La pista
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La pista

La prima indagine di Selma Falck

  1. 536 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La pista

La prima indagine di Selma Falck

Informazioni su questo libro

Selma Falck, ex atleta di fama mondiale e avvocato di grido, ha perso tutto. Il marito, i figli, il lavoro e il suo vecchio giro d'affari. Sola, emarginata e con un vizio che minaccia di trascinarla ancora piú in basso, Selma si è rintanata in un lurido appartamentino nella zona piú squallida di Oslo. Fino a quando Jan Morell, padre di Hege Chin Morell, campionessa di sci di fondo norvegese, non bussa alla sua porta. La figlia è risultata positiva al doping e rischia la squalifica dalle Olimpiadi di PyeongChang. Convinto che Hege sia stata sabotata, Jan offre a Selma il compito apparentemente impossibile di provarne l'innocenza. Ma quando Selma accetta l'incarico e inizia a investigare, uno sciatore della nazionale viene ritrovato morto dopo un allenamento. L'autopsia rivela tracce della stessa sostanza presente nel sangue di Hege. E mentre l'indagine si infittisce e un altro cadavere viene scoperto, Selma comincia a rendersi conto che anche la sua vita è in serio pericolo.- Ma perché proprio io?
Jan Morell sorrise appena.
- Guardati allo specchio, - rispose con una punta di disprezzo. - Leggi il tuo curriculum. Se c'è qualcuno che ha la possibilità di scoprire cosa c'è dietro, sei tu. Atleta ai massimi livelli. Avvocato ai massimi livelli. Tre casi noti di doping di cui due vinti.
Inoltre sei uno dei volti piú famosi di tutta la Norvegia nonché un esempio di donna che gode di grande ammirazione.«Avvincente, originale, sorprendente. Holt scrive con la maestria dei migliori scrittori scandinavi».
The Times Un'autrice che non smette mai di stupire».
Verdens Gang

