Persuasione (Einaudi)
  1. 296 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Informazioni su questo libro

Pubblicato postumo nel 1818, Persuasione narra il contrastato amore tra l'aristocratica Anne Elliot e il capitano di Marina Frederick Wentworth. A diciannove anni Anne si è lasciata persuadere dal padre e dall'amica di famiglia Lady Russell a rompere il fidanzamento con l'amato e squattrinato Frederick. Ma quando dopo otto anni di lontananza questi ritorna, Anne non si lascia sfuggire la seconda occasione che il destino le regala.
Ultimo e piú maturo romanzo della Austen, Persuasione ritrae con straordinaria penetrazione psicologica i suoi personaggi e contiene un impareggiabile ritratto della società inglese d'inizio Ottocento e delle sue rigide convenzioni sociali.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Persuasione (Einaudi) di Jane Austen, Maria Luisa Castellani Agosti, Roberto Bertinetti, Maria Luisa Castellani Agosti,Roberto Bertinetti in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2011
Print ISBN
9788806207946
eBook ISBN
9788858404751

Capitolo ventunesimo

La mattina successiva, Anne si ricordò con piacere della promessa fatta alla signora Smith di andarla a trovare; pensò che ciò l’avrebbe tenuta lontana da casa, proprio quando piú probabilmente il signor Elliot sarebbe venuto a cercarla: il suo scopo precipuo era evitarlo.
Non era maldisposta nei suoi confronti! Nonostante i malintesi creati dalle sue attenzioni, provava per lui gratitudine e rispetto, forse anche compassione. Non poteva esimersi dal rammentare le straordinarie circostanze del loro primo incontro, il diritto che egli sembrava concepire di interessarla, tutto ciò che era accaduto, i sentimenti del cugino, quella preferenza che aveva dimostrato fin da subito per lei: tutto aveva qualcosa di eccezionale… La lusingava, ma non le dava gioia. E c’era molto di cui rammaricarsi. Non era il caso di chiedersi come avrebbe considerato la cosa, se non ci fosse stato il capitano Wentworth: perché c’era un capitano Wentworth e, bene o male si concludesse l’attesa presente, il suo amore sarebbe stato in eterno per lui. Era convinta che quel loro essersi ritrovati non avrebbe potuto allontanarla da altri uomini piú di una definitiva rottura.
Piú belle fantasticherie d’amore tormentate o di eterna fedeltà di quelle che Anne fra sé rimuginava, andando da Camden Place a Westgate Buildings, non erano mai passate per le strade di Bath. Quasi bastavano a diffondere profumo e aria pura lungo tutto il percorso.
Era certa che sarebbe stata ricevuta con piacere; e in realtà, quella mattina, la sua amica pareva esserle particolarmente grata della visita; nonostante l’appuntamento, si sarebbe detto che quasi s’aspettava che non venisse.
Le chiese subito com’era stato il concerto; e il ricordo di esso, da parte di Anne, era felice abbastanza da animare i suoi tratti e darle gioia nel parlarne. Tutto quanto poteva riferirne lo disse gaiamente: poco, per una che vi aveva assistito di persona, e di poca soddisfazione per la curiosità della signora Smith; già informata, anche se in poche parole, da una lavandaia e un cameriere, del successo e dei risultati della serata, piú di quanto le riferiva Anne, ora l’assillava invano di domande particolareggiate riguardo al pubblico. La signora Smith conosceva bene, almeno per averla sentita nominare, ogni persona di una certa importanza o notorietà.
– Penso ci fossero le piccole Durand, – osservò, – con la bocca aperta, a captare la musica, come passeri implumi pronti all’imbeccata. Non perdono un concerto.
– Sí, io non le ho viste, ma ho sentito dal signor Elliot che erano presenti in sala.
– E gli Ibbotsons? C’erano? E quelle due nuove bellezze, accompagnate da un alto e bell’ufficiale irlandese, che si favoleggia faccia la corte a una delle due?
– Non so… Non penso ci fossero.
