Il cartello
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Il cartello

  1. 896 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

Adán Barrera, capo del cartello della droga piú potente del mondo, è rinchiuso in un carcere di San Diego in isolamento. Art Keller, l'agente della Dea che lo ha arrestato dopo avergli ucciso il fratello e lo zio, vive nascosto in un monastero del New Mexico, dove fa l'apicoltore e cerca di dimenticare una vita di menzogne e false identità. Quando Barrera riesce a farsi trasferire in un carcere messicano e a riprendere le redini del cartello, la guerra della droga riparte con una brutalità senza precedenti. Anche Keller è costretto a tornare in azione immergendosi in un mondo nel quale onesti e corrotti, vittime e assassini, si trovano dall'una e dall'altra parte della frontiera.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2015
Print ISBN
9788806217549
eBook ISBN
9788858421277
Parte terza

Buonanotte, Juárez

Questa non è una città, è un cimitero.
Peggy Cummins nella parte di Laurie Starr in La sanguinaria
1.

La Gente Nueva - La nuova gente

E Colui che sedeva sul trono disse: – Ecco, io faccio nuove tutte le cose.
Ap 21.5

Città del Messico, maggio 2007.

La trajinera di nome María è decorata di colori brillanti, con l’arco dipinto di blu, rosso e giallo e lo scafo simile a quello di una gondola cosparso di fiori primaverili.
Keller e Yvette siedono a prua, fuori portata d’orecchio del battelliere, che spinge la barca nel canale fiancheggiato da alberi ahuejote. Gli stretti canali sono tutto ciò che resta del lago di Xochimilco, dove gli Aztechi coltivavano piante nei chinampas, i giardini galleggianti.
Negli ultimi cinque mesi, Keller e Yvette Tapia hanno portato a termine incarichi segreti. Si sono incontrati nello Zócalo, nel museo del castello di Chapultepec, nel Palacio de Bellas Artes, davanti ai murales di Orozco. Ogni volta che si recava a un appuntamento con lei, Keller si chiedeva se sarebbe stata la volta dell’agguato. Ogni volta che tornava indietro sano e salvo, ne era un po’ sorpreso.
Due volte lei l’aveva avvertito di un attacco imminente. «Quel ristorante italiano che ti piace, non andarci». «Stasera fa’ una strada diversa per tornare a casa». Per lei era rischioso. Adán stava diventando impaziente, gli aveva detto. Esasperato per i tentativi falliti, cominciava a insospettirsi.
Era rischioso anche per Keller. A ogni incontro con Yvette, aumentavano le probabilità che Vera o Aguilar scoprissero cosa stava facendo. Come minimo lo avrebbero rimandato negli Usa. Oppure, se uno dei due o entrambi erano corrotti, qualsiasi possibilità di catturare Barrera sarebbe scomparsa.
Poi c’erano il puro rischio fisico e lo stress di essere di nuovo una preda. La sua vita diventava sempre piú limitata, il suo mondo sempre piú piccolo, diviso tra il suo appartamento, l’ufficio e gli occasionali incontri con Yvette o le riunioni alla Siedo o all’Afi.
Prima di Marisol non si era mai sentito solo, anzi, godeva della solitudine. Subito dopo la separazione, si telefonavano spesso. Lei aveva aperto la sua clinica, l’unico medico a tempo pieno per le ventimila persone della valle, ed era felicemente indaffarata. Avevano parlato di vedersi, lei avrebbe passato un fine settimana a Città del Messico, o lui sarebbe andato a Valverde. Ma lei aveva sempre qualche impedimento, e Keller non voleva esporla al rischio di trovarsi con lui.
Le telefonate si erano diradate. Una volta alla settimana, una volta ogni dieci giorni, poi una volta al mese.
E Keller non stava arrivando da nessuna parte, con Barrera.
Si limitava ad aspettare, nella speranza di un’apertura.
Yvette gli dava piccole informazioni già approvate e disinfettate da Martín. Quasi tutta roba «soft»: Diego stava aumentando la sua penetrazione nell’area di Monterrey, la stella di Eddie Ruiz stava salendo. Nacho si era fatto una nuova amante. La roba «hard» che lei gli dava riguardava soprattutto Solorzano: case sicure, spedizioni di droga, quali poliziotti erano sul suo libro paga, quali posti di confine. Nella speranza che lui le passasse alla Dea.
Inoltre, si lamentava spesso di Diego. Persino Martín si stava stancando delle imprese del fratello. Diego veniva nella casa di Cuernavaca e ogni volta ci restava per settimane, e i vicini avevano cominciato a lamentarsi della musica ad alto volume, delle brutte facce che entravano e uscivano a tutte le ore, delle nuvole di fumo di yerba che salivano nell’aria. Dei plotoni di puttane che arrivavano la sera e se ne andavano al mattino.
Alberto era anche peggio, con le sue pistole dal calcio ingioiellato, i vestiti stile norteño, l’abitudine di buttare soldi in gioiellerie, night club, ristoranti e discoteche. C’erano stati degli «incidenti»: risse nei bar, sparatorie, voci di violenze sessuali… tutte cose che bisognava mettere a tacere con soldi e favori. E si diceva che Alberto fosse coinvolto in sequestri di figli di ricchi uomini d’affari. Proprio il tipo di cose che, se fossero continuate, non sarebbe stato possibile mettere a tacere. I ricchi non le avrebbero tollerate a lungo.
