I posseduti
eBook - ePub

I posseduti

Storie di grandi romanzieri russi e dei loro lettori.

  1. 320 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

I posseduti

Storie di grandi romanzieri russi e dei loro lettori.

Informazioni su questo libro

Leggi un estratto *** Leggendo I posseduti il lettore imparerà alcune cose:
1) Sopravvivere alle attenzioni di un dottorando di filosofia neokantiana a Samarcanda.
2) Dimostrare, a un convegno di tolstojani, che Tolstoj è stato assassinato.
3) Scoprire affinità e divergenze tra il proprio fidanzato e un Demone di Dostoevskij.
I posseduti non è solo un libro sulla lettura: è prima di tutto una storia d'amore, il racconto della passione che si scatena quando ogni lettore, ogni lettrice incontra Anna Karenina, Oblomov, Evgenij Onegin.
Perché in fondo «l'essenza dell'amore non è forse la sua capacità di indurre le persone a voler imparare sempre di piú, a immergersi, a diventare posseduti?» *** I posseduti, come il romanzo e come la critica letteraria (generi a cui allo stesso tempo appartiene e che trascende), è il racconto di una storia d'amore. Come il protagonista della Montagna magica di Thomas Mann, che arriva in un sanatorio svizzero per una visita di tre settimane al cugino e vi rimane per sette anni a causa, si può dire, dell'amore, cosí Elif Batuman a tutto pensava tranne che a dedicarsi alla vita accademica: eppure resterà a Stanford sette anni per un dottorato sulla forma del romanzo russo.
In parte romanzo di formazione, in parte diario di viaggio, in parte una sottile riflessione teorica sulla natura delle storie, I posseduti è lo spassoso dipanarsi delle avventure (soprattutto nei libri e nelle vite dei loro autori) e delle disavventure (soprattutto in sperduti villaggi uzbeki o in balía di improbabili studiosi ubriachi) della Batuman - e con lei del lettore - nelle meraviglie della letteratura russa. *** «Se Susan Sontag si fosse accoppiata con Buster Keaton, la loro prodigiosa figlia avrebbe scritto un libro come questo». «L. A. Times»

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a I posseduti di Elif Batuman, Eva Kampmann in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Letteratura e Biografie in ambito letterario. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Capitolo primo