– E la vecchia Lady Mary Maclean? È anche inutile che mi informi; so che non manca mai. L’avrete vista di sicuro; doveva esservi vicina, perché, dato che vi siete recata al concerto con Lady Dalrymple, dovevate essere nei posti riservati all’alta società, intorno all’orchestra.
– No, era ciò che temevo e che non mi sarebbe piaciuto sotto ogni punto di vista; per fortuna, Lady Dalrymple sceglie sempre posti piú lontani, ed eravamo in ottima posizione… Intendo per l’ascolto, non certo per vedere, perché mi accorgo d’aver visto molto poco.
– Avrete visto certo a sufficienza per il vostro personale divertimento, capisco. C’è un tipo di soddisfazione soggettiva che si prova anche in mezzo a una folla, ed è quello che avete provato. Formavate già fra voi una cerchia abbastanza ampia, e non avevate bisogno d’altro.
– Avrei dovuto guardarmi attorno di piú, – osservò Anne, rendendosi conto, mentre parlava, che in realtà non aveva mancato di farlo; solo che l’oggetto della sua ricerca era stato circoscritto.
– No, no… Avevate di meglio da fare. Non occorre che mi raccontiate di aver apprezzato la serata: lo leggo nei vostri occhi. Vi scorgo chiaramente come avete trascorso le ore; avevate sempre cose piacevoli da ascoltare: il concerto e, durante l’intervallo, la conversazione.
Anne fece un sorrisetto e chiese: – Lo scorgete nei miei occhi?
– Sí, il vostro comportamento mi dice chiaramente che ieri sera eravate insieme alla persona che vi piace di piú, la persona che al momento vi interessa piú di tutto il resto del mondo messo insieme.
Un improvviso rossore salí alle gote di Anne, che non poté dir nulla.
– E, stando cosí le cose, – continuò la signora Smith dopo una breve pausa, – spero comprendiate quanto apprezzo la gentilezza d’essere venuta da me stamane. Siete davvero buona a venire a chiacchierare con me, quando certo non vi faranno difetto altre possibilità d’impiegare bene il tempo.
Anne non sentiva piú nulla: era ancora tutta presa dallo stupore e dalla confusione provocati dalle intuizioni della sua amica, incapace d’immaginare se potevano esserle giunte voci a proposito del capitano Wentworth. Dopo un’altra breve pausa…
– Scusate, – disse la signora Smith, – il signor Elliot è al corrente del fatto che noi due ci conosciamo? Sa che io sono a Bath?
– Il signor Elliot, – ripeté Anne alzando lo sguardo sorpresa. Un attimo di riflessione le bastò per rendersi conto dell’errore in cui era caduta. All’istante comprese tutto, e, ritrovando il coraggio con la sensazione di ritrovare anche se stessa, dopo un attimo chiese piú calma: – Voi conoscete il signor Elliot?
– L’ho conosciuto molto bene, – rispose seria l’amica, – ma ora sembra che sia cosa passata. Non ci vediamo da gran tempo.
– Non ne sapevo niente: non me ne avevate mai fatto parola. Se l’avessi saputo, gli avrei parlato con piacere di voi.
– A dire il vero, – disse la signora Smith, – era proprio questo un piacere che volevo offrirvi: vorrei che parlaste di me a Elliot. Ho bisogno che vi interessiate al mio caso. Lui può essermi di grande aiuto; e, se aveste la bontà, cara signorina Elliot, d’intervenire direttamente, la cosa certo si risolverà.
– Ne sarei felicissima… E spero che non dubitiate del mio desiderio di esservi, anche se minimamente, di aiuto, – replicò Anne, – ma ho il sospetto che voi mi crediate capace di esercitare maggior influenza sul signor Elliot… O che io sia in diritto di chiedergli qualcosa. In un modo o nell’altro, vi credo convinta di ciò. Dovete considerarmi, invece, una sua parente, e se, in questa luce, vi è alcunché che una cugina possa chiedere, non esitate a valervi di me.
La signora Smith le lanciò un’occhiata penetrante, e sorridendo aggiunse:
– Ho l’impressione di essere stata un po’ precipitosa. Vi chiedo scusa. Avrei dovuto attendere l’annuncio ufficiale. Ma ora, mia cara signorina Elliot, da vecchia amica, fatemi sapere quando potrò parlare. La prossima settimana? Di certo la settimana prossima mi sarà concesso di considerare definita ogni cosa e di fare le mie personali riflessioni sulla fortuna toccata al signor Elliot.
