Io che vi parlo
eBook - ePub

Io che vi parlo

Conversazione con Giovanni Tesio

  1. 144 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Io che vi parlo

Conversazione con Giovanni Tesio

Informazioni su questo libro

La famiglia, l'infanzia, gli anni di formazione durante il fascismo, gli amici dell'adolescenza, le letture, la timidezza, la passione per la montagna. E ancora la guerra, il ritorno a casa e un mestiere «che è poi un caso particolare, una versione piú strenua del mestiere di vivere». Quasi trent'anni di silenzio per questa fitta conversazione che Primo Levi ha intrecciato nei primi mesi del 1987 con Giovanni Tesio, in vista di una convenuta «biografia autorizzata». Domande discrete e mai troppo incalzanti a cui Levi risponde con una disponibilità vigilata ma a tratti molto esplicita, che spariglia il risaputo, lasciando trasparire un lato di sé piú intimo. E ci regala un dialogo intenso che corre sul filo della memoria, carico di vita, di storie e di Storia; un dialogo che si interrompe proprio prima di Auschwitz. Una interruzione dovuta alla morte improvvisa di Levi. «Io mi ritengo uno che ha combattuto parecchie battaglie. Che ne ha perse alcune e ne ha vinte altre. Devo avere una certa forza profonda, perché sono sopravvissuto ad Auschwitz, questa è una grossa battaglia. Anche come chimico ho sopportato sconfitte, ma ho vinto parecchie volte. Poi, come scrittore. Mi sono ritrovato a diventare uno scrittore quasi mio malgrado, ho aperto un capitolo nuovo. Mi è venuta addosso a scalini, prima in Italia e poi all'estero, questa ondata di successo che mi ha squilibrato profondamente, mi ha messo nei panni di qualcuno che non sono io».

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Io che vi parlo di Primo Levi in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2016
Print ISBN
9788806229290
eBook ISBN
9788858422632

