Antigone
eBook - ePub

Antigone

  1. 112 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

Antigone è una donna fiera e combattiva, che di fronte a un dolore che la sovrasta e a una legge che reputa ingiusta sceglie di non sottostare all'editto del Legislatore. Per amore del fratello Polinice, è disposta a muoversi continuamente dal mondo dei vivi a quello dei morti, consapevole di dover pagare le terribili conseguenze che questa decisione comporterà.
La tragedia di Sofocle rivive in un testo teatrale attualissimo e appassionato, che si interroga sul libero arbitrio, l'eutanasia, l'incerto confine tra legge della natura e legge dell'uomo, la detenzione nelle carceri, il suicidio come atto consapevole.
Con una scrittura decisa e profondamente evocativa Valeria Parrella compie un'operazione tanto rispettosa quanto indispensabile: rileggere un mito che non ha mai smesso di dialogare con il presente.
L' Antigone di Valeria Parrella ci restituisce la potenza di un dramma eterno mantenendo intatta la portata del messaggio originario. Un discorso poetico sulla vita, sul coraggio, su cosa significa essere partecipi del Diritto, oggi. *** «Affidare il corpo del fratello alla pace della terra se ha varcato la soglia della vita, strapparlo alla condizione di non vivo non morto se qualcosa lo inchioda nel passaggio. È con Antigone che Valeria Parrella rivive la sfida fra coscienza e legge». Rossana Rossanda

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2020
Print ISBN
9788806213275

Episodio I

IL GUARDIANO
Vedete voi la vita di un uomo come dev’essere gestita dagli dèi che dovrebbero pure vegliare su di noi, maledetti loro, cioè maledetto me, vedete voi se la vita di un uomo deve essere tesa nella direzione opposta alla sua volontà. Ecco dunque che io scappo da ciò che è mio dovere e da quest’uomo, il legislatore, a cui devo portare notizia di una sciagura immane. È come se alla vita, qui, alla pancia, che è la vita stessa, ha proprio ragione di chiamarsi cosí: alla vita ho attaccato questo laccio invisibile. Io scappo nell’altra direzione ma quella mi tira verso il legislatore, verso il mio dovere, verso le parole che devo pronunziare e lo faranno inferocire…
IL LEGISLATORE
Che c’è? Un poco di silenzio, sto lavorando. Io, regno.
IL GUARDIANO
Anche io sto lavorando.
IL LEGISLATORE
Ah, la mia guardia: silenzio, fatti annunziare.
IL GUARDIANO
Legislatore, signore mi annunzio da solo, sono nunzio di me stesso.
IL LEGISLATORE
Vieni a raccontarmi di te?
IL GUARDIANO
Sí, di quanto sono sfortunato, sperando che voi possiate avere pietà di me.
IL LEGISLATORE
Già mi fai pena da quando ti conosco, vediamo se puoi farmi anche pietà.
IL GUARDIANO
Dovete averne signore, averne di pietà: dalla bisaccia deve uscirvi, per accogliere ciò che vi vengo a dire.
IL LEGISLATORE
E dici dunque: ché devo lavorare, io lavoro, sai?
IL GUARDIANO
Anche io.
IL LEGISLATORE
Che lavoro fai tu?
IL GUARDIANO
Il guardiano.
IL LEGISLATORE
Anche io. Io sono il legislatore, vivo qui dentro e da qui dentro tutto so e tutto vedo. Le carte, la legge parlano per voi, e io per loro mezzo, a voi parlo.
IL GUARDIANO
Sí, signore.
IL LEGISLATORE
Non mi interrompere.
IL GUARDIANO
No, signore.
IL LEGISLATORE
Non mi interrompere!
Sono il guardiano della città di Tebe: a essa guardo, le sue sette porte dopo guerre fratricide ho richiuso e ora veglio su di voi instancabile, e della legge faccio il mio guanto che accarezzi il giusto e accompagni il reo al patibolo.
IL GUARDIANO
Bene.
IL LEGISLATORE
Insolente.
Parla ora, di quale laccio andavi blaterando?
IL GUARDIANO
Il laccio che mi porta scivolando a voi senza che io vi abbia destinato volontà, ma son costretto al vostro cospetto, anche se: vedete, vado scappando in tutt’altra direzione.
IL LEGISLATORE
Difatti: tu non saresti dovuto essere altrove, ora? A vegliare il corpo di Polinice addormentato nel sonno chimico da cui nessuno per legge, la mia legge, la norma regnante può trarlo fuori… non dovevi stare a vegliare il corpo affinché nessuno ci si avvicinasse, lasciandolo alla sua naturale decomposizione?
IL GUARDIANO
Non sempre.
IL LEGISLATORE
Come non sempre, sempre!
IL GUARDIANO
No, no, a turno, io ho dei turni.
IL LEGISLATORE
Beato te, guardia, io invece veglio sempre.
IL GUARDIANO
Non dormite mai, voi, signore?
IL LEGISLATORE
Fatti gli affari tuoi, dico che: anche se il sonno mi cattura devo dormire con un occhio solo.
IL GUARDIANO
E l’altro?
IL LEGISLATORE
Lo lascio vigile sulle sette porte, e…
IL GUARDIANO
Anche io sono vigile di guardia e non mi addormento mai, lo giuro, sul posto di lavoro. Anche se…
IL LEGISLATORE
Se?
IL GUARDIANO
Anche se con tutti quei mezzi cadaveri che stanno lí, senza potersi dire una parola con una quasi-salma o con un’altra, tutti intubati e fermi, freddi come se la morte ci dormisse abbracciata accanto, orribile donna.
IL LEGISLATORE
Appunto, almeno tu sei sveglio.
IL GUARDIANO
A turno, signore, a turno.
IL LEGISLATORE
Ebbene? Vuoi dirmi qualcosa dei tuoi colleghi?
IL GUARDIANO
Piú o meno....

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Prologo
  4. Parodo
  5. Episodio I
  6. Episodio II
  7. Episodio III
  8. Episodio IV
  9. Episodio V
  10. Esodo
  11. La lettera
  12. Riferimenti
  13. Ringraziamenti e dedica
  14. Il libro
  15. L’autrice
  16. Della stessa autrice
  17. Copyright