I giorni della Comune
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I giorni della Comune

  1. 112 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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I giorni della Comune

Informazioni su questo libro

Nei Giorni della Comune Brecht cerca di far parlare le masse molto più di quanto aveva fatto nel Puntila, nella scena della processione del Galileo o nel Cerchio di gesso del Caucaso. E lo fa accumulando materiale documentario e ricostruendo vicende storiche raccontate da punti di vista parziali, ma cercando di cogliere la vera essenza delle contraddizioni, della molteplicità dei piani e dei luoghi della storia. Questa scrittura drammaturgica ha funzionato da archetipo per il teatro politico degli anni successivi anche in Italia (si pensi a Dario Fo). E d'altronde I giorni della Comune è stato uno dei primi testi brechtiani richiesti per la messa in scena dal teatro italiano.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2015
Print ISBN
9788806063382
eBook ISBN
9788858420706
VI.
26 marzo 1871. Dinanzi al piccolo caffè di Montmartre. Madame Cabet e la sua famigliola – Jean, Babette, François, Geneviève – si sistemano nel caffeuccio, che è stato chiuso. Aprono le imposte, srotolano la tenda, mettono fuori delle sedie e appendono dei lampioni bianchi di carta. Li aiutano il cameriere, in uniforme della Guardia Nazionale, e il corazziere ferito, in borghese. Da una piazza vicina giunge una musichetta brillante. Geneviève esce dal caffè con delle bottiglie di vino, seguita da uno dei bambini in abito da festa.
FRANÇOIS (arrivando con delle sedie di vimini) Ecco la Comune, ecco la scienza, il nuovo millennio: Parigi ha fatto la sua scelta.
CAMERIERE Il padrone ha fatto la scelta contraria, sicché il cameriere è diventato padrone lui: fate i vostri comodi nel suo caffè.
GENEVIÈVE E cosí, perfino i giovani preti salutano il sorgere della nuova alba. (Posa le bottiglie dinanzi a Madame Cabet).
FRANÇOIS E le maestrine versano alla vedova il vino del mercato nero. Poiché in fondo siamo di fronte alla trascrizione del Discorso della Montagna in articoli di legge che cominciano: «Visto che...» e finiscono coi fatti! (Il tedesco, ghignando, toglie un’imposta. François lo abbraccia) Qui un abbraccio, corazziere! Nuovo fratello, che hai disertato l’esercito di ladroni di quell’anticaglia di Bismarck!
MADAME CABET (che fin dal principio è stata seduta su una sedia in mezzo alla strada) E hanno condonato i fitti! (Chiama ad alta voce) Jean! Babette!
FRANÇOIS Visto che questa dispendiosa guerra, che ci ha devastato la patria, è stata solo opera di una minoranza e che perciò è ingiusto... è ingiusto scaricarne l’intero peso sulla maggioranza, che è una immensa maggioranza di povera gente... L’ho imparato a memoria, come il Lavoisier.
JEAN (affacciandosi alla finestra del piano superiore) Un momento!
FRANÇOIS E i Monti di Pietà ridanno ai poveri i loro pegni senza riscatto, visto che la vita dev’essere degna d’essere vissuta.
MADAME CABET Oh, François, sapevi tutto? Sono una ladra, eh? Ma è tutto cosí caro. Ecco perché ti chiedevo il fitto, era poco simpatico, ma volevo disimpegnare la tua roba, a te serve, e come! Jean! (Al bambino) Siedi, Victor, mangia qualcosa prima di assaggiare il vino. (Chiama) Jean! (Il bambino siede, impacciato. jean si a§accia con aria rabbiosa). Voglio parlare con Babette. Avete finito sí o no?
BABETTE (affacciandosi accanto a Jean, un po’ accalorata) Che c’è, mamma?
MADAME CABET Guarda che vino delizioso ho qui, Babette. (Babette scoppia a ridere e si ritira). Bisogna tenerla d’occhio, quello lí è un estremista in tutto.
