Odio gli sbirri
eBook - ePub

Odio gli sbirri

  1. 256 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Informazioni su questo libro

« Dal fiume che cinge la città a nord, si vede l'orizzonte. Cosí dice la prima pagina. Il ragazzo ha incontrato il suo autore preferito, che non smetterà mai di amare. E la sua vita di lettore non sarà piú la stessa».
Dall'introduzione di Maurizio de Giovanni Un assassino misterioso uccide i poliziotti dell'87°. Colpisce quando sono piú indifesi, a casa, fuori dal lavoro, alla fine del turno. Quando, insomma, sono uomini come tutti. Il primo romanzo dell'87° distretto. Lí dove tutto è iniziato, cambiando per sempre le regole del poliziesco. Durante l'ondata di caldo che colpisce la città nel luglio del 1956, il detective Mike Reardon viene ucciso poco prima di iniziare il turno di notte. Ad abbatterlo è stato un colpo di calibro.45 alla schiena. Steve Carella e gli altri detective dell'87° distretto, incaricati di trovare l'assassino del loro collega e amico, non sanno di trovarsi di fronte al primo di una serie di omicidi di poliziotti. La vittima successiva è David Foster, ammazzato sulla soglia del suo appartamento. Questa volta, però, il killer ha lasciato un'impronta. La caccia si avvicina alla fine? Qualche sera piú tardi, però, l'assassino aggredisce lo stesso detective Bush. Questi reagisce e ferisce il suo aggressore, prima di cadere sotto i suoi colpi. Carella ha paura di essere il prossimo. E in effetti l'assassino proverà a intrufolarsi nella sua vita privata, minacciando ciò che Steve ha di piú caro al mondo.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Odio gli sbirri di Ed McBain, Andreina Negretti in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2017
Print ISBN
9788806235338
eBook ISBN
9788858426111

1.

