Miranda
I raggi luminosi sono per gli occhi quel che i bastoni sono per le mani, e l’occhio può essere pensato come un organo dotato di un’infinità di mani per stringere un’infinità di bastoni.
ÉTIENNE BONNOT DE CONDILLAC,
Trattato delle sensazioni.
La prima volta che Miranda le propone di accompagnarla a fare compere sono sedute al bar dell’università davanti all’ennesimo cappuccino della mattinata, Stefi ovviamente risponde subito di sí anche se nelle proprie parole avverte una punta d’imbarazzo che indispettisce lei per prima, imbarazzo, e perché poi, non c’è nulla che dovrebbe imbarazzarla in una domanda come questa, ma a ventidue anni compiuti tutto quel che è nuovo la spaventa ancora ed è sicuramente per questo che suo padre non smette di chiamarla la mia bambina, pure in pubblico e a ventidue anni compiuti Stefi rimane per chiunque la sua bambina adorata (papà è fatto cosí, lo sanno tutti).
Compere con Miranda, Stefi non ci ha mai pensato ma è normale che due amiche, normalissimo, come parlare della moda o dei ragazzi, dei film recenti (ma il cinema è escluso, almeno con Miranda), però Stefi è turbata lo stesso e ora pure dispiaciuta che Miranda si sia potuta accorgere della sua esitazione inopportuna, perché per certe cose lei ha le antenne e nota sempre tutto (anche se non lo diresti mai). Non sa come faccia, le sente, semplicemente le sente e Stefi è sicura che pure in questo caso Miranda avrà misurato i tre secondi di silenzio tra la domanda e la risposta con quel metronomo naturale che nasconde nell’orecchio e che non perde un colpo, ormai la conosce piuttosto bene, insomma la sua risposta affermativa sí ma turbata e incerta, anche considerato che Stefi non è mai stata brava a mentire con gli amici. Dài che ci divertiamo, aggiunge subito Miranda come per darle coraggio, un’iniezione di fiducia supplementare, ma intanto Stefi si è già ripresa e può ribattere a sua volta con un ma certo, ma certo, che sembra già piú persuasivo, soprattutto per il tono della voce, ma certo Miranda, splendido, anzi non vedo l’ora.
Non è cosí, ma a questo punto tanto vale fare finta, una cosa che Stefania non ha mai imparato per davvero se basta una bugia innocente e la bocca comincia a sorriderle da sola, come una scolaretta discola vanamente impegnata a negare l’evidenza. Peccato però, perché Stefi intuisce anzi è sicura che Miranda ha avvertito il suo imbarazzo e le dispiace, per quanto si ripeta che non c’è nessuna differenza sa bene che non è cosí e questo l’addolora, sempre, vorrebbe che tra loro fosse diverso, insomma che almeno tra di loro davvero non ci fosse nessuna differenza (almeno tra di loro), invece basta distrarsi un attimo ed ecco che i peggiori pregiudizi hanno di nuovo il sopravvento, persino adesso, persino lei, perché è incredibile ma Stefi alla fine ha reagito esattamente come avrebbe fatto chiunque altro e adesso si vergogna. La solita fifona.
Il fatto è che Miranda è cieca, o, come si dovrebbe dire in questi casi e in modo piú corretto (e come in effetti Stefi dice sempre, perché è molto attenta a queste cose), non vedente. Quante volte ha dovuto ripetere ai suoi genitori e a sua sorella che quella parola non si usa! Ma ora pare che anche loro abbiano imparato, e anche loro dicono l’amica non vedente della nostra Stefi, piú lungo ma decisamente piú appropriato, decisamente piú gentile. Certo Stefania non si interesserebbe meno a Miranda se Miranda vedesse dieci decimi. Un’accusa cosí ingiusta non gliela muoverebbe nemmeno Giorgio, che a volte sa essere proprio impertinente e si direbbe lo faccia apposta per indispettirla, però è vero che Stefi ha questa fama di crocerossina, lo dicono tutti, specializzata negli affanni sentimentali delle amiche e comunque sempre pronta a tendere una mano, una parola sola e Stefi parte, perché, tra l’effetto serra che avanza e i cuccioli della gatta della signora Pellegrini da dare in adozione, fuori c’è un intero mondo da salvare che aspetta solo lei. Animali, uomini, piante. Che differenza fa? Purché non la si ostacoli in questa sua ossessione di riparare i torti e raddrizzare le ingiustizie! Nel qual caso farla ragionare diventa un sogno irrealizzabile. Giorgio ne sa qualcosa. Una fissazione, una vera fissazione (e ride, con quella sua risata un poco femminile che Stefania non trova poi cosí piacevole). Sarà forse davvero perché a Stefi è andato sempre tutto troppo liscio (la famiglia giusta, le scuole giuste, il fidanzato giusto), insomma tutto troppo facile, ma queste sono appunto le classiche battute di Giorgio che riescono a irritarla tanto. Crocerossina, crocerossina, chi hai salvato oggi? Fortuna che c’è lei! Sí, Giorgio può essere decisamente odioso quando ci si mette.