Dalla via giungono Papà e Langevin, che ha un’aria di grande stanchezza. Papà porta un lampioncino bianco infilato sulla baionetta.
PAPÀ Signora... signorina... Le porto suo cognato, membro della Comune per Vaugirard. L’ho tirato via a forza dal lavoro; sgobbano come tanti schiavi, al Municipio.
MADAME CABET Bevi qualcosa, Pierre.
CAMERIERE Il vino è del padrone, il padrone sta a Versailles: prego, signore.
LANGEVIN Ci hanno lasciato seimila malati sulle braccia, nessuno provvede all’illuminazione delle strade... Tutto questo significa lavoro.
Jean e Babette espongono una bandiera rossa alla finestra.
PAPÀ Ah! Un brindisi a questa bellezza! Amata e temuta! Perseguitata e temibile! La gentile compagna che avanza insieme alla tempesta.
MADAME CABET Sí, ce la farà, quella. Prendete qualche panino, Pierre, Papà... e dove sono i bambini? La fornaia di fronte ce li ha portati fino in strada mentre passavamo con la bandiera. Già, mentre passavamo con la bandiera di quel certo colore, quella strega della fornaia ce li ha fatti accettare, a tutti i costi.
GENEVIÈVE Sedetevi. Vi canterò una vecchia canzonetta. (Canta)
Stamattina per tempo s’è levata
Margot ed al mercato se n’è andata:
il rullo del tamburo
si faceva piú forte e piú sicuro.
Comprò la carne, il sedano, il finocchio
e il macellaio lo trovò piú vecchio,
grigia la pelle, grigi i capelli
«La carne? Venti franchi, se vi va».
Rataplam, rataplam, rataplà.
«Eh?»
«Cinque franchi, v’ho detto!»
«Ahàh!»
Margot al suono della ritirata
andò dalla padrona della casa.
Il rullo del tamburo
si faceva piú forte e piú sicuro.
Margot domanda: «Quant’è il mio dovere?»
E la padrona impallidí di botto,
bianca la pelle, bianchi i capelli.
«Il fitto? Venti franchi, se vi va».
Rataplam, rataplam, rataplà.
«Eh?»
«Dieci franchi, v’ho detto»
«Ahàh!»
TUTTI (in coro) Ahàh, ahàh, ahàh.
Dalla piazza vicina viene un gruppo di uomini e di donne che portano delle coccarde.
UNO DEGLI UOMINI Signore e signori, venite tutti! In piazza Vendôme c’è il signor Courbet, il celebre pittore, che fa un discorso per dire che si deve abbattere la Colonna Vendôme di Napoleone, fusa col bronzo di milleduecento cannoni conquistati nelle campagne europee. Un monumento alla guerra, all’accettazione del militarismo e della barbarie.
PAPÀ Tante grazie. Troviamo giusto il progetto e verremo a metterlo in pratica.
DONNA Allora venite con noi alla distribuzione di brodo nel Quartiere Latino.
UN UOMO (imita il nitrito d’un cavallo) In memoria di cinque cavalli, signore e signori.
FRANÇOIS Andiamo?
PAPÀ Io sto bene qui, seduto.
FRANÇOIS Del brodo!...
MADAME CABET Volete che si vada? Dove sono Jean e Babette? Ah, eccoli!
PAPÀ Signor François, si vede che lei ha buone disposizioni per fare il prete.
GENEVIÈVE Grazie tante, noi rimaniamo ancora un poco qui.
Il gruppo continua per la propria strada.
UNO DEGLI UOMINI Be’, come vi pare. La Comune v’ha invitati. Siete voi che non volete venire.
PAPÀ Questa è la libertà.
Jean e Babette appaiono sulla strada.
MADAME CABET Siete rimasti troppo là di sopra. Non mi piace come vi comportate.
JEAN Mamma! Fai diventar rossa Geneviève.
MADAME CABET Ve l’ho detto: ci si deve comportare secondo le circostanze.
PAPÀ Ma le circostanze sono ottime, cara signora, arciottime. Parigi ha deciso di vivere a gusto suo. Ecco perché il signor Fritz ha risolto di rimanere insieme con ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. I giorni della Comune
  3. PERSONAGGI
  4. I.
  5. II.
  6. III.
  7. IV.
  8. V.
  9. VI.
  10. VII.
  11. VIII.
  12. IX.
  13. X.
  14. XI.
  15. XII.
  16. XIII.
  17. XIV.
  18. Il libro
  19. L’autore
  20. Dello stesso autore
  21. Copyright