Il re pallido
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Il re pallido

Un romanzo incompiuto

  1. 728 pagine
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Il re pallido

Un romanzo incompiuto

Informazioni su questo libro

«La nostra piccolezza, la nostra insignificanza e natura mortale, mia e vostra, la cosa a cui per tutto il tempo cerchiamo di non pensare direttamente, che siamo minuscoli e alla mercé di grandi forze e che il tempo passa incessantemente e che ogni giorno abbiamo perso un altro giorno che non tornerà piú e la nostra infanzia è finita e con lei l'adolescenza e il vigore della gioventú e presto anche l'età adulta, che tutto quello che vediamo intorno a noi non fa che decadere e andarsene, tutto se ne va e anche noi, anch'io, da come sono sfrecciati via questi primi quarantadue anni tra non molto me ne andrò anch'io, chi avrebbe mai immaginato che esistesse un modo piú veritiero di dire "morire", "andarsene", il solo suono mi fa sentire come mi sento al crepuscolo di una domenica d'inverno...». La trasfigurazione in forma narrativa di un anno che David Foster Wallace, nel bel mezzo degli studi universitari, trascorse lavorando per il Centro controlli regionale dell'Agenzia delle Entrate di Peoria, nell'Illinois.
Un romanzo labirintico, che tra finte prefazioni e digressioni, minuziose descrizioni che ricordano i cataloghi dell'epica antica e sintesi fulminanti, riesce a trasformare gli eventi piú ordinari in avventure miracolose.
Una gigantesca macchina tra saggio e racconto, popolata da un'umanità insieme buffa e dolente e sorretta dall'ambizione quasi filosofica di raccontare la noia, ossia tutto ciò che di solito viene escluso dalle storie perché ritenuto privo di interesse. E che qui viene evocato con prodigiosa empatia, nel suo inscindibile misto di banalità e dignità. « Il re pallido è uno dei libri piú tristi e adorabili che abbia letto. Provate a leggerlo anche voi, e vi ritroverete ancora in piedi a notte fonda, perché DFW scrive frasi e a volte pagine intere che tolgono il respiro...» Benjamin Alsup, «Esquire» «Profondamente malinconico, filosofico, brillante da levare il fiato, comico, esasperante ed elegiaco, Il re pallido è l'opera piú emotivamente coinvolgente di Wallace». Michiko Kakutani, «New York Times» «David Foster Wallace sceglie la più antiromanzesca delle ambientazioni: l'ufficio americano delle tasse, dove aveva lavorato un anno. Ma nulla - neanche le scartoffie e le partite doppie - fa da ostacolo alla sua bravura e al nostro divertimento». Mariarosa Mancuso, «Style Magazine»

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2011
Print ISBN
9788806203351
eBook ISBN
9788858405123

§1.

Di là dalle pianure di flanella, i grafici d’asfalto e gli orizzonti di ruggine sbilenca, e di là dal fiume tabacco sormontato da alberi piangenti e monetine di sole che filtrano sull’acqua alla foce, nel punto oltre il frangivento, dove i campi incolti rosolano striduli al caldo antimeridiano: sorgo, farinello, leersia, salsapariglia, cipero, stramonio, menta selvatica, soffione, setaria, uva muscadina, verza, verga aurea, edera terrestre, acero da fiore, solano, ambrosia, avena folle, veccia, gramigna, fagiolini spontanei invaginati, tutte teste che annuiscono dolcemente a una brezza mattutina che è la morbida mano di una madre sulla guancia. Uno strale di storni scoccato dalle stoppie del frangivento. Il lucore di rugiada che resta lí a svaporare tutto il giorno. Un girasole, altri quattro, uno chino, e lontani cavalli rigidi e immoti come giocattoli. Annuiscono tutti. Suoni elettrici di insetti indaffarati. Sole biondo birra, cielo pallido e volute di cirri cosí alte da non fare ombra. Insetti indefessamente indaffarati. Quarzo, selce, scisto e croste di condrite ferrosa nel granito. Terra antichissima. Guardatevi intorno. L’orizzonte tremola, informe. Siamo tutti fratelli.
