Intrigo italiano
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Il ritorno del commissario De Luca

  1. 216 pagine
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Il ritorno del commissario De Luca

Informazioni su questo libro

Quando il commissario De Luca, appena richiamato in servizio dopo cinque anni di quarantena, si sveglia da un incidente quasi mortale, non gli occorre troppo tempo per mettere in fila le tante cose che non tornano. Da lunedí 21 dicembre 1953 a giovedí 7 gennaio 1954, con in mezzo Natale ed Epifania, mentre la città intirizzita dal gelo scopre le luci e le musiche del primo dolcissimo consumismo italiano, tra errori, depistaggi, colpi di scena il mosaico dell'indagine, scandita come un metronomo, si compone. E ciò che alla fine ha di fronte non piace affatto a De Luca. Per il ritorno del suo primo personaggio, amatissimo dai lettori, Lucarelli ha saputo evocare una Bologna che non avevamo mai visto cosí. E ha saputo tessere il piú imprevedibile, misterioso e divertente romanzo, dove la verità profonda di un'epoca che non è mai interamente finita emerge nei sentimenti e nella lingua dei personaggi. C'è stato un omicidio a Bologna, una città coperta di neve in cui i tram scampanellano sulle rotaie e la gente affolla i ristoranti per i tortellini di Natale: la bella moglie di un professore universitario è stata annegata nella vasca da bagno del trappolone, l'appartamento da scapolo del marito. Il Servizio vuole sapere chi è stato, e per questo c'è bisogno di un cane da tartufi come De Luca, che sembra finalmente trovarsi alle prese con un'indagine da giallo classico, fatta di indizi, tracce, impronte e orari. Ma non è cosí, naturalmente. Perché anche nell'incidente d'auto in cui un paio di mesi prima è morto il marito professore - dongiovanni, esistenzialista e appassionato di jazz - c'è qualcosa di molto strano. E cosí De Luca, assistito da un giovane agente del Servizio incaricato sia di aiutarlo che di spiarlo, si ritrova in un'indagine ambigua e pericolosa, dove quello della vita è soltanto uno - e neppure il peggiore - dei rischi che corre. Alla fine, dopo essersi innamorato di una giovanissima cantante di jazz meticcia e bravissima - la Dorothy Dandridge bolognese - il cui passato di mondina e staffetta partigiana è l'esatto opposto del suo, e dopo essere sopravvissuto a un attentato dalle gravi conseguenze, De Luca sarà costretto a scegliere se seguire il suo vecchio cuore di cane da caccia o quello nuovo, di cane bastardo.
Carlo Lucarelli

Domande frequenti

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2017
Print ISBN
9788806224370
eBook ISBN
9788858424605

Prima

(21-27 dicembre 1953)