– No, – rispose Anne. – Né la prossima, né quella dopo, né l’altra ancora. Vi assicuro che non vi sarà settimana alcuna in cui si deciderà quello che voi immaginate. Io non intendo sposare il signor Elliot, e vorrei sapere come mai l’avete potuto supporre.
L’amica la guardò di nuovo, la guardò seriamente, sorrise, scosse il capo ed esclamò:
– Ora vorrei proprio capirvi; vorrei proprio sapere quello che state combinando. Non penso che al momento giusto vi mostrerete crudele. Finché quel momento non arriva, noi donne non pensiamo di sposare nessuno, vero? È naturale da parte vostra rifiutare tutti gli uomini, finché uno non fa la domanda ufficiale. Perché dovreste essere crudele? Lasciatemi perorare la causa del mio amico – no, ora non posso piú chiamarlo cosí –, del mio amico d’un tempo. Dove potreste trovare un partito migliore? Dove potreste aspettarvi una persona cosí distinta e amabile? Lasciate che vi raccomandi Elliot. Sono certa che dal colonnello Wallis non potreste sentire altro che parlar bene di lui; e c’è forse qualcuno che lo conosce meglio del colonnello Wallis?
– Mia cara amica, la moglie del signor Elliot è morta poco piú di sei mesi fa. Non dovrebbe nemmeno posare gli occhi su un’altra donna.
– Oh, se sono solo queste le vostre obiezioni, – esclamò maliziosamente la signora Smith, – il signor Elliot può dormire tranquillo e non mi darò piú pensiero per lui. Non dimenticatevi di me, quando sarete sposata, ecco tutto. Fategli sapere che io sono amica vostra, e allora non darà peso a ciò che vi chiedo: è naturale per lui, in questo momento, con tutti gli impegni e le preoccupazioni che ha, far finta di niente e sbarazzarsi di quello che può… del tutto naturale, direi. Il novantanove per cento degli altri si comporterebbe come lui. Logicamente non può sapere quanto sia importante per me. Beh, cara signorina Elliot, spero e vi auguro ogni felicità. William Elliot è in grado di apprezzare una donna come voi, e la vostra pace non sarà distrutta come la mia. Voi siete protetta sotto ogni punto di vista materiale, e sicura anche del carattere di lui. Elliot non si lascerà fuorviare, nessuno lo porterà alla rovina.
– No, – osservò Anne. – Sono pronta a credere tutto questo a proposito di mio cugino. Mi pare abbia un temperamento calmo e deciso, per nulla aperto a influenze nocive. Ne ho grande rispetto. Non ho motivo di pensarla altrimenti per ciò che ho potuto osservare; ma non lo conosco da molto e penso non sia uomo facile da conoscere a fondo. Cara amica, quanto vi dico vi convincerà che egli non è nulla per me? Mi pare di parlarne con sufficiente distacco. Vi do la mia parola: davvero, Elliot non conta nulla per me. Se si dovesse dichiarare (e ho ben pochi motivi per ritenere che pensi a qualcosa del genere), non accetterò. Sarà cosí, vi garantisco. Vi garantisco che ieri sera nel piacere che, secondo voi, ho tratto dal concerto, Elliot non ha avuto la minima parte: non Elliot… non è stato Elliot che…
Si fermò, in un’improvvisa vampata di rossore, rammaricandosi di aver detto troppo: meno, però, non sarebbe bastato. La signora Smith avrebbe creduto a stento a un cosí rapido insuccesso di Elliot, se non avesse intuito che c’era di mezzo qualcun altro. Stando cosí le cose, si diede subito per vinta, senza lasciar intendere, almeno in apparenza, che dietro si celasse qualcosa; e Anne, preoccupata di non lasciarsi sfuggire piú di tanto, era invece impaziente di sapere perché l’amica si fosse figurata che ella stesse per sposare il signor Elliot; da dove poteva aver tratto quell’idea o da chi poteva averla udita?