Ma ecco i corvi solcare il cielo, tre o quattro, non a stormo, in volo, silenziosi e malintenzionati, si dirigono verso il grano puntando al filo spinato del pascolo oltre il quale un cavallo annusa il sedere a un altro, che si premura di alzare la coda. La marca delle tue scarpe impressa nella rugiada. Un refolo di erba medica. Le lappole sui calzettoni. Secca frizione in un canale sotterraneo. Filo spinato rugginoso e pali sghembi, piú simbolo di reclusione che recinto vero e proprio. «Divieto di caccia». Il fruscio dell’interstatale di là dal frangivento. Le mucche sparse al pascolo rivoltano tortini di terriccio per raggiungere i vermi, le sagome dei vermi impresse nel letame capovolto che induriscono cuocendo tutto il giorno al sole e non vanno piú via, minuti solchi evacuati a schiera e spire inserte che non si richiudono perché la testa non tocca mai la coda. Leggete questo.

§2.

Claude Sylvanshine si imbarcò poi all’aeroporto Midway con le cosiddette Consolidated Thrust Regional Lines alla volta di Peoria su un terrificante trenta posti dove il pilota con i brufoli sulla nuca allungò la mano per chiudere una lurida tenda di stoffa che separava la cabina di pilotaggio e il servizio bevande consisteva in una ragazza traballante che ti rifilava le noccioline mentre scolavi una Pepsi. Il posto accanto al finestrino di Sylvanshine era l’8-qualcosa, una fila di emergenza, vicino a una signora anziana con il mento a sacchetto che nonostante gli strenui sforzi sembrava incapace di aprire le noccioline. L’equazione contabile fondamentale A=P+CN può essere scomposta e riordinata in tutti i modi a partire da CN=A-P. Il velivolo solcava le correnti d’aria ascensionali e discendenti come una barchetta nella tempesta. Da St. Louis e da due degli aeroporti di Chicago partivano solo voli regionali per Peoria. Sylvanshine aveva una cosa all’orecchio interno che gli impediva di leggere in aereo però lesse l’opuscolo plastificato sulle norme di salvataggio, due volte. Era quasi tutto illustrato; la legge prevedeva che la compagnia aerea desse l’analfabetismo per scontato. Senza accorgersene, Sylvanshine ripeté mentalmente la parola «analfabeta» varie decine di volte finché non perse significato diventando un semplice suono ritmico, non sgradevole ma fuori sincrono rispetto al pulsare altalenante dei motori. Lo faceva quand’era sotto stress e non voleva incursioni esterne. Era partito dall’aeroporto di Dulles che aveva raggiunto da Shepherdstown/Martinsburg a bordo di una navetta dell’Agenzia. Le tre codificazioni principali della normativa fiscale statunitense essendo naturalmente quelle del ’16, ’39 e ’54, con la non trascurabile aggiunta degli indici nell’81 e ’82 e delle disposizioni contro gli illeciti. L’esame da commercialista non avrebbe certo tenuto conto dell’altra importante ricodificazione che si profilava all’orizzonte. Sylvanshine da parte sua mirava a superarlo per avanzare subito di due scatti retributivi. La portata della ricodificazione sarebbe dipesa in parte dalla capacità dell’Agenzia di attuare le direttive dell’Iniziativa. Il lavoro e l’esame dovevano occupare due settori separati della sua mente; era fondamentale che mantenesse la separazione dei poteri. La separazione delle due aree. Calcolare il recupero svalutazione fiscale per l’attivo §1231 è un procedimento in cinque fasi. Il volo durò cinquanta minuti e sembrò molto piú lungo. Non c’era niente da fare e non gli sarebbe rimasto in testa niente con tutto quel rumore segregato e finite le noccioline Sylvanshine per occupare la mente non poté far altro che sforzarsi di guardare il suolo, che sembrava cosí vicino da permettere di distinguere il colore delle case e i vari tipi di veicolo sull’interstatale sbiadita che l’aereo pareva bordeggiare a zigzag. Le figure dell’opuscolo che aprivano porte d’emergenza, tiravano corde e stringevano funerariamente i cuscini del sedile al petto sembravano disegnate da una mano inesperta, i lineamenti poco piú che sporgenze; non c’erano paura, sollievo né altro in quei visi disegnati mentre scendevano dagli scivoli di soccorso. Le maniglie delle porte di emergenza si aprivano in un modo e i portelloni