Il cuore nero di Paris Trout
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Il cuore nero di Paris Trout

  1. 320 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Il cuore nero di Paris Trout

Informazioni su questo libro

Paris Trout è un rispettabile commerciante della piccola cittadina di Cotton Point. Bianco, benestante, una moglie, Paris Trout è un americano perbene come tanti.
Ma Paris Trout ha ucciso una ragazzina nera di quattordici anni, pensando di difendere i propri diritti e la propria libertà, per ristabilire l'ordine naturale delle cose. E questo omicidio infiamma gli ambigui sensi di colpa di un'intera comunità che improvvisamente deve guardarsi dentro, nel proprio cuore nero. Piú di tutti, la moglie Hanna è spaventata e ferita dalla degenerazione di un uomo che era stato suo marito.
Paris Trout dovrà essere giudicato per il suo crimine in un processo in cui tutti - l'avvocato, il giudice, la giuria, ciascuno degli abitanti di una qualunque città del Sud degli Stati Uniti - scopriranno che il suo è un mondo terribile, fatto di orgoglio e brutalità, passioni e violenza, sopraffazione e illegalità. L'unico che esista davvero. *** «Affascinante, coinvolgente, Paris Trout viene da un autore che ha saputo catturare l'essenza dell'America profonda con una fedeltà ai dettagli e un orecchio per i dialoghi che non si vedeva dalle opere di Flannery O'Connor». William Styron *** «Un romanzo che vi toglierà il respiro e probabilmente anche il sonno». «Washington Post Book World» *** «Il grande trionfo di Pete Dexter sta nel ricordare a tutti noi - con assoluta lucidità e pungente franchezza - fino a che punto siamo capaci di spingerci per negare il razzismo che portiamo nell'anima e per convincerci che siamo innocenti». «New York Times Book Review» *** «Ambientato in un mondo degno di Faulkner, con un finale al tempo stesso impressionante e convincente, Paris Trout è un romanzo maturo e profondo, e Pete Dexter un autore con una capacità ammirevole di suggerirci voci e visioni». «New Statesman» *** «Pete Dexter è uno scrittore che ha puntato alto per misurarsi con i massimi capolavori della letteratura del Sud degli Stati Uniti. E ha raggiunto il suo obiettivo». «Newsweek»

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2013
Print ISBN
9788806175283
eBook ISBN
9788858410394