– Ditemi come mai vi è venuta in mente!
– Mi è venuta in mente, – rispose la signora Smith, – vedendo quanto vi frequentavate e rendendomi conto che questa era la cosa piú probabile e auspicabile del mondo per chiunque faccia parte della vostra cerchia; potete essere certa che tutti i vostri amici hanno desiderato per voi la stessa cosa. Ma fino a due giorni fa non ne avevo sentito far cenno da nessuno.
– E se ne è parlato davvero?
– Avete notato chi vi ha aperto la porta ieri, quando siete venuta?
– No, non era come sempre la signora Speed? O la cameriera? Non ne ho notata una in particolare.
– Era la mia amica, la signora Rooke, l’infermiera, che, detto fra noi, aveva una gran voglia di vedervi e fu felice d’essere presente per aprirvi la porta. Ha lasciato solo domenica scorsa il servizio ai Marlborough Buildings e fu proprio lei a dirmi che voi avreste sposato Elliot. Lo aveva saputo dalla signora Wallis, in verità fonte abbastanza attendibile. Restò qui da me un’ora lunedí sera e mi raccontò tutta la storia.
– Tutta la storia?! – fece eco Anne, ridendo. – Penso che non poté ricostruire granché su notizie cosí scarse e infondate.
La signora Smith non fece commenti.
– Ma, – riprese subito Anne, – se è vero che io non aspiro a sposare il signor Elliot, sarei invece felicissima di essere in qualche modo di aiuto a voi, per quel che posso. Devo comunicargli che voi siete a Bath? Devo riferirgli qualcosa da parte vostra?
– No, grazie; no, no per carità! Nella foga del momento e sotto una falsa impressione, avevo pensato che forse potevo mettervi al corrente di certe circostanze. Ma ora non piú; no, vi ringrazio, non voglio infastidirvi.
– Mi pare abbiate detto che avete conosciuto Elliot molti anni fa.
– È cosí.
– Penso, non prima del suo matrimonio.
– Al contrario, non era sposato, quando lo conobbi.
– E… eravate molto legati?
– Moltissimo.
– Davvero? Allora, ditemi che tipo di uomo era a quell’epoca. Sono assai curiosa di sapere come era da giovanissimo. Era come adesso?
– In questi ultimi tre anni non ci siamo visti, – fu la risposta della signora Smith, in tono cosí grave da rendere impossibile la prosecuzione del discorso; Anne si rese conto di non averci guadagnato altro che una maggior curiosità. Rimasero entrambe zitte; l’amica era molto assorta, finché:
– Scusatemi, cara Anne, – esclamò con la consueta cordialità. – Scusate la brevità della mia risposta, ma ero incerta sul da farsi. Ho dubitato e riflettuto su ciò che avrei dovuto dirvi, perché molte sono le cose da prendere in considerazione. Detesto fare l’intrigante o dare cattiva impressione, causando malintesi. Anche se è meglio rispettare la ben levigata superficie dell’unione familiare, tuttavia al di sotto di essa non vi è niente di duraturo. A ogni modo, ho deciso e penso di essere nel giusto: ritengo doveroso mettervi al corrente della vera indole del signor Elliot. Sebbene ora io creda fermamente che, per il momento, voi non abbiate la minima intenzione di accettarlo, non si sa mai che cosa possa accadere. Prima o poi, voi potreste anche cambiare idea nei suoi confronti. Perciò ora, senza pregiudizi da parte vostra, ascoltate la verità. Elliot è un uomo privo di cuore e di coscienza, un essere calcolatore, diffidente, insensibile, che pensa solo a se stesso; uno che, se fossero in gioco il suo interesse e i suoi comodi, si macchierebbe di ogni cattiveria o di ogni tradimento, se perpetrati senza rischio da parte sua. Non pensa agli altri, può trascurare o dimenticare, senz’alcun rimorso, quelli di cui ha determinato la rovina. È sordo a ogni senso di giustizia o di compassione. Ah, è un uomo dal cuore crudele, falso e malvagio!