di emergenza sulle ali in tutt’altro. Il capitale sociale include le azioni ordinarie, la riserva di utili e tantissimi tipi di transazioni azionarie. Distinguere tra inventario permanente e periodico e spiegare il rapporto o i rapporti tra un inventario fisico e il costo dei beni venduti. La testa grigio scuro davanti a lui emanava un odore di Brylcreem che di certo anche in quel preciso istante impregnava e macchiava la piccola salvietta di carta in cima al sedile. Sylvanshine si rammaricò di nuovo che Reynolds non fosse con lui su quel volo. Sylvanshine e Reynolds erano due assistenti di Merrill Errol («Mel») Lehrl, l’idolo dell’ufficio Sistemi, anche se Reynolds era un GS-11 e Sylvanshine un misero e penoso GS-9. Sylvanshine e Reynolds vivevano insieme e andavano insieme dappertutto dai tempi del disastro al Centro controlli regionale di Rome nell’82. Non erano omosessuali; vivevano semplicemente insieme e lavoravano a stretto contatto con il dottor Lehrl all’ufficio Sistemi. Reynolds, pur avendo appena due anni e qualcosa piú di Claude Sylvanshine, era un commercialista abilitato e aveva una specializzazione in Gestione dei sistemi informativi. Quell’asimmetria era una delle tante cose che dopo Rome pregiudicavano l’autostima di Sylvanshine e lo rendevano doppiamente fedele e grato al dottor Lehrl per averlo salvato dalle macerie della catastrofe di Rome e aver creduto nel suo potenziale dopo che si era ritagliato un posticino come dente nell’ingranaggio del sistema. Il metodo della partita doppia inventato dall’italiano Pacioli nella stessa epoca di C. Colombo et alia. L’opuscolo indicava che su quel tipo di velivolo l’ossigeno di emergenza anziché calare dall’alto era in una specie di estintore sotto il sedile. L’ottusità primitiva delle facce nelle illustrazioni era piú spaventosa di quanto sarebbe stata la paura o qualsiasi altra espressione visibile. Non si capiva se l’opuscolo avesse una funzione primariamente legale, di pubbliche relazioni o tutt’e due le cose. Sylvanshine si sforzò brevemente di ricordare la definizione di «imbardare». Quell’inverno studiando per l’esame gli era capitato di ruttare e piú che di rutto il sapore era stato un po’ di vomito. La pioggerella tracciava un ricamo mobile sul finestrino dilatando il tratteggio della terra che sorvolavano. Sotto sotto Sylvanshine si considerava un povero fesso apprensivo dotato tutt’al piú di un talento marginale che con lui aveva un legame a sua volta marginale.
Ecco cos’era successo al Centro controlli regionale nordorientale di Rome, nello Stato di New York, intorno alla data in questione: due dipartimenti erano rimasti indietro e avevano reagito con deplorevole mancanza di professionalità lasciando che un clima di grande stress offuscasse la capacità di giudizio e prevalesse sulle procedure, mentre ciascun dipartimento si affannava a nascondere la pila crescente di dichiarazioni dei redditi, atti degli accertamenti incrociati e copie dei W-2/1099 anziché denunciare come si conviene il lavoro arretrato e richiedere che parte dell’esubero venisse dirottata su altri centri. Le rivelazioni erano state parziali e i rimedi poco tempestivi. Le controversie per risalire all’origine dell’inghippo erano infuriate nonostante il balletto di responsabilità innescato dagli altissimi vertici del ramo Compliance, anche se alla fine la colpa era ricaduta sulla direttrice del Ccr di Rome malgrado il fatto che non fosse mai stato appurato se i capi del dipartimento l’avessero messa davvero al corrente dell’entità del lavoro arretrato. La cupa battuta che ormai circolava all’Agenzia delle Entrate era che sulla scrivania la direttrice avesse una targa di legno trumanesca con su scritto: «Quale responsabilità?» C’erano volute tre settimane prima che gli uffici Accertamento distrettuali cominciassero a protestare per la penuria di dichiarazioni dei redditi sottoposte ad accertamento e/o ai sistemi di riscossione automatizzata e poco alla volta le lamentele erano giunte all’orecchio dell’ufficio ispettivo, ma del resto c’era da aspettarselo, era solo questione di tempo. La direttrice di Rome era andata in prepensionamento e un capogruppo era stato