Nel groviglio degli anni Ottanta
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Nel groviglio degli anni Ottanta

Politica e illusioni di una generazione nata troppo tardi

  1. 312 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Nel groviglio degli anni Ottanta

Politica e illusioni di una generazione nata troppo tardi

Informazioni su questo libro

Durante il movimento della Pantera, nelle facoltà occupate, compare uno striscione con scritto: «Qui finiscono gli anni Ottanta». Che cosa volevano dire gli studenti? Che cosa finiva veramente? Gli anni Ottanta, per l'appunto. Frivoli, edonisti ed effimeri quanto si vuole, ma pure attraversati da passioni politiche profonde, da tutti gli entusiasmi capaci di dare forma all'esperienza collettiva. La musica è stata il loro grande veicolo. Fruita nei modi piú diversi, dal walkman al concerto nello stadio, ha tenuto buoni i giovani, ha celebrato i nuovi orizzonti consumistici dell'epoca, ma ha anche alimentato la loro inquietudine per altri tempi e altri luoghi, dando fiato al rimpianto e alla nostalgia e, insieme, parole alla rivolta. I ragazzi degli anni Ottanta sono stati i testimoni di molte fini, ma hanno anche visto sorgere un mondo nuovo, interconnesso e globale. Hanno viaggiato come non era mai accaduto alle generazioni precedenti e hanno dovuto fare i conti con l'emergere della nuova questione etnica. E allora, qual è la loro storia, che bambini sono stati e quali case hanno abitato, in che tipo di famiglie? Lungo quali strade si sono poi messi in cammino, con chi e cosa hanno dovuto confrontarsi? Quali, infine, i rapporti con la generazione precedente, con quel Sessantotto in particolare che cosí prepotentemente ha occupato gran parte dell'orizzonte della loro formazione? Venuti dopo, i ragazzi degli anni Ottanta si sono sentiti come chi è nato troppo tardi. Uscire da questa condizione è stata la loro impresa.«Nascere troppo tardi» è l'espressione di un sentimento. Di chi viene dopo una grande frattura, di solito una rivoluzione. L'ambiente in cui cresce, le voci autorevoli che ascolta, lo educano nella convinzione di aver perso qualcosa di molto importante, mancando un appuntamento decisivo con la storia. Chi è nato troppo tardi coltiva perciò segretamente la speranza in un nuovo inizio, che offra l'occasione per mettersi alla prova. Che tocchi finalmente a lui, come è toccato agli altri venuti prima di lui. A loro modo, si sono sentiti nati troppo tardi anche i protagonisti di questo libro, venuti dopo il Sessantotto. Figli, spesso in senso letterale, di quell'anno mirabile, hanno avuto in sorte di crescere negli anni Ottanta. Questo libro dunque è l'epopea di un sentimento. Un'epopea minore, certo, e inconcludente. Un po' bislacca, forse. Come si conviene ai suoi protagonisti. Ma qualcosa la racconta pure sul nostro presente. Vi stanno di fronte due grandezze e due modi di plasmare un medesimo sentimento, quello che ciascuno di noi si forma di se stesso - e che sul piano della storia collettiva le generazioni producono nei modi più diversi, nella letteratura, nella musica, nell'arte, nella politica. C'è il sentimento di chi ha visto la propria tensione all'azione risolversi in un caloroso applauso, come se tutti non aspettassero altro. E c'è il sentimento di chi, al contrario, quando ha provato a far sentire la propria voce ha dovuto fare i conti con uno sguardo carico di degnazione. Benevolo, certo, ma annoiato e distratto.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2020
Print ISBN
9788806231132
eBook ISBN
9788858433867
Argomento
Storia