Domande frequenti

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Informazioni

Giovedí 14 dicembre 2017

Inversione di marcia

Sei ore filate di sonno senza sogni.
Selma era confusa quando la sveglia sul cellulare aveva cominciato a suonare alle sei e mezza. Darius aveva dormito con lei nel letto vecchio e sbilenco senza che se ne fosse neppure accorta. Per l’ennesima volta decise che doveva procurarsi un letto nuovo, per poi ammettere per l’ennesima volta di non avere tempo per farlo. Un’ora dopo era seduta al tavolino piú interno della Åpent Bakeri con le spalle rivolte al locale e un latte macchiato davanti a sé.
Lars Winther arrivò con cinque minuti di ritardo.
Ancora con i capelli bagnati, appena sbarbato, in una camicia azzurra button down sotto cui si vedeva una maglietta bianca. Si accomodò di fronte a lei.
– Non prendi niente? – gli domandò Selma.
– Ho appena fatto colazione. E poi la coda alla cassa è troppo lunga. Di che si tratta?
– Certo che vai subito al sodo.
– Sí, scusa, ho un mucchio di cose da fare.
Lui lanciò un’occhiata di traverso all’enorme orologio da sub che aveva al polso sinistro.
– Va bene, – disse Selma. – Come vanno veramente le cose alla Federazione sciatori di fondo?
Lars Winther appoggiò i palmi sul tavolino e si piegò leggermente all’indietro. Sorrise. E scoppiò a ridere.
– Accidenti, stai parlando sul serio?
– Sí.
– Come stanno le cose? Hai letto quello che abbiamo scritto negli ultimi anni?
– Sí. È per questo che te lo chiedo. So cos’avete scritto. So anche che ci sono sempre cose che non scrivete. Per svariati motivi.
Di colpo lui si fece serio. Curioso, notò Selma. Lars Winther strinse gli occhi e si chinò di nuovo in avanti, in un atteggiamento confidenziale. Abbassò addirittura la voce.
– Certo che ci sono un mucchio di cose che non scriviamo. Se solo la gente sapesse quante cose sappiamo delle persone pubbliche, di istituzioni, organizzazioni ed enti, ma che non diciamo. Forse perché non abbiamo elementi sufficienti per aprire un caso. Sappiamo, ma la documentazione non basta. Oppure quello che sappiamo è noto, ma se ne parlassimo gli effetti collaterali negativi supererebbero di gran lunga il valore della pubblicazione.
Tirò su con il naso e si passò l’indice affusolato sotto le narici.
– Ci sono anche quei casi che sarebbero molto piccanti, ma che nonostante tutto appartengono alla sfera della vita privata. Altre volte sappiamo, ma il caporedattore ha paura che stiamo prendendo un granchio. Un esempio?
Avvicinò la sedia al tavolino. Le gambe trascinate sul pavimento di piastrelle stridettero.
– Arnulf Selhus, responsabile amministrativo della Federazione sciatori di fondo.
Selma annuí.
– Molti anni fa, quando è entrato nella federazione, io ero abbastanza nuovo a «DG». Avevo captato una voce secondo cui era stato coinvolto in faccende poco pulite nel posto dove lavorava prima. A proposito, la Mcv. La società di Jan Morell.
Selma rimase in silenzio.
– È stato molto tempo fa, quindi non ricordo i dettagli. Fatto sta che quella volta andai dal mio caporedattore suggerendogli di seguire il caso. Insomma, Selhus era stato appena assunto come responsabile di un’organizzazione sportiva. Pensavo che sarebbe stato interessante, se…
– Che cosa è successo?
– Mi disse di no. Quello che avevo si basava su un’unica fonte, e siccome non riuscii a raccogliere niente di piú sostanzioso nell’arco di un paio di giorni, ricevetti l’ordine di lasciar stare. Non c’era stata nessuna denuncia alla polizia, quindi non era possibile parlare di un «caso». Inoltre, e credo che ai tempi fosse decisivo per il mio caporedattore, Jan Morell aveva garantito pubblicamente per Selhus. Perciò, secondo il vecchio Antonsen, non ci poteva essere nulla. Il punto è che…
Sorrise, quasi timidamente.
– … la fonte era eccellente. Era uno dei piú stretti sottoposti di Selhus.
– Che tu conoscevi bene?
L’interpellato non arrossí.
– Diciamo che oggi non avrei di certo lasciato andare il caso, – rispose.
Una giovane donna con un bambino su un fianco e un altro per mano cercò di sedersi al tavolino accanto al loro. Non era una cosa facile, il maggiore doveva avere tre anni e non voleva svestirsi, mentre il neonato piangeva come un pazzo. Lars Winther spostò il tavolino di mezzo metro a sinistra. Entrambi fecero lo stesso con le sedie, ma non serví a nulla.
– Hai…
Selma esitò e, dopo essersi inumidita le labbra, scelse di continuare: – Hai mai sentito parlare di un… quasi incidente durante la stagione di allenamento in Italia?
– Come scusa?
– Una pomata? Comprata dal medico della nazionale?
– Di cosa stai parlando?
O era il miglior attore del mondo o non ne sapeva assolutamente nulla della figuraccia di Stian Bach.
– Jan Morell, – disse Selma veloce.
– Sí, – rispose lui confuso.
– Che cosa sai di lui?
– Di Jan Morell?
– Sí.
La sera prima Selma si era convinta.
Einar Falsen aveva ragione, e lei aveva finalmente trovato una nuova prospettiva per scoprire che cosa fosse successo davvero nel caso di doping di Hege. Il vecchio barbone le era sembrato cosí persuasivo. Cosí logico. Non era Hege che si voleva colpire, ma Jan. Selma era tornata a Grünerløkka sollevata e in preda all’euforia.
Quasi come dopo una notte fortunata da Turcopoker.
L’entusiasmo si era dissolto con il sonno. La mattina le pareva tutto forzato. Lontano come se la conversazione avvenuta sotto l’incrocio di Sinsenkrysset intorno alla fiamma di un fornellino fosse stato soltanto un sogno a lieto fine.
Eppure.
Doveva chiederglielo.