licenziato in tronco, cosa estremamente insolita per i GS-13. Era importante che quel provvedimento non suscitasse clamori e che una pubblicità indesiderata non compromettesse la fiducia piena e assoluta dei cittadini nei confronti del Fisco. I moduli non erano finiti nella spazzatura. Nascosti, questo sí, ma non distrutti né buttati via. Neanche nel pieno della disastrosa psicosi dipartimentale qualcuno era arrivato al punto di bruciarli, farli a pezzi o consegnarli alla nettezza urbana. Quello sí che sarebbe stato un disastro – quello sí che sarebbe diventato di dominio pubblico. Il finestrino del portellone di emergenza era composto soltanto da vari strati di plastica, o cosí sembrava, l’interno dei quali cedeva sinistramente sotto la pressione digitale. Sul finestrino c’era la severa intimazione a non aprire il portellone di emergenza accompagnata da un trittico iconico che spiegava come aprirlo. Un sistema, in altre parole, assai mal concepito. Quello che ora si chiamava stress prima si chiamava tensione o pressione. Pressione ora era piú una cosa che si esercitava su qualcuno, come l’insistenza dei piazzisti. Reynolds diceva che uno dei contatti con altre sedi del dottor Lehrl aveva definito il Ccr di Peoria «una vera pentola a pressione», anche se si riferiva all’ufficio Controlli formali e liquidazioni, non all’ufficio del Personale, a cui Sylvanshine era stato assegnato per preparare il terreno in vista di un possibile incarico a tempo pieno all’ufficio Sistemi. La verità, che per poco Reynolds non aveva spiattellato, era che non doveva essere un incarico troppo delicato se l’avevano affidato a Sylvanshine. Stando alle sue ricerche, c’erano posti per l’esame da commercialista il 7 e l’8 novembre al Peoria College of Business e il 14 e 15 novembre al Joliet Community College. Durata dell’incarico, ignota. Uno degli esercizi isometrici piú efficaci per chi sta alla scrivania consiste nel sedere drittissimi e contrarre i grossi muscoli delle natiche, contare fino a otto e poi rilassare. Tonifica, aumenta il flusso sanguigno e la soglia di attenzione e può, a differenza di altri esercizi isometrici, essere eseguito anche in pubblico, essendo ampiamente occultato dalla massa materiale della scrivania. Evitare smorfie o espirazioni rumorose quando si rilassano i muscoli. Trasferimenti preferenziali, disposizioni di liquidazione, creditori non garantiti, rivendicazione di un credito sui beni fallimentari di cui al cap. 7. Sylvanshine aveva il cappello in grembo, sopra la cintura. Lehrl, il direttore di Sistemi, aveva cominciato come accertatore di livello GS-9 a Danville, in Virginia, prima della trovata che gli era valsa una carriera fulminante. Aveva la forza di dieci uomini. Ora quando Sylvanshine studiava per l’esame la cosa peggiore era che studiare una cosa qualsiasi gli scatenava in testa un uragano su tutte le altre cose che non aveva studiato e su cui si sentiva ancora insicuro, rendendogli quasi impossibile concentrarsi, facendolo restare ancora piú indietro. Erano tre anni e mezzo che preparava l’esame da commercialista. Era come cercare di costruire un modellino mentre si scatenava il vento. «La componente principale nell’organizzare una struttura che renda lo studio efficace è»: va’ a sapere. A ucciderlo erano i problemi legati alla vicenda. Reynolds aveva superato l’esame al primo colpo. Imbardare significava ruotare leggermente da una parte all’altra. La parola per inclinarsi avanti e indietro era un’altra. Aveva a che fare con gli assi. C’era una certa sospensione cardonica o «cardanica» che gli veniva in mente ogni volta che vedeva Donagan, il suo compagno di liceo a Lombard che poi era finito al Mission Control per gli ultimi due Apollo e aveva la foto in una teca di vetro nella segreteria della scuola. All’epoca la cosa peggiore era sapere che gli insegnanti erano i meno tagliati per quel lavoro, e siccome subodoravano che lui lo sapesse, quando li guardava davano il peggio di sé. Era un circolo vizioso. L’annuario dell’ultimo anno di Sylvanshine, conservato nel baule a Filadelfia, non riportava quasi nemmeno una firma. L’anziana vicina stava ancora cercando di aprire il pacchetto di