a sense of you more
She walks in beauty, like the night
Of cloudless climes and starry skies
LORD BYRON
erba voglio 0. Qui con te.
quando siamo andati al ristorante cinese in taxi. Quando abbiamo chiamato un numero verde per sapere cosa c’era al cinema e mentre parlavamo con l’operatore, siamo passati davanti al cinema che stavamo scegliendo. Quando siamo andati a vedere un film 3D e tu con quegli occhiali sembravi sullo skilift di Cortina d’Ampezzo. Quando dici Dovrebbero pagarti perché mi fai compagnia come pagano la scorta di qualcuno. Quando non mi guardi. Quando mi guardi e non capisco. Quando sono il panorama. Quando cerco di essere un adulto consapevole e tu chiedi Perché sei cosí scontroso? Quando beviamo un centrifugato allo zenzero. Quando mi dici Perché non spegni il cellulare la notte, cosí ti riposi, che succederà mai nelle borse asiatiche, e io, invece di cominciare con le borse asiatiche, rispondo Metti che durante la notte ti venga un desiderio, e tu arrossisci un poco, ma poi dici allegra Puoi spegnerlo tranquillamente.
cose che amo di te 1. Il modo in cui tieni la frutta al mercato con le mani giunte all’altezza dei polsi e i palmi aperti come una coppa.
e una volta ti ho detto Ti do anche le briciole, pure quelle rimaste dalla cena di stasera, e tu hai risposto Solo quelle.
Tutto è partito da un raccogli-briciole elettrico, lasciato in carica poco prima di uscire di casa: un guasto a questo piccolo elettrodomestico ha causato un incendio in grado di devastare un intero piano dell’elegante villetta a due passi da Prato della Valle. È successo la notte della vigilia di Natale, tra porta Santa Croce e il vecchio stadio Appiani. I padroni di casa, G. T. e F. V., sono usciti verso le 22 per andare a fare gli auguri alle figlie. «È suonato l’allarme, – racconta F., – come spesso accade noi pensavamo ci fosse un semplice black-out elettrico, ma dopo circa mezz’ora siamo stati contattati da una vicina di casa in preda al panico per il fumo che usciva dalle finestre della nostra villa. Siamo rientrati di corsa con il cuore in gola e abbiamo trovato l’inferno» («Il Mattino di Padova», 27 dicembre 2011).
amen 0. Tu in genere capisci tutto.
mandante. Puoi uscire!, la vespa è tra il vetro e la zanzariera, Menomale, Se la vespa rimane qui però non puoi aprire la finestra, forse dovrei ucciderla, che faccio la uccido?, In effetti cosí non posso aprire la finestra. Poi, sorniona, passi in un’altra stanza, chiudi la porta. La mia indole da cattivo maestro è ferita, mi tocca fare il braccio armato e ammazzare la vespa. Mi concentro. Apro gli occhi, li chiudo. Tutta la mia clemenza è stecchirla con un colpo di giornale invece di annegarla in un bicchiere come quando avevo quattro anni. Torni nella stanza, Non pensavo fossi in grado di acchiappare una vespa, dici.
possiamo avere una relazione?, Hai per caso visto il laccio del sacchetto delle gelatine?, sono buone queste gelatine, no?
Janak 0. Secondo te sono innamorato?, Secondo me è piú complicato, Secondo te lei è innamorata?, Secondo me è piú semplice, sta bene con te.
nel bosco 0. Tutto nero con la mia motocicletta nera, volo in autostrada e arrivo nel paese del quale ti ho sentito spesso pronunciare il nome. Il sole è caldo, sudo. Non mi succede mai, tranne che in testa e tra le dita dei piedi. Sudo dovunque. Mi fermo nei due bar che incontro, al distributore, sbarro la strada rombando come un corriere della mala anni Settanta a due passanti assolati e sudati piú di me, nessuno sa niente di te e della tua casa, alla fine mi fermo in un’officina meccanica, parlo dell’azzurro dei tuoi occhi, del colore dei tuoi capelli, sembra che io stia cercando un’idea di donna, la Barbie perduta della sorella che non ho mai avuto e della quale sono innamorato pazzamente. L’uomo con le mani sporche di grasso e l’aria accaldata ma senza drammi mi indica una direzione, fiducioso, non con un braccio o un dito però, con la cicca della sigaretta che tiene tra le labbra. Seguo l’indicazione, ligio, trovo casa tua. Strombazzo e sgaso con la motocicletta, ti affacci e mi saluti col braccio in alto e la mano aperta, sembri felice, stupita. Come hai fatto a trovare la strada?, Sono bravo con le cacce al tesoro.
