A sinistra la casa del dottor Wangel, con una grande veranda coperta. Giardino davanti ed intorno alla casa. Davanti alla veranda un’asta per la bandiera. A destra, nel giardino, una pergola con tavolo e sedie. Nel fondo una siepe con un cancelletto. Al di là della siepe un viottolo lungo la riva. Fra le file di alberi che fiancheggiano il viottolo si scorge il fiordo; alte creste e cime di montagne in lontananza. È un mattino d’estate caldo e luminoso.
Ballested, un uomo di mezza età che indossa una vecchia giacchetta di velluto e un cappello da artista a larghe tese, è ritto presso l’asta della bandiera e armeggia con la funicella. La bandiera giace a terra. A poca distanza, un cavalletto con una tela, e accanto, su un seggiolino pieghevole, tavolozza, pennelli e la cassetta dei colori. Bolette venendo dall’interno della casa esce sulla veranda. Porta un gran vaso di fiori, che posa sul tavolo.
BOLETTE Ebbene, Ballested... c’è riuscito?
BALLESTED Certo, signorina. Niente di piú facile. Scusi, aspettano visite quest’oggi?
BOLETTE Sí, aspettiamo il professor Arnholm. È arrivato la scorsa notte in città.
BALLESTED Arnholm? Aspetti... Non si chiamava Arnholm quel tale che era suo precettore anni fa?
BOLETTE Sí. È proprio lui.
BALLESTED Guarda, guarda! Anche lui dunque ritorna da queste parti.
BOLETTE È per questo che vorremmo issare la bandiera.
BALLESTED Giusto, cosí va fatto.
Bolette rientra in casa. Poco dopo, Lyngstrand viene da destra, lungo il viottolo e si ferma interessato vedendo il cavalletto e gli arnesi da pittore. È un giovane smilzo, vestito modestamente ma con decenza, e di aspetto malaticcio.
LYNGSTRAND (al di là della siepe) Buon giorno.
BALLESTED (si volta) Oh! Buon giorno. (Issa la bandiera) Ecco... il pallone si alza. (Assicura la funicella e s’affaccenda intorno al cavalletto) Buon giorno, egregio signore. Veramente non ho il piacere...
LYNGSTRAND Lei è pittore, vero?
BALLESTED Si capisce. Perché non dovrei essere anche pittore?
LYNGSTRAND Sí, lo vedo. Posso prendermi la libertà di entrare un momento?
BALLESTED Vorrebbe entrare per vedere il mio lavoro?
LYNGSTRAND Sí, mi piacerebbe immensamente.
BALLESTED Oh, per ora non si vede nulla di speciale. Ma entri lo stesso. S’avvicini pure.
LYNGSTRAND Grazie infinite. (Entra per la porticina della siepe).
BALLESTED (dipingendo) Sto per l’appunto facendo il fiordo laggiú tra le isole.
LYNGSTRAND Vedo, infatti.
BALLESTED Ma la figura manca ancora. Qui in città è impossibile scovare un modello.
LYNGSTRAND Ci mette anche una figura?
BALLESTED Sí, qui in primo piano sullo scoglio ci dev’essere una sirena morente.
LYNGSTRAND Perché morente?
BALLESTED S’è smarrita tra gli scogli e non sa come uscirne. E nell’acqua bassa muore, capisce?
LYNGSTRAND Già, capisco.
BALLESTED È la signora qui della villa che mi ha dato l’idea.
LYNGSTRAND Che titolo darà al quadro, quando sarà compiuto?
BALLESTED Credo che lo chiamerò: «La morte della sirena».
LYNGSTRAND Molto adatto. Riuscirà certo bellissimo.
BALLESTED (guardandolo) È del mestiere forse?
LYNGSTRAND Vuol dire se faccio il pittore?
BALLESTED Sí.
LYNGSTRAND No, non faccio il pittore. Ma vorrei diventare scultore. Mi chiamo Hans Lyngstrand.
BALLESTED Ah, vuol fare lo scultore? Sí, sí, anche la scultura è un’arte svelta, simpatica. Credo di averla incontrata qualche volta per istrada. È qui da un pezzo?
LYNGSTRAND No, soltanto da una quindicina di giorni. Ma spero di passarci tutta l’estate.
BALLESTED A godere le piacevolezze della vita balneare, eh?
LYNGSTRAND Bisogna che veda di rimettermi un po’ in forze.
BALLESTED Ma non è mica ammalato?
LYNGSTRAND Sí, a dir il vero sono un po’ debole di costituzione. Ma nulla di grave. Cosí, una specie di oppressione al petto.
BALLESTED Accidenti!... una bagattella! Dovrebbe decidersi a consultare un buon medico.
LYNGSTRAND Pensavo se mai di rivolgermi al dottor Wangel.
BALLESTED Sí, bravo. (Guarda a sinistra) Ecco che arriva un’altro vapore. Zeppo di passeggeri. In questi ultimi anni il turismo ha preso una voga!
LYNGSTRAND Già, vedo che c’è un movimento straordinario.
BALLESTED E villeggianti ne abbiamo anche in gran numero. A volte ho paura che la nostra cara città con tutto questo andirivieni di forestieri ci perda il suo carattere.
LYNGSTRAND È nativo di qui?
BALLESTED No, questo no. Ma mi sono accla... acclimato. Mi sento legato a questo luogo dai vincoli del tempo e dell’abitudine.
LYNGSTRAND Vive dunque qui da molto tempo?
BALLESTED Eh, diciassette... diciott’anni circa. Venni con la compagnia drammatica di Skive. Ma qui giunti c’impigliammo in difficoltà finanziarie. Per cui la compagnia si sciolse disperdendosi ai quattro venti.
LYNGSTRAND Ma lei però rimase qui.
BALLESTED Rimasi. E alla lunga me ne son trovato benissimo. Ma allora, le dirò, facevo soprattutto il decoratore.
Bolette porta fuori una sedia a dondolo che dispone sulla veranda.
BOLETTE (verso l’interno della casa) Hilde, guarda un po’ se trovi lo sgabello ricamato del babbo.
LYNGSTRAND (va sotto la veranda e saluta) Buon giorno, signorina Wangel!
BOLETTE (al parapetto) Oh guarda... è lei, signor Lyngstrand? Buon giorno. Scusi un minuto... debbo soltanto... (Entra in casa).
BALLESTED Conosce la famiglia?
LYNGST...