L'Arca
eBook - ePub

L'Arca

  1. 176 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Informazioni su questo libro

Quando un diluvio si abbatte sulle nostre vite, dobbiamo pensare a cosa mettere in salvo: i ricordi, le promesse, la strada percorsa assieme a chi amiamo e quella che percorreremo da soli una volta tornato il sereno. È ciò che fanno Teresa e Nadia, due sorelle divise dall'indole e da un segreto. Ma è soprattutto Pietro, che crede ancora ai draghi e gira con un barattolo in cui conserva i pensieri, a dover imparare a dire addio. Pietro ha sei anni e anche se gli hanno detto che Noè fa salire a bordo solo due esemplari di ogni specie, vuole seguire i suoi genitori sull'arca. Teresa nell'«Arca» ci lavora, fa l'infermiera. Ha quarantaquattro anni, due figli arrivati tardi, un gatto persiano e un marito sempre via per lavoro. E soprattutto un dubbio che le si è raggrumato dentro e l'ha fatta allontanare da Nadia, sua sorella. Avvedutezza e Sventatezza, cosí le chiamava la portinaia quando erano piccole: l'una il contrario dell'altra. Nadia infatti «di lavoro fa l'artista», come dice suo figlio Pietro. Sperimenta con suoni e odori gli ambienti estremi, tentando forse di riempire un vuoto. Per questo ha sposato Mario, uno che di arte non sa nulla ma assomiglia molto a sua sorella Teresa: sembrano sbucati fuori da un solo blocco di pietra, sbozzati dalla stessa mano, saldi abbastanza per ancorare un desiderio costante di fuga. A Teresa il suo lavoro piace, se lo ripete ogni mattina davanti allo specchio, mentre controlla le rughe e i chili di troppo. Suo marito Alberto la desidera ancora, ma è uno che a volte - forse proprio come Nadia - i limiti ha dovuto oltrepassarli per provare che esistevano. Quando però tra i pazienti di Teresa arriva anche Nadia, quel grumo di rancore e rimorso chiede di essere sciolto, perché anche i rapporti, come le persone, devono essere messi in salvo. Ester Armanino trova le parole precise per raccontare il dolore e la separazione, l'attrazione e la meraviglia, confermando il suo talento di scrittrice entomologa dei sentimenti.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a L'Arca di Ester Armanino in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2016
Print ISBN
9788806227036
eBook ISBN
9788858422519