noccioline con i denti ma aveva detto senza mezzi termini che non voleva né le serviva aiuto. Gli obblighi previdenziali presunti (Opp) corrispondono al valore attuale delle indennità previste dalla formula pensionistica per gli anni di servizio maturati prima di quella data. Se lo dici calcando sulle vocali, emicrania diventa una cantilena cadenzata, buona per far saltare la corda ai bambini. Guardati la camicia e di’ come si scrive attico. Uno degli adolescenti fuori dal negozio di video vicino all’aeroporto di Midway aveva una T-shirt nera con la scritta «Sympathy for Nixon Tour» seguita da un lungo elenco di città a microscopiche lettere applicate. L’adolescente, che non era sul volo, si era seduto un attimo al gate davanti a Sylvanshine stuzzicandosi il viso con una concentrazione che non aveva niente dello stuzzicarsi e tastarsi distrattamente parti del viso che accompagnava il lavoro di concentrazione che si fa all’Agenzia delle Entrate. Sylvanshine sognava ancora cassetti della scrivania e condotti per l’aria pieni di moduli, bordi di moduli che spuntavano dalle griglie e il ripostiglio stipato di schede perforate, la signora dell’ufficio ispettivo che forzava la porta e tutte le schede le cadevano addosso come fosse il ripostiglio di McGee mentre si abbatteva quel disastro dopo che erano rimasti indietro con gli atti degli accertamenti incrociati al Ccr di Rome. Sognava ancora Grecula e Harris che mettevano fuori uso l’elaboratore centrale della Fornix versando qualcosa da un termos dentro la ventola posteriore, tra un levarsi di sibili e frammenti di fumo tinteggiati d’azzurro. L’adolescente non aveva avuto nessunissima aura vocazionale; succede con certe persone. I principî etici costituivano tutta la prima parte dell’esame, altro argomento che vedeva un proliferare di battute all’Agenzia delle Entrate. Una violazione dei principî di etica professionale poteva facilmente verificarsi quando: il rumore ultraterreno dei motori era tale che ormai Sylvanshine sentiva solo qualche sillaba vagante dei discorsi intorno a lui. L’artiglio della donna sul bracciolo d’acciaio che li separava era una visione orribile che si rifiutò di assecondare. Le mani dei vecchi lo spaventavano e lo disgustavano. Lui aveva avuto nonni che tenevano in grembo mani dall’aspetto alieno e artigliesco. All’atto di costituzione, la Jones Inc. emette azioni ordinarie a un prezzo superiore al loro valore nominale. Era difficile non immaginare la faccia delle persone che per mestiere scrivevano certe domande. A cosa pensavano, quali erano le loro ambizioni professionali e i loro sogni. Molte delle domande erano come piccoli racconti decurtati della sostanza umana. Il primo dicembre 1982, Clark Co. affitta uffici per tre anni al costo mensile di ventimila dollari. Per arrivare fino a cento, Sylvanshine cercò di contrarre prima una natica e poi l’altra anziché tutt’e due insieme, il che richiedeva concentrazione e una specie di strano non-controllo, come quando cerchi di muovere l’orecchio davanti allo specchio. Provò a rilassare i muscoli del collo facendo quella cosa di piegare la testa prima-da-una-parte-poi-dall’altra dolcemente e per gradi ma rimediò lo stesso un’occhiataccia dalla signora anziana che, in abito scuro e con la faccia scavata, sembrava sempre piú un teschio spaventoso, una specie di presagio di morte o di disfatta totale all’esame da commercialista, due cose che erano sprofondate dentro la psiche di Sylvanshine fondendosi in un’unica immagine di lui che lavava silenzioso e impassibile con un enorme scopettone un corridoio costeggiato di porte in vetro smerigliato che recavano il nome di altre persone. La sola idea di uno scopettone, di un secchio con le rotelle o di un inserviente con il suo nome cucito a caratteri Palmer sulla tasca della tuta grigia (come al Midway, fuori dai bagni maschili con il piccolo avviso giallo bilingue che metteva in guardia dal pavimento bagnato, il nome in corsivo che cominciava per M, Morris o Maurice, l’uomo si adattava al suo lavoro come uno si adatta alla precisa sacca d’aria che crea spostandosi) disorientò Sylvanshine tanto da fargli perdere tempo prezioso nel tentativo di