossoli del 14 agosto 1944. È l’ultima lettera scritta da Lacerra prima di essere fucilato. Leggendo il secondo capoverso della lettera appare chiaro che fu scritta l’11 luglio 1944, quindi la data del 7 agosto è falsa e fu probabilmente aggiunta dai funzionari del campo per non insospettire i familiari. Il giorno prima dell’eccidio i carcerieri trasferirono i deportati che dovevano essere fucilati in un’altra baracca, con i bagagli, come se dovessero partire.

«La solitudine è una parola senza senso in campo
di concentramento»
di Antonio Manzi

[Fossoli] 28.4.194461
Carissimo Papà,
il 26 sera abbiamo iniziato il trasferimento con cambio di cella. Sono qui dal 27. Il trattamento, già miglioratosi col trasferimento a Milano, è diventato inaspettatamente soddisfacente coll’insediamento in questo campo. È nuovissimo e quindi pulito; compagnia a josa; periodicamente lavori nei campi. Vitto due ottime minestre e g. 220 di pane; pare che aumenti fra poco; vi è pure caffè latte al mattino. Per ora ho ancora un po’ di pane della vecchia scorta. È permesso scrivere due volte al mese; per l’aprile spero sia permesso scrivere pure 2 volte. È permesso l’invio di pacchi. Vi è un corriere che fa servizio per qui: Blort Viale Padova; un altro in via Sirtori. Ma senz’altro è piú conveniente la posta. Non sono permesse visite; potete scrivermi quanto volete. Mi potete mandare 200 lire al mese. Ora ho ancora qualche cosa, ma spedite ugualmente perché ho un amico che ha famiglia a Caserta e che quindi non può ricevere nulla. L’ambiente non è piú quello del carcere: ci sono anche delle signore; ho trovato con meraviglia anche l’avvocato che ha curato l’eredità dei ragazzi. Alla partenza da Milano ho pensato al tuo dolore nel caso che, nel chiedere, ne fossi venuto a conoscenza; piú che altro perché non potevo assicurarti che già fin d’allora vi vedevo un miglioramento. E non poterti parlare! Ringrazia Nino del suo interessamento per me. Manchiamo di notizie del mondo esterno. L’ultimo giornale che ho letto fu quello che avvolgeva la roba mandatami in carcere. A proposito qui c’è una maggior larghezza circa il corredo. Ti prego quindi di mandarmi l’occorrente per la barba, 2 matite copiative dure, un temperino, necessario per cucire, bottoni automatici (le donne si prestano a tenerci in ordine il corredo), sapone, calzoni corti di cuoio, fazzoletti, 1 asciugamano, calzone grigioverde, 1 sacchetto tela, sacco montagna, grammatica tedesca, inchiostro stilo, fisarmonica, carte gioco piccole, 2 paia mutande, scarpe grigie estive, impermeabile con cappuccio. Qualcosa da mangiare e gallette. Segue lettera affari.
Bacioni.
Antonio
[Fossoli] 26.6.44
Carissima Mamma,
scrivo a Te anche per rispondere alla Tua del 7. Ti leggo un po’ troppo sconsolata; su coraggio! Angela fra poco ti darà una nuova gioia, Antonio fra non molto un’altra immensa. Io qui sto bene; ricevo regolarmente i viveri di conforto e lavoro discretamente. Ho poche novità da raccontarti; mi faccio curare i denti dal dentista del campo e quel poro alla mano sinistra che avevo anche in libertà. Fra queste visite, il bagno, il lavoro il tempo passa discretamente; non ho ancora trovato modo di leggere un libro e scrivo la sera; la noia, terribile nemica in carcere, è sconfitta! La solitudine è una parola senza senso in campo di concentramento. Non ho notizie recenti da Papà in particolare per quanto riguarda lo studio. Se mi scrivessero una volta a settimana a turno Valtorta, Antonietto e Papà, ne saprei qualcosa. Dí ad Antonio che passi il mio indirizzo ad Italo che mi scriva dallo stabilimento. Dagli amici ho ricevuto una prima serie di lettere e poi nulla; Ezio, Pino, Mazzotti con Maria, Silvana ecc. staranno pappandosi cogli altri le loro domeniche in Grigna! Vi penso con nostalgia ma con speranza! Tornerà anche per me il tempo buono e saranno soddisfazioni migliori quanto piú si saranno attese con serenità; saranno piú meritate. Quattro mesi son passati: passerà anche il resto. Non sono molti nemmeno per Te e per Papà. Dallo zio Giuseppe non ho ricevuto nulla: meglio cosí se è vero che è cosí inopportuno! La tua del 7 mi è giunta il 24! Spero di avere presto le successive. Ti abbraccio, Mamma; ricordami come mi hai visto a Sant’Agata, sereno d’animo, un po’ piú in carne e con miglior colorito. Un bacio.
Antonio
61 Ap Elena Antonia Magnini Manzi. Antonio Manzi (Milano 1913 - Cibeno 1944), commercialista, tenente degli Alpini. Dopo l’armistizio tentò di raggiungere il Sud per arruolarsi nel Corpo italiano di Liberazione ma non gli riuscí e si uní ai partigiani della Bergamasca, diventando comandante dei gruppi della Val Brembana, raggruppamento «Alfredo Di Dio», Brigata autonoma Fiamme Verdi, col nome di battaglia Vercesio. Fu arrestato su delazione il 22 febbraio 1944 e venne portato presso la Federazione fascista di Bergamo, dove fu torturato ma non fece nomi. Rinchiuso in cella d’isolamento nel carcere di Sant’Agata, il 20 aprile fu trasferito a San Vittore e il 27 a Fossoli. Fu fucilato dai tedeschi il 12 luglio 1944 nel Poligono di Cibeno. Lettere su modulo prestampato del campo indirizzate ai genitori. Nell’originale le firme sono in stampatello.