Perciò Yvette gli dava pettegolezzi di famiglia, senz’altro di qualche utilità, ma nessuna informazione seria.
Keller sapeva che lei stava facendo un simpatico doppio gioco. Gli dava abbastanza da mantenerlo interessato, ma nulla che potesse danneggiare i Tapia o Barrera. Lo teneva all’amo nel caso che le cose con Adán si fossero messe male e loro avessero avuto bisogno di un alleato con voce in capitolo a Washington.
Keller con lei faceva lo stesso. Le dava cose di poco conto avute dalla Dea, informazioni simili alle sue su Solorzano, voci sui loro alleati Zetas, analisi delle tendenze generali nelle politiche sulle droghe degli Stati Uniti.
«Cosa puoi dirmi dell’Iniziativa Mérida? – gli aveva chiesto lei una volta. – Sarà approvata?»
L’Iniziativa Mérida era un pacchetto di aiuti da 1,6 miliardi di dollari concesso dagli Usa al Messico per combattere il traffico di droga. Includeva denaro, equipaggiamenti e addestramento.
«Non lo so, – aveva risposto Keller. – È controversa».
«Per via della corruzione?»
«In parte».
Persino le domande che si facevano a vicenda erano rischiose, perché l’altro tentava di discernere il motivo della domanda, il che poteva fornire altre informazioni. Perché ai Tapia interessava Mérida? Perché Keller voleva sapere dove Adán comprava i vestiti? Dov’era Magda Beltrán? Perché Keller voleva saperlo?
Ora Keller si sta stancando. Ha tirato troppo la corda. Aguilar o Vera scopriranno il suo gioco, o lo scoprirà Adán, e lui deve riuscire a saldare il conto prima che succeda. Perciò oggi, mentre la barca si sposta lentamente sull’acqua verde del canale, insiste. – Dammi qualcosa che mi sia davvero utile.
Yvette indossa un corto vestito bianco e un cappello da sole a falde larghe. L’effetto è attraente e un po’ anacronistico, come se fossero in un quadro di Monet con gente lungo la Senna una domenica mattina.
– Va bene, – dice lei. – Adán si sposa.
– Non mi dire.
– Con la figlia di Nacho Esparza, – dice Yvette, con voce tesa.
Il matrimonio avvicinerà ancora di piú Adán ed Esparza, pensa Keller. I Tapia ne sono preoccupati? Pensano di star perdendo influenza? Credono che Adán si stia allontanando da loro?
– La ragazza ha solo diciotto anni, – dice lei, storcendo il naso. – Una reginetta di bellezza, naturalmente.
– Il tipo di Adán.
– Apparentemente.
In tono casuale, Keller chiede: – Quando sarà il matrimonio?
Yvette dice: – Ci è stato detto di tenerci tre giorni liberi. I primi tre giorni di luglio.
– Dove?
– Nessuno lo sa.
– Menti –. Deve saperlo per forza. Diego è senz’altro incaricato del servizio di sicurezza, e Keller lo dice a Yvette.
– Lui non ci ha detto nulla, – insiste lei. – Dice solo che saremo informati del luogo il giorno prima.
Un classico di Adán, pensa Keller. Una mistura di paranoia e arroganza. Prenderà ogni precauzione possibile, ma il suo ego gli dice, probabilmente a ragione, che è intoccabile.
Anche se un’agenzia volesse fare irruzione al matrimonio, non potrebbe organizzare un assalto di quelle dimensioni in ventiquattr’ore. Diego avrà circondato il luogo con vari anelli di sicurezza, che includono poliziotti statali e locali. Chiunque voglia andare a quel matrimonio senza invito dovrà forzare l’ingresso sparando, e non è detto che ce la faccia.
Ma Dio, la lista degli invitati…
Si tratta di nozze regali: i Barrera si uniscono agli Esparza con un matrimonio dinastico. Adán sa di dover essere pignolo e invitare ogni narcotrafficante di un certo livello con cui non è in guerra aperta, mettendo in scena uno show di ricchezza e sicurezza di sé.
E gli invitati sanno di non poter mancare, a meno di non voler offendere la coppia reale. Un raid su quel matrimonio potrebbe chiudere l’intera lista dei maggiori ricercati, in Messico e negli Stati Uniti.
È un miraggio, pensa Keller.
Ma anche i miraggi possono servire a qualcosa.
Keller analizza le ordinazioni dalle decine di fioristi nel Sinaloa e nel Durango. Ciascun fiorista ha avuto un enorme aumento di ordinazioni per i primi tre giorni di luglio. Barrera ha ordinato fiori in tutto il Triangolo d’oro.
La stessa situazione vale per i servizi di ristorazione. Sono state ingaggiate tutte le maggiori società di catering della zona.
Insomma, Barrera sta organizzando una festa eno...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Il cartello
  4. Mappa del Messico
  5. Prologo
  6. Parte prima. Svegliarsi dal sonno
  7. Parte seconda. La guerra del Golfo
  8. Parte terza. Buonanotte, Juárez
  9. Parte quarta. Il fante di picche e la Z Company
  10. Parte quinta. La pulizia
  11. Epilogo. Juárez
  12. Ringraziamenti
  13. Il libro
  14. L’autore
  15. Dello stesso autore
  16. Copyright