Sunset Limited
eBook - ePub

Sunset Limited

Romanzo in forma drammatica

  1. 120 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Sunset Limited

Romanzo in forma drammatica

Informazioni su questo libro

La cucina di una casa popolare, un tavolo, due uomini seduti intorno. Uno dei due è bianco, l'altro è nero. Sul tavolo c'è una Bibbia. I due uomini parlano. Non si conoscevano prima di questa mattina, quando il nero ha strappato il bianco alle rotaie del Sunset Limited sotto cui stava per lanciarsi. Ma quello era solo l'inizio. Ora i due devono andare oltre. E cosí parlano. Dai due lati del tavolo, da prospettive, lingue e colori antitetici, fra picchi di comicità e abissi di disperazione senza contatto possibile oltre all'ingegno folgorante della penna che li ha partoriti.
Un «romanzo in forma drammatica» che raggiunge il nucleo pulsante dell'indagine esistenziale di McCarthy. Non ci sono approdi, prese di posizione, risposte. C'è solo una domanda: che cosa ti divide dal tuo Sunset Limited?

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2010
Print ISBN
9788806233501
eBook ISBN
9788858400685
Argomento
Letteratura

Sunset Limited

La scena si svolge in una stanza di un caseggiato popolare in un quartiere nero di New York. C’è una cucina con dei fornelli e un grosso frigorifero. Una porta che dà sul pianerottolo e un’altra che presumibilmente dà sulla camera da letto. La prima è dotata di una bizzarra serie di spranghe e chiavistelli. Nella stanza c’è un tavolo di formica da quattro soldi con due sedie di metallo e plastica. Il tavolo ha un cassetto. Sul tavolo ci sono una Bibbia e un giornale. Un paio di occhiali. Un taccuino e una matita. Su una delle due sedie (quella di destra) è seduto un nero corpulento, sull’altra un bianco di mezza età con un paio di pantaloni della tuta e scarpe da ginnastica. Ha indosso una T-shirt, mentre la giacca – che fa il paio con i pantaloni – è appesa dietro di lui allo schienale della sedia.
NERO Allora, professore, che cosa devo fare con te?
BIANCO Perché dovrebbe fare qualcosa?
NERO Te l’ho detto. Io non c’entro niente. Quando stamattina sono uscito di casa per andare al lavoro tu mica c’eri nei miei programmi. E invece eccoti qua.
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BIANCO Non significa nulla. Niente di quello che succede significa qualcos’altro.
NERO Mm hm. No, eh?
BIANCO No, infatti.
NERO E allora che significa?
BIANCO Non significa nulla. Capita di incontrare delle persone e capita che qualcuna di queste sia nei guai per un motivo o per l’altro, ma non significa che dobbiamo assumercene la responsabilità.
NERO Mm hm.
BIANCO E comunque, chi è sempre pronto a occuparsi dei perfetti sconosciuti molto spesso non si occupa delle persone di cui dovrebbe occuparsi. Per come la vedo io. Se uno si limita a fare ciò che dovrebbe, non diventa un eroe.
NERO E io sarei un tipo cosí.
BIANCO Non lo so. È un tipo cosí?
NERO Be’, ci può anche essere un fondo di verità in quello che dici, non dico di no. Ma in questo caso specifico, sta’ sicuro che io non sapevo proprio di che tipo di persona mi dovevo occupare, o cosa fare quando la trovavo. In questo caso specifico, mi sono basato su una cosa sola.
BIANCO E cioè?
NERO Cioè sul fatto che vedo un tizio lassú in piedi. Lo guardo e posso pure dire: Mah, a prima vista non sembra mio fratello. Però sta lí. Forse è il caso che lo guardo meglio.
BIANCO E cosí ha fatto.
NERO Be’, era un po’ difficile far finta di niente.
Fammi dire che il tuo approccio è stato un bel po’ diretto.
BIANCO Non è stato un approccio. Non l’avevo neanche vista.
NERO Mm hm.
BIANCO Adesso è meglio che me ne vada. Sto cominciando a darle sui nervi.
NERO No, non è vero. Non farci caso a me. Sembri uno a posto, professore. In realtà quello che non capisco è come hai fatto a metterti in un casino del genere.
BIANCO Eh già.
NERO Ti senti bene? Hai dormito, stanotte?
BIANCO No.
NERO Quando hai deciso che oggi era il gran giorno? Cos’è, ha qualcosa di speciale?
BIANCO No. Be’, guardi. Oggi è il mio compleanno. Ma che reputi la cosa speciale, proprio no.
NERO Allora buon compleanno, professore.
BIANCO Grazie.
NERO Insomma, hai visto che stava arrivando il tuo compleanno e hai pensato che era il giorno piú adatto.
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BIANCO Chi lo sa. Magari i compleanni sono pericolosi. Come il Natale. Decorazioni sugli alberi, ghirlande sulle porte, e cadaveri che penzolano dai soffitti di tutta l’America.
NERO Mm. Il che non depone molto a favore del Natale, giusto?
BIANCO Il Natale non è piú quello di una volta.
NERO Su questo ti do senz’altro ragione. Al cento per cento.
BIANCO Adesso devo andare.
Si alza e prende la giacca dallo schienale della sedia, se la mette sopra le spalle e poi ficca tutte e due le braccia nelle maniche, invece che infilarsela una manica per volta.
NERO T’infili sempre le giacche in quel modo?
BIANCO Cos’ha che non va il modo in cui mi infilo la giacca?
NERO Non ho detto che ha qualcosa che non va. Volevo solo sapere se è il metodo che usi sempre.
BIANCO Non è che abbia un metodo, me la infilo e basta.
NERO Mm hm.
BIANCO Che c’è, è da effeminati?
NERO Mm.
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BIANCO Che?
NERO Niente. Me ne sto solo qua seduto a studiare il comportamento dei professori.
BIANCO Sí. Be’, adesso devo andare.

