Storie del signor Keuner
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Storie del signor Keuner

Prima edizione integrale

  1. 152 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Storie del signor Keuner

Prima edizione integrale

Informazioni su questo libro

«Parabole, aneddoti, aforismi: nelle Storie del signor Keuner Brecht attinge alle forme della sapienza orientale per mettere a soqquadro le certezze di ogni pensiero troppo definito e sicuro di sé. Nei dubbi che insinua, a volte con ironia abrasiva, Keuner, alter ego di Brecht, prende le distanze da tutti i poteri e svela l'ipocrisia degli uomini suggerendo che la verità sta sempre da un'altra parte rispetto a dove la si cerca». Dalla Prefazione di Moni Ovadia *** Brecht ha scritto le Storie del signor Keuner a partire dagli anni Venti fino alla morte, come una sorta di scrittura continua, collaterale rispetto alla sua produzione poetica, teatrale e saggistica.
La recente scoperta di molti autografi brechtiani a Zurigo ha permesso di integrare con quindici testi inediti la serie già conosciuta del signor Keuner, a suo tempo pubblicata nelle Storie da calendario. Questo volume segue la prima edizione integrale tedesca del 2006.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2013
Print ISBN
9788806176266
eBook ISBN
9788858409695

Storie del signor Keuner

«Quando il pensatore capitò in una gran tempesta, era seduto in una grande automobile e occupava molto posto. La prima cosa che fece fu di scendere dall’automobile. La seconda fu di togliersi il vestito. La terza fu di sdraiarsi al suolo. Cosí superò la tempesta nella sua grandezza minima». Leggendo questo, il signor K. disse: È utile far proprie le opinioni degli altri su se stessi. Altrimenti non ci capiscono.

L’utilitarista

Il signor Keuner pose le seguenti domande:
Ogni mattina il mio vicino fa suonare il grammofono. Perché lo fa suonare? Perché fa ginnastica, mi dicono. Perché fa ginnastica? Perché ha bisogno d’essere forte, mi dicono. A che scopo dev’essere forte? Perché deve vincere i suoi nemici in città, dice. Perché deve vincere dei nemici? Perché vuol mangiare, mi dicono.
Dopo aver sentito che il suo vicino suona per far ginnastica, fa ginnastica per essere forte, vuol essere forte per abbattere i suoi nemici e abbatte i suoi nemici per mangiare, il signor Keuner pose la sua domanda: – Perché mangia?

Chi conosce chi?

Il signor Keuner interrogò due donne sui loro mariti. Una diede le seguenti informazioni:
– Ho vissuto vent’anni con lui. Dormivamo nella stessa camera e nello stesso letto. Mangiavamo insieme. Mi raccontava tutti i suoi affari. Ho conosciuto i suoi genitori e frequentavo tutti i suoi amici. Sapevo tutte le malattie che lui sapeva di avere e qualcuna di piú. Di tutti quelli che lo conoscono sono la persona che lo conosce meglio.
– Dunque lo conosci? – disse il signor Keuner.
– Lo conosco.
Il signor Keuner interrogò anche l’altra donna su suo marito. Questa diede le seguenti informazioni:
– Spesso non veniva per parecchio tempo e non sapevo mai se sarebbe tornato. Ora è un anno che non viene. Non so se tornerà. Non so se viene dalle case per bene o dagli angiporti. Quella in cui abito è una casa per bene. Chissà se verrebbe da me anche in una casa brutta? Non racconta nulla, parla con me solo delle mie faccende. Queste le conosce a menadito. So quel che dice, ma lo so poi davvero? Quando viene, qualche volta ha fame ma qualche volta è sazio. Ma non sempre mangia, quando ha fame, e quando è sazio non rifiuta un pasto. Una volta arrivò con una ferita. Gliela fasciai. Una volta fu portato dentro di peso. Una volta cacciò via tutte le persone che avevo in casa. Quando lo chiamo «uomo tenebroso» ride e dice: Quel che è andato via è tenebroso, ma quel che è qui è chiaro. Ma qualche volta fa una brutta faccia quando sente questo appellativo… Io non so se lo amo. Io…
– Non dire altro, – disse svelto il signor Keuner. – Vedo che lo conosci. Nessun essere umano conosce un altro meglio di quanto tu conosca lui.

L’unica cosa che diceva il signor Keuner dello stile è: – Dovrebbe essere citabile. La citazione è impersonale. Chi sono i figli migliori? Quelli che fanno dimenticare il padre!

