
- 64 pagine
- Italian
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- Disponibile su iOS e Android
Le beatitudini della malattia
Informazioni su questo libro
I versi di Roberta Dapunt, che alternano parole e silenzi in modo cosí semplice e cosí sapiente, sono sempre un dialogo col sacro, un sacro che si manifesta nei misteri del quotidiano. E il primo mistero di cui si tratta in questo libro è la demenza, il malato di Alzheimer, una forma di Altro inconoscibile, sospeso in un luogo apparentemente metafisico, ma nello stesso tempo persona, corpo, snodo di concentrazioni affettive. Ecco dunque il continuo dialogo con Uma, che in ladino significa madre ma che l'autrice usa come nome universale, una chiamata, una sorta di tu che sintetizza esperienze diverse, sue e di tanti. E questo incontro, questo accudimento diventa percorso di conoscenza di qualcosa che non si può conoscere. Un percorso difficile e doloroso che non manca di «beatitudini», una forma di misticismo riflesso dove il vero mistico è il malato, che si può soltanto interrogare senza avere risposte, che si può soltanto accostare con amorosa ritualità.
Domande frequenti
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Informazioni
la sedia
delle parole e del loro gioco
Indice dei contenuti
- Copertina
- Le beatitudini della malattia
- litania delle ricordanze
- «Non guardarmi mentre mangi, non alzare lo sguardo»
- «A chi pensa che io non sia di oggi»
- orazione della mente
- il lavacro
- «Nelle mani a volte il tuo corpo»
- dei sentimenti
- il verso della cicala
- «In nessun tempo le nostre verità»
- dei due corpi
- quaresimale
- Venerdí Santo
- la sedia
- «Dico buona la notte a un’armonia senza sbavature»
- delle parole e del loro gioco
- «E ti ascolto»
- l’inverno denutrito
- cosí ti vedo
- dell’infeconda voce
- «Il freddo corridoio e le corone di fiori»
- il vespero
- locuzioni amare
- sull’odore
- stacco sull’odore
- «Ho compreso, colmato di carezze il silenzio»
- «Come scrivere altro, altre immagini»
- l’ipocrita
- dell’unico tempo
- «Una foglia e l’altra. Un’altra di diverso colore»
- «Mai vedremo oltre. Ma tu la rugiada negli occhi»
- il pranzo
- «Di no mi rispondi»
- «Infrango, amandoti nulla, qualsiasi legge»
- cantico del frassino
- della primavera
- il dialogo
- «Che mai spargesti riposi, infrenabile accudire»
- «Molte le consonanti tra le righe, poche le vocali»
- «Mentre io e te, qui incollate alla luce del giorno»
- del pianto
- «Non ci sarà descrizione delle cose vedute»
- «Saremmo forse stati meglio senza Vespri e Quaresime?»
- «Che mi sia consentito dire: le beatitudini della malattia»
- «Per nulla è gridare, mai avuto pianto piú solo»
- tre righe al nulla
- «Mi chiedo se ami il tuo tempo»
- litania delle ricordanze
- «Che tu possa tenere strette nella mente»
- Il libro
- L'autore
- Dello stesso autore
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