
eBook - ePub
Il Mago di Oz (Einaudi)
Introduzione di Carlo Pagetti. Illustrazioni di William Wallace Denslow
- 248 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
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Il Mago di Oz (Einaudi)
Introduzione di Carlo Pagetti. Illustrazioni di William Wallace Denslow
Informazioni su questo libro
Travolta da un ciclone, la piccola Dorothy viene catapultata in un mondo strano e sconosciuto popolato da Streghe buone e Streghe cattive. Se vuole tornare a casa, deve seguire un sentiero che la condurrà al misterioso regno del grande e terribile Mago di Oz; durante il cammino affronta avventure e avversità, ma incontra anche nuovi amici, come lo Spaventapasseri, il Taglialegna di Latta e il Leone Codardo. Quando giunge con i suoi nuovi compagni nella meravigliosa Città di Smeraldo e si ritrova al cospetto del potentissimo Mago, Dorothy gli chiede di tornare a casa, lo Spaventapasseri un cervello, il Taglialegna un cuore e il Leone il coraggio. Ma qual è il vero potere del Mago di Oz?
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Informazioni
Print ISBN
9788806210410eBook ISBN
9788858405703Capitolo primo
Il ciclone


Dorothy viveva nelle grandi praterie del Kansas con lo zio Henry, che era un contadino, e la zia Emma, sua moglie. La loro casa era piccola, perché per costruirla si era dovuto trasportare il legname con i carri da molte miglia di distanza. C’erano quattro pareti, un pavimento e un tetto: una stanza in tutto, che conteneva una stufa arrugginita per cucinare, una credenza per i piatti, un tavolo, tre o quattro sedie e i letti. Lo zio Henry e la zia Emma dormivano in un grande letto sistemato in un angolo e Dorothy in un lettino in un altro angolo. Non c’era il solaio, e nemmeno la cantina, ma solo un piccolo buco scavato nel terreno, che chiamavano «la cantina per il ciclone», dove la famiglia si sarebbe potuta rifugiare se si fosse scatenato uno di quei terribili uragani, tanto possenti da distruggere qualunque edificio incontrassero sul loro cammino. Vi si accedeva sollevando una botola al centro del pavimento, dalla quale una scala conduceva giú nel rifugio buio e angusto.
Quando stava sulla porta e si guardava intorno, Dorothy non vedeva altro che la grande, grigia prateria, da ogni lato. Né un albero, né una casa interrompevano quella vasta distesa piatta che si espandeva fino all’orizzonte in ogni direzione. Il sole aveva seccato la terra arata, rendendola una massa grigia incrinata da sottili crepacci. Perfino l’erba non era piú verde, perché il sole aveva bruciato le cime dei suoi lunghi fili, rendendoli del medesimo colore grigiastro che si vedeva ovunque. La casa era stata verniciata, una volta, ma i raggi del sole avevano sgretolato la tinta e la pioggia l’aveva lavata via, e ora anche la casetta era grigia e smorta come tutto il resto.
Quando la zia Emma era andata a vivere là, era giovane e carina, ma il sole e il vento avevano cambiato anche lei. Avevano spento la scintilla nei suoi occhi, lasciandoli di un grigio scialbo, e cancellato il rossore dalle guance e dalle labbra, diventate a loro volta grigie. Adesso era magra e sparuta, e non sorrideva piú. Quando Dorothy, che era orfana, era andata ad abitare con lei, la zia Emma era cosí turbata dalle risate della bambina che trasaliva e si premeva la mano sul cuore ogni volta che la sua voce allegra le giungeva alle orecchie; e anche ora continuava a guardare stupita la ragazzina, domandandosi che cosa avesse mai da ridere.
Lo zio Henry non rideva mai. Lavorava sodo dalla mattina alla sera e non sapeva che cosa fosse la gioia. Anche lui era grigio, con una lunga barba fino alla punta dei rozzi stivali, aveva un’aria austera e solenne, e parlava di rado.