Il nero si alza.

NERO Ok. Aspetta che prendo la giacca.
BIANCO La giacca?
NERO Sí.
BIANCO Dove va?
NERO Vengo con te.
BIANCO In che senso? Viene con me dove?
NERO Vengo con te nel posto dove stai andando.
BIANCO No che non viene.
NERO Sí invece.
BIANCO Ma io sto tornando a casa.
NERO Benissimo.
BIANCO Benissimo? Guardi che lei non ci viene a casa mia.
NERO Eccome se ci vengo. Aspetta che prendo la giacca.
BIANCO Ma non può venire a casa mia.
NERO Perché no?
BIANCO Perché no.
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NERO Come sarebbe? Tu puoi venire a casa mia e io non posso venire a casa tua?
BIANCO No. Cioè, no, non è questo. È solo che voglio tornarmene a casa.
NERO Abiti in un palazzo col portiere?
BIANCO Sí.
NERO E allora? I neri non possono entrare?
BIANCO No. Cioè, certo che possono entrare. Senta. Basta con questi giochetti. Devo andare. Sono molto stanco.
NERO Be’, spero che non ci piantano grane quando vedono che salgo con te.
BIANCO Dice sul serio?
NERO Eddai che l’hai capito. Sí che dico sul serio.
BIANCO Non può dire sul serio.
NERO Serio come un attacco di cuore.
BIANCO Perché sta facendo tutto questo?
NERO Io? Io non ho nessuna scelta.
BIANCO Certo che ce l’ha.
NERO No invece.
BIANCO Chi l’ha nominata mio angelo custode?
NERO Aspetta che prendo la giacca.
BIANCO Risponda alla domanda.
NERO Tu lo sai chi è stato. Non te l’ho mica chiesto io di saltarmi in braccio stamattina mentre aspettavo la metro.
BIANCO Non le sono saltato in braccio.
NERO Ah no?
BIANCO No.
NERO E allora come hai fatto ad arrivarci?

Il professore resta in piedi a testa china. Guarda la sedia e poi si volta e ci si va a sedere di nuovo.

NERO Be’? Non usciamo piú?
BIANCO Lei pensa davvero che in questa stanza ci sia Gesú?
NERO No. Non lo penso.
BIANCO Ah no?
NERO Lo so che c’è Gesú in questa stanza.

Il professore congiunge le mani sul tavolo e china la testa. Il nero prende l’altra sedia e si risiede.

NERO Tutto sta in come uno lo dice, professore.È come se ti chiedo se pensi di avere addosso quella giacca. Capisci cosa intendo?
BIANCO Non è la stessa cosa. È una questione di consenso generale. Se io e lei diciamo che ho addosso una giacca e Cecil dice che sono nudo e ho la pelle verde e la coda, allora ci conviene pensare a un posto dove ricoverare Cecil, per il suo bene.
NERO E chi è Cecil?
BIANCO Non è nessuno. È solo un ipotetico... Non esiste, Cecil. È solo un personaggio che ho inventato per spiegarmi meglio.
NERO Inventato.
BIANCO Sí.
NERO Mm.
BIANCO Non vorrà mica ricominciare, eh? Non è la stessa cosa. Il fatto che ho inventato Cecil.
NERO Però l’hai inventato.
BIANCO Sí.
NERO E il suo modo di vedere le cose non conta niente.
BIANCO Esatto. È per questo che l’ho inventato. Ma avrei anche potuto metterla in un altro modo. Avrei potuto dire che era lei quello convinto che non avessi la giacca.
NERO E che era verde, e cazzi vari.
BIANCO Sí.
NERO Però mica hai detto cosí.
BIANCO No.
NERO Hai scaricato tutto su Cecil.
BIANCO Sí.
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NERO Ma Cecil non si può difendere, perché dato che non è d’accordo con tutti gli altri, quello che dice lui non vale niente. A parte poi il fatto che te lo sei inventato tu, che è verde e tutto il resto.
BIANCO Non è lui, quello verde. Sono io. Ma dove vuole andare a parare?
NERO Sto solo cercando di capire meglio questo Cecil.
BIANCO Non mi pare proprio. Lei lo vede, Gesú?
NERO No. Non lo vedo.
BIANCO Però ci parla.
NERO Ogni santo giorno.
BIANCO E lui parla con lei.
NERO Mi ha parlato. Sí.
BIANCO Ma lei lo sente? Sente proprio la sua voce?
NERO No, non sento la sua voce. Non sento neanche la mia, se è per questo. A lui però l’ho sentito.
BIANCO Be’, allora Gesú non potrebbe essere soltanto nella sua testa?
NERO Infatti è nella mia testa.
BIANCO Allora non capisco cos’è che sta cercando di dirmi.
NERO Lo so che non capisci, zuccherino. Sta’ a sentire. La prima cosa che devi tenere presente è che io, nella testa, non ho manco un pensiero ori...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
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