Si sente una musica vivace e gaia. Il sipario si alza mentre la musica si allontana.
Willy in maniche di camicia, è seduto alla tavola di cucina, col cappello sulle ginocchia e beve il caffè. Linda gli riempie la tazza quando può.
WILLY Sostanzioso questo caffè. Meglio di una bistecca.
LINDA Vuoi un uovo?
WILLY Lascia, lascia, sta’ ferma.
LINDA Che bella faccia riposata hai, caro.
WILLY Ho dormito di piombo. Erano mesi. Mai successo, martedà alzarsi alle dieci. E i giovanotti? Hanno tagliato la corda presto?
LINDA Alle otto erano fuori.
WILLY Benissimo!
LINDA M’ha fatto una tenerezza vederli andar via insieme! Lo sai che non mi ci riabituo ancora all’odore del Gibbs?
WILLY (sorridendo) Mmmm...
LINDA Era un altro, Biff, stamattina. Allegro: vedeva tutto rosa. Aveva una furia di andare da Oliver!
WILLY Cambierà , quel ragazzo, cambierà . C’è poco da fare, certi ci mettono anni a... a... farsi le ossa. Com’era vestito?
LINDA In blu. E come stava bene! Sembrava un... un... non so! con quel vestito!
Willy si alza da tavola. Linda l’aiuta a infilare la giacca.
WILLY Eh, c’è poco da fare, c’è poco da fare. Stasera tornando vorrei comprare un po’ di semi.
LINDA (ridendo) Comprali, caro! Ma poi non ti crescono. Non c’è mai sole là dietro. Non ci può crescere piú niente.
WILLY Lascia fare, bambina, prima di andarcene compriamo un posticino in campagna, io e te, piantiamo un bell’orto, un paio di galline...
LINDA Eh, vedrai, caro.
Willy si sfila la giacca e Linda lo insegue.
WILLY E loro saranno sposati e la domenica verranno a trovarci. Gliela fabbrico io, una piccola «dependance»! Tanto l’occorrente ce l’ho: mi manca solo il legname e un po’ di serenità .
LINDA (allegramente) Ti ho ricucito la fodera.
WILLY Perché no? Ne potrei fabbricare anche due, di «dependances», cosà verrebbero insieme. Ha deciso poi quanto chiedeva a Oliver?
LINDA (costringendolo a infilare la giacca) Non me l’ha detto ma credo diecimila dollari o quindicimila. Vai a parlare a Howard?
WILLY SÃ. E non m’incanta mica, stavolta. Viaggi, basta!
LINDA E, Willy, non ti dimenticare di chiedere un piccolo anticipo. C’è la rata dell’assicurazione che scade. È un momento brutto.
WILLY Quant’è, cento...
LINDA Centootto e sessantotto. Sai, siamo di nuovo un po’ a corto.
WILLY Come, a corto?
LINDA Be’, hai dovuto riparare il motore...
WILLY Che disperazione quella Studebaker!
LINDA Poi l’ultima rata del frigorifero!
WILLY Ma se è di nuovo rotto!
LINDA Cosa vuoi, caro, è vecchio.
WILLY Te l’avevo detto di comprarlo da una ditta con un nome grosso! Ne ha preso uno Charley General Electric che funziona da vent’anni senza un guasto, quel figlio di puttana.
LINDA Ma Willy...
WILLY Hastings! Chi ha mai sentito parlare dei frigoriferi Hastings! Riuscissi una volta in casa mia a vedere una cosa sana, appena ho finito di pagarla! Macché! È il mercato dei ferri vecchi! L’automobile: pago l’ultima rata, è già un rottame! Il frigorifero si mangia le cinghie come un cane arrabbiato! Te lo dico io, li fabbricano col calendario alla mano! CosÃ, il giorno che hai finito di pagare, devi buttarli via!
LINDA (abbottonandogli la giacca mentre lui la sbottona) Be’, fatti i conti, basteranno duecento dollari, tutto compreso: anche l’ultima rata del mutuo, Willy. Dopo questo, stop; la casa è nostra.
WILLY Sono venticinque anni!
LINDA Quando ci siamo entrati Biff aveva nove anni.
WILLY Però! Spettacoloso! Lo sai che ammortizzare un mutuo di venticinque anni non è mica...
LINDA È un’impresa!
WILLY E tutta la calce, il legname, i miglioramenti che ci ho messo in questa casa! Trova una crepa se sei capace.
LINDA Be’, è servita al suo scopo.
WILLY Mi dici che scopo? Il primo che passa, ci si mette dentro e buona sera. Almeno se la pigliasse Biff e mettesse famiglia... (Fa per andare) Ciao, è tardi.
LINDA (si ricorda improvvisamente) Oh, che testa! Guarda che ti hanno invitato a cena!
WILLY Me?
LINDA Da Frank, alla Quarantottesima, all’angolo con la Sesta.
WILLY Ma va’! E tu?
LINDA Io non c’entro. Voi tre. Farete baldoria insieme.
WILLY Ma davvero? A chi gli è venuto in mente?
LINDA È venuto da me Biff stamattina, Willy, a dirmi: «Di’ a papà che stasera facciamo baldoria insieme». Puntuale, eh? Alle sei. Siete a cena, tu e i tuoi due giovanotti.
WILLY Questo si chiama parlare. Howard oggi è mio! Avrò l’anticipo e il posto a New York! Oh! Ragioniamo, perdio!
LINDA CosÃ! CosÃ, Willy!
WILLY No, no, non voglio piú toccare un volante per il resto dei miei giorni!
LINDA Sento che le cose cambiano, Willy! Me lo sento!
WILLY Si capisce! Ciao, è tardi. (Fa per andarsene un’altra volta).
LINDA (gli grida correndo verso la tavola di cucina in cerca di un fazzoletto) Hai gli occhiali?
WILLY (si tasta addosso per trovarli, poi rientra) Li ho, li ho, gli occhiali.
LINDA (dandogli un fazzoletto) E il fazzoletto?
WILLY SÃ, sÃ, il fazzoletto.
LINDA E la saccarina?
WILLY SÃ, la saccarina.
LINDA Attento alle scale, quando prendi la metropolitana! (Lo bacia; le pende dalla mano una calza di seta).
WILLY (la vede) La pianti di rammendarti le calze? Almeno quando sto in casa. Un po’ di considerazione. Mi urta i nervi. Ti prego.
LINDA (nasconde la calza in mano seguendo Willy lungo il proscenio davanti alla casa) Ricordati: da Frank, alla Quarantottesima ...