pensare a come organizzare un programma di ripasso fattibile ed efficacissimo per l’esame, sia pure mentale, che faceva ogni giorno. I suoi punti deboli erano l’organizzazione strategica e la ripartizione del tempo, come Reynolds non mancava mai di fargli notare, divertendosi a dire Dio santo Claude prendi un libro dalla pila e studia anziché stare lí a bamboleggiarti impotente chiedendoti qual è il metodo migliore per studiare. A ficcare dichiarazioni dei redditi dietro gli armadietti e nei condotti per l’aria. A chiudere a chiave cassetti della scrivania strapieni di moduli per gli accertamenti incrociati che nemmeno si aprivano. A nascondere una cosa dietro l’altra nei cestini del tavolo Tingle. Reynolds si era limitato a presentarsi nell’ufficio del direttore prima di essere convocato e tutte le disavventure personali erano come svanite in uno sbuffo burocratico di fumo viola e una settimana dopo Sylvanshine trasferiva la sua roba all’ufficio Sistemi di Martinsburg alle dipendenze del dottor Lehrl. Sembrava di essere scampati per un pelo a un incidente d’auto mortale e di non riuscire poi nemmeno a pensare a quella tragedia sfiorata per evitare di essere messi fuori uso dalla tremarella. L’intero guscio per i Redditi esteri si era disintegrato. Il piccolo suono che simulava un campanello accompagnava l’accendersi e lo scomparire del glifo con le cinture di sicurezza e le sigarette collocato sopra la testa; ogni volta Sylvanshine alzava gli occhi senza volerlo. Nel procurarsi materiale probatorio a sostegno delle dichiarazioni fiscali, l’accertatore elabora precisi obiettivi di accertamento alla luce di quelle dichiarazioni. Un neonato piagnucolava qualche fila dietro; Sylvanshine immaginò la madre togliersi la cintura di sicurezza e ritirarsi in un’altra fila lasciandolo lí. A Filadelfia, dopo il delirio scatenato dall’introduzione degli indici di inflazione che avevano richiesto la configurazione di nuovi modelli informatici nell’81, gli avevano diagnosticato la compressione dovuta a stress di un nervo nel collo e nella parte alta della schiena che la forzata posizione innaturale del minuscolo e strettissimo 8-B e l’artiglio mortuario sul bracciolo accanto a lui peggioravano, se ci faceva caso. Era vero: tutto dipendeva, in termini di esami e di vita, da ciò a cui facevi caso o a cui ti imponevi di non fare caso. Sylvanshine si considerava debole o carente in materia di volontà. Quasi tutto quello che gli altri stimavano o apprezzavano in lui era involontario, un dono dal cielo, come l’altezza o la simmetria facciale. Reynolds diceva che era lento di comprendonio e aveva ragione. Ebbe un ricordo seriale del signor Satterthwaite, il vicino di casa che colorava le parti consumate delle scarpe della divisa da postino con la penna nera, e senza che lui se ne accorgesse quell’immagine si dilatò in un intero ricordo narrativo dei coniugi Satterthwaite, che non avevano figli e a prima vista non sembravano poi tanto socievoli o interessati ai bambini, e invece avevano lasciato che il loro cortile diventasse di fatto il quartier generale di tutti i bambini del vicinato, come pure la casa scalcinata e pericolante che avevano permesso a Sylvanshine e al bambino cattolico con un tic come un sussulto cronico di provare a costruire su uno dei loro alberi, e Sylvanshine non riusciva a ricordare se la casa sull’albero fosse rimasta incompiuta perché la famiglia dell’altro bambino si era trasferita o se il trasferimento fosse avvenuto in seguito e la casa sull’albero fosse stata semplicemente troppo scalcinata e impregnata di linfa per continuarla. La signora Satterthwaite aveva il lupus ed era spesso indisposta. Tassi di deviazione, limiti di precisione, allocazione di Neyman. Per come l’aveva spiegata il dottor Lehrl, l’entropia era la quantità di un certo tipo di informazioni che era inutile conoscere. L’assioma di Lehrl era che prova decisiva dell’efficienza di qualsiasi struttura organizzativa fossero le informazioni e il filtraggio e la diffusione delle informazioni. La vera entropia non c’entrava un fico secco con la temperatura. Un altro strumento efficace per concentrarsi consiste nel richiamare alla