Babel´ in California

Quando l’Accademia delle Scienze russa mette insieme Tutte le opere di un autore, non ha in mente qualcosa che si possa infilare in valigia e portare via. L’edizione «millennium» di Tolstoj occupa cento volumi e pesa quanto un beluga appena nato (portai la mia bilancia pesapersone in biblioteca e la pesai, dieci volumi per volta). Dostoevskij è in trenta volumi, Turgenev in ventotto, Puškin in diciassette. Perfino Lermontov, un poeta lirico morto in duello all’età di ventisette anni, occupa quattro volumi. In Francia, dove le edizioni definitive vengono stampate su «carta Bibbia», la situazione è diversa: la Bibliothèque de la Pléiade riesce a far entrare tutta la Commedia umana di Balzac in dodici volumi e gli altri suoi scritti in due, per un peso totale di nove chilogrammi.
Tutte le opere di Isaak Babel´ occupa appena due volumetti. Confrontare le Opere di Tolstoj con quelle di Babel´ è come confrontare una strada lunga con un orologio da tasca. Le opere di Babel´ piú amate entrano tutte nel primo volume: i cicli di Odessa, dell’infanzia e di Pietroburgo, L’armata a cavallo, e il diario dell’anno 1920, su cui si basa quest’ultima. La compattezza si fa sentire ancora di piú per il fatto risaputo che la produzione di Babel´ è incompiuta. Quando, nel 1939, l’Nkvd si presentò alla sua dacia, le prime parole di Babel´ furono: «Non mi hanno lasciato finire». La polizia segreta trovò e sequestrò nove cartelle nella dacia, e quindici nell’appartamento di Mosca. Sequestrò anche lo stesso Babel´, con l’accusa di spionaggio per conto della Francia e addirittura dell’Austria. Nessuno vide piú né i manoscritti né l’autore.
Negli anni successivi le opere pubblicate di Babel´ furono tolte dalla circolazione. Il suo nome fu cancellato dalle enciclopedie e dai titoli di testa dei film. Circolarono voci – Babel´ si trovava in un campo speciale per scrittori, scriveva per il giornale del campo – ma nessuno sapeva con sicurezza se fosse vivo o morto. Nel 1954, l’anno dopo la morte di Stalin, Babel´ fu ufficialmente scagionato, e il dossier del processo penale a suo carico reso di pubblico dominio. La pratica conteneva un’unica pagina: un certificato che attestava la sua morte, avvenuta il 17 marzo 1941 in circostanze ignote. Come Sherlock Holmes in L’ultima avventura, Babel´ si era volatilizzato, lasciando dietro di sé solo un foglio di carta.
Nessuno conosce il motivo per cui Babel´ fu arrestato. Si era fatto dei nemici potenti agli inizi della sua carriera con la pubblicazione dei racconti di L’armata a cavallo, che immortalano la fallita campagna militare russo-polacca del 1920. Nel 1924 il comandante Sëmen Budënnyj della Prima armata di cavalleria accusò pubblicamente Babel´ di «menzogne controrivoluzionarie» e di linciaggio morale. Negli anni successivi, via via che Budënnyj faceva carriera nelle fila del Partito, da maresciallo dell’Unione Sovietica a primo vice commissario per la difesa ed Eroe dell’Unione Sovietica, la situazione di Babel´ si fece sempre piú insicura, soprattutto dopo la morte del suo protettore, Maksim Gor´kij, avvenuta nel 1936. Tuttavia, sopravvisse al culmine della Grande Purga del 1937-38, e fu arrestato solo nel 1939, quando la Seconda guerra mondiale era dietro l’angolo e probabilmente Stalin aveva gatte piú grosse da pelare. Che cosa fece pendere il piatto della bilancia?
Forse c’era di mezzo il patto tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica: a causa dei suoi stretti legami con la Sinistra francese, Babel´ andava tenuto in vita per mantenere le relazioni diplomatiche tra l’Unione Sovietica e la Francia, ma una volta che Stalin si fu schierato con Hitler la cosa divenne irrilevante. Alcune prove dimostrano che Babel´ fu arrestato in vista di un ultimo processo farsa che doveva accusare tutta l’intellighenzia, dal mito della cinematografia Sergej Ėjzenštejn all’esploratore polare Otto Schmidt, ma che fu annullato in settembre, quando Hitler invase la Polonia.
Alcuni studiosi attribuiscono l’arresto di Babel´ al suo stravagante rapporto con l’ex commissario del popolo Nikolaj Ežov: negli anni Venti Babel´ aveva avuto una relazione con Evgenija Gladun-Khayutina, la futura moglie di Ežov, e si diceva che anche negli anni Trenta Babel´ frequentasse la casa della coppia, dove giocavano tutt’e tre ai birilli e ascoltavano Ežov raccontare aneddoti raccapriccianti sui gulag. Quando, nel 1938, salí al potere, Lavrentij Berija («il Macellaio di Stalin») fece di tutto per sterminare chiunque avesse avuto a che fare con Ežov.
Altri sostengono che Babel´ fu arrestato «senza alcun motivo», e che affermare diversamente significa commettere l’errore di attribuire una logica al sistema totalitario.