Dal fiume che cinge la città a nord, si vede l’orizzonte. Stupendo. Si guarda in su, quasi con sacro timore, e davanti a quello spettacolo incantevole non si può far altro che trattenere il respiro. Le sagome nette degli edifici squarciano il cielo divorando l’azzurro. Cubi e parallelepipedi, grezzi rettangoli e spirali aguzze, minareti e picchi, forma sopra forma, si amalgamano in un tutto geometrico che risalta contro lo specchio bianco e azzurro del cielo.
Di notte, chi percorre la River Highway si trova a un tratto immerso in una mobile galassia di soli splendenti. Un ricamo di luci sorge dal fiume e imprigiona la città in una scintillante parata di magia elettrica. Le luci della Highway brillano vicine, lambendo la città, e lontane, riflettendosi nelle acque scure del fiume. Le finestre degli edifici, rettangoli luminosi, si arrampicano verso le stelle e raggiungono l’onda di neon che tinge il cielo di rosso e verde e giallo e arancione. I semafori ammiccano coi loro occhi enormi.
La città si estende simile a una gigantesca vetrina di pietre preziose, sfavillante di luce viva.
I grattacieli sono il fondale di un palcoscenico.
Si affacciano sul fiume con tutte le luci che gli uomini hanno acceso e, a guardarli, mozzano il fiato.
Sotto i grattacieli, sotto le luci, ci sono le strade. E le strade sono sudice.
La sveglia suonò alle undici di sera.
L’uomo sporse un braccio, annaspò nel buio, trovò la levetta e fece tacere la suoneria. La stanza tornò silenziosa. L’uomo poteva sentire accanto a sé il respiro di May. Le finestre erano spalancate, ma nella stanza faceva caldo, un caldo umido. Ripensò al condizionatore d’aria che aveva avuto intenzione di comprare, fin da quando era cominciata l’estate. Poi si tirò su a sedere, controvoglia, e si sfregò gli occhi con i pugni grossi come magli. Era alto e robusto, con la testa coperta da una selva di capelli biondi, adesso ritti e arruffati. Aveva gli occhi grigi, ma nel buio della stanza le iridi ancora annebbiate dal sonno non avevano colore.
Si alzò e si stiracchiò. Indossava soltanto i pantaloni del pigiama che, quando sollevò le braccia sopra la testa, gli scivolarono oltre il ventre piatto e muscoloso. Lui borbottò qualcosa e si chinò a raccattare i pantaloni: poi guardò May.
Il lenzuolo era stato respinto ai piedi del letto e nel buio pareva una chiazza scura. May dormiva rannicchiata, e la camicia da notte le lasciava scoperte le gambe. Lui si chinò a sfiorarle un fianco. Lei mormorò nel sonno e si mosse. L’uomo sorrise, poi andò in bagno a radersi.
Aveva calcolato esattamente ogni mossa: sapeva quanto tempo gli ci voleva per farsi la barba, quanto per vestirsi, quanto per bere in fretta una tazza di caffè. Si tolse l’orologio dal polso prima di cominciare a radersi e lo posò sulla mensola del lavabo, per averlo sotto gli occhi. Alle undici e dieci cominciò a vestirsi. Indossò la camicia che suo fratello gli aveva mandato dalle Hawaii, infilò un paio di pantaloni di gabardine e una leggera giacca in popeline. Mise un fazzoletto nel taschino, poi prese il portafogli e gli spiccioli dal ripiano del cassettone. Infine aprí il primo cassetto del mobile e ne tolse la .38 posata accanto alla scatola dei gioielli di May. Passò il pollice sul cuoio rigido del mezzo fodero, prima di infilarlo nella tasca posteriore destra dei pantaloni, sotto la giacca. Si accese una sigaretta, mise l’acqua a scaldare e andò a dare un’occhiata ai bambini.
Mickey dormiva con un pollice in bocca, come al solito. L’uomo passò una mano sulla testa del piccolo: era sudato come un maialino. Bisognava che riprendesse con May il discorso del condizionatore. Ai bambini non faceva bene tutto quel caldo. Andò al lettino di Cathy e sfiorò la testa della bambina. Non era sudata come il fratello. Be’, non c’era da stupirsi: le femmine sudano meno dei maschi.
Dalla cucina giunse il sibilo del bollitore. L’uomo guardò l’orologio e sorrise.
Tornò in cucina, mise in una tazza due cucchiaini di caffè solubile e vi versò sopra l’acqua bollente. Lo bevve nero, senza zucchero, e finalmente si sentí sveglio del tutto. Per la centesima volta si ripromise di non dormire piú prima di iniziare il turno. Era una stupidaggine. Poteva benissimo dormire quando tornava a casa. Che cosa ci guadagnava con un paio d’ore di sonno? Non faceva nemmeno in tempo ad addormentarsi che era già ora di alzarsi. Proprio un’abitudine sbagliata. Ne avrebbe parlato con May. Finí di bere il caffè e tornò in camera da letto.
Gli piaceva guardare May dormire. Si vergognò un pochino, come sempre quando lo faceva. Era un po’ come spiare qualcuno dal buco della serratura, ma lei era cosí bella, quando dormiva, che valeva la pena essere sleali. La guardò per qualche secondo. Guardò i capelli sparsi sul guanciale, la curva dei fianchi, le gambe scoperte, poi si avvicinò al letto e le scostò dalla fronte una ciocca di capelli. Quando si chinò a baciarla delicatamente, lei si mosse e disse:
– Mike…
– Dormi, cara.
– Vai già via? – domandò lei, con la voce piena di sonno.
– Sí, è ora.
– Stai attento Mike!
– Sta’ tranquilla, – rispose lui sorridendo. – Dormi bene.
– Hummm… – mormorò lei, e riaffondò la testa nel guanciale.
Dalla porta, l’uomo le mandò un ultimo sguardo, poi attraversò il soggiorno e uscí. Guardò l’orologio. Le undici e mezzo. In perfetto orario. E c’era da augurarsi che fuori facesse un po’ meno caldo.
Alle undici e quarantuno, quando Mike Reardon era a tre isolati dal luogo in cui era diretto, due proiettili gli penetrarono nella parte posteriore della testa e fuoriuscendo gli asportarono metà del viso. Lui sentí solo l’urto dei colpi e un dolore improvviso, di incredibile intensità, poi gli parve di udire vagamente l’eco delle detonazioni e la coscienza gli si oscurò. Mike Reardon si afflosciò sull’asfalto.
Morí prima di toccare terra.
Era stato un cittadino di quella città. Adesso, il sangue gli sgorgava copioso dalla faccia devastata e si spandeva attorno al suo corpo in una gran macchia rossa e densa.
Un altro cittadino lo trovò alle undici e cinquantasei e andò a chiamare la polizia. Non c’era molta differenza tra il cittadino che corse per la strada, in cerca di una cabina telefonica, e quello che fino a poco prima si chiamava Mike Reardon e che adesso giaceva immobile al suolo.
Una sola cosa li distingueva: Mike Reardon era un poliziotto.

2.