Parte quarta

Seagraves

Un mattino d’agosto, due settimane e tre giorni prima che il processo per omicidio di Paris Trout avesse inizio presso il tribunale distrettuale della contea di Ether, Harry Seagraves si svegliò e capí come lo avrebbe difeso. Seagraves era reduce da una sbronza, ma era proprio in quelle condizioni che gli venivano le idee migliori.
Lucy era coricata accanto a lui ma avrebbe anche potuto essere un’altra, tanto i suoi lineamenti erano stravolti dalla mascherina che si metteva sugli occhi quando andava a letto. Il giorno prima erano andati a Macon a un picnic d’avvocati per festeggiare le vacanze estive dell’assemblea statale, e al ritorno lui era riuscito a mala pena a non uscire di strada.
Seagraves si mise a sedere lentamente per non svegliarla, per non sentire la sua voce prima d’aver potuto prendere in esame l’idea che come un perfetto uovo azzurro stava nel bel mezzo del nido di sonno e di alcool che era diventato il suo cervello.
Aveva sognato le fotografie del cadavere di Rosie Sayers. Agli inizi della settimana Ward Townes lo aveva invitato nel suo ufficio e le aveva messe sul tavolo. Erano sei e ritraevano la ragazza da tutte le angolazioni. In quel momento aveva pensato solo a come le avrebbe prese la giuria.
La ragazza sembrava piú giovane nelle foto che in carne ed ossa, e le sue ferite erano state allargate dagli strumenti usati per rimuovere le pallottole.
Ward Townes si era quasi scusato. – Non ho scelta, Harry.
Seagraves non gli aveva risposto subito. Alla fine aveva levato lo sguardo, allontanandolo dalle foto e aveva detto: – Le userai?
– Tu cosa faresti?
Seagraves poggiò i piedi sul pavimento e si alzò. Per un attimo gli girò la testa e quando passò andò in bagno e bevette dell’acqua fredda dal rubinetto. Si lavò i denti, si rasò e si rilavò i denti. Il sapore che aveva in bocca non voleva andarsene.
Restò a lungo sotto la doccia, dapprima calda poi fredda, lasciando che l’acqua gli scorresse sulla testa e tra le labbra. Poi chiuse i rubinetti e attese, guardando l’acqua che gli sgocciolava dal corpo e ripensò al modo di difendere Paris Trout.
Quando uscí dal bagno, Lucy si era messa a sedere. La sua faccia era gonfia e pallida, e tra gli angoli dei suoi occhi e i suoi capelli c’erano i segni rossi lasciati sulla sua pelle dall’elastico della mascherina. Si teneva la testa tra le mani e non si accorse di Seagraves quando rientrò nella stanza.
– Non stai bene? – disse, sedendosi su un angolo del letto per vestirsi.
– Potrei morire, – disse lei.
Adesso che era pulito, le sembrava che lei sapesse di stantio. – Fatti una doccia fredda, vedrai che riprendi il colorito.
– Harry…
– Cosa?
– Prendimi un bicchier d’acqua, tesoro.
Si alzò con le sole calze ai piedi, s’infilò un paio di mutande e l’accappatoio, poi andò in cucina e aprí la ghiacciaia. Seduta al tavolo, la cameriera stava bevendo una Coca-Cola. – Buon giorno, Betty.
La cameriera disse buon giorno.
– La signora Seagraves non si sente bene, – disse, – resterà di sopra per un po’.
– Benissimo, – disse la cameriera. – Io e la scopa ce la caviamo benissimo anche da sole.
Le portò l’acqua di sopra. Lucy si era adagiata sul guanciale. Le diede il bicchiere e riprese a vestirsi. – Esci? – disse.
– Ho un po’ di lavoro.
– È domenica. Di domenica non puoi far niente per Paris Trout.
Si annodò la cravatta di fronte allo specchio del cassettone. La vedeva in un angolo dello specchio, molle, pallida e stantia. – Come fai a sapere che si tratta di Paris Trout? – disse. Seagraves aveva il piú grande studio legale della contea di Ether, con centinaia di clienti.
Si coprí gli occhi e parlò da dietro le mani. – È lui, è lui, – disse.
Prima di andarsene la baciò sulla testa, guardandole nella scollatura della camicia da notte e notando le vene azzurrine sotto la pelle dei seni. Uno dei grandi misteri irrisolti della sua vita era il perché fosse particolarmente interessato a ciò che c’era sotto la sua camicia da notte proprio quando s’era sbronzato la sera prima e le sue possibilità di agire di conseguenza erano scarsissime. In quei casi, o anche Lucy era nel doposbornia, come quella mattina, o era risentita perché l’aveva lasciata a casa.
– Non starò via molto, – disse, e permise alla propria mano di cadere dalla sua spalla, seguendo la linea del suo corpo sotto il braccio fino al punto in cui il suo sedere premeva sul letto. Si mosse di qualche centimetro, permettendo alla sua mano di scivolarle di sotto finché lui giunse al punto piú o meno focale di tutto.
– No, Harry, – disse. Poi, con un tono diverso: – Portami ancora dell’acqua, tesoro.
Uscí qualche minuto dopo e s’incamminò in direzione della casa di Hanna Trout. Avrebbe visto Trout dopo; prima voleva chiedere personalmente alla donna di presenziare al processo. L’alcool lo investiva a ondate e una volta fu costretto a sedersi su un muretto di mattoni in attesa che gli passasse.
Seagraves non beveva spesso, ma quando beveva lo faceva sul serio.
Era domenica mattina e c’era gente per la strada. In parte la conosceva per nome, in parte solo di vista. Quelli che conosceva per nome erano in gran parte metodisti che stavano andando in chiesa. Parlò e sorrise e le donne, fresche, truccate e profumate, lo lasciarono tumescente. Se le immaginava in costume da bagno.