Quando, negli anni Novanta, la scatola degli archivi del Kgb relativa a Babel´ fu desegretata, si venne a sapere che il suo mandato di cattura era stato emesso trentacinque giorni dopo l’arresto. Dopo settantadue ore ininterrotte di interrogatori e probabilmente di torture, Babel´ aveva firmato una confessione in cui dichiarava di essere stato reclutato in una rete spionistica da Il´ja Ėrenburg, nel 1927, e di aver passato regolarmente per anni i segreti dell’aviazione sovietica ad André Malraux: a quanto pare Babel´ aveva tratto quest’ultimo dettaglio dalla sua recente sceneggiatura, Piazza vecchia n. 4 (1939), una cronistoria degli intrighi bizantini di un gruppo di scienziati in una fabbrica di dirigibili sovietici.
«Sono innocente. Non sono mai stato una spia, – dichiara Babel´ nella copia a verbale del suo “processo” durato venti minuti, che si tenne nello studio di Berija. – Mi sono autoaccusato. Sono stato costretto a muovere false accuse contro me stesso e altri… chiedo una cosa sola: che mi venga data la possibilità di portare a termine il mio ultimo lavoro». Babel´ fu giustiziato da un plotone di esecuzione nel seminterrato della Lubjanka il 26 gennaio 1940, e il suo cadavere gettato in una fossa comune. Millenovecentoquaranta, non 1941: perfino il certificato di morte era una menzogna.
Lessi Isaak Babel´ per la prima volta durante un corso di scrittura creativa all’università. Era tenuto da un cordiale romanziere ebreo con una barba alla Gesú Cristo, una propensione per la letteratura russa e un senso dell’umorismo malinconico, tanto che un pomeriggio arrivò a «mettere in scena» la verità della mortalità umana proprio là, nell’aula. Indicò ciascuno di noi seduti intorno al tavolo del seminario: «Tu morirai. E tu morirai. E tu morirai». Ricordo ancora l’espressione di un mio compagno di corso, un gioviale rampollo della famiglia Kennedy, che scriveva sempre lo stesso racconto su un indaffaratissimo avvocato esperto di diritto societario che trascurava la moglie. Era un’espressione confusa.
Durante quel corso ci fu assegnata la lettura di La mia prima oca, la storia della prima notte di un intellettuale ebreo in un nuovo alloggiamento dell’Armata rossa durante la campagna del 1920. Appena arriva, i suoi nuovi commilitoni, dei cosacchi analfabeti, lo accolgono gettandogli la cassetta degli effetti personali in mezzo alla strada. L’intellettuale, notando un’oca che zampetta per l’alloggiamento, le schiaccia il collo con un piede, la infilza con una sciabola e ordina alla padrona di casa di cucinargliela per cena. Allora i cosacchi lo accolgono come uno di loro e gli fanno posto davanti al fuoco, dove lui li intrattiene leggendo ad alta voce un discorso di Lenin da una copia recente della «Pravda».
La prima volta che lessi questo racconto mi sembrò senza capo né coda. Perché ammazzare quell’oca? Cosa c’era di tanto straordinario nello stare seduti intorno a un falò a leggere Lenin? Tra i racconti che leggemmo durante quel corso La signora col cagnolino di Čechov mi commosse molto di piú. Ricordo soprattutto il passo che parla del fatto che tutti hanno due vite – una evidente e visibile, piena di lavoro, convenzioni, responsabilità, battute, e l’altra «che si svolgeva in segreto» – e della grande facilità con cui le circostanze possono allinearsi in modo che tutto quello che si ritiene piú importante, interessante e significativo si trova, guarda caso, nella seconda vita, quella segreta. In effetti, il tema di una seconda vita segreta è importantissimo per Babel´, ma questo lo capii solo in seguito.
La seconda volta che lessi Babel´ fu durante la scuola di specializzazione, per un seminario sulla biografia letteraria. Lessi il diario del 1920 e tutto il ciclo di L’armata a cavallo in una tirata, in un piovoso sabato di febbraio, mentre preparavo una torta Foresta Nera. Cosí come Babel´ immortalò per i posteri l’imbarazzo militare della campagna russo-polacca fallita del 1920, immortalò per me l’imbarazzo culinario di quella torta, che uscí dal forno con l’aspetto di un cappello vecchio e, dopo essere stata da me ottimisticamente aspersa con una bottiglia di kirsch da due dollari, diede l’impressione pansensoriale finale di un cappello vecchio imbevuto di sciroppo per la tosse.
Alle volte ricordiamo alcuni libri insieme alle circostanze concrete che ne hanno accompagnato la lettura: quanto tempo ci abbiamo impiegato, che periodo dell’anno era, il colore della copertina. Spesso sono le stesse circostanze concrete a farci ricordare un libro in questo modo, altre volte, invece, succede il contrario. Sono sicura che il mio ricordo di quel pomeriggio – l’odore della pioggia e di cioccolato che cuoceva nel forno, l’appartamento deprimente con il divano gonfiabile, la porta a vetri scorrevole che dava sulle palme bagnate e il parcheggio di un supermercato Safeway – è dovuto a quel certo non so che di prezioso, quasi perduto, del diario del 1920 di Babel´.