Note

I. L’orizzonte della gioia.

1. Cfr. ADOLFO SCOTTO DI LUZIO, Bologna 1873. Udire Carducci, in SERGIO LUZZATTO e GABRIELE PEDULLÀ (a cura di), Atlante della letteratura italiana, vol. III. Dal Romanticismo a oggi, a cura di Domenico Scarpa, Einaudi, Torino 2012, pp. 294-300.
2. Cfr. RICHARD DRAKE, Byzantium for Rome. The politics of nostalgia in Umbertian Italy. 1878-1900, University of North Carolina Press, Chapel Hill (N. C.) 1980.
3. Cfr. ROBERTO BALZANI, Nati troppo tardi. Illusioni e frustrazioni dei giovani del post-Risorgimento, in ANGELO VARNI (a cura di), Il mondo giovanile in Italia tra Ottocento e Novecento, il Mulino, Bologna 1998, pp. 69 sgg.
4. ANDRÉ GUYAUX, Préface, a PAUL BOURGET, Essais de psychologie contemporaine. Études littéraires, Gallimard, Paris 1993, pp. XVI-XVII.
5. Ibid., p. 95.
6. LUIGI BERTELLI, Santa Giovinezza, Bemporad, Firenze 1906, pp. 227-28.
7. La lettera di Serra è datata 4 giugno 1915 ed è riportata da Luigi Ambrosini in Prefazione alle ultime lettere, in RENATO SERRA, Esame di coscienza di un letterato seguito da Ultime lettere dal campo, a cura di Giuseppe De Robertis e Luigi Ambrosini, Treves, Milano 1915, pp. 87 sgg.
8. GIAIME PINTOR, Doppio Diario 1936-1943, Einaudi, Torino 1978, pp. 199-202. Queste pagine sono riportate nel libro curato da Mario Avagliano, con la prefazione di Alessandro Portelli, Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945, Einaudi, Torino 2006, alle pp. 60-63 dalle quali cito.
9. Cfr. per la cronaca di quei giorni, tra i molti libri che si possono leggere, il numero delle «Lettres Françaises», Spécial Etudiants, del 15 maggio 1968, in presa diretta praticamente sugli eventi, di lí a poco tradotto in Italia dagli Editori Riuniti con il titolo Studenti di Francia da cui cito, alle pagine 58-63, la testimonianza di Charles Sylvestre, La notte delle urla e dei manganelli.
10. PAUL ROZENBERG, Vivere in maggio, Einaudi, Torino 1969, pp. 56-59.
11. Cfr. Studenti di Francia cit., p. 21.
12. MURAKAMI HARUKI, Dance Dance Dance, Einaudi, Torino 1998, p. 37.
13. Cfr. it.wikipedia.org, ad vocem (consultato il 14 gennaio 2020).
14. GIOVANNI LACCABÒ, Qui finiscono gli anni Ottanta, in «l’Unità», 28 giugno 1990, p. 2.
15. In piazza Statuto si trovava nel 1962 la sede sindacale della Uil. In estate, nel quadro di una durissima vertenza per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, la Uil e il Sida, quello che allora si chiamava «sindacato giallo», il sindacato creato e controllato dai «padroni» con espliciti intenti anti-operai che solo lo Statuto dei lavoratori nel 1970 vieterà, avevano firmato alla Fiat un accordo separato con la controparte. Si era alla vigilia di uno sciopero e quella firma separata aveva il chiaro proposito di fiaccare il fronte operaio di lotta. Appena si diffuse la notizia, nel pomeriggio del 7 luglio, cominciarono a crearsi numerosi assembramenti attorno alla sede di piazza Statuto dove si trovavano i sindacalisti dell’accordo separato. Quegli assembramenti si trasformarono in breve tempo in scontri violentissimi tra i lavoratori, tra cui molti erano gli iscritti alla Uil, e la polizia schierata a difesa della sede sindacale. Gli scontri si protrassero per due giorni e poterono essere domati solo alle due di notte del 9 luglio. La rivolta dell’estate 1962 è da molti assunta come la clamorosa rivelazione di una nuova combattività operaia che dominerà la scena degli anni a venire. Cfr., in proposito, NANNI BALESTRINI e PRIMO MORONI, L’orda d’oro. 1968-1977, Feltrinelli, Milano 2015 (ma la prima edizione è del 1988), pp. 130-34.
16. Si veda il grande sforzo interpretativo che degli anni Settanta fornisce il volume curato da NIALL FERGUSON, CHARLES S. MAIER, EREZ MANELA e DANIEL J. SARGENT, The Shock of the Global. The 1970’s in perspective, The Belknap Press of Harvard University Press, Cambridge (Mass.) - London 2010, in particolare l’introduzione di Ferguson, Crisis, what crisis? The 1970s and the shock of the global.
17. Ibid., p. 3.
18. Si vedano a questo proposito le molte testimonianze allegate da Francesca Socrate per raccontare «l’anno del Vietnam», nel suo Sessantotto. Due generazioni, Laterza, Roma-Bari, pp. 37-45. Non c’è bisogno di specificare che l’anno del Vietnam non è solo italiano, e che nell’opposizione alla guerra in Indocina si rivela già tutto il carattere globale dell’incipiente «1968».
19. TONY e MAUREEN WHEELER, Un giorno viaggiando… The «Lonely Planet» story, EDT, Torino 2006, p. 25.
20. N. FERGUSON, Crisis, what crisis? cit., p. 20, la traduzione è mia.
21. RALF DAHRENDORF e THEODORE SORENSEN, A Widening Atlantic? Domestic change and foreign politics, Council on Foreign Relations, New York University Press, New York 1986.
22. Il saggio di Bobbio, apparso sul numero 11 della rivista socialista, si può leggere ora in ID., Il futuro della democrazia, Einaudi, Torino 1995, pp. 115-40.
23. A. COSTA, Annotazioni autobiografiche per servire alle «Memorie della mia vita», a cura di G. Dallò, in «Movimento operaio», numero speciale dedicato ad Andrea Costa, n. s., IV (marzo-aprile 1952), n. 2. La citazione riportata è a p. 333.

II. Il dovere di primogenitura.

1. Oggi si può leggere in KARL MANNHEIM, Sociologia della conoscenza, il M...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Nel groviglio degli anni Ottanta
  4. I. L’orizzonte della gioia. Una specie di introduzione
  5. II. Il dovere di primogenitura. Ipotesi su una generazione senza maestri
  6. III. La stanza dei ragazzi. Bambini negli anni Settanta. Lo spazio e gli oggetti
  7. IV. Forchetta e coltello. Il lascito del ’77. Scòzzari, i Gaznevada e Andrea Pazienza
  8. V. Il ritorno dell’eroe. I ragazzi con la pistola e quelli con la siringa
  9. VI. L’invenzione della nostalgia. Alla ricerca del Sessantotto e delle sue radici romantiche
  10. VII. L’attesa. Un’adolescenza anni Ottanta. I film, la musica, la politica
  11. VIII. Una possibilità inaspettata. Il ritorno degli studenti e il movimento dell’85
  12. IX. La Pantera. L’occupazione delle università italiane e la fine di un decennio
  13. X. Dopo di voi (non come voi). Come il passato è diventato una terra remota
  14. Note
  15. Indice dei nomi
  16. Il libro
  17. L’autore
  18. Copyright