«Non e piú la vita di San Vittore sempre chiusi in cella
senza prendere aria»
di Elia Mondelli

5-5-1944 Fossoli62
Carissimi genitori,
e la seconda volta che vi scrivo e nessuno risposta di voi forse vi e successo qualche cosa? Speriamo di no sai lontano di casa si pensa tutto dopo il mio arresto ma non pensateci sopra perché qui sto bene e ò una ottima salute cosí spero di voi.
Sentite mi sono permesso di domandarvi dopo tutto quello che vi ho fatto passare in questi mesi ma non importa finito tutto riparerò del male che vi ò fatto, eccolo quello che cerco sempre se la possibilità finanziaria ve lo permette spedirmi da mangiare quello che ò bisogno e il pane se non potete per posta ce il corriere a Milano.
Qui sono insieme a Sergio e ci vogliamo bene anzi siamo piú che fratelli piú che giocare non faciamo e prendere il sole tutto il giorno, non e piu la vita di San Vittore sempre chiusi in cella senza prendere aria e parlare con qualcuno, quello che vi raccomando sono le mutande nere. Salutatemi famiglia Parini, e quella di Ago i Facetti e quelli della corte specialmente Luigi Arrigoni e gli amici di Ospitaletto, anche alla Gianna, ditegli che quando ci vediamo di preparare la polenta salutatela tanto.
Rina come va la tua salute bene credo? Vinicio cosa fai tutto il giorno lavori o giuochi? e te Papà come va il tuo stomaco ti senti ancora male mamma mi raccomando non piangere e abbiate fede a Dio che ce la mandi buona non mandatemi ne camice ce no tre ne calze ne maglie salutatemi Laura Cici e Gaia e Gaetano non mi resta che salutarvi e darvi tanti baci sempre vi ricorda vostro
Aff.mo figlio
Nino
[Fossoli] 19-5-4463
Carissimi Genitori,
Vi faccio sapere che io sto bene cosí spero di voi tutti sentite con me ce Recalcati e Magni Carlo tutti due di Cinisello poi ce il direttore della Fondital si chiama Valcarenghi Aldo guardate che non ò ricevuto nessun pacco mi raccomando le mutande e i pantaloni fazzoletti senti Papa se vuoi venire guarda che a parlare non si può ma ce la rete ci arrangiamo mi raccomando da mangiare e la vostra fotografia tutti insieme se avete letto il giornale del mitragliamento di qui dove sono non pensate nessun morto e feriti quello che vi raccomando di avere il morale alto verso di me e pregate anzi vi dico di far dire una messa a nome mio e compagni capito Rina non piangere salutami la Gianna la Laura e Cici e anche la Gaia Vinicio non darti illusioni fai come il tuo pensiero ti comanda e tutto va bene Cara mamma chi sa come sofri
62 C. Giacomozzi - G. Paleari, Scrivere dai Lager cit., documento 3.1. Elia Mondelli (Dergano, Milano 1923), meccanico di precisione. Dopo l’armistizio lasciò il lavoro allo stabilimento Gerli Rayon di Cusano Milanino e si uní ai partigiani della banda «Cinque Giornate» sul colle San Martino nel varesotto. Arrestato il 2 aprile 1944 a Ospitaletto di Cormano, fu rinchiuso nel carcere di San Vittore a Milano. Fu trasferito il 26 aprile a Fossoli e il 21 luglio a Bolzano. Di qui il 5 agosto venne deportato a Mauthausen, dove giunse il 7. Fu poi trasferito a Gusen tra il 13 e il 14 agosto 1944. Fu liberato dagli americani il 5 maggi...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Voci dal lager
  3. Colophon
  4. Introduzione di Mario Avagliano e Marco Palmieri
  5. Note di compilazione e lettura
  6. Abbreviazioni e sigle
  7. Voci dal lager
  8. La cattura e il carcere
  9. Nei lager italiani
  10. Gli ideali, l’amor di patria e la fede
  11. La partenza e il viaggio verso i lager nazisti
  12. La partenza
  13. Nei lager e nelle carceri naziste
  14. La liberazione e il ritorno a casa
  15. Appendice I lavoratori coatti
  16. Ringraziamenti
  17. Indice dei nomi degli autori delle lettere e dei diari