Il diario inizia a pagina cinquantacinque: Babel´ aveva perduto le prime cinquantaquattro pagine. Tre giorni dopo ne vanno perdute altre ventuno, gli appunti di un mese. «Ho dormito male, penso ai manoscritti, – scrive Babel´. – Angoscia, perdita di energia, so che supererò anche questa, ma quando sarà?» Per il successivo paio di giorni, nonostante i suoi grandi sforzi, tutto gli ricorda le pagine perdute: «Un contadino (Parfentij Mel´nik, quello stesso che ha fatto il servizio militare a Elizavetpol´) si lamenta che la sua cavalla si è gonfiata di latte, le hanno tolto il puledro, tristezza, i manoscritti, i manoscritti…»
Il diario non parla della guerra, ma di uno scrittore in un periodo di guerra… di uno scrittore che sperimenta voracemente la guerra come fonte di materiale per la scrittura. Viktor Šklovskij, secondo il quale il contenuto di un testo letterario è sempre subordinato alla forma del testo stesso, era un grande ammiratore di Babel´. «Non era estraniato dalla vita, – scriveva Šklovskij. – Ma ho sempre avuto l’impressione che Babel´, ogni sera al momento di andare a dormire, apponesse la sua firma al giorno che aveva appena vissuto, quasi fosse un racconto». Babel´ non era estraniato dalla vita – al contrario, la ricercava – ma non riusciva a viverla se non come contenuto per la letteratura.
Il diario del 1920 potrebbe avere come epigrafe la famosa frase dell’inizio del Don Chisciotte: «Poiché leggo sempre, perfino i foglietti che trovo per strada». A Brody, all’indomani di un pogrom, mentre cerca dell’avena per il suo cavallo, Babel´ si imbatte in una libreria tedesca: «Libri stupendi, con le pagine ancora non tagliate, album […] un’antologia, la storia di tutti i Bolesław […] Tetmajer, nuove traduzioni, una quantità di opere della nuova letteratura nazionale polacca, manuali. […] Io frugo come un pazzo, corro da un capo all’altro». In una tenuta polacca saccheggiata, dove ci sono dei cavalli sul tappeto in salotto, scopre un bauletto di «libri preziosissimi»: «La costituzione approvata dal Sejm all’inizio del XVIII secolo, antichi in-folio del tempo di Nicola I, un codice di leggi polacche, preziose rilegature, manoscritti polacchi del XVI secolo, cronache monastiche, antichi romanzi francesi… romanzi francesi su dei tavolini, molti libri francesi e polacchi sull’igiene dei bambini, oggetti intimi femminili fatti a pezzi, dei resti di burro in una burriera… sposi novelli?» In un castello polacco abbandonato trova «lettere in francese datate all’anno 1820, nôtre petit héros achève 7 semaines. Dio mio, chi avrà scritto, e quando…»
Questo materiale viene assimilato e ampliato nei racconti di L’armata a cavallo, per esempio in Berestečko, il cui narratore trova a sua volta una lettera francese in un castello polacco: «Paul, mon bien aimé, on dit que l’emperereur Napoléon est mort, est ce vrai? Mois, je me sens bien, les couches ont été faciles…» Con la frase «nôtre petit héros achéve sept semaines», Babel´ evoca perfettamente la precarietà del tempo, un punto collocato nella storia dell’umanità con la delicatezza di un bambino di sette settimane o della falsa notizia della morte di Napoleone.
Leggendo tutto il ciclo di L’armata a cavallo dopo il diario, capii La mia prima oca. Capii l’importanza del fatto che la cassetta gettata in strada dai cosacchi fosse piena di manoscritti e giornali. Capii cosa significava per Babel´ leggere Lenin ad alta voce ai cosacchi. Era il primo incontro ostile della scrittura con la vita reale. La mia prima oca, come gran parte di L’armata a cavallo, parla del prezzo che Babel´ pagò per il contenuto della sua letteratura. Una volta Osip Mandel´štam domandò a Babel´ perché si prendesse la briga di socializzare con agenti della polizia segreta, con gente come Ežov: «Per il desiderio di vedere com’era fatto il negozio esclusivo che vendeva la morte? Voleva semplicemente toccarla con mano? “No, – rispose Babel, – non la voglio toccare con mano… voglio solo...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. I posseduti
  3. Copyright
  4. Introduzione
  5. Babel´ in California
  6. Estate a Samarcanda
  7. Chi ha ucciso Tolstoj?
  8. Estate a Samarcanda (seconda puntata)
  9. Il Palazzo di ghiaccio
  10. Estate a Samarcanda (conclusione)
  11. I posseduti
  12. Opere consultate
  13. Elenco delle illustrazioni