«Oggi»
Settimanale di politica attualità e cultura, anno IX, n. 52, 60 lire.
In copertina: SPOSERÀ UN OLANDESE MARIA LUISA PRIMOGENITA DI GIOVANNA DI BULGARIA (vedere altre fotografie all’interno alle pp. 12-13).
All’interno: DUE SCORPIONI IN BOTTIGLIA, il discorso «atomico» di Eisenhower caratterizza l’ultima fase dei rapporti tra i due formidabili contendenti, Urss e Usa • DEPONGONO CONTRO I ROSSI, Detroit: ecco quali precauzioni vengono usate negli Stati Uniti per assicurare l’immunità ai testi chiamati a deporre in processi in cui siano implicati i comunisti • QUESTE LE PREVISIONI PER IL 1954, astrologi e indovini affermano in generale che il nuovo anno sarà complessivamente buono per l’Italia • LE SCIMMIE CHE VOLANO VOGLIONO IL TÈ ALLE CINQUE, esigenze, abitudini e capricci dei vari animali durante i viaggi in aeroplano • IL VOLUBILE CUORE DEI DURI GERARCHI DEL PCI, quasi tutti i capi comunisti italiani hanno ripudiato la moglie per amore di una compagna piú giovane.
«Le Ore»
Settimanale fotografico d’informazione politica e letteraria, n. 33, anno I, 60 pagine, 60 lire.
In copertina: TRA HOLLYWOOD E LA CASBAH GINA LOLLOBRIGIDA SCEGLIE L’AMORE (fotoservizio all’interno).
All’interno: LA VOCE DELL’AMERICA, Foster Dulles, nella recente riunione del Consiglio Atlantico, ha dichiarato che gli aiuti americani all’Europa cesseranno immediatamente qualora sia dilazionata la ratifica della comunità europea di difesa • I DODICI SÍ DEL 1953, ecco alcuni tra i piú memorabili matrimoni dell’anno che si chiude • RASCEL PIUTTOSTO CORSARO, il comico romano sta provando una nuova rivista: questa volta in luogo del cavallo comparirà in scena uno scimpanzé.
Pubblicità: CYNAR, contro il logorio della vita moderna.
«Tempo»
Anno XV, n. 52, 56 pagine, 60 lire.
All’interno: E ADESSO DAI SOVIETICI SI ATTENDONO I FATTI, dopo il discorso del presidente Eisenhower la Russia dovrà provare la sua volontà di pace • DESTINAZIONE LUNA NEL ’62, finalmente si conosce la data del grande viaggio interplanetario che un gruppo di scienziati sta preparando con l’appoggio del governo degli Stati Uniti.
Pubblicità: AMARO CORA, le virtú dell’amaro in dolce gusto.
«La Settimana Incom Illustrata»
Anno VI, n. 52, 80 pagine, 60 lire.
In copertina: LUCIA BOSÈ SCEGLIE I DONI DI NATALE PER IL SUO PICCOLO AMICO ROBERTINO.
All’interno: NON BASTA ALLEARSI PER FERMARE I COMUNISTI, la fluidità dell’attuale situazione parlamentare favorisce il governo Pella, ma il dinamico attivismo della sinistra impone un deciso programma politico-sociale al Partito di maggioranza • LE PETTINATURE DI MODA PER IL 1954, corti ma non troppo, per il giorno: taglio all’italiana, pochi riccioli, orecchie coperte • NESSUNO LEGGE LE LETTERE INDIRIZZATE A GESÚ BAMBINO, da piú di cinque secoli i fedeli di tutto il mondo chiedono grazie alla statuetta dell’Ara Coeli.
Pubblicità: La deliziosa COCA-COLA prima in qualità da oltre mezzo secolo.
«Sorrisi e Canzoni»
Settimanale di radiocanzoni e varietà, anno II, n. 32, lire 30.
In copertina: SOSTITUITO LATILLA NELL’ORCHESTRA ANGELINI DA BRUNO PALLESI (leggere a p. 4) e DUE CANZONI PER GINA, la Lollobrigida interpreta sugli schermi Pane amore e fantasia dove canta due belle canzoni (vedi p. 16).
All’interno: RADIOCANZONI: TRISTE SORRISO (che mai, o signora gentil vi rattrista…)1, NON TI POTRÒ SCORDARE (non mi lusingar, il romanzo finí, tu sei già stanca d’amar…)2, È STATA COLPA MIA (è stata colpa mia, soltanto colpa mia, d’amarti alla follia…)3, MALANOTTE (Oh… o-o-o-oh, luce del sol, oh… o-o-o-oh, si spegne nel ciel, la notte viene giú, e stende il suo vel, di sogni d’amor, di tristi pensier)4.
1. Citazione tratta dalla canzone Triste sorriso (Pavarani / Tettoni), interpretata dall’Orchestra Savini.
2. Citazione tratta dalla canzone Non ti potrò scordare (Gershwin), interpretata dall’Orchestra Savini.
3. Citazione tratta dalla canzone È stata colpa mia (Rastelli / Ruiz), interpretata dall’Orchestra Ferrari.
4. Citazione tratta dalla canzone Malanotte (Pinchi / Pizzigoni), interpretata dall’Orchestra Nicelli.

