La sapienza del cuore
eBook - ePub

La sapienza del cuore

Omaggio a Enzo Bianchi

  1. 784 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

La sapienza del cuore

Omaggio a Enzo Bianchi

Informazioni su questo libro

Enzo Bianchi, priore di Bose, è un uomo della contemporaneità, «chiamato a vivere in Cristo una vita di fraternità con uomini e donne, senza estasi mistiche e senza idillio».
La sua attività e le sue riflessioni spaziano dal mondo ecclesiale a quello ecumenico, monastico, sociale, culturale e artistico. In occasione dei suoi settant'anni, gli amici, insieme ai fratelli e alle sorelle della Comunità, hanno pensato un libro che raccoglie testimonianze e tributi di quanti negli anni hanno intrattenuto con lui conversazioni e discussioni. Filo rosso della raccolta sono le parole chiave della sua riflessione: dal pregare la Parola, alla vita monastica, alla differenza cristiana, al pane di ieri, al vivere la morte. Riflessioni personali che sono diventate ben presto patrimonio di tutti.
Tra queste pagine, come in uno scaffale di un'ideale biblioteca, teologi, filosofi, giuristi, scrittori, artisti, semplici uomini e donne di chiesa si confrontano con lui in un dialogo ininterrotto utilizzando ciascuno il mezzo letterario piú consono a esprimere i propri sentimenti.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a La sapienza del cuore di AA. VV. in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2013
Print ISBN
9788806216832
eBook ISBN
9788858408445

I. Pregare la Parola Biblica

GIANFRANCO RAVASI

«Dio non c’è… essi non sono Dio… dov’è il tuo Dio?»
Tre volti dell’incredulità biblica