Prima di fare conoscenza con Miranda alle lezioni del master di giornalismo, Stefania sapeva già chi fosse per tutte le volte che si erano incrociate per i corridoi dell’università ma anche per le storie sul suo conto, i mille aneddoti sgradevoli che non ha potuto evitare di ascoltare. È incredibile quanto i suoi colleghi l’abbiano poco presa in simpatia, pensa Stefi, la cieca ha fatto, la cieca ha detto, racconti mediamente inverosimili di scortesie e di risposte arroganti in cui per tutti lei è la cieca, semplicemente, quasi che Miranda non avesse un nome e un cognome come chiunque altro. La cieca, la cieca, la cieca: insopportabile. In sua presenza nessuno si azzarda a mancarle di rispetto, figuriamoci, ma i loro compagni preferiscono ridurre al minimo i contatti, questo lo intuisci subito, forse perché è piú brava della maggior parte di loro, anche se non ci vede (e non nasconde di saperlo), o per quella fama di donna pungente e scontrosa che si porta appresso e che almeno questa, a sentir Stefi, non è poi cosí ingiustificata.
Chi conosce Stefania sa che sarebbe bastato molto meno per avvicinarle innescando il prevedibile e gratificante meccanismo della solidarietà, l’eterna lotta in difesa dei piú deboli e degli emarginati, un vero classico di Stefi, dagli anni del liceo, anche se con gli impegni dell’università ha dovuto rinunciare al volontariato e tra gli esami e il corso di russo non ha quasi piú tempo nemmeno per gli amici. Per alcuni mesi l’ha osservata tra un’aula e l’altra, oppure al baretto della facoltà, mentre Miranda sorseggiava un’aranciata sempre con l’auricolare alle orecchie come per escludere il mondo di fuori, non vi vedo ma nemmeno voglio sentirvi, lasciatemi in pace, il messaggio in questi casi era molto chiaro, insomma quasi sempre sola. D’altronde, pure senza tutte quelle storie sul suo conto una come Miranda per i corridoi della Luiss proprio non potevi fare a meno di notarla. Non tanto per gli occhiali scuri, anche la sera e quando piove, anche durante le lezioni, o per il cane, un labrador nero nero e cosí grosso che alcuni ne hanno paura nonostante gli occhioni buoni e liquidi e da cagnone fedele, quanto per l’effetto complessivo, basterebbe come veste, ecco, quel modo di curare i dettagli cosí maniacale e ricercato, sempre, perché sicuramente Miranda si distingue dal resto degli studenti innanzitutto per gli abiti che indossa, abbigliata decisamente troppo bene rispetto agli standard dei loro coetanei, le gonne e i gioielli per esempio, o il trucco, a volte molto elaborato (i gioielli e il trucco, le gonne lunghe e quelle corte), con una cura davvero insolita persino per la Luiss, che pure non è quel caravanserraglio della Sapienza dove gli studenti si conciano nei modi piú incredibili e, come il padre di Stefi ripete sempre, è un solo Carnevale che dura tutto l’anno. Ma Stefi non fa testo, anche a lei rimproverano di badare troppo alle apparenze, una ragazza all’antica è il termine che usano i piú benevoli e solo perché a lei piace sentirsi a posto con il proprio corpo, i vestiti giusti per le occasioni giuste, appena un filo di perle quando è il caso oppure il parrucchiere e i massaggi tonificanti, subito dietro piazza Euclide, ma senza i fanatismi di Carlotta e Lavinia che da qualche mese dei massaggi hanno fatto una vera fissazione. Sentirsi a posto con il proprio corpo, ecco tutto.