mente una scena all’aperto che tranquillizzi e distenda, immaginaria o attinta ai ricordi, tanto piú efficace se comprende o include uno stagno lago ruscello o fiumiciattolo, perché è dimostrato che l’acqua ha l’effetto di calmare e centrare il sistema nervoso involontario, ma per quanti sforzi facesse dopo gli esercizi con le natiche, Sylvanshine riusciva a evocare solo una freccia dentellata dai colori primari che sembrava un poster psichedelico o quello che vedi se chiudi l’occhio per il dolore dopo aver preso una botta. Strana parola, indisposta. Dimostrare che la relazione fra i prezzi dei buoni pluriennali e il tasso dell’imposta sulla plusvalenza a lungo termine non è inversamente proporzionale. Lui sapeva chi sull’aereo era innamorato, chi avrebbe detto di esserlo perché era quello che gli altri si aspettavano da lui, e chi avrebbe detto di non esserlo. La versione professata da Reynolds su matrimonio/famiglia era che fin da piccolo non gli erano mai piaciuti i padri e non aveva nessuna voglia di diventarlo. In tre punti distinti dei vari aeroporti di quel giorno Sylvanshine si era ritrovato a guardare negli occhi trentenni che portavano i neonati sulle spalle dentro zaini da pellerossa, affiancati da mogli con tutto l’equipaggiamento per il figlio dentro borse scozzesi, le mogli al comando, gli uomini con un’aria sostanzialmente morbida o come ammorbidita, disperati con rassegnazione, il passo lungo e non del tutto affaticato, gli occhi vuoti ed eccessivamente mitigati dallo stanco stoicismo dei padri giovani. Reynolds non l’avrebbe chiamato stoicismo ma acquiescenza a una verità grande e atroce. «Persona a carico» indica chiunque si qualifichi come avente diritto all’esenzione fiscale o si qualificherebbe come tale se il reddito lordo e l’esame delle dichiarazioni dei redditi congiunte coincidessero. Indicare due classici espedienti che permettono ai fiduciari di trasferire legalmente il debito d’imposta ai beneficiari. L’espressione «perdite passive» nemmeno compariva nell’esame da commercialista. Era di vitale importanza dividere le priorità dell’Agenzia e quelle dell’esame in due reti o moduli esclusivi. Uno dei quattro progetti dichiarati era migliorare la capacità di Peoria 047 di distinguere le società di investimento legittime dagli scudi fiscali che avevano come unico scopo quello di evitare le tasse. La chiave stava nell’identificare le perdite passive rispetto a quelle attive. Il vero progetto prevedeva di creare un esempio e una struttura di controllo per l’automazione delle funzioni cruciali all’ufficio Controlli formali al Centro di Peoria. Obiettivo era attivare l’automazione prima che le Direttive fiscali contro certe clausole sulle perdite passive venissero codificate nella legge tributaria dell’anno successivo. Il rossetto della signora anziana assai rosso e un tascabile con un segnalibro a forma di lingua non aperto in grembo; l’artiglio venato e screziato. Il numero di posto di Sylvanshine era proprio lí impresso nell’acciaio opaco del bracciolo, vicino all’artiglio. Le unghie erano profondamente, perfettamente rosse. L’odore dell’acetone della madre di Sylvanshine, del suo fard, quei ciuffi di capelli che le sfuggivano dallo chignon arricciandosi sulla nuca al vapore della cucina quando lui e O’Dowd tornavano dal cortile dei Satterthwaite con i pollici martellati e la linfa tra le ciglia. Ciuffi e guizzi di nuvola incolore guizzavano dietro il finestrino. Sopra e sotto era tutt’altra stori...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Nota del curatore, di Michael Pietsch
  4. Il re pallido
  5. §1
  6. §2
  7. §3
  8. §4
  9. §5
  10. §6
  11. §7
  12. §8
  13. §9
  14. §10
  15. §11
  16. §12
  17. §13
  18. §14
  19. §15
  20. §16
  21. §17
  22. §18
  23. §19
  24. §20
  25. §21
  26. §22
  27. §23
  28. §24
  29. §25
  30. §26
  31. §27
  32. §28
  33. §29
  34. §30
  35. §31
  36. §32
  37. §33
  38. §34
  39. §35
  40. §36
  41. §37
  42. §38
  43. §39
  44. §40
  45. §41
  46. §42
  47. §43
  48. §44
  49. §45
  50. §46
  51. §47
  52. §48
  53. §49
  54. §50
  55. Appunti e divagazioni
  56. Il libro
  57. L’autore
  58. Dello stesso autore
  59. Copyright