se bevo ballo, e non ne ho voglia, specialmente di questi balli moderni dove non c’è da fare niente.
a una festa. Balliamo il twist e anche altro, io ti faccio girare, e tu giri. Speriamo che non spengano la musica mai piú.
the Truman show. Hai anche l’orizzonte a portata di mano.
intervallo. Sei la mia adolescenza, È bello essere l’adolescenza di qualcuno.
inversione a U. Da quando m’interrogo sull’opportunità o meno di mandarti un messaggio a una certa ora, mi sono accorto che è finita l’adolescenza del nostro rapporto, Menomale, che età terribile l’adolescenza.
San Silvestro dell’anno prima. Nell’epoca della riproducibilità tecnica questo messaggio di buon anno è proprio per te, e baci, E anche questo è per te: un anno in cui trovare altrove tutto quello che c’è nella testa, e baci.
devi smetterla con i tuoi assiomi e le tue sentenzucce.
amen 1. C’è qualcosa di peggio nella vita che lasciarsi guidare dall’intelligenza, E cos’è?, Lasciarsi guidare dalla fretta, tu ti lasci guidare in alternativa dall’intelligenza e dalla fretta.
non spegnere le sigarette sul selciato, lo rovini tutto.
tetto. Ti scrivo del terrazzo della casa al mare, che è stata di nonna e di zia Regina, ti scrivo della provincia e della luce fuori dalla città. Mi rispondi Anche a me piace la luce fuori dalla città, i muratori sostenuti dal sole, svaniti nella pioggia. Nemmeno uscita di casa.
stupore 0. Mentre compri un tomino da fare al forno mi sorridi Ma dove sei stato per tutto questo tempo? Rispondo In biblioteca. Tu ridi e io no, perché è vero.
Nell’estate del 2005, una società chiamata Life Partners Holdings Inc. ha convinto Marvin Aslett, un rancher della rigogliosa campagna dell’Idaho di anni 79, di avere ancora dai due ai quattro anni di vita. Life Partners Holdings Inc. non ha fatto questa stima per sé o per il signor Aslett ma per i suoi clienti. La società acquista polizze assicurative sulla vita da persone come il signor Aslett e vende interessi frazionati agli investitori, che alla morte degli assicurati raccolgono i premi. Gli investitori nella polizza vita da 2 milioni di dollari del signor Aslett avrebbero fatto un eccellente affare se il signor Aslett fosse morto, come ipotizzato. Ma no. L’allevatore, attualmente di anni 84, dice di correre su un tapis roulant, di sollevare pesi, di mangiare allegramente braciole, e aggiunge che tutti i suoi nonni sono vissuti fino a novant’anni. «Sono sano come un cavallo, – sorride, – ci saranno un sacco di investitori delusi» («Wall Street Journal», 21 dicembre 2010).
Janak 1. In biblioteca mentre io mi facevo il culo negli Stati Uniti. Comunque Mr Aslett è un bell’uomo, mi ha portato anche a fare un giro a cavallo, l’ho comprata io la sua assicurazione, Hai perso un bel po’ Janak Gupta, No, per la mia società io ho scommesso che Mr Aslett non avrebbe tirato le cuoia prima dei novantatre, Non mi sembra un gioco pulito, Io non faccio le valutazioni assicurative per Life Partners Holdings Inc., io strutturo i fondi una volta che qualcuno ha comprato le assicurazioni, non gioco mai sporco, mi annoierei.
erba voglio 1. Guardami.
impressione. Sei un piccolo mago irriverente.
università. Sai che sono molto contenta di trovarti quando esco?, Faccio in modo di passare.
parallasse. Io sono volere, volere e non avere, No, tu sei voler avere, voler avere, voler avere…
difetti. Parli sempre dei tuoi pregi, ma qual è il tuo difetto?, La vigliaccheria, È anche il mio!
