Roderick Duddle
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Roderick Duddle

  1. 496 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Roderick Duddle

Informazioni su questo libro

«Una volta presa una direzione, quel primo passo avrebbe innescato una catena di conseguenze lunga quanto la sua vita». «Se avesse potuto gettare uno sguardo anche un solo istante nella mente di quell'uomo, Roderick si sarebbe messo a correre via senza fermarsi mai... Ma tu non scapperai, mio lettore, perché sei avido di sapere, perché ti ho scelto fra tanti, e perché, appunto, sei mio».
Figlio di una prostituta, Roderick cresce tra furfanti e ubriaconi all'Oca Rossa, fumosa locanda con annesso bordello. Quando la madre muore, il proprietario pensa bene di cacciarlo: quello che entrambi ignorano è che nel destino di Roderick è nascosta un'immensa fortuna, e quel medaglione che porta al collo ne è la prova. Il ragazzino si ritrova alle calcagna una folla di balordi, mentecatti, loschi uomini di legge e amministratori, assassini, suore non proprio convenzionali - ognuno deciso a impadronirsi in un modo o nell'altro di una parte del bottino. E cosí Roderick fugge, per terra e per mare, in un crescendo di imprevisti, omicidi, equivoci e false piste.
Roderick Duddle è insieme summa e reinvenzione del percorso letterario di Michele Mari: guardando a Dickens e Stevenson, mai cosí amati, disegna un'impareggiabile parabola sulla cupidigia e sulla stupidità dell'uomo, ma anche sulla sua capacità di stupirsi di fronte al meraviglioso. Un appassionante e insieme raffinatissimo gioco letterario, che ha la forza e l'intelligenza di proporsi alla lettura semplicemente come romanzo d'appendice contemporaneo.
«Mio paziente lettore, che mi hai seguito passo passo fin qui: immagino che sarai stanco, e desideroso di sapere come questa storia va a finire. Cercherò di accontentarti, anche se nessuna storia propriamente finisce mai».

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2014
Print ISBN
9788806215347
eBook ISBN
9788858413135

Seconda parte

Ricapitolazione

Confidando che il prudente lettore abbia approfittato di questa pausa per ritemprarsi lo spirito occupando la propria mente con argomenti piú positivi del nostro sconnesso racconto, riprendo la narrazione là dove essa si era interrotta, premettendovi, a beneficio dei piú distratti, una sommaria ricapitolazione.
Jenny la Magra, Jenny la Grassa, Chester Grobar detto Cheddar, Hugh Berry, Scummy, Peabody, Doolan, Moriarty e Salamoia, nell’ordine, hanno raggiunto il mondo dei piú.
Lady Pemberton è in permanenza morente, condizione che le garantisce il diritto di rimanere fra i nostri personaggi.
Jack, tuttora ospite della vecchia Maggie, si è ristabilito, e si accinge a mantenere la promessa fatta a Lennie.
Jones si arrovella sull’inspiegabile sparizione di Salamoia; ma abbandonandosi alle sue fantasie erotiche al riguardo di suor Allison, in compenso, si arroventa.
Polly e Molly, la prima piú morbida, la seconda piú legnosa ma piú intraprendente, intrattengono sempre i clienti dell’Oca Rossa, beninteso quelli che possono permetterselo. Fra questi, quasi nessuno arriva a sborsare la tariffa doppia prevista per la Rossa.
La Badessa per un verso confida negli uffici del dottor Moulden, per l’altro teme la tenacia e l’intuito di Havelock, che nel suo ufficio va combinando i tasselli della propria inchiesta con criteri musicali e pittorici.
Michael e Roderick, vasi comunicanti fra il primo piano e la cantina di Pemberton House, continuano la loro esistenza fatta di osservazioni, di congetture, di ignoranza e di sospensione.
I signori Johnston, Mortimer, Leach e Hook proseguono nella loro attività commerciale, chi piú chi meno disonestamente.
Il Probo è scomparso. Nessuno può dire dove sia, né dove e quando ricomparirà con il suo sussurro di morte.