21 dicembre 1953, lunedí

Allungò il passo, quasi in un salto, per evitare il tram che scampanellava appena partito dalla piazzola, e si infilò sotto il portico scivolando tra due vecchie 1100 parcheggiate davanti alle colonne. C’era un cartellone enorme lungo tutta la facciata dell’Arena del Sole, con lettere rosse che incombevano a sbalzo sui passanti, SALOMÈ, l’accento finale che grattava il velo della sottana svolazzante di Rita Hayworth come se volesse sollevarla.
De Luca alzò lo sguardo, istintivamente, poi affondò il mento nel bavero sollevato del soprabito, perché è vero che i portici a Bologna riparano, ma sotto, a dicembre, fa freddo lo stesso.
– Se cade qualcosa è neve, – disse un vecchio intabarrato, seduto dietro un braciere di caldarroste, ma lo disse in dialetto, e De Luca non era piú abituato al bolognese. Tirò dritto lungo via Indipendenza finché non vide l’insegna del caffè che stava cercando, sotto un portico arrotondato dalle colonne liberty, e rapido entrò. Non era piú abituato neppure alla pistola nella tasca e trasalí quando la fece sbattere contro lo stipite della porta a vetri per farsi da parte mentre una signora usciva di prepotenza.
Piú che un caffè era una pasticceria, ed era piena di gente. De Luca si aspettava un bar anonimo in un vicolo altrettanto oscuro, ma lí, in pieno centro, tra cappotti e colli di pelliccia, cioccolatini in pacchi regalo e i lustrini dorati delle decorazioni natalizie, si sentiva smarrito. Si guardò attorno, senza sapere chi cercare.
– Ingegnere! Ingegner Morandi!
C’era un giovane appoggiato al bancone di vetro nell’angolo del negozio riservato alle consumazioni. De Luca lo notò perché agitava un braccio per chiamarlo, dal momento che si era dimenticato anche di essere proprio lui, l’ingegner Morandi.
– Giannino, – disse il giovane. – Onorato.
De Luca gli strinse la mano. A vederlo sembrava poco piú di un ragazzo che volesse apparire piú grande. Capelli spartiti da una riga disegnata col pettine e lisciati dalla brillantina, sciarpa di seta gialla a motivi cachemire sotto il bavero di un impermeabile imbottito. Cravattina dal nodo stretto su una camicia bianca. Sorriso da pubblicità. Che fosse toscano lo aveva già sentito da come aveva soffiato la t, e prima ancora dalla scivolata sulla g di Giannino. Se fosse un nome o un cognome, e soprattutto se fosse vero, non glielo chiese, cosí come l’altro non gli avrebbe chiesto se era davvero un ingegnere.
Majani fa la cioccolata piú buona del mondo, gliene posso offrire una?
– No, grazie…
– Non sa quello che si perde, davvero. Con questo freddo, poi…
– No, grazie…
– Un caffè, allora?
De Luca sentí lo stomaco che si contorceva in un ringhio veloce, facendolo deglutire.
– Sí, – disse, – quello sí.
– Ha fatto colazione? Prenda un cornetto, ingegnere, meglio ancora, una pastina…
De Luca fece No con la testa e Giannino gridò Un caffè, il dito dritto come una spada che si abbassava a indicare il bancone davanti a loro. Arrivò subito e Giannino fece appena in tempo a versare un cucchiaino di zucchero nella tazzina, che De Luca girò rapidamente, prima di sorseggiare in fretta il caffè cosí caldo da scottare la lingua. Non aveva fatto colazione, ma non mangiava mai, la mattina. E il caffè lo aveva preso poco prima in stazione, una volta sceso dal treno, ma già si sentiva in crisi da astinenza.
– Sa, ingegnere, l’ho riconosciuta dalla fotografia. Era una di quelle del processo, aveva un impermeabile come questo, uguale uguale.
De Luca non rispose. Si concentrò sul cucchiaino con cui raccolse lo zucchero dal fondo della tazzina.
– Ovvio, son passati solo quattro anni, è facile, però per essere sicuri che la riconoscessi mi hanno dato anche quella dove stava in divisa, col berretto e la camicia nera, e lí, siamo durante la guerra, di anni ne son passati almeno dieci, ma anche adesso è uguale uguale, sempre lei.
De Luca finí di succhiare il cucchiaino. Giannino aveva abbassato la voce e lui si sentiva addosso il suo sguardo sorridente, ma malizioso e cattivo, da ragazzino che gioca. Negli ultimi tempi ne aveva subiti tanti di sguardi cosí, e aveva sempre tenuto gli occhi bassi, davanti al pubblico ministero, davanti al giudice, anche davanti al suo avvocato difensore, per non parlare di tutti quelli che erano venuti dopo.
Ma questo era solo un ragazzo che voleva sembrare piú grande, e teoricamente era anche un suo sottoposto, anzi, lo era proprio, per cui De Luca li alzò, gli occhi, e lo fissò.
– Hai finito la tua cioccolata? – disse. – Possiamo andare?
Giannino smise di sorridere per un istante. Ricominciò subito, sempre da pubblicità e ancora malizioso, ma questa volta piú cauto.
– Prontissimo, ingegnere. Lasci, lasci, faccio io… ci mancherebbe.
L’auto era parcheggiata poco piú avanti, in divieto di sosta, perché sotto il portico c’era una banca. Nuova di zecca, cosí lucida che sembrava d’argento. Giannino la indicò a De Luca quando erano ancora tra le colonne, annuendo d’orgoglio.
– Lancia Aurelia B20, ingegnere, ma quella appena uscita, la due litri e mezzo. No, voglio dire, ho riscosso un favore che mi dovevano, e meglio di cosí non ci potevano assegnare, non crede? – La accarezzò, anche, battendo due colpetti a mano aperta sul baule arrotondato. – Che fondoschiena… hanno tolto le codine del modello vecchio e adesso è un’altra cosa… non la trova sensuale, ingegnere?
De Luca aprí la portiera ed entrò nell’auto dalla parte del passeggero. C’era una paletta della Stradale sul cruscotto. La prese e lanciò uno sguardo interrogativo a Giannino, che gliela sfilò di mano e la lanciò dietro, sui due mezzi sedili stretti sotto il tettuccio curvo, da coupé.
– Un prestito tra colleghi, – disse, – dall’amministrazione mi hanno fatto un cazziatone perché prendo troppe multe –. Tirò lo starter e poi mise in moto con la chiavetta, premendo l’acceleratore con dolcezza. – È inutile che le chieda di come canta il motore… mi sa che se ci davano una vecchia Topolino col bombolone del...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Intrigo italiano
  4. 2 gennaio 1954, sabato
  5. Prima
  6. Dopo
  7. Ringraziamenti.
  8. Il libro
  9. L’autore
  10. Dello stesso autore
  11. Copyright