c’è un tavolo di persone ben vestite. Di lino e cappelli a falde. C’è il sole che illumina il fumo delle sigarette pigro in un’aria di fine giugno allegra e leggera. Ci servono vino bianco e involtini di pesce. Le posate sono grevi e piene di modanature, lucenti, il tavolo è quadrato e le spalliere delle sedie tonde. Fingo di non infastidirmi per questa geometria disordinata e un poco taccio, un poco parlo d’altro. Alternanze, finestre albertiane o no. Avrei davvero potuto studiare architettura? Il vino aiuta, è fresco che pare acqua corrente. Sono seduto in un posto non mio perché ti accompagno. Avrei dovuto andarmene e invece sono rimasto, nonostante la spalliera tonda. E anche perché qualcuno che hai salutato mi ha detto Non se ne vada, è una cosa della quale ci si pente sempre, sembrava me tra quarant’anni, con gli occhi piú azzurri, mi è piaciuto. Seduceva tutte le ragazze che passavano, a partire da te. Parlo con una donna che brandisce una rubrica telefonica analogica, della Texas Instruments, anni Ottanta. Parlo della Texas Instruments e della Casio per almeno quindici minuti. Mi infervoro, non pensavo di conoscere tutte quelle minutaglie sulle rubriche analogiche. Improvvisamente mi ricordo quanto mi piacevano. Erano elenchi telefonici personali, privati. Ne volevo una. E se domani finalmente la comprassi? Credo che la signora, se lo avesse saputo, non l’avrebbe mai tirata fuori. La signora della rubrica telefonica analogica bacchetta l’uomo seduto al suo fianco che si lamenta per il caldo. Non ho capito come si chiamino. Dice Non fa caldo, ma io sono pugliese e sono abituata a montare a cavallo alle due. La immagino montare a pelo, ti guardo, arrossisco. Sei seduta in mezzo a gente che non conosco e che non mi conosce. Succede anche sugli autobus, solo che adesso non andiamo da nessuna parte. Tu ridi, un poco tieni il panama in testa, un poco su una sedia vuota. Ti volti spesso a guardarlo quasi avessi paura di perderlo. O che il vento o il diavolo se lo porti. Indossi un paio di pantaloni chiari e una maglia a grana lasca che lascia intravedere trasparenze di pelle bionda come i capelli. Tra l’azzurro degli occhi, i toni champagne della maglia e il panama sembri assolata e piena di bollicine. Frizzante. Hai gli occhi furbi. Vederti ridere è come fermare il tempo. Ridi e hai tredici anni, forse quattordici, e se qualcuno ha provato a tagliarti le trecce è stato escluso dal gioco. Cerco le forbici, sicuro che mi faresti continuare a giocarti intorno. Non ho mai portato le trecce, Alessio.
Janak 2. È un incontro, smettila di farti tutte queste domande.
trivia. Sei l’unica persona che conosco che quando dice Va bene, intende Adesso basta o Voglio essere lasciata sola. Educazione minuta, tentativo di ingentilire la realtà, forse abitudine o garbo. Una volta ho domandato Ti piacciono i bambini? Mi hai risposto Come gli adulti. E un’altra Credi in Dio?, E tu?, Credo a tutto. Le tue risposte sono tutte interpretative. In ogni caso, dico Va bene anche quando voglio cambiare argomento di conversazione.
sto provando a essere buddista, per via della reincarnazione.
nel bosco 1. Mi viene incontro un gatto rosso, e dietro la tua voce che lo chiama. Il gatto rosso si ferma e guarda oltre la coda, la tua voce si fa piú forte. Alzo gli occhi, ti vedo e ti abbraccio, sei sottile, profumi di fresco, di sole e di tuo. Accarezzo il gatto rosso e ti chiedo come si chiama, Witold, si chiama Witold. Poi lo guardo furbo, con un occhio azzurro e un altro d’oro. Anche io avevo un gatto, Come si chiamava?, Gatto.
C’è nella coscienza qualcosa che la trasforma in una trappola per se stessa (Witold Gombrowicz, Cosmo).
favole. Ci vediamo un filmetto?, Sí. Poi ti addormenti. Io ti guardo come la Bella Addormentata e mi sento inutile perché non sono il principe nemmeno questa volt...