E tra questi pensieri, o sotto di essi, come una corrente in profondità, pensava a Paris Trout. Nei mesi successivi alla morte della ragazza, i suoi sentimenti verso il suo cliente erano cambiati, in parte a causa dell’accresciuta dimestichezza, in parte a causa di un sempre piú acuto presagio di sconfitta.
A Seagraves era già capitato di perdere, ma mai in un caso di spicco come sarebbe stato quello di Paris Trout. Si era avvicinato alla questione certo di vincere, certo di godere di alcuni vantaggi, ma con il passare delle settimane Seagraves aveva capito che quei primi vantaggi erano tutto ciò che aveva.
Aveva scoperto alcune cose sul conto di quella famiglia di colore: Henry Ray, per esempio, l’anno prima aveva investito un bianco con un camion. Ma Trout era un soggetto da manicomio, «un tipo da Cotton Point», come si diceva, e non ci si poteva fidare a farlo deporre al processo.
Era stata ritrovata una pistola sotto un materasso della casa in cui la ragazza era stata uccisa. Era dall’altra parte della casa e non era stata usata, o almeno non era possibile dimostrarlo, ma la sua presenza sembrava confermare la storia che Trout e Buster Devonne avevano raccontato a Norland il giorno della sparatoria.
Normalmente, tutto questo sarebbe bastato. Ma nella natura dell’accaduto, e forse anche nella natura della ragazza stessa, c’era qualcosa di vischioso che continuava a emergere mentre Seagraves si preparava alla difesa, e che lo faceva temere che le cose si sarebbero messe male.
Si rendeva conto che evitava Trout, lo vedeva solo una o due volte alla settimana e mai per piú di un’ora. Durante l’ultima visita, Trout l’aveva minacciato. Non si trattava solo delle parole: «L’ho pagata perché provvedesse, e lei ha preso i soldi», ma di una sensazione. Sembrava sempre in procinto di aizzare i cani.
Seagraves aveva passato tutto l’altro lavoro agli impiegati e ai soci e passava gran parte del proprio tempo studiando le deposizioni dei testimoni. La piú pericolosa era la deposizione di Mary McNutt, che era stata colpita quattro volte. La giuria le avrebbe prestato orecchio perché aveva ancora le pallottole in corpo. Aveva rifiutato di farsi operare per estrarle. Era lei la parte peggiore del guaio, però in un certo qual modo poteva anche esserne la soluzione.
Seagraves aprí il cancello e raggiunse la casa. Suonò il campanello e attese. Un attimo dopo la porta si spalancò, e Hanna Trout gli fu davanti, con il vestito della domenica e la borsetta in mano.
– Signora Trout.
– Credevo che mi fossero venuti a prendere, – disse.
Notò che calzava entrambe le scarpe. – Vedo che ha riguadagnato l’uso del piede, – disse.
Non rispose, né l’invitò ad entrare. – Era un bel taglio, – disse lui. Restò immobile, guardandolo in faccia. Lui fissò per un attimo la linea della sua gamba sotto la gonna, al fianco. Si stiracchiò per distoglierli entrambi da quel momento. – Ho visto piedi finiti sotto la falciatrice che non erano conciati cosí…
Consultò l’orologio che portava al polso poi guardò la strada alle spalle di lui. Indossava una lucida cintura nera che le stringeva la vita e una camicetta di seta abbottonata fin sotto il mento.
– Aspettava che la portassero in chiesa?
– Doveva venirmi a prendere il reverendo Clay, – disse.
– Prego?
– Il reverendo Matthew Clay, – disse.
Seagraves entrò in casa, non invitato. Le sostò vicino e la guardò in viso. – Della Chiesa Battista della Luminosa Speranza?
Era calma ed eretta. – Può darsi che sia stato trattenuto, – disse. – Insegna anche al catechismo… – Sentí il profumo del suo sapone e del suo shampoo.
– Sono venuto a chiederle personalmente di presenziare al processo di suo marito, – disse.
– Signor Seagraves, – disse lei, – sono tre mesi che cerco di prendere le distanze da ciò che ha fatto.
Seagraves si sentí di nuovo prendere dall’alcool e si sedette in fondo alle scale. – Mi scusi, – disse.
Lo osservò a lungo. – Posso darle qualcosa?
All’improvviso la sua faccia si bagnò di sudore, la camicia gli si appiccicò ai fianchi. Scosse il capo. – Mi scusi, – disse. – Tra un momento passerà…
– Vuole qualcosa da bere?
Incrociò le braccia sulle ginocchia e vi posò sopra la fronte. Aveva voglia di dormire. – Se non le è di disturbo, – disse.
Non la guardò entrare in cucina, ma un attimo dopo la sentí aprire il frigorifero e poi battere su un portaghiaccio. Quando infine levò il capo, se la vide di fronte con un bicchiere probabilmente di succo di pomodoro. Lo accettò, la ringraziò e sentí il ghiaccio contro le labbra. Prese una lunga sorsata e non si accorse dell’alcool finché non ebbe deglutito.
– Tiene dei liquori in casa? – disse. Non riusciva a credere che potesse viol...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Il cuore nero di Paris Trout
  3. Parte prima - Rosie
  4. Parte seconda - Seagraves
  5. Parte terza - Hanna
  6. Parte quarta - Seagraves
  7. Parte quinta - Carl Bonner
  8. Parte sesta - Trout
  9. Parte settima - Carl Bonner
  10. Parte ottava - Trout
  11. Parte nona - Hanna
  12. Il libro
  13. L’autore
  14. Dello stesso autore
  15. Copyright