Domenica, 8 febbraio

Dove eravamo arrivati?
Agli anni dell’università, appena dopo.
Non ricordo cosa avevamo già detto, cosa non avevo ancora detto.
Non importa. Avremo modo di tornarci.
La mia storia è incominciata subito dopo la laurea. Io avevo un gran bisogno di guadagnare perché mio padre era molto malato e l’idea piú balzana che ci è venuta è stata quella di installare un laboratorio in proprio.
Di cui parli nel «Sistema periodico».
No, non mi pare di averne parlato.
A me pareva in «Arsenico», quando parli del ciabattino e dell’analisi da fare. Non si trattava del tuo laboratorio in proprio?
Sí, ma c’è un antefatto, questo è accaduto prima. Con la stessa persona, con lo stesso amico Emilio del Sistema periodico.
Si può sapere il nome anagrafico?
Sí, si chiama Alberto Salmoni, il cui padre, appunto, aveva il monopolio del sangue del macello in corso Inghilterra e disponeva di un locale1. Noi abbiamo pensato di installarci lí.
In corso Inghilterra?
Sí, dove adesso c’è la Sip, c’era il macello una volta.
Il vecchio mattatoio.
Sí. Abbiamo installato un laboratorio in proprio per produrre su larga scala reattivi titolati, cosa che è poi stata fatta da altri. Era un’idea folle con i mezzi che avevamo, non avevamo soldi.
Che cosa sono i reattivi titolati?
Sono delle fiale che contengono una quantità precisa, esattamente pesata, per esempio di acido solforico o di soda caustica o di permanganato o di altro.
Per usi diversi?
Per uso analitico, servono per altri laboratori, servono a titolare, cioè a stabilire il titolo di altre sostanze. E la cosa è durata molto poco…
Alberto Salmoni – scusa se ogni tanto ti interrompo – era un tuo compagno di corso?
Sí, era un mio compagno di scuola, un mio compagno di corso, il mio compagno di lungo corso, perché è amico ancora adesso.
Vi siete conosciuti all’università o al D’Azeglio?
Ci siamo conosciuti su un pullman che tornava dal Sestriere, dove c’era un bellissimo ragazzo che cantava molto bene e che poi ho riconosciuto essere lui. Ma non sapevo che fosse ebreo. A un piú attento esame, viene fuori che ha a che fare con shalom, vuol dire pace in sostanza, vuol dire Salomon, una abbreviazione di Salomon. Io non sapevo che fosse ebreo, non aveva nulla di ebraico nel tipo fisico, nel modo di fare. Era un bel ragazzo ed è tuttora un bell’uomo, tanto che – sia detto per inciso – quando sono venute le leggi razziali lui mi aveva chiesto: «E tu come te la cavi?» Io sono stato molto irritato perché pensavo la domanda impertinente: «Me la caverò, tu ariano arrangiati». E lui mi ha detto: «No, sono ebreo anch’io». Bene, questo laboratorio è durato poco perché ho ricevuto la proposta di ingaggio a Balangero, quella che ho raccontato in Nichel.
Era stata solo un’idea o il laboratorio l’avete messo su per davvero?
No, noi ci siamo davvero attrezzati in modo rudimentale, avventuroso, dentro il macello. Era un locale assolutamente repellente.
E quanto è durata?
È durata forse un mese.
Dunque molto poco. Puoi dirmi l’anno con precisione?
L’autunno della laurea, cioè il ’41.
Repellente dicevi?
Sí, specialmente quel locale. Tutto il mattatoio era repellente, quel locale in specie perché era pieno di sangue, sangue coagulato. Ne ho parlato poi a proposito dello stagno nel Sistema periodico, descrivendo il padre di Alberto. Era sotto le ali del padre, che ci aveva generosamente messo a disposizione uno di questi locali.
Lui che cosa ha poi fatto?
Il padre?
No, Alberto Salmoni.
Ha cambiato diversi mestieri. Adesso non fa piú niente, cioè possiede addirittura una cartoleria, ma di fatto fa il pensionato.
Questo è stato quindi il primo progetto, realizzato almeno per un brevissimo periodo.
Sí.
Hai mai fantasticato altro, nella tua testa avevi già pensato qualche altra cosa?
Mah, avevo pensato da cosa nasce cosa, cominciamo a mettere su un laboratorietto, vedremo poi cosa si può fare, se non quello che ti dicevo, cioè reattivi per analisi, preparazioni per conto terzi. In tempo di guerra si trovavano queste cose. Mancavano molte materie prime e c’era modo di fare delle sintesi, cosa che abbiamo poi fatto subito dopo la guerra.
Hai mai pensato di mettere su un'impresa piú ambiziosa?
Mah, in quelle condizioni, con la guerra in corso, con le leggi razziali in corso, era un’economia di sopravvivenza, si pensava alla giornata. I piú lungimiranti pensavano che andava male comunque per gli ebrei in Italia, sia in caso di sconfitta sia in caso di vittoria tedesca. Si era in un guaio grosso, quindi si viveva in una situazione estremamente precaria.
Non consentiva né sogni né progetti.
No, nessun progetto. Si sentiva tragedia per aria, quale tragedia fosse non si sapeva ancora, non sapevo come si sarebbero svolte le cose. Ciò non toglie che appunto, finita questa breve parentesi, sono stato a Balangero non male, anzi mi trovavo molto bene perché il lavoro mi piaceva.
La proposta di Balangero da chi ti era venuta?
Da Ennio Mariotti2, è mancato cinque o sei anni fa.
Chi era, che cosa faceva?
Era tenente dell’esercito, antifascista di famiglia. Suo padre aveva fatto a schioppettate contro i fascisti a Firenze. Era fiorentino, era un uomo molto intelligente e molto energico che faceva il servizio militare con molta ripugnanza e che, nei miei riguardi, era molto autoritario. Tanto che la mia è stata quasi una ribellione. Trovai il «mio» modo di isolare il nichel e lui ha masticato abbastanza amaro, anche perché io ero stato mandato, in seguito a questa mia, diciamo, piccola scoperta a Genova, a Cornigliano anzi, dove c’era un laboratorio militare, sempre in via semiclandestina per il fatto che io ero ebreo, per sperimentare altri metodi di arricchimento di questo materiale, per perfezionare il metodo e cosí via.
Ci sei rimasto tanto?
Sono rimasto forse due mesi a Cornigliano e ho brevettato in proprio, ho fatto un atto abbastanza scorretto, ma – come ti dicevo – erano anni tragici e io pensavo: avere un brevetto a nome proprio è un titolo che può servire anche se dovrò scappare in Svizzera o in qualche altra parte.
E vivevi a Cornigliano?
Vivevo a Genova, avevo dei parenti a Genova, e lavoravo a Cornigliano.
Quindi sei vissuto lí per un p...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. ‘Ho conosciuto Primo Levi’ di Giovanni Tesio
  4. Io che vi parlo
  5. Lunedí, 12 gennaio
  6. Lunedí, 26 gennaio
  7. Domenica, 8 febbraio
  8. Il libro
  9. L’autore
  10. Dello stesso autore
  11. Copyright