
- 120 pagine
- Italian
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Osare dire
Informazioni su questo libro
Viviani ha ormai al suo attivo una lunga serie di libri che hanno fatto la storia della poesia italiana contemporanea. In questo percorso ha attraversato diverse fasi, variando la sua voce e la forma dei testi. Nei suoi libri piú recenti era emersa una scrittura aforistico-assertiva che affrontava direttamente i temi delle «cose ultime» che piú gli stanno a cuore. Con questa nuova raccolta, pur non derogando all'essenzialità dei pensieri e delle occasioni (la natura come misura esemplare, il riconoscimento dei limiti umani, la fine), si manifesta una svolta, o per meglio dire un ritorno, verso un dire piú allusivo, ambiguo, sfuggente, a volte enigmatico, sorprendente per associazioni ed esiti linguistici. Dunque una rinnovata fiducia nella poesia e, sempre di piú, nella voce umana, luminosa e fragile; e anche nella percezione di ciò che dura piú dell'uomo, purché si proceda col necessario rispetto: sapendo che qualsiasi invocazione o preghiera è un osare, un gesto che sfiora l'azzardo. E che quindi va compiuto con consapevole riserbo.
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Informazioni
III.
Tu vedi come è vicina la gloriaalla stupidera,la gloria declamata, invocataproprio mentre si esce incontro alla primaraffica di mitra.
Prima ho provatoa darmi la paternitàdella bellezza del bosco –curato da me in ogni particolare –poi mi sono lasciato andarealla pigrizia e all’inerzia,cosí diventando autoredell’opera d’arte maggiore.
Le imposte chiuse e apertefinché reggono,e poi le nuoveancora chiuse e aperte,quante entrate e uscite dal mondoin un altro mondo,ora tutto è chiaro finalmente,fuori cresce l’oscurità,ma poi anche qui, dentro, si insinuala penombra,e non è piú cosí sicuroquanti giri di chiave per chiudere,non è cosí chiaro.
Rimanda il pendio a vibranti forme umane,tenui come il verde slavato dei prati,nette come quelle dell’adolescente,finché è sempre piú densa la confusione mentaleper la continua trasformazione reale,è immota solo la fede nell’eterno.
Sospetti umani seminati nel pratodavanti all’ingresso di casa,ma finché non assumono forma e materia,non diciamo prove, finché non diventanoacqua del ruscello vicino o pietriscolambito,finché l’uomo non si fa naturaresta la paura.
Tutto un transito tra sensi e reagenti,elementi e pensieri,danze e gravidanze, studie pioggerelline – sí,è questo intruglio e spargimentola vita,guai a fissare un volto in un’immagine,guai a fermare i muscoli sulla scala,guai a proseguire e arrivare a un sistema.
E se fossimo nati per credere,non per procreare,certamente non per lavorare,e nemmeno per amare o meditare,ma solo per credere?
Non ci accorgiamo che tutti operiamoal mantenimentodell’unico monumento al mondo –qualunque impresa compiuta,meravigliosa e strepitosa,non è niente, svanisce,nessun traguardo ci liberadall’essere giorno e notte solo operaidi questo grande padrone che è la vita.
Non mi parlare di ugonottio di Horkheimer,di Dancalia o di estrusione,non so, non ti seguo, non capisco,sono un analfabeta,ho imparato l’abbecedario e poco piú,o tutto il resto l’ho dimenticato,il professore di mat...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Osare dire
- I.
- II.
- III.
- Note
- Il libro
- L’autore
- Dello stesso autore
- Copyright