Se Stefi porta i tacchi bassi, fa collezione di foulard e adora i maglioni decisi del fratello grande, Miranda, che ha proscritto una volta per tutte il tailleur a beneficio dei pantaloni attillati e delle gonne corte, appare nel complesso piú vistosa e provocante. Non sono solo i cinque anni di differenza ma di Miranda nessuno direbbe mai che è una ragazza all’antica, e non soltanto per via degli stivali da trampoliera che la fanno apparire ancora piú slanciata e donna quando cammina per i corridoi dell’istituto con quella sua andatura sensuale e un po’ danzante che non potresti non notare (le battute che Stefania ha sentito sul suo conto sono semmai di tutt’altro tenore). Una punta di esibizionismo? Prima di conoscerla Stefi pensava di sí, soprattutto per via di quelle gonne corte cosí corte e cosí poco pratiche per l’università: ma con indulgenza e senza antipatia.
Non sono diventate amiche subito e anche adesso si può dire che siano al principio, ma questo Stefi lo precisa unicamente perché sa per esperienza quanto l’amicizia sia una cosa rara e preziosa, delicata, i sentimenti veri hanno bisogno di tempo e con Miranda è stato invece tutto cosí rapido e imprevisto, tutto cosí inatteso ma per questo tanto piú gradito. Per il momento, dopo quattro mesi, Stefi preferisce pensare che sono sulla buona strada: diventeranno amiche, ne è sicura. Ora per esempio sembra già incredibile ma se non fosse stato per l’esame di sociologia forse nemmeno si sarebbero parlate. Un po’ è che Stefi in generale è timida, si sa, anche se poi quando deve combattere tira fuori i denti e Giorgio lo ripete sempre, diffidate delle acque chete, le acque chete sono le peggiori, però ha contato soprattutto quella brutta fama di Miranda, antipatica, altezzosa, a ripensarci adesso è ovvio, perché ovviamente che Miranda non ci veda non c’entra niente con l’avversione dei compagni, piuttosto è quell’aria di superiorità vagamente sdegnosa, quel fare un poco strafottente che le ha alienato la simpatia di tutti. O almeno è quello che crede di capire Stefi.
Cosí, finché non si sono parlate, pure Stefania ha avuto l’impressione che Miranda la respingesse, ma questo un po’ la incuriosiva, inutile negare che un simile atteggiamento di caparbia animosità con l’universo intero possiede una certa presa su una maestra di freudismi come Stefi, sempre affascinata dai labirinti della psiche e dalle negazioni che a un tratto e per incanto si tramutano nel piú argentino degli assensi. Come se non sapesse che a volte la compassione è peggio di un’offesa! Anzi, nel comportamento di Miranda, che non tira a suscitare simpatie né chiede sconti, non trova nulla di particolarmente insolito, nulla che Stefi non abbia sperimentato già diverse volte quando faceva volontariato negli anni del liceo, a cominciare da quel netto rifiuto di blandirti, da quella durezza quasi programmatica, fosse anche a costo di risultare sgradevole e scostante a chi non ha la pazienza di guardare appena piú in profondità.
Però è anche vero che alle volte esagera. Stefi è addolorata delle malignità che circolano sul conto di Miranda perché Miranda è sua amica, o lo sta diventando, tuttavia non può nemmeno dare torto ai suoi compagni e una volta glielo ha anche suggerito, ma con cautela (perché Miranda non sai mai come prenderà le tue parole e allora meglio andarci cauta), dovresti mostrarti piú gentile con loro, le ha detto, stai troppo sulla difensiva, neanche volessero aggredirti tutti quanti. Fiato sprecato. Sulla difensiva? Miranda ha tirato fuori il solito sarcasmo. Non ti illudere, fanno i gentili soltanto perché siccome sono cieca pensano sia piú facile scoparmi, culo e tette in saldo, mia cara, niente altro, ecco che cosa sono io per quelli lí, è stata la risposta alterata di Miranda, con quella sua tipica esplicitezza in fatto di sesso che mette Stefania sempre un po’ a disagio, perché lei ha avuto invece un’educazione piuttosto rigida in materia, un’educazione che ogni tanto le crea qualche problema anche con Giorgio (ma i maschi si sa come ragionano, e lei comunque certe cose non le fa).