Questa modesta ed essenziale riflessione biblica fiorisce da due spazi reali e simbolici al tempo stesso. Il primo è il monastero di Bose, sede dei miei incontri piú intensi con l’amico Enzo Bianchi e la sua Comunità, ma anche crocevia del dialogo tra credenti, non credenti e cercatori della trascendenza. L’altro spazio è quel «Cortile dei Gentili» del tempio di Gerusalemme1 che, sulla scia di una sollecitazione di Benedetto XVI, il Pontificio Consiglio per la Cultura ha assunto come emblema per lo stesso dialogo. Due ambiti tra loro distanti e differenti che rivelano, però, lo stesso volto, un’analoga passione e una meta comune.
La questione lessicale e semantica.
Proprio per questa specifica (e non unica) sintonia ideale ho pensato di affidare a fratel Enzo, col quale ho condiviso anche vari momenti di vita ecclesiale, e a tutti coloro che gli si stringono attorno in questa sua ricorrenza biografica, un semplice spunto di analisi da sviluppare ulteriormente. Il punto di partenza mi è offerto proprio da un suo breve saggio che raccoglie l’intervento da lui tenuto a Milano in occasione della VI Cattedra dei non credenti (1992), voluta dal compianto cardinale Carlo Maria Martini e intitolata in quell’edizione con un motto provocatorio: Chi è come te fra i muti? Com’è noto, questa frase imbarazzante è la deformazione testuale e la metamorfosi teologica della celebre interrogazione retorica di Esodo 15,11: mî kamoka ba’elîm, «chi è come te fra gli dèi?», in una sconcertante assonanza: mî kamoka ba’illemîm, «chi è come te fra i muti?» Questo trapasso dalla presenza all’assenza (non si dimentichi che, tra l’altro, «muti» per eccellenza sono gli idoli secondo il salmo 115,7) è operato dal midrash che interviene sul passo esodico.
Ebbene, in quell’occasione Enzo Bianchi trattò il tema dell’«incredulità del credente»2 procedendo lungo tre traiettorie: l’incredulità come idolatria, l’incredulità come poca fede (l’oligopistía matteana) e l’incredulità come tenebra. Effettivamente si deve riconoscere che non solo «molte domande dell’ateo non sono estranee al cuore del credente», ma soprattutto che non di rado «fede e incredulità abitano e traversano» il fedele, e «l’incertezza e il dubbio possono coabitare con la fede». Questo fenomeno non è eccezionale ma strutturale al credere a causa del nesso necessario tra libertà e fede, tra grazia e fede, tra fiducia e fede. L’interrogazione e la ricerca non solo sono compatibili con la fede, ma sono anche compatte con essa, essendo quest’ultima una realtà che poggia sull’umano ma che si leva fino alla trascendenza, all’infinito e all’eterno. Come si legge in uno dei testi piú folgoranti di analisi del credere, il Timore e tremore (1843) di Kierkegaard,
[...] la fede è la piú alta passione dell’uomo. Ci sono forse in ogni generazione molti uomini che non arrivano fino ad essa, ma nessuno va oltre3.
Noi ora vorremmo dare uno sguardo panoramico alle Scritture riguardo al tema dell’incredulità, indicando soltanto qualche modello, nella consapevolezza che – contrariamente a quanto si suppone – il tema è vario e complesso e ben innestato nel tessuto teologico biblico, per cui si può effettivamente parlare di una teologia biblica della non credenza. Certo, e lo si vedrà subito, non ha senso, in un contesto strutturalmente religioso, spesso sacrale e fin teocratico, andare alla ricerca di un ateismo teorico e sistematico coerente e cosciente. Eppure, se la negazione assoluta è assente, non manca la gamma delle tipologie subordinate che vanno dal sarcastico «Dov’è il tuo Dio?» dei «nemici» o delle «genti» (Sal 42,4.11; 79,10) al Dio muto a cui sopra si accennava, dalla negazione pratica degli empi e dei malvagi, che sono spesso sotto il mirino della letteratura sapienziale, all’interrogazione su «quale Dio» individuare e, quindi, al Dio ignoto di Atti 17,23, dall’oligopistía del discepolo (Mt 14,31) fino alla sua apistía, come accade a Tommaso (Gv 20,27).
Proprio per questo motivo, quando ho avuto occasione di dirigere la costituzione di un dizionario biblico, ho sempre sollecitato l’introduzione di una voce Ateo o Ateismo4, pur nella consapevolezza dell’obiezione riguardante questa terminologia cosí connotata nell’accezione moderna, aliena alla mentalità biblica e per altro ormai poco accettabile anche da parte della contemporaneità «laica». Essa, infatti, tende a escludere formulazioni considerate solo «negative» e, perciò, indirettamente «apologetiche», appunto come «ateo» (che poi avrebbe un parallelo antitetico insoddisfacente in «teista»), «incredulo» (che si opporrebbe a uno sgradito «credulo»), «agnostico» (che all’antipodo avrebbe uno sconcertante «gnostico»), «razionalista» (a cui farebbe da contraltare un inaccettabile «fideista»), «non credente», visto come troppo esemplato e ricalcato sul «credente», pietra di paragone. Alla fine di una tale «innominabilità» di chi non ha divinità – fatta eccezione per i fondamentalisti marginali sullo stile dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti italiani5 che proclamano tali titoli in modo apologetico – molti hanno optato per l’inglese humanist che, però, non è ancora soddisfacente, soprattutto perché il credente stesso può considerarsi tale, costringendo cosí il non credente all’aggiunta di un’ulteriore specificazione, anch’essa però ambigua, «umanista laico o secolare».