I due agenti della Squadra Omicidi guardarono il corpo disteso sul marciapiede. La notte era calda e le mosche ronzavano sopra il sangue che macchiava l’asfalto. L’assistente del medico legale era inginocchiato accanto al cadavere e lo stava esaminando. Un fotografo mandato dall’ufficio Identificazione si dava da fare con il suo flash. Le auto di pattuglia 23 e 24 erano parcheggiate sull’altro lato della strada e gli agenti tenevano svogliatamente indietro i curiosi.
La chiamata era giunta a uno dei due operatori telefonici della centrale, dove un poliziotto assonnato l’aveva ricevuta, aveva preso nota dell’informazione e l’aveva trasmessa per via pneumatica alla sala radio. L’agente di servizio in sala radio, dopo aver consultato l’enorme carta topografica della città appesa alla parete dietro le sue spalle, aveva spedito l’auto 23 a indagare e fare rapporto sulle informazioni ricevute a proposito di un uomo immerso nel sangue. Quando poi l’auto 23 aveva richiamato per informare che si trattava di omicidio, dalla centrale si erano messi in contatto con l’auto 24 e avevano mandato anche quella sul posto. Contemporaneamente l’agente al centralino si era messo in contatto con la Squadra Omicidi e con l’87º distretto, sotto la cui giurisdizione il corpo era stato trovato.
Il cadavere giaceva davanti a un vecchio cinema chiuso ormai da tempo. Il locale aveva cominciato proiettando film di prima visione. All’epoca, tanti anni prima, il quartiere era elegante e ben frequentato. Quando la zona aveva cominciato a decadere, i film erano diventati di seconda visione, poi film vecchi di almeno dieci anni e, alla fine, film in lingua straniera. Sulla sinistra c’era una porta. Anche la porta, come il resto, avrebbe dovuto essere sbarrata da assi inchiodate, ma col tempo le travi erano marcite, i chiodi si erano staccati e l’androne adesso era disseminato di mozziconi di sigaretta, scatole vuote, bottiglie di whisky rotte e preservativi. La tettoia sul davanti, bucata e corrosa, era stata piegata da un prolungato bombardamento di pietre, lattine e altra roba e pendeva verso il marciapiede.
Di fronte al cinema, dall’altra parte della strada, c’era uno spiazzo vuoto. Lí una volta sorgeva un palazzo con begli appartamenti. Allora era facile vedere signori e signore impellicciate che uscivano dalla porta incorniciata da marmi. Ma i tentacoli voraci dei bassifondi in perenne espansione avevano incorporato anche quel palazzo. Il vecchio edificio aveva perso la sua battaglia e in poco tempo quasi piú nessuno lí attorno ricordava che era stato uno stabile elegante e signorile. Infine era stato demolito e adesso non c’era piú niente, a parte qualche pezzo di muro in mattoni che ancora spuntava qua e là tra le erbacce. Si diceva che il terreno fosse stato acquistato dall’amministrazione cittadina per costruirci non si sapeva bene cosa, ma nel frattempo serviva ai bambini e ai ragazzi per svariati scopi. Per lo piú si trattava di scopi connessi ai bisogni corporali, tanto che lí attorno l’aria della calda notte estiva odorava in maniera disgustosa. La puzza arrivava fino al vecchio cinema e, trattenuta dall’inclinazione della sgangherata tettoia, stagnava sopra il marciapiede mescolandosi all’odore della morte.
Uno dei poliziotti della Omicidi si allontanò dal cadavere e prese a perlustrare l’aria circostante. L’altro rimase fermo, le mani infilate nelle tasche posteriori. L’assistente del medico legale continuò il suo rito, volto ad accertare la morte di un uomo indiscutibilmente morto. Il primo poliziotto tornò indietro.
– Hai visto questi? – domandò.
– Cos’hai trovato?
– Un paio di bossoli.
– Di che tipo?
– Remington, calibro 45.
– Mettili in una busta e contrassegnali. Allora, ha finito, dottore?
– Ancora un paio di minuti.
Il flash del fotografo continuava a scattare. L’uomo lavorava con la foga dell’addetto stampa di una diva del cinema. Girava attorno alla sua stella e la fotografava da tutti i punti di vista, con espressione impassibile, mentre il sudore gli colava lungo la schiena incollandogli la camicia alla pelle. Il medico si passò il dorso di una mano sulla fronte.
– Quanto ci mettono, quelli dell’87º? – disse il primo poliziotto.
– Si staranno facendo un pokerino. Sarà meglio che ce la sbrighiamo senza di loro, – disse il secondo poliziotto. – Allora, dottore? – domandò rivolgendosi al medico.
– Ho finito, – rispose l’uomo, rialzandosi a fatica.
– Cos’ha scoperto?
– Esattamente quello che sembra. È stato colpito alla nuca da due proiettili. Con tutta probabilità è morto sul colpo.
– A che ora?
– Con una ferita di arma da fuoco? Mi ha preso per un mago?
– Ho sentito dire che voi medici fate miracoli.
– Sí, ma non d’estate.
– Può almeno darci un’idea?
– Fare supposizioni non è vietato dalla legge. Non c’è ancora traccia di rigor mortis, diciamo quindi che è stato ucciso...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Prefazione
  4. Odio gli sbirri
  5. 1.
  6. 2.
  7. 3.
  8. 4.
  9. 5.
  10. 6.
  11. 7.
  12. 8.
  13. 9.
  14. 10.
  15. 11.
  16. 12.
  17. 13.
  18. 14.
  19. 15.
  20. 16.
  21. 17.
  22. 18.
  23. 19.
  24. 20.
  25. 21.
  26. 22.
  27. Il libro
  28. L’autore
  29. Dello stesso autore
  30. Copyright