
- 64 pagine
- Italian
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La terra più del paradiso
Informazioni su questo libro
I versi di Roberta Dapunt si snodano tra angoscia e armonia. Da un lato c'è un percorso tormentato attorno a inquietudini religiose, preghiere che non placano, immagini di morte; dall'altro il senso di sacrale purezza che risiede nella terra, nei ritmi della natura, nella vita di montagna e nei suoi riti che legano insieme le persone, i loro gesti senza tempo, gli animali, il silenzio. Ne risulta un passo irregolare, febbrile e pacato insieme: una sapiente zoppia che permette di attraversare una realtà multiforme senza schematizzarla in moduli precostituiti e automatici. Credo nelle anime sante,
nella loro indipendenza conquistata
sui sensi di una preghiera.
Credo nel lamento di un uomo in
agonia,
inaccessibile silenzio degli ultimi
istanti in una vita.
Credo nel lavaggio del suo corpo fermo,
nel suo vestito a festa e nell'incrocio
delle mani,
testimoni di un battesimo confidato.
Domande frequenti
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Informazioni
le intime riflessioni
I
II
III
IV
V
Indice dei contenuti
- Copertina
- LA TERRA PIÚ DEL PARADISO
- «Mai come ora mi fu necessario il silenzio»
- il ritorno dai pascoli
- mie mani
- la mia confessione fedele
- la canzone di Herta
- di ritorno dalla stalla
- penitenziale
- io e l’Avemaria
- versi al poeta
- l’ascolto
- inverno
- poesia per Linert d’Arslada
- la morte della gallina
- in modo clemente
- rosario in dicembre
- un altro inverno
- tëmp da maza
- «Te chësc lüch, a pascentada resta nosc dagnì»
- le intime riflessioni
- Il libro
- L’autore
- Dello stesso autore
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