Il rumore del mare

Maggie aveva preparato un grosso sacco da viaggio pieno di viveri e di bevande. Fece a Lennie un ultimo discorsetto, poi lo raccomandò a Jack, che promise di riportarglielo dopo tre giorni: uno per andare, uno per vedere il mare, e uno per tornare. Lennie, naturalmente, aveva fatto ampia scorta di topini, che gli gonfiavano entrambe le tasche dei calzoni. Ne offrí uno anche a Jack, che non avendo cuore di rifiutare quel viatico se lo infilò in un taschino della giacca.
La morte di Salamoia era stata archiviata con la naturalezza con cui si spazzano le foglie d’autunno. Jack aveva raccontato tutta la storia a Maggie, e nessuno dei due provava non dico rimorso, ma nemmeno il piú leggero turbamento per la fine di quella canaglia, ingloriosamente ammazzato come un coniglio quando avrebbe meritato un ampio concorso di folla alla sua esecuzione capitale. Lennie non aveva impiegato piú di mezz’ora a seppellirlo dietro la casa, ed ora era pronto alla grande esperienza.
Messisi in strada, i due viaggiatori si diressero a Dury, dove incominciava la strada per Cork. A metà del cammino si fermarono per mangiare: Maggie aveva preparato dei gustosissimi pies e una meravigliosa frittata di cicoria, che in men che non si dica sparirono nella bocca di Lennie. Conoscendo l’ingordigia del figlio, e ben sapendo che niente e nessuno era mai riuscito a far entrare in quella testa il concetto di parte, Maggie aveva messo nel sacco un piú piccolo sacco destinato esclusivamente a Jack: ciò che non impedí a Lennie, al vedere che anche da quella minor cornucopia usciva del cibo, di sbavare dalla voglia. Svuotata la fiasca del sidro, bevanda che per Lennie faceva le veci della birra, i due compagni si rimisero in marcia. Rinvigorito, Jack intonò la sua vecchia canzone:
Oh oh oh, sgotta lo scafo
oh oh oh, combatti con l’onda
dalla tua bella devi tornare
con tutte le forze devi remare
oh oh oh, reggi la barra
oh oh oh, assicura la rete
la secca e lo scoglio devi evitare
con tutte le forze devi remare
oh oh oh…
Lennie lo stava a sentire incantato. Molte parole di quella canzone non significavano niente per lui, per la semplice ragione che non le aveva mai sentite: ma in qualche modo capiva che avevano a che fare con quello che stavano andando a vedere.
«È il mare?», chiese.
«Come? Ah sí, è una canzone di mare, parla di un marinaio che pensa alla sua casa…»
«Di te, parla».
«Anche di me, sí… Io devo tornare alla mia casa, e tu devi vedere il mare…»
«È bello, il mare?»
«È bellissimo, ma anche tremendo. Ti dà la vita, ma anche la morte».
«La morte», ripeté Lennie per dimostrare che era un bravo ragazzo e non aveva paura.
«Lo tocco, il mare», aggiunse.
«Sí, certo, quando arriviamo ci mettiamo le mani dentro. E se non è troppo mosso, ti faccio fare un giro sulla mia barca, e magari tiriamo su qualche pesce».
Lennie era estasiato. Non aveva la minima idea di cosa volesse dire tirar su un pesce, ma non vedeva l’ora di farlo. Quante cose avrebbe raccontato alla sua mamma!
«Mamma», disse, incapace di non verbalizzare immediatamente un pensiero.
«Sí, è buona la tua mamma, sei fortunato, Lennie».
«Fortunato».
Cosí, continuando a conversare in questo modo, arrivarono a Cork, ma per non rovinare a Lennie la sorpresa Jack tenne un percorso alto, lungo il quale era impossibile vedere il mare oltre le case. Quello che si distingueva bene invece era il Morven Peak, la montagna piú alta che Lennie avesse mai visto. Girandoci attorno, continuò a levare la testa verso la cima, tanto che a un certo punto dovette camminare con la testa voltata all’indietro.
«Ti verrà il torcicollo», gli disse Jack, ma Lennie non gli diede retta fino a quando non arrivarono in prossimità della casa.
«Senti? È il rumore del mare», gli disse Jack prendendolo per un braccio. Lennie si immobilizzò lasciando pendere il labbro inferiore: prima con l’espressione di chi non senta niente, poi con quella di chi senta fin troppo.
«Il mare», disse come in trance.
«E aspetta di vederlo!»
Passando dietro gli enormi massi precipitati dalla scogliera Lennie sentiva crescere la propria emozione insieme a quel rumore; e quando, sbucando nella piccola spiaggia dove sorgeva la casa di Jack, vide le prime onde, fu pervaso da un tale rivolgimento che a me non rimane che rifugiarmi in quella figura retorica che si chiama preterizione.