La lunga disquisizione lessicale – come avviene sempre quando si procede in un simile orizzonte – è tutt’altro che nominalistica, perché denota la difficoltà a delineare un profilo che la Bibbia stessa ci insegna essere mobile e fluido, certamente molto di piú della netta e circoscritta categoria della fede, pur nella complessità e variabilità a cui anch’essa è sottoposta. L’uso che faremo di alcuni dei termini «negativi» sopraindicati è, pertanto, solo convenzionale e a finalità pratica. È noto, tra l’altro, che l’aggettivo greco átheos ricorre una sola volta nella Bibbia (Ef 2,12) ed è appunto vigorosamente intrecciato con la «positività» della fede attraverso cinque nessi definitori negativi
[...] senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza di Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza, senza Dio.
È altrettanto evidente che non è possibile allegare tutto il dossier lessicale sinonimico riguardante aggettivi di uso prevalentemente sapienziale, che contengono componenti tematiche inerenti al nostro soggetto: ad esempio, raša′ o nabal, la cui iridescenza semantica e il relativo uso biblico ricoprono uno spettro piuttosto ampio e variegato.
La negazione etico-esistenziale.
Il modello biblico di incredulità piú importante e incisivo per la nostra limitata finalità di ricerca è indubbiamente quello che potremmo definire come «etico-esistenziale». Concretamente è quella forma di indifferenza teologico-morale di solito classificata come «ateismo pratico», che ha una sua propria declinazione nell’odierna secolarizzazione. Non è in causa il Dio «in sé», ma il Dio «per noi», in relazione esterna rispetto alla sua essenza. Come si diceva, non è una negazione teorico-metafisica, ma funzionale-relazionale, un po’ come accade specularmente (e antiteticamente) per la stessa fede biblica che non si impegna piú di tanto sull’essenza di Dio, ma sul suo rivelarsi, sulla sua teofania cosmico-storica.
Ora, ironizzare, come fanno i perversi condannati nel terzo dei sei «Guai!» di maledizione raccolti nel capitolo 5 di Isaia sull’improbabilità dell’intervento divino nella storia umana – «Faccia presto, acceleri pure l’opera sua perché la possiamo vedere; si facciano piú vicini e si compiano i progetti del Santo di Israele perché possiamo conoscerli» (5,19; cfr. anche 5,12 ove gli stessi «atei» «non vedono l’opera delle sue mani») – è per la Bibbia radicalmente antireligioso perché significa destoricizzare la Rivelazione, negando di conseguenza il suo cuore, cioè la storia della salvezza. Questo retroterra ideale, com’è stato spesso ribadito, regge le celebri e reiterate negazioni apparentemente assolute e «teoriche» di Dio presenti nell’Antico Testamento. Emblematico è il caso del salmo 14, che ha una riedizione «elohista» (a Jhwh viene sostituito ’elohîm e si introducono alcune varianti nel corso della composizione) nel salmo 536.
Protagonista è appunto il nabal, significativo tópos etico-esistenziale sapienziale, che incarna l’«empio», ma anche lo «stolto» perché è latore di un’antisapienza, e l’«incosciente» con una venatura di stampo morale (il «senza coscienza»). La sua affermazione è apparentemente teorica: ’en ’elohîm, «no Dio!», «Dio non c’è!» Ma essa non dev’essere confusa col celebre «Dio è morto», il Requiem aeternam Deo del Nietzsche della Gaia scienza, che avrebbe come sbocco la divinizzazione paradossale dell’uomo col «Gloria all’Uomo nell’alto dei cieli, perché è l’Uomo il Signore delle cose», come cantava nel suo Inno dell’Uomo il poeta inglese ottocentesco Algernon Ch. Swinburne7. Il senso è, invece, di indole «sperimentale»: Dio non c’è qui ora, nella vicenda storica, la sua azione non è verificabile nelle vicende umane, è disinteressato e relegato nella sua trascendenza, indifferente ed estraneo alla storia terrena. L’incredulità raggiunge, cosí, il suo apice non tanto nella negazione dell’essere di Dio quanto piuttosto nella cancellazione della storia della salvezza e dell’alleanza con Israele. È per questo che un simile asserto risulta per la Bibbia particolarmente grave in sede teologica piú che filosofica.
Il suo esito principale è, allora, in ambito pratico, nell’orizzonte morale ove scatta l’indifferenza etica e la caduta della stessa escatologia. L’introduzione del Dio «apatico», cioè privo di pensiero e passione e, quindi, di identità personale, rigetta da un lato l’«Io sono» della rivelazione esodica e il Dio giudice giusto e, d’altro lato, induce il relativismo morale. Infatti, subito dopo, il salmista annota che questi insipienti empi
[...] sono corrotti, commettono azioni inique, nessuno di essi agisce bene
[…], hanno traviato, sono tutti corrotti, non v’è nessuno che agisca bene,
neppure uno! [14,2.4 e 53,1.3].
e viene persino offerta un’esemplificazione nel loro agire da sfruttatori del popolo (14,5; 53,4). Il classico triangolo delle suppli...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. La sapienza del cuore
  3. Indice
  4. Presentazione
  5. Elenco delle abbreviazioni
  6. La sapienza del cuore
  7. Ad lectorem
  8. 1. Pregare la Parola Biblica
  9. 2. Koinonia Monastica
  10. 3. L’unità visibile Oecumenica
  11. 4. Eloquenza della santità Historica
  12. 5. Radicalismo cristiano Ascetica
  13. 6. Ricominciare Ecclesiastica
  14. 7. La preghiera dei giorni Liturgica
  15. 8. Discepolato e sequela Theologica
  16. 9. Mai senza l’altro Humanistica
  17. 10. La differenza cristiana Politica
  18. 11. Il pane di ieri Aesthetica
  19. 12. Vivere la morte Ultima
  20. 13. Vota amicorum
  21. Bibliografia di Enzo Bianchi 1969-2012
  22. Il libro
  23. Copyright