A volte Miranda è davvero impossibile, pensa Stefi in questi casi con una punta di rimprovero, però quanto deve aver sofferto, chissà quante ne avrà patite per parlare in questo modo, perché altrimenti non direbbe mai cosí, culo e tette in saldo, un’espressione che la fa rabbrividire. Cosí quando nei corridoi qualcuno si accosta alla parete per renderle piú facile il passaggio e non crearle ostacoli, Stefi non può impedirsi di pensare che in realtà la evitano, questa non è gentilezza ma paura, e dalla fine che ha visto fare ai pochi che hanno cercato di infrangere la barriera invisibile che Miranda si è costruita attorno, principalmente maschi, Stefi non se la sente nemmeno di biasimarli troppo. Culo e tette in saldo, mamma mia. Con queste sue risposte crude a volte Miranda spaventa pure lei.
Un po’ le spiace saperla cosí sola. Non fosse che per il colpo d’occhio generale, che a lei è cosí favorevole, anche nel suo stato Miranda potrebbe avere qualsiasi ragazzo, qualsiasi, su questo Stefania non ha dubbi, perché si vede subito come la osservano, pure per strada e non soltanto per via di Argo o degli occhiali scuri anche la sera, mentre almeno all’università non lega con nessuno e tira dritta come un rompighiaccio, che poi è senza dubbio l’aspetto piú vistoso del temperamento di Miranda, insomma la forza del carattere che spiana gli ostacoli perfettamente incurante delle conseguenze. Ora che stanno diventando amiche, però, Stefi comincia a vedere Miranda in modo diverso. Anzi, riavutasi dalla sorpresa, a Stefania l’idea di andare a fare acquisti assieme non dispiace affatto, l’amicizia ha bisogno di normalità e di piccole cose come queste, lo shopping o i massaggi o la piscina assieme, esattamente come con le altre amiche, e inoltre quella sua attenzione nel vestire l’ha sempre incuriosita, non soltanto curata ed elegante ma pure alla moda, a parte una decisa preferenza per il nero, naturalmente ravvivato da una tonalità piú accesa, perché in questi casi basta un tocco, una sciarpa, le scarpe, o magari un piccolo gioiello che faccia un po’ di luce per spezzare la monotonia dei colori scuri e della tinta unita, come persino Miranda sembra avere appreso alla perfezione.
Una ragazza non vedente sempre alla moda non è la prima cosa che ti aspetteresti e infatti Stefi all’inizio ha pensato che alle sue spalle ci fossero dei genitori premurosi o un fidanzato (ma un fidanzato era ancora piú probabile, un fidanzato avrebbe spiegato tante cose), cosí da quando ha scoperto che la sua famiglia vive a Macerata e che Miranda sta a Roma tutta sola, senza nessuno che se ne prenda cura, Stefi è ancora piú colpita dal suo gusto nel vestire. Gli abbinamenti dei colori, per esempio: gli abbinamenti dei colori rimangono il mistero principale. Se fosse una persona piú spigliata probabilmente glielo avrebbe chiesto prima, gli abiti, come li scegli?, ma Stefi si porta sempre dietro questa sua paura di ferire le persone con una frase fuori luogo, soprattutto quando si trovano nella condizione di Miranda bisogna stare doppiamente attenti, e non sapendo come Miranda potrebbe prendere la sua domanda ha sempre rinunciato ad affrontare l’argomento.