– Non so molto di quel tipo, – rispose Lars aggrottando la fronte. – Se vuoi saperne di piú, dovresti chiedere a qualcuno che lavora in un giornale di economia e finanza come il «Dagens Næringsliv».
– Ma Jan Morell era un personaggio abbastanza presente anche all’interno della federazione.
– Secondo me troppo poco! Un uomo con il suo background e la sua esperienza sarebbe una risorsa incredibile per la federazione. Un’eternità fa, prima che lo sci di fondo si separasse dalle altre discipline invernali nell’arroganza che se la sarebbe cavata da solo, lui faceva in effetti parte del direttivo. Piú volte era stato citato come possibile candidato all’incarico di presidente, ma non voleva. Questo secondo le voci in circolazione, almeno. Quando Hege ha cominciato a eccellere nelle categorie vincolate dalle fasce d’età e a sembrare destinata a un futuro nello sci, praticamente Jan Morell si è piú o meno ritirato.
– Piú o meno?
– In un certo senso fa ancora parte del giro. Per esempio, la sua società è uno degli sponsor di rilievo. Non è l’azionista di maggioranza della Mcv?
Selma annuí.
– E poi è uno che tiene sott’occhio quello che succede, – continuò Lars. – È sempre presente quando capita qualcosa di grosso. Ha sempre la divisa ufficiale dei vari campionati. E per loro è importante. In questo modo esibiscono il proprio potere. La propria appartenenza. Dichiarano di far parte del gruppo.
Rise.
– Per quanto riguarda Jan Morell devi chiedere a qualcun altro. Invece, se parliamo del Crystal Palace…
Fece uno scatto con la testa. Nella direzione sbagliata, notò Selma.
– … potrei continuare per tutto il giorno. A parte il fatto che in quel centro sanno formare fondisti bravissimi, glielo riconosco, per il resto la situazione è alquanto triste e preoccupante.
Inspirò a fondo e alzò le mani.
– Procediamo per punti, – disse. – La mescolanza tra potere formale e informale.
Tenne un dito puntato all’insú.
– Una cultura manageriale basata sulla paura.
Due dita.
– La mancanza di competenze per quanto concerne l’organizzazione e l’economia, ergo assenza totale di comprensione della necessità di trasparenza e apertura.
Tre lunghe dita sollevate. Lars Winther aveva già elencato molte volte quegli argomenti, ne parlava come se stesse leggendo da un copione.
– Questi sono i tre problemi principali della Federazione sciatori di fondo. Ma, cazzo, questi sono i tre problemi principali che affliggono tutto lo sport norvegese! Con qualche nobile eccezione.
– Qual è il peggiore?
– Peggiore?
– Sí. Se tu fossi nella posizione di cambiare qualcosa, secondo te da dove bisognerebbe cominciare?
– Dalla struttura di potere informale, – rispose lui dopo una piccola pausa. – Il potere informale è pernicioso. Il favoritismo. Ovviamente esiste ovunque, in quasi tutti i posti di lavoro, ed è sempre un male. Ma in certi casi è ancora piú pericoloso.
– Ah sí? E con questo intendi dire…
– Il potere è un dono che ti viene dato sulla fiducia. In caso di assunzioni o durante le elezioni. Affinché non se ne abusi, deve essere visibile. Devono esistere meccanismi nell’organizzazione che permettano di verificare l’uso che se ne fa. Di guardarlo, controllarlo e toglierlo se lo si usa senza scrupoli.
Selma annuí. Lars Winther era sempre piú infervorato.
– Quando si formano costellazioni che sono poco chiare o invisibili, perdiamo questa possibilità perché il potere viene nascosto. Cosa che non deve succedere.
Osservò la tazza di Selma.
– Non lo vuoi?
Con un sorriso Selma spinse verso di lui il latte macchiato intatto.
– Potresti farmi qualche esempio? – gli chiese.
Lui assunse di colpo un’aria piú guardinga. Aveva iniziato a portarsi la tazza verso la bocca, ma si fermò a metà strada e la riappoggiò sul tavolo.
– Che cos’è che vuoi sapere con esattezza? – le domandò.
– Visto che di Jan Morell non ne sai molto, cosa mi dici di Sølve Bang?
Lars non batté ciglio, ma Selma notò un movimento impercettibile a una palpebra, un ammiccare involontario che sarebbe sfuggito ai piú. Con alle spalle venticinque anni di menzogne e silenzi, sia propri sia altrui, Selma ebbe la conferma che cercava.
– In che senso? – disse lui con tono leggero.
– Sølve Bang sembrerebbe una persona di quel genere. Uno che non è stato eletto né scelto per gli incarichi corrispondenti al posto che occupa in realtà. E al potere che ha.
Lars Winther incrociò le braccia.
– Questo mi dà tanto la sensazione di essere un interrogatorio. E non mi piace.
– Negli ultimi giorni sei stato tu a trarre vantaggio da me, – gli sorrise lei. – E per il momento non mi hai detto niente piú di quello che avrei potuto leggere da sola in uno dei tuoi articoli.
Lui si tirò su la manica della camicia per mettere in mostra l’orologio.
– Devo andare.
– Sølve Bang era la tua fonte, – dichiarò Selma. – È stato lui a passarti i risultati del test di Haakon.
Di nuovo quella leggerissima contrazione all’occhio sinistro, ma questa volta il giornalista cercò di nasconderla alzando la tazza e beve...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. La pista
  4. Giovedí 7 dicembre 2017
  5. Venerdí 8 dicembre 2017
  6. Sabato 9 dicembre 2017
  7. Domenica 10 dicembre 2017
  8. Lunedí 11 dicembre 2017
  9. Martedí 12 dicembre 2017
  10. Mercoledí 13 dicembre 2017
  11. Giovedí 14 dicembre 2017
  12. Venerdí 15 dicembre 2017
  13. Domenica 17 dicembre 2017
  14. Domenica 25 febbraio 2018
  15. Giovedí 29 dicembre 1977
  16. Il libro
  17. L’autrice
  18. Della stessa autrice
  19. Copyright