Era Totò che faceva ridere Dorothy, evitandole di diventare grigia come tutto ciò che la circondava. Totò non era grigio: era un cagnolino nero dal pelo lungo e morbido, con gli occhietti neri che guizzavano vispi ai lati di un buffo nasino. Totò giocava tutto il giorno; Dorothy giocava con lui e lo amava teneramente.
Oggi, però, non stavano giocando. Lo zio Henry, seduto sulla soglia, scrutava ansiosamente il cielo, piú grigio del solito. Anche Dorothy osservava il cielo, in piedi sulla porta con Totò fra le braccia. La zia Emma stava lavando i piatti.
Lontano, verso nord, sentivano gemere il vento e vedevano l’erba alta piegarsi e ondeggiare sotto l’incombente uragano. Poi, l’acuto sibilo del vento cominciò a giungere anche da sud e, non appena voltarono gli occhi, videro l’erba incresparsi pure da quella parte.
D’un tratto, lo zio Henry balzò in piedi. – Emma, sta arrivando un ciclone, – urlò alla moglie. – Vado a occuparmi delle bestie, – e corse verso i ripari dove tenevano le mucche e i cavalli.
La zia Emma interruppe il suo lavoro e si affacciò alla porta. Le bastò uno sguardo per rendersi conto dell’imminente pericolo.
– Presto, Dorothy! Corri in cantina! – strillò.

Totò schizzò via dalle braccia di Dorothy per andare a nascondersi sotto il letto, e la ragazzina si lanciò dietro di lui per riprenderlo. La zia Emma, spaventatissima, aprí la botola e scese giú per la scaletta nel buco piccolo e buio. Finalmente, Dorothy riuscí ad afferrare Totò e cominciò a seguire la zia. Aveva attraversato metà della stanza, quando l’ululato del vento si fece assordante e la casetta fu scossa cosí violentemente che la bambina perse l’equilibrio e all’improvviso si ritrovò seduta per terra.
Allora accadde una cosa strana.
La casa ruotò due o tre volte su se stessa e poi si librò lentamente nell’aria. A Dorothy parve di essere sollevata in un pallone.
I venti del nord e del sud si erano incontrati proprio dove sorgeva la casetta, creando esattamente in quel punto l’occhio del ciclone. In genere l’aria è calma nel centro di questi uragani, ma la grande pressione che i venti esercitavano da ogni lato sulla casa la fece innalzare sempre piú, trasportandola in cima alla tromba d’aria. E lí rimase, trascinata lontano per miglia e miglia, con la stessa facilità con cui si solleva una piuma.
Era buio pesto e il vento mugghiava orribilmente tutt’intorno a lei, ma Dorothy si ritrovò a viaggiare con facilità. Dopo quel primo roteare vorticoso e un altro momento in cui la casetta s’inclinò paurosamente, le sembrò di essere cullata con dolcezza, come un neonato nella culla.
A Totò tutto questo non piaceva: correva su e giú per la stanza, abbaiando furiosamente. Dorothy, invece, sedeva abbastanza tranquilla sul pavimento, aspettando di vedere che cosa sarebbe successo.
A un certo punto, il cagnolino si avvicinò alla botola e vi cadde dentro; dapprima la ragazzina pensò di averlo perso, ma presto vide spuntare un orecchio attraverso l’apertura, perché la forte pressione dell’aria lo teneva su, impedendogli di cadere. Allora Dorothy strisciò fino alla botola, afferrò Totò per l’orecchio e lo tirò nuovamente nella stanza, dopo aver chiuso l’apertura in modo che non succedessero altri incidenti.
Ora dopo ora, a poco a poco la ragazzina superò la paura; si sentiva però tanto sola e il fischio acuto del vento intorno a lei era assordante. In un primo momento si era domandata se non sarebbe stata fatta a pezzi quando la casetta fosse ricaduta sulla terra; poi, però, dato che il tempo passava e nulla di terribile accadeva, smise di preoccuparsi e decise di attendere con calma e di vedere che cosa le avrebbe riservato il futuro. Infine, strisciò lungo il pavimento oscillante, raggiunse il suo lettino e vi si sdraiò; Totò la seguí e si accucciò vicino a lei.