Noè

Poi è sera, poi è notte. Nella sua minuscola cabina, Pietro ascolta la pioggia che non smette un minuto di cadere. Nel pomeriggio ha dormito, gli effetti indesiderati della noia, e quando è arrivato il momento di andare a letto non era per niente stanco. Un tuono fortissimo l’ha svegliato e adesso non fa che pensare a Barba in mezzo al temporale. Si rigira nel sacco a pelo fissando l’occhio di Orazio.
Dopo un po’ si alza e si affaccia sulla soglia della stanza dove i suoi genitori stanno dormendo. Vorrebbe chiamarli, svegliare uno dei due, ma poi ci ripensa e va verso lo zaino con le sue cose.
S’infila il retino nella cintura elastica del pigiama, si mette a tracolla il laccio a cui è attaccata la torcia e indossa le scarpe con le lucine che si accendono a ogni passo.
Guarda suo padre dormire; cosí raccolto nel lenzuolo sembra una larva gigante. Passa accanto a sua madre che invece dorme supina e il suo profilo è come una montagna: salite ripide, morbide discese, valli. Poi esce dalla stanza.
Il corridoio è illuminato da piccole luci blu poste in alto lungo il muro. Circa a metà c’è una stanza da cui invece proviene un bagliore bianco.
Gli sembra di respirare troppo forte e allora ripensa alla prova di coraggio che fa sempre con Matteo d’estate, quella del buio. Consiste nell’attraversare la strada che passa nel bosco proprio dietro la sua casa, in quel tunnel di alberi altissimi che schermano la luna. In fondo, alla base di una baracca dove qualcuno tiene un trattore, Matteo di solito lascia la torcia di Pietro. È cosí buio che sembra di camminare a occhi chiusi. Pietro procede a passo svelto e quando la strada finisce e tra le fronde degli alberi filtra un po’ di luce lunare, vede la baracca. Raccoglie la torcia, l’accende e se la punta contro il viso. Quello è il segnale. Vuol dire che il buio non ha vinto, e nemmeno la paura. Allora anche Matteo, dall’altra parte della strada, accende la sua torcia. Gli fa segno di tornare.
Il buio è sempre lo stesso, pensa ora Pietro, non cambia da un posto all’altro. Cosí fa il primo passo, poi il secondo. In un attimo si trova davanti al locale illuminato.
È una stanza con un tavolo e una sedia girevole e dei resti di cibo su un vassoio. C’è un calendario appeso al muro pieno di foglietti attaccati con lo scotch. Un televisore spento.
Continua a percorrere il corridoio fino in fondo. L’ultima porta è socchiusa, da dietro proviene un colpo di tosse. Pietro allora illumina la targhetta con due volpi delle steppe, poi lentamente spinge la porta e si affaccia.
Vede una cabina simile a quella dei suoi genitori. Lo stesso tavolino con le ruote, una poltrona e un letto. Un uomo molto vecchio lo sta fissando seduto sul bordo, le gambe a ciondoloni.
Ehi tu, gli dice.
La voce arriva improvvisa, insieme a un altro scoppio di tosse. Per lo spavento Pietro fa cadere a terra la torcia che si divide in tre parti.
Il vecchio indossa un camicione e i suoi piedi scalzi non toccano terra. Sembra essersi svegliato di soprassalto.
Hai sentito anche tu la scossa?, chiede al bambino.
Pietro si accuccia senza smettere di guardarlo, tasta il pavimento con la mano e ritrova i pezzi della torcia.
Quale scossa?
I maremoti, gli dice l’uomo, servono a ricordarci dove ci troviamo in un dato istante.
Le spalle premute contro la porta, Pietro cerca di rimontare la sua unica fonte di luce.
Ma se non hai sentito il maremoto, continua il vecchio, che diamine ci fai qui?
Pietro estrae il retino dalla cintura e glielo mostra.
Cercavo gli animali.
Gli occhi vacui dell’uomo puntano il cerchio di ferro da cui penzola la reticella verde.
Con quello non ci acchiappi nemmeno le farfalle.
Pietro si rimette il retino nei calzoni del pigiama e osserva l’uomo con piú attenzione. Ha un trespolo da cui pende una sacca di mangime.
Tu sei il custode?
Il custode di che cosa?
Degli animali.
Il trespolo deve essere destinato a un uccello molto grosso, pensa Pietro, forse un avvoltoio.
L’uomo scrolla le spalle e gli dice: può darsi.
Perché io ne ho sentito uno.
No, dice quello scuotendo la testa. Non puoi averne sentito nessuno.
Restano in silenzio a studiarsi l’un l’altro. L’uomo ha le guance scavate e sulla fronte piccole croste che ogni tanto si gratta via con le unghie. Sul termosifone accanto al letto ha messo a essiccare delle bucce di mandarino.
Io mi chiamo Pietro, e tu?
Il vecchio sembra pensarci. Cerca quell’informazione nella sua memoria compromessa dagli anni e poi dice: Noè.
Pietro abbassa gli occhi per nascondere un sorrisetto.
Cos’hai lí, sotto al braccio?, chiede il vecchio.
Lui si avvicina e gli mostra Orazio.
Un drago, risponde.
Ma ha perso un occhio.
Non l’ha perso, dice Pietro posandolo sul letto. È nato cosí.
Il vecchio non sembra convinto.
Lo sai che c’è un animale libero?, chiede Pietro.
Non ci sono animali liberi, risponde il vecchio seccato.
Ma io l’ho sentito.
Ti dico di no. Gli animali sono tutti chiusi nei loro recinti. Se ce ne fosse uno che gira libero, l’avrei già rimesso al suo posto.
Pietro rimane zitto mentre l’odore dei mandarini gli arriva forte alle narici.
Li senti questi tuoni, ragazzino?, dice ancora il vecchio. Poi indica un punto sopra le loro teste e si picchietta il dito su una tempia.
È colpa di questi tuoni, dice. La pioggia fa vedere e sentire cose che non esistono. Fa persino parlare da soli, come se ci fosse qualcun altro ad ascoltarci.
Pietro scrolla le spalle. Io vorrei solamente scoprire dove si nasconde.
Se tu mi aiuti, aggiunge.
Non ti posso aiutare a trovare una cosa che non esiste.
Si guardano negli occhi. Alle spalle dell’uomo, Pietro nota delle fotografie. In una c’è un pescatore con una grande trota appeso all’amo.
Quello sei tu da giovane?, chiede.
Il vecchio lentamente volta la testa. Distende un braccio che sembra fatto di fil di ferro e afferra il portaritratti. Osserva la fotografia come se la vedesse per la prima volta.
È mio nipote.
Pietro si avvicina per guardarlo meglio.
Anch’io vado a pesca, dice.
Non devi pescare pesci molto grossi con il tuo retino.
Lui scrolla le spalle un’altra volta.
Non li pesco mica per mangiarli. Li pesco per guardarli.
E cosa vedi guardando i pesci?
Pietro abbassa la testa, non sa cosa rispondere. L’uomo mette il ritratto al suo posto, poi con un dito secco e storto indica le ciabatte.
Fammi un favore, gli dice sospirando, aiutami a mettere quelle.
Pietro si accuccia e una dopo l’altra infila le ciabatte nei piedi rigidi del vecchio, che all’improvviso dà alcuni grassi colpi di tosse piegandosi da una parte per sputare in un fazzoletto. Quella mossa deve costargli moltissima fatica perché dopo i suoi occhi si riempiono di lacrime. Prende un lembo di camicia e se lo sistema a coprire un ginocchio. Si solleva in piedi tutto tremante. Allarga un po’ le braccia, come a testare l’equilibrio, e fa cenno a Pietro di spostarsi.
Quanti anni hai, gli chiede aggrappandosi alla sponda del letto.
Sei.
Vuoi sapere invece quanti ne ho io?
Quanti?
Novecento.
Pietro spalanca gli occhi. Non è vero.
Sí che è vero, li ho fatti il mese scorso. Sono molto vecchio, e stanco, lo sai che ore sono?
Pietro scuote la testa.
Ma allora non sai proprio un bel niente!, esclama restando ancorato alla sponda. Quando avevo sei anni come te, io sapevo già un sacco di cose.
Strisciando i piedi in piccoli passi s’incammina verso il bagno, afferra la maniglia come un appiglio nella tempesta.
Ce li hai dei genitori, almeno?
Sí che ce li ho.
Beh, allora staranno in pensiero per te, poveretti.
Non stanno in pensiero. Stanno dormendo.
Lo credo bene che dormono, esclama il vecchio senza piú voltarsi, sono le tre e mezza!
Con una mano tasta la parete in cerca dell’interruttore della luce, l’altra resta salda sulla maniglia.
Pensa che sculacciata se non ti trovano.