Il signor Keuner e il medico

Il signor Keuner viveva in conformità con il suo tempo e cosí si ammalò. In questo modo trovò un dottore che lo aiutò in parecchie occasioni; con suo grande cruccio tuttavia questo aiuto si realizzava grazie all’inesplicabile dono di un abile sguardo e di manipolazioni emotive anziché attraverso un sistema trasmissibile e controllabile. Keuner quindi incalzava costantemente il dottore perché annotasse tutto ciò che sapeva, affinché altri potessero imitarlo. Poi un giorno il signor Keuner apprese che il medico era religioso e che credeva a «qualcosa dietro le cose». Da quel momento in poi, non fece piú pressioni su di lui, perché adesso sapeva che questi non sapeva cosa faceva.
Altrimenti perché, disse il signor Keuner, avrebbe avuto bisogno di inventare un Dio?

Quando il signor Keuner in una riunione privata, ai suoi tempi, parlò della conoscenza pura, e ricordò che ad essa si poteva aspirare solo combattendo la corruzione, alcuni gli chiesero incidentalmente che cosa fosse necessario per la corruzione. Il denaro, disse prontamente il signor Keuner. Allora nel gruppo ci furono alte esclamazioni di meraviglia e addirittura un gran scuoter di teste per l’indignazione. Ciò indica che ci si era aspettati qualche cosa di piú raffinato. Si tradiva cosí il desiderio che la corruzione potesse essere conseguita con alcunché di bello, di spirituale, e inoltre: si vorrebbe poter rimproverare a un uomo corrotto di mancare di spiritualità.
Molti, si dice, si lasciano corrompere dagli onori. Con ciò si voleva dire: non dal denaro. E mentre a coloro di cui si era provato che avevano avuto illegittimamente del denaro glielo si toglieva, a coloro che altrettanto illegittimamente hanno avuto onore si desidera lasciarlo.
Cosí molti che sono accusati di sfruttamento preferiscono far credere di aver preso il denaro per poter dominare piuttosto di lasciarsi dire che hanno dominato per prendere denaro. Ma dove aver denaro significa dominare, là il dominare non è niente che possa scusare il rubar denaro.

Il fatto che oggi gli uomini vengano sfruttati a scapito dell’individuo, e questo non lo desiderino, non deve ingannarci sul fatto che gli uomini desiderano essere sfruttati. La colpa di coloro che li sfruttano a loro scapito è tanto piú grave in quanto essi abusano di un desiderio altamente morale.

Neanche il male è a buon mercato

Riflettendo sugli uomini, il signor Keuner pervenne alle sue idee sulla ripartizione della povertà. Un giorno, guardandosi attorno nel suo appartamento, desiderò di avere altri mobili, peggiori, piú a buon mercato, piú miseri. Andò subito da un falegname e lo incaricò di raschiar via la lacca dai suoi mobili. Ma una volta raschiata via la lacca, i mobili non sembravano miseri, bensí solo rovinati. Tuttavia bisognava pagare il conto del falegname, e il signor Keuner dovette per di piú buttar via i suoi mobili e comprarne dei nuovi, miseri, brutti, a buon mercato, poiché cosí li desiderava. Alcune persone che ebbero sentore di ciò si fecero beffe del signor Keuner, poiché i suoi miseri mobili gli erano venuti a costare di piú di quelli laccati. Ma il signor Keuner disse: – La povertà non richiede di risparmiare, ma di spendere. Vi conosco: la vostra povertà non va d’accordo con le vostre idee. Ma con le mie idee non va d’accordo la ricchezza.

Il pensatore fa uso della scienza, ricavando da essa le sue parabole. Sino a quando grazie alle parabole chiarisce tutto senza ricavarne niente, la scienza non può far danni.

L’arte di non corrompere

Il signor Keuner raccomandò un tale a un commerciante per la sua incorruttibilità. Dopo due settimane il commerciante ritornò dal signor Keuner, e gli chiese: – Che cosa intendevi dire parlando d’incorruttibilità? – Il signor Keuner rispose: – Dicendo che l’uomo da te assunto è incorruttibile intendevo dire: non puoi corromperlo. – Ah sí? – disse il commerciante afflitto, – e invece ho ragione di temere che il tuo uomo si faccia corrompere perfino dai miei nemici. – Questo non lo so, – disse il signor Keuner senza interesse. – Ma non fa che lisciarmi, – esclamò il commerciante esasperato, – egli si lascia dunque corrompere anche da me! – Il signor Keuner sorrise vanitoso: – Da me non si lascia corrompere, – disse.

La fatica dei migliori

– A che cosa lavora? – fu chiesto al signor Keuner. Il signor Keuner rispose: – Sto faticando: preparo il mio prossimo errore.

La saggezza è una conseguenza del contegno.
Dato che non è il fine del contegno, la saggezza non può indurre nessuno a imitare il contegno.

Il signor Keuner incontrò il signor Wirr, l’alfiere della lotta contr...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Storie del signor Keuner
  3. Il K. di Bertolt Brecht di Moni Ovadia
  4. Storie del signor Keuner
  5. Nota al testo di Wolfgang Jeske
  6. Il libro
  7. L’autore
  8. Dello stesso autore
  9. Copyright