Miranda invece non sembra farsi tanti problemi. Stefi ricorda bene la primissima volta che si sono parlate, tra sociologia e relazioni internazionali c’è sempre un’ora vuota e Stefi stava risistemando le dispense dell’esame quando si è sentita apostrofare, sei tu Stefania?, semplicemente e senza alcun preambolo perché Miranda era stata assente all’ultima lezione e il professore le aveva suggerito di rivolgersi alla ragazza alta e bionda della prima fila (ammesso che parole come queste avessero un senso per Miranda), sí, esatto, quella che aveva fatto la domanda su Veblen poco prima, la ragazza alta e bionda della prima fila che registrava tutto il corso e che forse per questo sarebbe stata in condizione di darle una mano. Miranda non aveva perso tempo. Saresti cosí gentile da aiutarmi? Il professore mi ha detto che registri tutte le lezioni: a me servirebbe quella di giovedí. Nient’altro. Piú che una domanda un ordine, a giudicare almeno dal tono perentorio e vagamente autoritario con cui era stata formulata, senza possibilità di replica e coerente con le mille storie sul suo conto. Ma le richieste d’aiuto, anche se brusche, per Stefi non sono mai un problema: tutt’altro. Cosí lo scambio era stato concordato e poi effettuato senza troppe formalità, una settimana dopo Miranda aveva restituito a Stefi la cassetta e tutto era finito lí, con un ringraziamento sobrio ma in fondo non sgarbato che aveva chiuso la vicenda, grazie, ti sono molto riconoscente, senza una parola di piú o di meno. Da quel momento però Miranda l’aveva sempre salutata, persino cordialmente, e Stefi si era resa conto per la prima volta che Miranda aveva sistemi tutti suoi per capire chi entrava o usciva da un’aula, un talento per i suoni o i campi magnetici che non smette di stupirla, considerato che neppure adesso Stefi comprende come faccia a sapere sempre esattamente dove è seduta e a raggiungerla anche se lei non ha ancora aperto bocca.
A diventare amiche c’è voluto un po’ di piú, la proposta di preparare assieme lo scritto di sociologia è partita da Miranda ma Stefi non ha avuto esitazioni, nonostante quel che dice Giorgio la sua vocazione di crocerossina non c’entrava niente in questo caso, perché Miranda è tra i migliori del suo corso, la migliore in assoluto (assai probabilmente), anche se deve fare tutto con gli audiolibri e le trascrizioni che a volte le arrivano in ritardo o incomplete, cosí che alla fine per forza non è la stessa cosa. Il computer sí le è di grande aiuto, con quei programmi che traducono immediatamente ogni testo in braille e viceversa, permettendole per esempio di stendere le tesine come tutti gli altri. Cose da fantascienza, per come ne parla Stefi. Fino a qualche settimana prima non immaginava nemmeno che la tecnologia avesse migliorato tanto la vita ai non vedenti, per esempio quella funzione del telefonino che le trasforma automaticamente gli sms in messaggi vocali da ascoltare, oppure il Gps per muoversi in città anche senza il bastone bianco o il cane. Sí, davvero un grande aiuto. Eppure tutto questo sarebbe niente senza la forza di volontà e Stefi si ripete che non ha mai conosciuto nessuno di cosí determinato, di cosí tenace, una con il carattere di Miranda nella vita ottiene sempre ciò che vuole e adesso che pare decisa a diventare giornalista radiofonica Stefi non ha dubbi che ci riuscirà (sicuro), perché se c’è qualcuno che si merita davvero di centrare tutti i suoi obiettivi si tratta certamente di Miranda.
Miranda e Stefania come i famosi opposti che si attraggono? Nel loro caso parrebbe proprio vero, la canzona Giorgio, tu sei bionda e lei è mora, tu sei timida e lei è arrogante, tu ci vedi e lei è cieca. Stefi non si unisce alla sua risata e si trattiene a stento dal rispondergli, meglio ignorarlo quando fa cosí, tanto piú che nonostante Giorgio e le sue battute idiote la loro decisione di preparare assieme lo scritto di sociologia si è rivelata un gran successo e lo shopping sarà anche il modo per festeggiare un doppio trenta e lode col professore piú temuto della facoltà. Invece i genitori di Stefi l’hanno subito presa in simpatia, e pure Argo, che quando lo conosci non può piú metterti paura tanto è dolce e mansueto, la madre di Stefi in genere non tollera animali in casa ma si vede subito che per Argo e per Miranda fa volentieri un’eccezione. La sera Giorgio è divertito. Pure lo shopping con la slovacca adesso, dice a Stefi tanto per farla un po’ arrabbiare, proprio come due vere amichette, ridacchia, ricordati solo che dopo siamo a cena da Duke’s con Ludovico e Arianna, per cui ti prego soltanto di non fare tardi anche questa volta. Poi aggiunge: se questa Miranda è davvero cosí carina come dici dovremmo presentarla subito a Marco, non credi? Solo una vera slovacca si prenderebbe un cesso come lui. E ride piú forte, con quella sua risata acidula e un poco femminile che da qualche tempo Stefi sopporta sempre meno. Giorgio la chiama la slovacca pensando sia simpatico, come sta la slovacca?, le chiede, e si aspetterebbe che pure Stefi si diverta, anche se Stefi gliel’ha detto mille volte che questo scherzo non le piace, ridere delle disgrazie altrui è una cosa squallida e da ragazzini deficienti ma lui si ostina a farlo, senza astio e solo per quel gusto infantile di infrangere le regole e di farla innervosire. Stramaledetto il giorno in cui l’ha ripreso dicendogli che non è bello definirla cieca, pensa allora Stefi, che cieco è una parola indelicata, perché da allora Giorgio non fa che ripetere la medesima battuta, se non è ceca sarà slovacca, a lui sembra cosí ovvio, e di chiamarla non vedente anche soltanto per fare piacere a lei proprio non se ne parla. Aggiornati, gli dice Stefi irritata e persino un po’ cattiva adesso, come con Giorgio le capita di rado, oltretutto dovresti saperlo che la Cecoslovacchia nemmeno esiste piú da un pezzo.