Biografia dell’artista

La camera dell’artista è stata spostata in fondo al corridoio, dove prima il padre aveva lo studio: non abbastanza lontana per farle dire di non essere piú parte della casa. I termosifoni da quella parte hanno dei problemi, d’inverno non funzionano, e cosí l’artista riempie la stanza di candele sotto vasi di terracotta, un’illusione di calore autonomo.
Il cognato bussa alla porta accostata, dà una rapida occhiata, le dice: mo’ ti sei messa a sfidare la termodinamica?
La vecchia cameretta dell’artista e di sua sorella, invece, è diventata una specie di magazzino dove hanno stipato tutti gli arredi vecchi in attesa di venderli. L’artista passa molto tempo in quella stanza. Disegna tra gli scatoloni da cui spuntano vecchi dischi di Aznavour e a volte si appisola sul divanetto stile impero avvolto nel cellophane.
Quando la cena è pronta, si siedono tutti e tre al tavolo della cucina. La sorella dell’artista serv...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. L’arca
  3. L’arca
  4. Fosforo
  5. Tuoni
  6. Comincia piano
  7. La temperanza
  8. Due di ogni specie
  9. Lo stato grezzo
  10. Ciao, campione
  11. Fatti un’arca
  12. Con voce allegra
  13. Tacche
  14. Conoscersi
  15. Ambientarsi
  16. Chimera
  17. Entro i limiti
  18. Sinonimi contrari
  19. Forma
  20. Già che ci sei
  21. Piú forte
  22. Noè
  23. Biografia dell’artista
  24. A sei anni non sai niente
  25. Montagna vuota
  26. Sospesi
  27. Diavolerie
  28. Due qualità
  29. Esercizi per diventare l’altra
  30. Non si giura
  31. San Giorgio e il Drago
  32. L’intervento
  33. Oggetti freddi a contatto con la pelle
  34. Dove te ne vai
  35. Le meraviglie della moderna zoologia
  36. L’interprete
  37. Corpo estraneo
  38. Cerchiamo uomini
  39. Sulle acque
  40. Dalla stessa mano
  41. Terminal
  42. Le cose grandi si muovono in silenzio (I)
  43. Leggi di natura
  44. Le cose grandi si muovono in silenzio (II)
  45. Andare via
  46. Ammettiamo che
  47. Resta solo il sorriso
  48. Strati
  49. Lupi
  50. Combinazioni
  51. Sticomitia
  52. Prontuario
  53. Una verità
  54. Lascia ch’io pianga
  55. Passaggi di stato
  56. L’arco nel cielo
  57. Un mondo senza
  58. Il libro
  59. L’autore
  60. Dello stesso autore
  61. Copyright