Lo stupore e le esclamazioni di meraviglia di Anne la indussero a una pausa di silenzio, per continuare con tono piú calmo:
– Le mie parole vi allarmano; dovete perdonarle, a una donna irata e offesa. Ma cercherò di controllarmi. Non voglio ingiuriarlo, voglio soltanto raccontarvi quel che ho scoperto in lui. Parleranno i fatti. Era amico intimo del mio povero marito, che gli voleva bene e di lui si fidava, ritenendolo buono quanto lo era lui. L’amicizia era nata prima del nostro matrimonio. Li ho conosciuti come grandi amici, e anch’io lo trovai molto simpatico e ne ebbi grandissima stima. A diciannove anni, voi capite, non si hanno idee molto chiare. Elliot mi sembrò buono come tutti gli altri, ma molto piú simpatico della maggior parte dei giovani ed eravamo quasi sempre insieme. Abitavamo soprattutto in città e conducevamo una vita spensierata. Allora egli era il piú modesto, il piú povero: occupava delle camere al Temple, e questo era il massimo che potesse permettersi per mantenere le apparenze di un gentiluomo. Ma un tetto da noi lo aveva sempre, era sempre il benvenuto, come un fratello. Il mio povero Charles, che possedeva l’animo piú gentile e piú generoso della terra, avrebbe spartito l’ultimo centesimo con lui, e so che la sua borsa era sempre aperta per Elliot, e che lo aiutava spesso.
– Doveva essere proprio quello all’incirca il periodo della vita del signor Elliot, – osservò Anne, – che mi aveva particolarmente incuriosito. Deve essere stato quando lo conobbero mio padre e mia sorella. Io, personalmente, non l’avevo mai incontrato; avevo sentito parlare di lui, ma c’era qualcosa nella sua condotta d’allora, nei confronti di mio padre e mia sorella e piú tardi al momento del suo matrimonio, che io non riuscivo a conciliare col presente. Sembrava denunciare un tipo di uomo del tutto diverso.
– Lo so, so tutto! – esclamò la signora Smith. – Fu presentato a Sir Walter e a vostra sorella, prima che io lo conoscessi, ma l’ho sempre udito parlare di loro. Lo invitavano e lo incoraggiavano ad andare a trovarli, e so che preferí non farlo. Posso mettervi forse al corrente di alcuni particolari che non supporreste. A proposito del suo matrimonio, io, a quell’epoca, sapevo tutto. Ero al corrente di tutti i pro e i contro, ero l’amica alla quale confidava speranze e progetti e, sebbene non avessi conosciuto prima sua moglie (la sua bassa condizione sociale, in realtà, rendeva la cosa impensabile), dopo le nozze fui al corrente di tutto quanto concerneva la sua vita, almeno fino a due anni prima della morte di lei, e posso rispondere a ogni domanda voi desideriate farmi.
– No, – disse Anne, – non ho richieste particolari sul conto di lei. Ho sempre capito che non erano una coppia felice, ma mi piacerebbe sapere perché, in quel periodo della vita, il signor Elliot disprezzasse, come faceva, il rapporto con mio padre, certamente disposto a interessarsi di lui con cordiale lealtà. Perché lui se ne tenne lontano?
– Elliot, – rispose l’amica, – aveva un’unica mira in quel momento: costruirsi una fortuna in modo piú rapido, possibilmente, di quanto consenta la legge. Deciso a procurarsela col matrimonio, o almeno a non rovinarsela con nozze inadeguate, so che riteneva (non posso dire se a torto o a ragione) le gentilezze di vostro padre e di vostra sorella manifestazione di un progetto matrimoniale tra l’erede del titolo e la giovane; una simile unione, però, non poteva soddisfare il suo ideale d’indipendenza. Ecco la ragione che lo fece ritrarsi, ve l’assicuro. Fu lui a raccontarmi tutto. Non aveva segreti per me, fu una cosa strana che, dopo esserci lasciate a Bath, la prima e piú importante conoscenza che feci da sposata sia stata quella di vostro cugino, e che da questo abbia sentito continuamente parlare di vostro padre e di vostra sorella. Nominava una signorina Elliot, e io pensavo all’altra con tanto affetto.