Per fortuna venerdí arriva presto. A piazza Colonna Stefania giunge puntuale, non la farebbe mai attendere ma Miranda è già lí, di già, ma senza Argo, e questa intanto è una prima risposta per Stefi che ancora non sa cosa aspettarsi esattamente, con Argo o senza Argo, quali negozi e quanto camminare, attorno a domande come queste si è angosciata tutta la mattina finché vedendo Miranda non si scopre piú tranquilla: quasi serena. E poi che sole. Roma scintilla particolarmente oggi, nell’euforia di questo primo assaggio di primavera Stefania si lascia sfuggire il commento senza pensarci troppo ma poi si chiede subito se abbia fatto bene o se parlare di scintillio con Miranda non sia un’altra gaffe grossolana, soltanto l’ultima di una lunga serie. Brava, Stefi, cominciamo bene, pentendosi di già. Starà piú attenta ma ormai è chiaro: con Miranda occorre non distrarsi mai.
Però la giornata ha davvero una luce inaspettata, solo ieri inverno e adesso invece il primo vero sole sulla pelle, lo senti, insomma perfetta per uscire e fare acquisti con le amiche, già proiettate verso il bikini e verso il mare, una passione stagionale per le isole di cui Stefi parla sempre con eccessiva abbondanza di dettagli se non fosse che Miranda le dice subito che no, lei preferisce nettamente la montagna e in spiaggia non va da quando aveva quindici anni, questione di gusti certamente, senza che questo tolga nulla alla loro euforia per la luce e per il caldo prematuro, alla loro eccitazione contagiosa da primo giorno di primavera. Adesso la mossa successiva sarà abbandonare il caos di via del Corso per le viuzze interne, i negozi migliori sono tutti lí e già che ci sono varrebbe la pena approfittarne almeno per un caffè da Sant’Eustachio, ma soltanto un caffè, precisa Stefi, che in vista dell’estate si è appena ripromessa di rinunciare per un intero mese a tutti i dolci comprese le granite con la panna che di Sant’Eustachio sono la specialità. Si va? Miranda la prende sotto braccio e non c’è bisogno di dire altro, camminano cosí, avvinghiate ma già rapide e sicure sotto la guida sempre piú impavida di Stefania, che quasi subito prende confidenza con la particolare andatura di Miranda, insomma con quel modo tutto suo di scivolare sull’asfalto come danzando che non smette di affascinarla.
page_no="16" Non che sia cosí tranquilla, Stefi. Per adesso vanno spedite verso il Pantheon ma non le è ancora chiaro che cosa voglia dire esattamente fare shopping con Miranda, non sarà mai come con Lavinia o con Carlotta, mai come con le altre amiche, perché con loro si gira senza meta guardando le vetrine e ci si ferma secondo il gusto e la voglia del momento, raramente si entra e ancora meno si provano i vestiti, tutto molto casuale e senza piani, tutto all’insegna degli impulsi piú improvvisi, che poi è il bello dello shopping, l’infinita libertà di perdersi tra mille possibilità diverse prima di imbattersi per caso nell’unica cinta che si abbina davvero al cappottino corto da mezza stagione che le ha regalato Giorgio per ...