
- 160 pagine
- Italian
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Marciapiede con vista
Informazioni su questo libro
La prima poesia della nuova raccolta di Strumia è una precisa dichiarazione d'intenti: «Flesso appena in un inchino | si congeda dai lampioni | anche l'ultimo passante. | E là dove non siamo | la parola cede al sasso, | il luogo torna ciò che è». L'intento di Strumia è proprio quello di raccontare quel sasso quando l'uomo non lo guarda piú, quando le categorie umane per percepirlo si sono dissolte. È un paradosso, perché ovviamente - Kant insegna - la realtà che possiamo descrivere è conformata alle nostre categorie di pensiero, ma alla poesia si chiede proprio, attraverso paradossi e metafore, di operare qualche miracolo, se no a che cosa serve? E dunque i versi di Strumia si aggirano nelle varie sezioni come in uno scenario homeless (Cartacce, Gatti, Panchine...). Una vista rasoterra, piú bassa di una testa umana, per immaginare una realtà diversa, forse piú vera. Strettamente intrecciato a questo percorso e incredibilmente non in contraddizione con esso, il libro è anche un resoconto esistenziale e si conclude con la sezione Tombini (che evoca tombe) in un dialogo con i propri morti e in diverse immagini di fine corsa. Il tutto versificato in un ritmo incalzante, prevalentemente ottonario, spezzato ogni tanto da un improvviso cambio di metro, da una dissonanza, da un'aritmia, forse da una sincope, un'assenza temporanea, ed è spesso lÃ, proprio in questa pausa di coscienza, che si concentra lo scavo di Strumia, il suo sguardo alternativo sul mondo.
Domande frequenti
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Informazioni
Passanti
Chiudi tutto e vai a zonzo.Soffrire di pensieriè difetto di presenza.Per sapere d’esser quiserve un ragno,un disegno col gessettocancellato per metà ,forse un pezzo di pneumaticoscoppiato,un randagio che ha lo sguardodei tuoi occhi.
Apro la porta con le mani in tascail marmo mi ha svelato la finzionee so che là da voi non c’è nessuno.
Anche oggi muovono le ossa,ossa che schioccanoal tiro dei legamenti.Apparati per andare al bar,pazientare,vivere d’attesache qualcosa sia.Tendini tesi per un nomeun punto sul pianeta,cellule costrettea dare un suono di laringe al cielo.Cane che tendi l’orecchio,che scivoli via,dimmi che sei un dio disturbato.
CosÃ, passante, si fa scuro:il vento che sollevaquella foglia la riposa,cosà dalle tue ditaun gatto si rivolgee non ritorna.Sulla via non resta altro.
Grandi eventi in mi maggiorevanno in nulla,e poche note modulatein angelica minoremano di vecchinache si voltae porge in dono sigarette:che fanno meno male.
Guarda il dito, è un sensore.Il passante che va per conto suoè un intreccio d’escrescenze,roba gialla, capillari.È un bene che nell’occhioincolliamo figurine,cose lievi, disegnate.Chi vedesse al microscopiocucirebbe le parole?
Ho visto tra la genteun ragazzo che camminae ho il marmo nelle vene:mio figlio è un passante.
La perla si dà ariesulla pelle ben curatama non sa che lo splendoredei nostri accadimentiè la vergogna.
Insonnia
Non serve molta luce,una sola lampadinae un caffè per aspettare.Fra poco sarà giorno,non è compito tuo.
Non è bello uscire di casae trovare un minareto flesso,anche il semaforoche dà le palme al cielos’incurva a un punto cardinale.Solo i passanti vanno dritti,i passanti.
Il cane va per conto suo,cosà il ragazzo attraversandooffre enigmi in tatuaggi,un vecchio scarta caramelle,ogni passo è melodia.
Larry sedia a dondolo
che volò su una sedia a dondoloa
Hai gli occhiali, Larry, non puoi volare.L’Air Force vuole gente di mestiere,mica puoi inserire i flapcon le lenti da archivista.Cosà hai fatto il camionista coi gallonidi gasolio su e giúper la California ragionevolea raccogliere olio esaustonegli appositi contenitori.Capitati senza invito,prima di nascere è graditostringere il cranioa misura della mammae la catena degli eventiingrana sul pianeta:vite camion rondella fidanzatabullone e birra scanzonata.Eppure, a un passo malaccortoappare la ragionevolezzadi sciogliere i significatisulla punta della lingua.Cosà Larry, a tredici anni,fece voto di volarein un sogno realizzatoper dirimere se il giornoè già sognato.Prima di nascere stringi la testaper non ledere il corpo di tua madre,e versa le tue ore nella mestapiegatura sul dorso di tuo padre.Portami con te, Larry,andiamocene al blud’una vicenda inutile.Cosà una sedia a dondoloal galoppo misurato di verandail due giugno del 1982riempita di panini,qualche birra,un fucile coi piombinie palloncini gonfi d’eliopr...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Marciapiede con vista
- Marciapiede con vista
- Cartacce
- Gatti
- Lampioni
- Mendicanti
- Panchine
- Passanti
- Tombini
- Il libro
- L’autore
- Dello stesso autore
- Copyright