– Forse, – esclamò Anne, colpita improvvisamente da una idea, – forse gli avete fatto qualche volta il mio nome?
– Ma certo, e spesso anche. Parlavo con entusiasmo della mia Anne e gli garantivo ch’era ben diversa da…
Si trattenne appena in tempo.
– Questo spiega alcune cose che il signor Elliot mi ha detto ieri sera, – esclamò Anne. – Sí, le spiega. A quanto pareva, aveva sentito parlare di me, e non capisco come. Che strane idee ci si fanno, quando si tratta del nostro io! Come senza dubbio si può sbagliare! Ma perdonatemi per avervi interrotta. Dunque, Elliot si è sposato unicamente per interesse? Fu questo, forse, ad aprirvi gli occhi circa la sua indole.
La signora Smith ebbe un momento di esitazione: – Oh, avviene di frequente. Vivendo nel bel mondo, uno, uomo o donna che sia, si può sposare per interesse: è un fatto troppo comune per scandalizzarsene, come sarebbe giusto. Io ero molto giovane; facevo parte di una compagnia di persone spensierate e allegre senza severe regole di comportamento. Vivevamo per divertirci; ora la penso diversamente: il tempo, le malattie, i dispiaceri mi hanno insegnato ben altro; ma a quell’epoca devo riconoscere che nella condotta del signor Elliot non trovavo nulla di riprovevole. Era considerato quasi un obbligo darsi da fare in vista del maggior vantaggio personale.
– Ma lei, la moglie, non era una donna di bassa condizione?
– Sí, e io ero contraria. Egli, però, non mi dava retta: il denaro, il denaro era tutto ciò che voleva. Il padre di lei era un allevatore di bestiame, il nonno un macellaio, ma questo non significava nulla. Era una bella donna, aveva ricevuto un’educazione discreta; certi suoi cugini la portarono in società e il caso le fece incontrare Elliot, del quale s’innamorò; e da parte di lui non vi furono difficoltà o scrupoli circa la nascita. Tutta la sua attenzione si concentrò sull’essere certo, prima d’impegnarsi, del reale ammontare del patrimonio. Comunque il signor Elliot consideri attualmente la sua condizione di vita, è certo che, da giovane, non gliene importava nulla. La possibilità di ereditare la tenuta di Kellynch significava qualcosa per lui, ma l’onore della famiglia non gli premeva affatto. Gli ho sentito piú volte dichiarare che, potendo mettere in vendita il titolo di baronetto, chiunque, volendo, avrebbe acquistato il suo per cinquanta sterline, con lo stemma e il motto, il nome e la livrea; ma non vi riferirò nemmeno la metà di ciò che gli udii dire a questo proposito. Non sarebbe giusto. Tuttavia devo darvi una prova. Fin qui le mie sono state solo parole, ma ora avrete i fatti.
– Cara amica, vi assicuro che non li voglio, – esclamò Anne. – Non mi avete detto nulla di diverso da come mi era parso il signor Elliot qualche anno fa; anzi, è la conferma delle voci che correvano sul suo conto e di cose delle quali eravamo convinti. Ora sarei invece curiosa di sapere perché al presente è tanto diverso.
– Ma, per farmi contenta, volete avere la bontà di chiamare Mary… No, aspettate, sono c...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Introduzione di Roberto Bertinetti
  5. Persuasione
  6. Capitolo primo
  7. Capitolo secondo
  8. Capitolo terzo
  9. Capitolo quarto
  10. Capitolo quinto
  11. Capitolo sesto
  12. Capitolo settimo
  13. Capitolo ottavo
  14. Capitolo nono
  15. Capitolo decimo
  16. Capitolo undicesimo
  17. Capitolo dodicesimo
  18. Capitolo tredicesimo
  19. Capitolo quattordicesimo
  20. Capitolo quindicesimo
  21. Capitolo sedicesimo
  22. Capitolo diciassettesimo
  23. Capitolo diciottesimo
  24. Capitolo diciannovesimo
  25. Capitolo ventesimo
  26. Capitolo ventunesimo
  27. Capitolo ventiduesimo
  28. Capitolo ventitreesimo
  29. Capitolo ventiquattresimo