Nonostante l’ondeggiare delle pareti e l’ululare del vento, ben presto Dorothy chiuse gli occhi e si addormentò subito.


Capitolo secondo
Nel Paese dei Ghiottoni

Dorothy fu svegliata da un urto cosí improvviso e violento che, se non si fosse trovata sul suo morbido letto, di certo sarebbe rimasta ferita. In ogni modo, quel colpo le mozzò il respiro, mentre si chiedeva sconcertata che cosa fosse accaduto. Totò uggiolava lugubremente, con il nasino freddo appoggiato al suo viso. La ragazzina si tirò su a sedere e si accorse che la casa era ferma e non era piú buio; il sole entrava a fiotti dalla finestra, inondando la stanza. Balzò giú dal letto, corse ad aprire la porta, con Totò alle calcagna, e subito lanciò un grido di stupore, guardandosi attorno e sgranando gli occhi di fronte a quella vista meravigliosa.
Il ciclone aveva depositato la casetta – e con estrema delicatezza, per un ciclone – in un paesaggio di incredibile bellezza. Tutt’intorno si stendevano splendidi prati verdi, con alberi maestosi carichi di frutti succulenti. Ovunque si vedevano macchie di fiori variopinti e uccelli dal piumaggio strano e brillante cantavano, svolazzando tra gli alberi e i cespugli. Poco lontano, un ruscello scorreva scintillante fra sponde verdeggianti, mormorando con voce dolcissima, per una ragazzina che aveva vissuto tanto a lungo fra grigie e aride praterie.
Mentre guardava rapita quel meraviglioso panorama, Dorothy scorse un gruppetto di persone, le piú strane che avesse mai visto, che si avvicinavano a lei. Non erano alte come tutti gli adulti che conosceva, ma nemmeno troppo basse. In realtà, erano della sua stessa statura, e lei era alta per la sua età, ma sembravano molto piú vecchie di lei.
Erano tre uomini e una donna, tutti vestiti in modo bizzarro. Portavano cappelli a cono molto allungati, con campanellini intorno alla tesa che tintinnavano gaiamente a ogni movimento. I cappelli degli uomini erano blu; la piccola donna, invece, aveva un cappello bianco e indossava un abito bianco, che le scendeva a pieghe dalle spalle, tempestato di stelline che brillavano al sole come diamanti. Gli uomini vestivano di blu, un blu della stessa sfumatura dei cappelli, e calzavano stivali lu...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Il mago di Oz
- Copyright
- «Voglio tornare in Kansas»: la fiaba americana di L. Frank Baum di Carlo Pagetti
- Bibliografia
- Il Mago di Oz
- Introduzione - di L. F. Baum
- 1. Il ciclone
- 2. Nel Paese dei Ghiottoni
- 3. Dorothy salva lo Spaventapasseri
- 4. La via attraverso la foresta
- 5. Il salvataggio del Taglialegna di Latta
- 6. Il Leone Codardo
- 7. In cammino verso il Grande Oz
- 8. Il letale campo di papaveri
- 9. La Regina dei Topi Campagnoli
- 10. Il Guardiano delle Porte
- 11. La meravigliosa Città di Oz
- 12. In cerca della Strega Cattiva
- 13. Gli amici si riuniscono
- 14. Le Scimmie Alate
- 15. Oz il Terribile viene smascherato
- 16. Le arti magiche del Grande Impostore
- 17. Il lancio del pallone
- 18. Verso Sud
- 19. L’attacco degli Alberi Guerrieri
- 20. Il fragile Paese di Porcellana
- 21. Il Leone diventa il Re degli Animali
- 22. Il Paese dei Grassoni
- 23. La Strega Buona esaudisce il desiderio di Dorothy
- 24. Di nuovo a casa