Jones riprende la penna

Jones non riusciva a capire a quale gioco stesse giocando Salamoia. Gli aveva portato il medaglione, ma c’era il sospetto che non fosse quello buono; doveva portargli la suora, e invece se n’era tornato con la notizia che Roderick era a Pemberton House; doveva portarglielo, e invece non si vedeva da tre giorni… Ma questa volta aveva passato il segno, e gliel’avrebbe fatta vedere lui. A meno che non gli fosse capitato qualcosa, forse l’imprudenza l’aveva fatto finire fra le braccia dei gendarmi, e in tal caso c’era poco da stare allegri, chissà cosa sarebbe uscito da quella boccaccia, tantopiú che quell’Havelock sembrava proprio aver fiutato la pista giusta… A questo punto diventava ancora piú urgente mettere le mani su Roderick, la cui testimonianza, anzi la cui stessa esistenza, avrebbe confermato l’eventuale racconto di Salamoia. Dell’altro bambino si preoccupasse la Badessa, visto che l’aveva creato lei, lui doveva pensare a Roderick. E in assenza di Salamoia, c’era una sola persona che potesse trovarlo e portarlo da lui, una persona cui scrisse il seguente messaggio:
al ora malfrodito, non ai risposto ma sai che se no parlo
ti propongo cuesto patto
invece chei soldi mi porti il bambino che si chiama roderic che so che si nasconde ne la casa perche lo visto
ti aspeto fra due giorni a le sei di sera su la strada dal bivio del calvario a cui dove la fontanona
veloce malfrodito
un amico
Poi piegò in quattro il foglio e ci scrisse sopra «suora alison».
Si guardò intorno: il locale era pieno, e c’era solo da scegliere. I suoi occhi passarono in rassegna quell’umanità miserabile, mentre la bocca si piegava sempre di piú a una smorfia di disprezzo. Alla fine scelse il suo uomo, un carrettiere conosciuto da tutti con il soprannome di Slim, tanto era magro e ossuto.
«Quante birre mi devi, Slim?», gli disse arrivandogli da dietro e mettendogli una mano sulla spalla.
«Eh? Oh… mi avete spaventato, sapete?»
«Quando vai a Fenham?»
«Domani mattina, perché?»
«Bene. Vedi questa? Fai una deviazione al convento e la lasci in portineria. In cambio ti abbuono le birre, e se fai tutto a modo magari ci scappa una visitina gratis al piano di sopra, che ne dici?»
Slim naturalmente accettò, entrando a suo rischio fra i personaggi di questa storia, e piú in generale associandosi all’infinita famiglia di coloro (quorum tu, improvvido lettore) che si sono persi seguendo il miraggio dei soldi e del piacere.
Quanto a Jones, stava già considerando il dopo, vale a dire la possibilità di convincere quella suora straordinaria, con le buone o con le cattive, a soddisfare finalmente la sua bramosia.

Betty si sbaglia

Ormai Roderick era diventato pratico della casa. Con l’aiuto di Michael aveva imparato i tempi in cui muoversi senza farsi scoprire da Betty, da Rachel o da Vernon: e naturalmente da suor Allison, che continuava a farsi vedere tutti i pomeriggi per due ore. Ogni sera usciva dal suo nascondiglio e lanciava il suo fischio: poco dopo saliva per la corda calata da Michael, nella cui camera dormiva molto piú agiatamente che in cantina, talvolta sul tappeto e sui cuscini, talvolta nel letto stesso di Michael, che si appiattiva contro la parete per fargli spazio.
A Rachel non erano sfuggiti i segni di quella prima razzia nella dispensa, né quelli dei piú discreti prelievi successivi: ma a chi poteva attribuirli, se non a Michael? Quel povero figlio le faceva pena, cosí non ne parlò con nessuno: ma essendo gelosa delle cose affidate a lei, come ogni buona massaia, impose a Michael un ragionevole compromesso.
«Vedo che di notte qualcuno ha fame, qui», gli disse un giorno durante il pranzo, che da quando lady Pemberton non si alzava piú dal letto aveva luogo in cucina.
Michael smise di mangiare e le rivolse lo sguardo di chi sta per essere punito severamente.
«Ma se ci sono dei topini che vengono a sgranocchiare, dico io, sgranocchieranno solo quello che troveranno su questo vassoio qui, intesi?»
Michael colse al volo e arrossí. Poi fece di sí con la testa, felice.
Nelle notti successive Roderick esplorò un po’ alla volta tutta la casa. Servendosi di una candela schermata visitò il grande salone con la specchiera coperta da un velo, la biblioteca, i salottini abbandonati, lo studio di lord Pemberton, i locali di servizio. Evitò tuttavia di salire al secondo piano, dove c’erano le stanze della servitú, ciò che non gli impedí, una volta, di essere visto da Betty. La cameriera era scesa a prendere qualcosa in cucina, e lui non l’aveva sentita arrivare. Era a pianterreno, alla base delle scale, e stava per risalire da Michael quando la vide a metà della rampa che collega il primo piano al secondo, e lei vide lui.
«Cosa fai fuori della tua camera a quest’ora?», gli disse: senza nemmeno pensarci Roderick fece le scale a balzi e si richiuse nella camera di Michael un attimo prima che la cameriera giungesse al piano. Ansimando, con la schiena appoggiata alla porta, rifletté al fatto straordinario: poteva essere scambiato per Michael! Nella penombra, certo, alla malcerta luce di una candela, ma intanto era successo, e una volta installata ne...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Roderick Duddle
  4. Prima parte
  5. Seconda parte
  6. Epilogo
  7. Il libro
  8. L’autore
  9. Dello stesso autore
  10. Copyright